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Videogiochi violenti incolpati degli omicidi quando l’assassino è bianco

Uno studio dimostra che le figure autorevoli incolpano i videogiochi violenti per nascondere il proprio razzismo.

In un anno in cui il razzismo è stato padrone delle prime pagine e i videogiochi come Animal Crossing: New Horizons hanno sollevato il morale di un mondo sotto assedio dalla pandemia del Covid-19, vale la pena soffermarsi a leggere gli studi che ci portano a pensare che gli uomini di potere, in famiglia o tra i politici, incolpano i videogiochi violenti per nascondere il proprio razzismo.

Secondo una ricerca pubblicata dall’American Psychological Association, le persone sono più propense a incolpare i videogiochi violenti come causa di sparatorie nelle scuole quando gli autori sono bianchi rispetto a quando il colpevole è afroamericano. Probabilmente questo pensiero è causato da stereotipi razziali, che associano le minoranze al crimine violento.

Manhunt (Rockstar Games)
Manhunt (Rockstar Games)

Campione e risultati

I ricercatori hanno analizzato più di 200.000 notizie su 204 sparatorie di massa in un periodo di 40 anni.

I risultati dell’analisi dicono che i videogiochi avevano otto volte più probabilità di essere menzionati quando la sparatoria avveniva in una scuola e l’autore era un maschio bianco rispetto a quando il colpevole era un maschio afroamericano.

Quando un atto violento viene compiuto da qualcuno che non corrisponde allo stereotipo razziale di come appare una persona violenta, le persone tendono a cercare una spiegazione esterna per il comportamento efferato […]. Quando un adolescente bianco commette un orribile atto violento come una sparatoria a scuola, è più probabile che le persone incolpino erroneamente i videogiochi.

Patrick Markey, professore di psicologia presso l’Università di Villanova (Pennsylvania)

Il prof. Markey ha ribadito che i numerosi studi scientifici non hanno trovato un collegamento tra videogiochi violenti e sparatorie di massa, ma alcuni politici e la copertura dei media citano spesso i videogiochi come una potenziale causa, in particolare per le sparatorie nelle scuole.

Tra l’altro, i videogame sono spesso associati ai giovani, anche se l’età media dei giocatori è di 30 anni.

I videogiochi sono spesso usati dai legislatori, e non solo, come una falsa pista per distrarre da altre potenziali cause di sparatorie nelle scuole […]. Quando l’assassino è un giovane maschio bianco, si dice che la causa della sparatoria siano i videogiochi violenti. Quando chi spara è un uomo più anziano o un afroamericano, non lo facciamo.

Patrick Markey

Esperimento

Durante un esperimento, 169 studenti universitari (65% donne, 88% bianchi) hanno letto un finto articolo di giornale che descriveva una sparatoria di massa immaginaria perpetrata da un ragazzo di 18 anni, descritto come un appassionato di videogiochi violenti. La metà dei partecipanti ha letto un articolo con una piccola foto segnaletica di un colpevole bianco, mentre l’altra metà ha visto una foto segnaletica di un autore afroamericano.

Doom (id Software)
Doom (id Software)

Nelle risposte al questionario, i partecipanti che hanno letto l’articolo con la foto di un delinquente bianco erano significativamente più propensi a incolpare i videogiochi come un fattore che ha indotto l’adolescente a commettere la sparatoria a scuola, rispetto ai partecipanti che hanno visto il ragazzo afroamericano. Inoltre, i partecipanti che non giocavano ai videogiochi erano anche più propensi a incolpare i videogiochi violenti per le sparatorie nelle scuole.

Patrick Markey ha concluso che incolpare i videogiochi violenti per le sparatorie nelle scuole da parte di autori bianchi potrebbe essere un segno di un problema razziale più ampio, in cui agli autori afroamericani viene assegnato un maggior grado di colpevolezza per i loro crimini, che potrebbe portare a un trattamento ingiusto da parte del sistema giudiziario.

Mortal Kombat II (Midway Games)
Mortal Kombat II (Midway Games)

Conclusione

Questa ricerca mostra come troppo spesso i videogiochi violenti siano incolpati per distogliere l’attenzione da problemi più seri, in questo caso il razzismo.

Non bisogna sottovalutare la pericolosità di giustificare un omicidio con una scusa, come possono essere i videogame. Incolpare un gioco significa non scavare in fondo sulle problematiche che hanno portato queste persone a compiere atti orribili e in questi casi approfondire è fondamentale, perché potrebbe salvare la vita a tanta gente. Infatti, un disagio sociale può colpire più individui e scoprirne la causa può fermare per tempo dei potenziali criminali dal compiere una strage.

Fonte: medicalxpress

Di Antonino Savalli

Nato con Nintendo, cresciuto con PlayStation e formato con il PC, ho sempre trovato nella scrittura il legame per apprezzare tutte le esperienze videoludiche (e non) vissute.

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