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Perché Castlevania: Symphony of the Night ha fatto la storia dei videogiochi

Con l’avvicinarsi di Halloween riscopriamo insieme il capostipite dei metroidvania, ovvero Castlevania Symphony of the Night.

Non si può certo dire che la serie Castlevania se la passi bene ultimamente. Sembra infatti che Konami abbia relegato nel dimenticatoio quella che negli anni 80 e 90 era una delle sue saghe di punta. All’interno di questa storica serie esiste tuttavia un titolo che riesce tutt’oggi a far parlare spesso di sé e che viene tuttora ammirato e preso a modello da numerosi giochi. Stiamo naturalmente parlando di Castlevania: Symphony of the Night.

Visto l’avvicinarsi delle festività di Ognissanti e della notte di Halloween, riscopriamo insieme questa autentica pietra miliare della storia del videogioco. Affiliamo la nostra spada e prepariamoci ad accompagnare Alucard nella sua avventura all’interno del maniero di Dracula.

Una serie leggendaria

Quando Symphony of The Night vide la luce, nel marzo 1997, la serie di Castlevania aveva raggiunto il suo culmine. La serie contava una prima trilogia, uscita per NES, che fu seguita da altri due giochi, ovvero Super Castlevania IV e Castlevania Dracula X, entrambi per SNES (anche se Dracula X uscì originariamente su PC Engine Super CD-Rom).

Si trattava di titoli action che univano elementi platform a meccaniche tipiche dei giochi di azione e combattimento. Alla guida del protagonista, quasi sempre appartenente alla famiglia Belmont, il giocatore avrebbe dovuto farsi strada attraverso i vari livelli di gioco sbaragliando orde di mostri fino allo scontro col boss di fine livello. Arma iconica della serie era la frusta vampire killer, dotata del potere di debellare gli spiriti maligini.

Quasi tutti questi giochi presentavano dunque una struttura lineare e un gameplay focalizzato sull’azione e gli scontri più che sull’esplorazione. Unica eccezione il secondo capitolo, Castlevania 2: Simon’s Quest, che invece proponeva un mondo di gioco liberamente esplorabile pieno di personaggi con cui interagire e oggetti da raccogliere. Questa struttura però non aveva ottenuto consensi unanimi e ciò aveva spinto Konami a riportare la serie sui binari originali. Almeno fino all’uscita di Symphony of the Night.

Il metroidvania originale

Con SOTN, Konami decise di tentare una strada diversa. Il gioco infatti si lascia definitivamente alle spalle la struttura a livelli. L’intera avventura è ambientata in un’unica, enorme, ambientazione, ovvero il castello di Dracula. Per orientarsi al suo interno, il giocatore dispone di una mappa, che però viene completata solo man mano che le varie aree vengono scoperte.

In modo analogo a quanto accadeva nella serie Metroid, molte delle aree del castello risultano inizialmente inaccessibili. Diventa possibile visitarle solo dopo aver ottenuto determinate abilità o potenziamenti. Questa struttura obbliga il giocatore a visitare più volte le stesse aree e a farsi ogni volta uno schema mentale, per tenere sempre a mente il suo obiettivo principale.

Proprio il fatto che questo gameplay fosse presente sia nella serie Metrodi che in Castlevania diede origine al termine Metroidvania, tutt’oggi utilizzato per indicare questo genere di giochi.

Trama e personaggi di Symphony of the Night

Ma Symphony of the Night non si limitò a modificare il gameplay. Anche la trama e i personaggi del gioco offrirono diverse novità. Il protagonista del gioco, per cominciare, non era più un Belmont né un ammazz-vampiri. In SOTN infatti, se si eccettua il prologo iniziale, il giocatore controlla Alucard, figlio del conte Dracula già apparso in Castlevania 3.

Il nostro mezzosangue deve indagare sull’improvvisa ricomparsa del castello del padre, oltre che sulle voci secondo le quali l’ultimo dei Belmont, Richter, sarebbe passato dalla parte del male. Nel corso dell’avventura Alucard avrà modo di interagire con vari personaggi tra cui lo stesso Richter, Maria Renard (sorella della fidanzata del cacciatore) e lo stregone Shaft.

La trama del gioco verrà esplorata attraverso una serie di dialoghi tra i personaggi (il cui doppiaggio risultava già ai tempi molto sopra le righe) e presenta una serie di finali differenti. Il gioco può persino essere rigiocato nei panni di Richter e di Maria.

Il gameplay di Symphony of the Night

L’uso di un nuovo personaggio non è solamente una scelta estetica. Alucard infatti non utilizza la Vampire Killer, ma una spada corta. Inoltre la sua natura di vampiro fornisce al nostro protagonista numerose abilità speciali, che dovranno essere sbloccate nel corso dell’avventura.

Appena giunto al castello, infatti, Alucard viene intercettato dalla Morte, fida alleata di Dracula, che priva lo priva di quasi tutti i suoi poteri. Proseguendo all’interno delle mura, Alucard guadagnerà la possibilità di potenziare i suoi attacchi ed il suo salto, una serie di armi ed abilità magiche e soprattutto la possibilità di trasformarsi.

Alucard è infatti in grado di tramutasri in un lupo, in un pipistrello e in un piccolo banco di nebbia. Ognuna di queste abilità permetterà al nostro eroe di accedere ad aree altrimenti irraggiungibili o di combattere in modo più efficacie contro boss che presentano particolari punti deboli.

L’uso di tutte queste abilità e poteri rende il gioco estremamente vario e divertente sia nelle fasi di esplorazione che in quelle di combattimento. Oltre a questo, SOTN inserisce anche diversi elementi mutuati dal genere RGP. Nel corso dell’avventura, infatti, Alucard sale costantemente di livello, migliorando le sue statistiche e soprattutto i suoi punti magia, cosa che gli consente l’utilizzo di un maggior numero di incantesimi.

Anche la scelta dell’equipaggiamento risulta spesso fondamentale, dal momento che gli attacchi nemici spesso sono legati a determinati elementi, per i quali esistono specifiche protezioni. Alcune corazze e reliquie donano anche abilità particolari, a volte determinanti (senza dare troppi spoiler, per ottenere il finale migliore sarà MOLTO utile avere un determinato accessorio).

Un castello tutto da scoprire

Uno dei principali punti di forza di SOTN risiede certamente nella sua ambientazione. Sebbene come già detto, tutto il gioco sia ambientato all’interno del castello di Dracula, la struttura della mappa e la bellezza delle varie ambientazioni sono davvero eccezionali.

Ogni nuovo area del castello è perfettamente caratterizzata e si inserisce perfettamente nel mosaico generale della mappa. Anche la progressione avviene in maniera graduale e ragionata. Il giocatore non ha mai l’impressione di trovarsi in un enorme labirinto indistricabile, ma non è nemmeno condotto per mano tutto il tempo. Per raggiungere gli obiettivi principali dell’avventura occorrono un buon orientamento e anche una buona dose di memoria, per tenere a mente i luoghi in cui una nuova abilità può tornare utile.

Anche i nemici sono tutti ottimamente realizzati e vanno a coprire praticamente tutto l’immaginario horror, con diversi riferimenti anche ai boss storici della saga. Le battaglie coi boss e in particolare quelle contro lo stesso Dracula sono davvero maestose ed impressionanti, soprattutto per l’epoca.

In più, per ottenere il finale migliore, il giocatore dovrà esplorare il castello due volte. Nella seconda run, però, il castello sarà capovolto. Questa geniale scelta di design consente di aumentare di molto la longevità del titolo, riproponendo ambientazioni note in una nuova veste.

L’eredità di Symphony of The Night

Come già accennato, l’importanza di SOTN per l’evoulzione dei videogiochi è stata enorme. Quello dei metroidvania divenne un vero e proprio genere videoludico e molti episodi delle rispettive saghe riproposero questo modello, cogliendo spesso ottimi risultati (ricordiamo ad esempio Metroid Fusion o Castlevania Circle of Moon).

É però interessante notare come il genere, da sempre legato ad una grafica e ad un gameplay rigorosamente a due dimensioni, non abbia affatto perso la sua popolarità, sebbene al giorno d’oggi la maggior parte dei giochi sia caratterizzata da grafica fotorealistica e struttura tridimensionale.

Basti pensare al successo di giochi come Hollow Knight e il suo recente sequel Silksong oppure alla saga di Ori. In particolare, Bloodstained: Ritual of the Night, di ArtPlay è considerato il seguito spirituale della saga di Castlevania, dal momento che ne replica non solo il gameplay ma anche le atmosfere e l’ambientazione. Bloodstained: The Scarlet Engagement è previsto per il 2026. vedremo se sarà un erede all’altezza. Nel frattempo invitiamo tutti coloro che non hanno mai avuto il piacere di provare Symphony of The Night a lanciarsi alla scoperta del castello del Signore del Male. Non ve ne pentirete.

Di Marco Gioletta

Appassionato di videogiochi fin da bambino, tramite il commodore 64 del mio papà. Grande fan sia di Sony che di Nintendo, con una grande passione per le avventure ed i picchiaduro. Laureato in lettere e amante di lettura e scrittura.

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