Le vicende di questo articolo si basano su una storia vera, la mia. Sono un fiero possessore di Nintendo Switch, che è purtroppo arrivata in casa in ritardo. Solamente nel 2019. Purtroppo, queste mancanza di puntualità non mi ha permesso ancora di giocare alcuni dei maggiori titoli della console, poiché mi è ancora estremamente complesso recuperarli a causa del mio essere un lavoratore.
A questo, bisogna aggiungere che c’è una profonda differenza tra le ultimissime generazioni Nintendo e l’attuale, che rendono tutto più complicato. I motivi sono due: il ritorno ai videogiochi difficili e l’enorme quantità di titoli presenti su Nintendo Switch, che rendono l’acquisto di una Switch oggi un vero e proprio dramma.
Videogiochi difficili
Sappiamo che essere un gamer può essere estremamente impegnativo. Ci sono videogame che ci mettono a dura prova e che rischiamo di abbandonare per il senso di frustrazione che ci provocano. Questo sistema è stato ampiamente usato agli albori dell’industria e in moltissimi casi negli anni ’90. Infatti, come insegna Super Metroid, per motivi tecnologici, si rendeva volutamente difficile determinati titoli costringendo i videogiocatori a dover ripetere la stessa sequenza diverse volte, prima di riuscire ad arrivare alla fine.
Le ultime generazioni, invece, hanno goduto di videogiochi più semplici da portare a termine, anche perché la mole di titoli è stata incredibilmente più ampia, così da bilanciare i due fattori. Ovviamente per la mia felicità, quest’ultima generazione fa eccezione.
Siamo nell’era del Postmodernismo nei videogiochi, in cui i remaster e i titoli indie hanno un peso specifico importante. Entrambi queste tipologie di giochi fanno riferimento all’epoca degli anni ’90, dove spesso i videogame erano più complicati di oggi. Questo significa che abbiamo tanti giochi, ma molti sono videogame degli anni ’90, difficili e impegnativi.
Un’infinità di videogiochi lunghissimi
La Nintendo Switch conta attualmente 2190 titoli. Il Nintendo 64 ha nella sua lista un totale di 388 videogiochi, mentre il Nintendo Gamecube ha avuto un parco titoli di 657 titoli. Storia a parte fa l’altra casa giapponese, la Sony, in cui il numero di titoli è sempre stato elevato anche nelle precedente generazione.
Però, Nintendo si distingue per un’importante aggiunta che i competitor non hanno in una forma così decisa, le Intellectual Property, i giochi prodotti dalla stessa Nintendo, che hanno fatto la storia videoludica di questo pianeta.
Le IP Nintendo da giocare assolutamente sono aumentate nel tempo, perché è migliorata la qualità di alcune di quelle saghe considerate minori. Basti pensare a Fire Emblem: Three Houses che è diventato un titolo di punta dell’azienda.
Inoltre, i titoli made-in Nintendo hanno una longevità non trascurabile, tanto da rendere il contesto della grande N molto più denso. Di conseguenza, per un fan Nintendo, la generazione attuale è molto impegnativa, perché potrebbe costringere molti giocatori a dove lasciare alcuni titoli indietro.
A queste difficoltà, bisogna aggiungere una precisa politica aziendale, che ha deciso di aprire alle terze parti. Se a questo uniamo l’esplosione del mercato indie, estremamente pieno di ottimi titoli, se non capolavori, allora otteniamo un mix esplosivo che ha fatto la fortuna del Nintendo Switch e la sfortuna di chi vuole giocare tutto, ma non ne ha il tempo.
Il mio caso
Nel mio caso, il ritardo dell’acquisto del Nintendo Switch mi ha portato a non poter giocare a tanti titoli importanti che devo ancora recuperare come Luigi’s Mansion 3, Astral Chain o The Legend of Zelda: Link’s Awakening. Infatti, ho potuto giocare solamente pochi titoli a causa della loro importante longevità.
Se prima sarebbe stato fattibile giocare a Fire Emblem: Three Houses con calma, oggi bisogna scontrarsi con l’idea che dopo un mese arriva Astral Chain, subito dopo The Legend of Zelda: Link’s Awakening e poi Luigi’s Mansion 3.
Oppure, mentre oggi stai ancora giocando a The Legend of Zelda: Breath Of the Wild, con la sua durata media di oltre 90 ore, sono già usciti Splatoon 2 e ARMS. Però vuoi provare Super Mario Odyssey e dopo poco è già arrivato Xenoblade Chronicles 2, che ti impegnerà quasi tanto tempo come Zelda.
E la cosa sconvolgente è che in tutti questi esempi, non sono stati nominati tutti i titoli indipendenti e remaster, che dovrebbero essere recuperati assolutamente. Tra tutti i metroidvania ,come Dead Cells e SteamWorld Dig 2 agli ottimi remaster come Devil May Cry 3.
La Soluzione
La mia soluzione è scegliere con largo anticipo i titoli che voglio giocare necessariamente e comprarli incondizionatamente. Magari acquistandoli in preorder, anche rischiando di aumentare il proprio backlog. A questo punto, devo solo giocarli, terminandoli la prima volta completando solamente la storia principale. Ormai molti videogiochi godono di una buona rigiocabilità, effettivamente difficile da praticare per chi ha poco tempo come me, ma comunque possibile.
Ovviamente, a questa strategia bisogna unire una buona organizzazione in modo tale da riuscire a completare un videogame prima che il prossimo acquisto sia disponibile. In alcuni casi, i titoli che vorremmo giocare non avranno una longevità enorme come Fire Emblem: Three Houses o Xenoblade Chronicles 2 e magari, dopo un’unica run di Super Mario Odyssey, potremmo inserire altri titoli che richiedono meno tempo.
Conclusione
Il panorama Nintendo è cambiato totalmente. Adesso la grande N ha deciso di aprire a molte terze parti. Questa scelta, unita all’esplosione del mercato indie, porta il Nintendo Switch, solo ad oggi, ad avere circa il 50% di titoli in più rispetto alle generazioni precedenti.
In più, rispetto alla concorrenti la casa di Kyoto ha molte IP con un’alta longevità.
Bisogna dunque avere delle buone tecniche di gestione per poter giocare almeno tutti i titoli principali. Soprattutto se avete acquistato il Nintendo Switch in ritardo, come me.
Nello specifico, consiglio di preordinare i titoli che volete giocare assolutamente e portarli a termine prima che esca il successivo, lavorando sull’ottimizzazione dei tempi nei periodi più caldi, cioè la primavera e l’autunno.