Categorie
Editoriali

I 7 boss più difficili di sempre… secondo me

C’è qualcosa che sicuramente accomuna tutti noi videogiocatori, ovvero quello strano senso di eccitazione che ci pervade ogni qualvolta incontriamo il fatidico boss di turno. Che si stia parlando di un action, un jrpg o di un bullet hell poco importa, spesso sono proprio i boss a portare la sfida ai massimi livelli. E superare tale sfida è sempre soddisfacente, qualsiasi sia la difficoltà effettiva del boss da noi affrontato.

Pensate che questa sia la massima espressione della frustrazione? Vi sbagliate, e ve lo dimostrerò.

A volte però queste sfide si rivelano tanto, troppo ardue, e la frustrazione sale a livelli inimmaginabili; è come se gli sviluppatori di tale titolo avessero sbirciato nei nostri incubi peggiori, e da lì ne fosse uscito fuori quel muro invalicabile che affrontiamo ormai da ore. Ovvero il maledetto boss. Ecco, oggi voglio stilare la mia personalissima classifica delle bossfight più toste, sleali o frustranti in cui mi sono imbattuto lungo la mia carriera da gamer.

Ballos – Cave Story

Per chi non lo conoscesse, Cave Story è un adventure/platform creato da una sola persona, Daisuke Amaya, nell’arco di 5 anni. La primissima release è inoltre freeware, e la potete tranquillamente scaricare da Questo Sito dedicato al titolo. Ne esiste anche una versione “plus” rilasciata sia su Steam che sull’Eshop. Correte tutti ad effettuare il download, poichè Cave Story è un capolavoro senza tempo, e se avete intenzione di giocarlo saltate direttamente al prossimo paragrafo, al fine di evitare spoiler.

Grande, grosso e cattivo, cosa si può chiedere di più? Ovvio, uno stage lungo e snervante da ripetere!

Quel pallone gonfiato che vedete è Ballos, ovvero il “true final boss” di Cave Story, affrontabile qualora vengano effettuate determinate azioni lungo tutto l’arco del gioco. Bene, per avere l’onore di affrontare Ballos saremo costretti a superare una lunga area piena di nemici, con le armi riportate al livello 1, condita da sezioni di platforming in cui un movimento sbagliato equivale alla morte.

Dopo tante morti lungo la via – che giungeranno, ve lo assicuro – ci ritroveremo dinnanzi al boss. Ballos si compone di non una, non due, non tre… ma ben QUATTRO lunghe fasi, una più difficile dell’altra, il tutto condito da una montagna di HP. La parte migliore? All’immancabile gameover bisognerà ripercorrere l’intera sezione, dal principio. In una sola parola? SNERVANTE.

Matador – Shin Megami Tensei III Nocturne

La saga di Shin Megami Tensei è nota al pubblico per un grado di sfida mediamente alto, ed è quindi naturale aspettarsi delle bossfight impegnative. Ma quando la bossfight più impegnativa del gioco è anche la “prima” bossfight seria evidentemente qualcosa è andato storto.

Un dialogo non skippabile contro un boss particolarmente ostico, perfetto!

Il simpatico torero scheletrico che vedete qui sopra è Matador, e probabilmente ne avrete già sentito parlare. È forse il boss più difficile del gioco? Assolutamente no. Matador è letteralmente lo spartiacque tra chi abbandonerà il gioco e chi riuscirà a superare quel che sembra uno scontro impossibile, quantomeno durante i primi tentativi. Uno spartiacque fatto male, ci tengo a precisare.

Per cominciare Matador aumenterà sempre la propria evasione al massimo, schivando ogni vostro colpo e rendendosi di fatto invulnerabile. Poi inizierà a lanciare continuamente Magie AoE sul vostro party, provocando danni devastanti, e ad un certo punto caricherà la sua personalissima tecnica, Andalusia, che 99 volte su 100 è un biglietto diretto per la schermata di gameover.

Ora, non avete un modo per debuffare la sua schivata? Siete fregati. Non avete alcun demone in grado di assorbire le sue magie? Siete fregati. Non avete una cura AoE da spammare ad ogni turno? Siete fregati. Non avete modo di evitare o annullare Andalusia? Siete fregati. Il problema di Matador è che richiede una pianificazione capillare del vostro party, ma è di fatto il primo vero boss del gioco, ed il gioco non fa letteralmente nulla per prepararvi allo scontro.

Imparerete a disprezzare questa schermata.

A tutto questo aggiungete il fatto che ad ogni tentativo fallito vi toccherà ripartire dal save point, abbastanza lontano dall’arena, e che nel mezzo non mancheranno i tanti incontri casuali. E dovrete pure sorbirvi la cut scene – rigorosamente non skippabile – ogni singola, dannata volta. A voi le conclusioni.

The Edge/The Star – Furi

Lo ammetto, non sapevo chi scegliere, poiché questi due boss incarnano perfettamente le due anime di Furi. Il primo è The Edge, un samurai che ci sfiderà a duello. La seconda è The Star, una IA pronta a tutto pur di fermarci, ma andiamo con ordine.

The Edge, pronto a picchiarci con un remo, che fa più male della sua katana. La logica dei Videogame.

The Edge è sicuramente la bossfight che più mi ha fatto penare in quel capolavoro che è Furi. Un duello all’ultimo fendente che si compone di 4 fasi. Le prime due sono impegnative, ma con dei buoni riflessi si superano agevolmente. Alla terza iniziano i dolori però. Le combo del nemico si fanno più lunghe, i danni ricevuti più alti, ma soprattutto The Edge ha tempismi sempre diversi; a volte i colpi arrivano subito, a volte li carica per mezzo secondo, e capirete pure voi che in una combo da 6-7 colpi questo è un bel problema. Poi arriva l’ultima fase, che è come la terza, ma dieci volte peggio.

Una delle fasi più “tranquille” di The Star.

The Star invece è uno scontro interamente improntato sulla componente bullet hell del titolo. Qui le fasi sono 5, ed il boss inonda continuamente lo schermo di proiettili, laser, onde di energia, globi a ricerca e tanto altro. Il tutto si conclude con la quinta fase che è letteralmente “sopravvivi fin quando il boss non smette di lanciarti l’inferno addosso”, e di roba ne lancia tantissima, fidatevi. Ovviamente alla morte toccherà ripartire dalla prima fase, manco ve lo sto a dire.

Due esperienze ugualmente frustranti, ognuna a modo suo!

Dragone di Adra – Pillars of Eternity

Pillars of Eternity giocato a difficoltà “Via dei Dannati” è un’esperienza bella tosta, lo ammetto, ma non avevo riscontrato particolari difficoltà fin quando non è arrivata lei. Parlo del Dragone di Adra, di gran lunga il nemico più temibile che il party di eroi dovrà affrontare, quantomeno nel gioco base.

Tra gli innumerevoli pregi di PoE ve ne è uno davvero particolare. In Skyrim o tantissimi altri rpg i draghi sono a tutti gli effetti dei “mostri, ma più forti”. In PoE no, i draghi sono Draghi, esseri millenari in grado di spazzare via plotoni interi col battito di un’ala. Ed il Dragone di Adra è proprio questo, un essere immensamente più forte del nostro party. Danni spaventosi, resistenze altissime, attachi AoE frontali, laterali, persino posteriori. Ed ovviamente la nostra amica non è sola, ma accompagnata da una folta schiera di mostri minori, ugualmente letali.

Il malaugurato gruppo si prepara ad una veloce dipartita. O a farle il solletico, scegliete voi.

Il Dragone di Adra ha tutto quel che serve per rendere un boss sbilanciato. Colpirla è difficile, infliggerle danno lo è anche di più. Quelle rare volte in cui un nostro colpo va a segno la sua armatura entra in gioco, e diciamo che scalfirla a suon di 1-4 danni a fronte dei suoi 400hp non è proprio il massimo. A complicare il tutto ci sono le sue AoE, in grado di oneshottare o quasi l’intero party, ed i suoi seguaci, che spesso risultano persino più problematici del dragone stesso.

In realtà il gioco offre anche la possibilità di stringere un’alleanza con questo essere maligno, ma quale videogiocatore segue la filosofia “se non puoi batterli, unisciti a loro”? Ore ed ore di tentativi, e tanta tanta frustrazione.

Galbalan – Ys: The Oath in Felghana

Al rilascio del recentissimo Metroid Dread è seguita una controversia circa la difficoltà del boss finale proposto, ritenuta davvero troppo alta. Bene, sicuramente chi si lamentava di quel boss non ha mai toccato un titolo della saga Ys; avrei potuto tranquillamente riempire questa lista con boss presenti dai vari Ys, ma oggi ne ho scelto uno in particolare.

Galbalan è il final boss di Oath in Felghana, e per tanti risulterebbe sicuramente una delle fight più difficili mai affrontate. Ovviamente qui si parla della fight a difficoltà Nightmare o superiore, poichè il boss sfoggia il suo intero repertorio solo in queste modalità. Bene, fatta questa premessa, perché considerlarlo una sfida tanto ardua?

Un final boss epico per un titolo epico. Probabilmente il boss più “giusto” di questa lista.

In una sola parola… Tutto. Danni elevatissimi, attacchi decisamente veloci, una marea di HP, poche finestre di vulnerabilità ed una fight che sembra infinita. In particolare la seconda fase farà venire il mal di testa a tantissimi giocatori, con laser in movimento sul pavimento, esplosioni e le sue braccia che tentato di picchiare Adol. E poi c’è lei, la combo infame per eccellenza, lanciafiamme+globi energetici; nonostante abbia concluso il titolo più volte ed affrontato Galbalan in decine e decine di occasioni un dubbio permane. Come cavolo si evita quell’attacco? La risposta a questo quesito mi è ancora ignota.

Il tutto si conclude con la terza fase, una sorta di partita a ping pong col boss dove al primo errore 9 volte su 10 sopraggiunge il gameover. Se mai riuscirete a battere Galbalan vi accorgerete che il boss finale di Dread è una passeggiata di salute al confronto.

Dark Fact – Ys I & II Chronicles+

Ed ora chiudiamo la lista col botto. La leggenda narra che a partire dal 2013, i maggiori produttori di dizionari di tutto il mondo abbiano modificato la dicitura del termine “Frustrazione”, che grazie ad Ys I Chronicles+ assume un significato tutto nuovo. La definizione è infatti stata sostituita dal ben più eloquente ritratto di un individuo, tale Dark Fact.

Dark Fact, il boss che simboleggia l’opposto di “divertimento”.

Slealtà, sbilanciamento, RNG, frustrazione; Dark Fact è un concentrato di tutto ciò. Partiamo dal presupposto che stiamo parlando della versione Steam del titolo, in cui la fight è decisamente più tosta. Cosa rende Dark Fact così frustrante quindi? Per iniziare il boss può essere danneggiato solamente equipaggiando la spada d’argento(non l’arma più forte, che naturalmente utilizzereste in qualsiasi altro gioco), e questo lo suggerisce un NPC secondario, diverse ore prima, in un dialogo che sembra tutto fuorché importante e che probabilmente neanche ricorderete sul finale del titolo. Ma andiamo alla fight vera e propria.

È velocissimo, ed anche se segue un pattern di movimento fisso – da qui il nomignolo “dvd player screen saver”, gli anziani capiranno – è comunque difficile stargli dietro. Le palle di fuoco che scaglia a ripetizione sono letteralmente impossibili da evitare, tant’è che la miglior strategia è ignorare completamente i suoi attacchi. Ha tanti hp, ma soprattutto ogni volta che viene colpito “distrugge” una porzione dell’arena, creando dei buchi che metà delle volte intrappoleranno il giocatore condannandolo al gameover.

Il combattimento è pesantemente influenzato dal caso, ed anche seguendo una strategia ben precisa spesso e volentieri si finirà per morire, perché Dark Fact ha deciso che per quel tentativo deve finire male, punto. Posso dire con certezza che, dopo aver perso due giorni e centinaia di tentativi su uno scontro che dura al massimo 40 secondi, questa sia la bossfight che più si avvicina ad una tortura cinese. La parte migliore poi? Che stiate giocando a difficoltà facile o nightmare poco cambia, il combattimento è praticamente identico.

Nota bonus, qui sopra potete trovate la magnifica OST della fight in questione. Peccato che questa traccia sia apprezzabile solamente su Youtube, poiché è letteralmente impossibile sopravvivere più di 30-40 secondi durante la fight vera e propria.