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Editoriali

Donkey Kong: la saga completa

In attesa di Donkey Kong Bananza, ripercorriamo le tappe dell’epopea del simpatico gorillone di casa Nintendo.

Da poche settimane Nintendo Switch 2 ha fatto la sua comparsa nei negozi di tutto il mondo. Sebbene il parco titoli della nuova portatile Nintendo appaia ancora un po’ limitato, c’è un gioco che fin dai primi trailer è riuscito a lasciare il segno. Ci stiamo naturalmente riferendo a Donkey Kong Bananza, nuovissimo platform 3d dedicato al mitico gorillone.

Per ingannare l’attesa che ci separa dalla release del gioco (vedi qui per altre curiosità), ripercorriamo insieme la storia dei giochi dedicati a Donkey Kong. Sarà un viaggio davvero lungo, che partirà dagli albori della storia del videogioco per condurci fino ai giorni nostri. Afferriamo la prima liana a disposizione e lanciamoci, senza dimenticare la nostra scorta di banane!

Le origini di Donkey Kong

Donkey Kong

Come molti sapranno, il primo gioco dedicato a Donkey Kong apparve in versione arcade nel 1981. In questo semplice gioco action il nostro gorilla svolgeva il ruolo di antagonista, mentre il giocatore vestiva i panni di Mario, qui alla sua prima apparizione. Il gioco ottenne un ottimo successo e venne convertito per tutti i principali sistemi dell’epoca, oltre ad una successiva conversione per Game Boy.

L’anno successivo apparve Donkey Kong Jr., che proponeva un rovesciamento dei ruoli. Stavolta il giocatore impersonava Donkey Kong Junior e aveva il compito di liberare il padre, tenuto prigioniero proprio da Mario. Anche questo gioco ottenne un buon successo, grazie alla sua semplicità e alla qualità dei controlli.

Completa la trilogia Donkey Kong 3, uscito nel 1983. Si tratta, questa volta, di una sorta di sparatutto in cui il giocatore veste i panni del giardiniere Stanley. Compito del protagonista sarà abbattere gli insetti che Donkey Kong scatena incessantemente contro le sue piante scuotendo le liane. Pur restando un giochino divertente, Donkey Kong 3 non ottenne il successo dei suoi predecessori.

La consacrazione

Donkey Kong

Dopo un lungo periodo di assenza, in cui il nostro gorillone apparve solo come guest star (per esempio in super Mario Kart), nel 1994 giunse il momento della consacrazione definitiva del muscoloso scimmione. Quell’anno infatti uscì per il leggendario SNES Donkey Kong Country, platform in grafica pre-renderizzata frutto della collaborazione tra Nintendo e Rareware.

Country raccontava la lotta tra il nostro Donkey (che è in realtà Donkey Kong Jr, dato che il Donkey Kong originale è ora un simpatico vecchietto chiamato Cranky) e i malvagi Kremlings, colpevoli di aver trafugato la preziosa raccolta di banane del nostro eroe. Al fianco di Donkey troviamo per la prima volta il piccolo Diddy, il nipote nonché migliore amico del protagonista.

Il gioco ottenne un successo semplicemente strepitoso, divenendo il terzo gioco più venduto di sempre per Super Nintendo. Country proponeva un gameplay davvero solido, che univa un sistema di controllo divertente ed appagante ad un livello di difficoltà di tutto rispetto, che richiedeva ai giocatori grande costanza e pratica per riuscire a venire a capo dei livelli più complessi. Inoltre, ogni livello nascondeva diverse stanze bonus, che andavano sbloccate tutte per aver accesso al miglior finale del gioco. Era possibile passare in ogni momento da Donkey a Diddy, per sfruttare al meglio le capacità di entrambi in modo da superare i vari nemici ed ostacoli di ogni stage.

Il successo del gioco tuttavia fu dovuto soprattutto al suo aspetto grafico, che lo poneva molto al di sopra di qualunque altro gioco visto fino a quel momento su SNES e non sfigurava nemmeno se confrontato con le nuove console a 32 bit. In definitiva, Country fu un successo davvero epocale, e ciò spinse Nintendo a tentare di valorizzare al massimo questa IP.

Gli eredi della leggenda

L’anno successivo venne pubblicato, sempre su SNES, Donkey Kong Country 2: Diddy’s Kong Quest. In questo gioco Rare compì la scelta ardita di accantonare Donkey. Il ruolo di protagonista assoluto fu infatti assunto dal piccolo Diddy che, al fianco dell’amichetta Dixie, aveva proprio il compito di liberare Donkey, rapito dai kremlings.

Il gioco ripropone la formula del capitolo originale andando a potenziarne ogni aspetto. La grafica, benché molto simile a quella del predecessore, appariva ancora più pulita e spettacolare. Il gameplay dei livelli era ancora più vario e sfruttava ancor più che in precedenza la presenza degli animali da cavalcare, ognuno dotato di abilità uniche.

Tuttavia, il gioco non riuscì a ripetere la magia dell’originale, complice l’uscita, nello stesso anno, di Yoshi’s Island, che lo surclassava sotto molti aspetti. Inoltre DK Country 2 soffriva di un’eccessiva somiglianza col predecessore. Anche i due protagonisti erano davvero troppo simili tra loro e non seppero replicare il feeling dell’accoppiata Donkey-Diddy. Tuttavia, il gioco riuscì ad ottenere un ottimo successo di pubblico e critica.

Non c’è due senza tre

L’anno successivo fu la volta di Donkey Kong Country 3: Dixie Double Trouble. Seguendo la formula del suo predecessore, questa volta il ruolo di protagonista passò a Dixie, spalleggiata dall’enorme e bambinesco Kiddy Kong. Anche questo terzo episodio risultava davvero molto simile ai primi due capitoli, con la sola aggiunta di alcuni elementi tipici degli RPG, come oggetti da raccogliere e scambiare per avere accesso a nuove aree.

L’accoglienza al gioco stavolta fu mista. Se da un lato venne elogiato il motore grafico, che spingeva lo SNES al suo limite, venne criticata la mancanza di novità realmente impattanti sul gameplay. Anche le vendite non premiarono DK Country 3, anche a causa della presenza ormai consolidata delle console a 32 bit.

Avventure portatili

Il successo della saga DK Country spinse Nintendo a realizzare una serie di porting anche per la sua immortale portatile, ovvero il Game Boy. Nel 1995 apparve Donkey Kong Land, versione portatile del primo Donkey Kong Country. Pur presentando una grafica molto semplificata ed un design dei livelli ridotto, il gioco riuscì abbastanza bene a riproporre la giocabilità ed il feeling del gioco originale.

Donkey Kong Land ebbe due sequel, ispirati ovviamente agli altri episodi della saga su SNES. Pur senza far gridare al miracolo, tutti e tre i giochi riscossero un buon successo. Interessante il fatto che nel 2000 venne realizzato per Game Boy Color un ulteriore conversione del primo DK Country, quasi identica all’originale tranne che per la grafica, per forza di cose meno curata.

Balzo nella terza dimensione

Per il prossimo episodio della serie dobbiamo fare un balzo fino al 1999. Il Nintendo 64 era ormai a metà del suo ciclo vitale e le prime console a 128 bit inizavano ad affacciarsi sul mercato. Nintendo pensò bene di rispolverare uno dei suoi cavalli da battaglia per inserirlo, come era accaduto con Super Mario, in un nuovo contesto tridimensionale. Ecco dunque arrivare Donkey Kong 64.

Il gioco, pur non raggiungendo i livelli di magnificenza di Super Mario 64, era comunque un platform molto solido, vasto ed estremamente divertente. Il gioco riproponeva la sfida tra la famiglia Kong e i Kremlings. Oltre a Donkey, il giocatore poteva impersonare ben 4 nuovi personaggi, tra cui l’immancabile Diddy. Questo, unito alla vastità dei livelli e al gran numero di collezionabili, donava a Donkey Kong 64 una grande varietà e longevità.

Tanti esperimenti

Dopo Donkey Kong 64, il nostro amato gorillone visse un periodo molto particolare. Più che puntare su un nuovo episodio della saga principale, Nintendo preferì inserire Donkey Kong in un enorme numero di serie “alternative”.

Un esempio fu una serie di giochi di guida, inaugurata da Diddy Kong Racing del 1997 per Nintendo 64 e proseguita con Donkey Kong Jet Race per Wii e Diddy Kong Racing DS. Vennero poi realizzati anche dei particolari platform pensati per console portatili, come DK King of Swing e Donkey Kong Jungle Climber, sempre per Nintendo DS.

Nel 2004 fu inaugurata su GBA la serie Mario vs Donkey Kong, che vanta un enorme numero di episodi. Si tratta di una serie di giochi portatili a metà strada tra platform e rompicapo, il cui episodio più recente, Mini Mario & Friends: Amiibo Challenge è apparso nel 2016 su 3DS.

Ma l’esperimento più riuscito in assoluto fu probabilmente la serie Donkey Konga, iniziata nel 2003 su Nintendo Gamecube. Abbiamo stavolta a che fare con un rythm game davvero particolare, che necessita dell’uso dei DK bongos, speciali controller a forma di tamburo. Il gioco ebbe due sequel, oltre ad un enorme successo.

Proprio l’ottima accoglienza di Konga spinse Nintendo a realizzare un altro gioco molto interessante, ovvero Donkey Kong Jungle Beat. Questo titolo, uscito nel 2005 per Gamecube ed in seguito convertito anche per Wii, mischiava le meccaniche tipiche di un platform ad un sistema di controllo che utilizzava i DK bongos per controllare i movimenti delle nostre scimmie. Sebbene i controlli risultassero piuttosto limitati, la sua grande originalità permise a Jungle Beat di ottenere un buon successo di critica e pubblico.

Ritorno in pompa magna

Nel 2010, dopo una lunghissima attesa, la saga di Donkey Kong Country ebbe finalmente un nuovo episodio. In quell’anno uscì infatti per Nintendo Wii, sotto la produzione di Retro Studios, Donkey Kong Country Returns. Il gioco si presentava come un classico platform 2d, pur avendo una grafica interamente tridimensionale e alcune particolari meccaniche legate proprio alla terza dimensione.

Donkey e Diddy devono stavolta vedersela con la tribù dei Tiki Tak, misteriosi nemici dalle sembianze di strumenti musicali. Per giungere alla loro torre e al confronto col loro capo, le due scimmie devono attraversare otto ambientazioni diverse, ricche di livelli, segreti nascosti, nemici ed ostacoli di ogni genere.

Returns presenta un livello di difficoltà davvero alto e a tratti punitivo, soprattutto nei livelli con regole “speciali”, come ad esempio quelli alla guida di barili razzo oppure alcune sezioni in cui i Donkey e Diddy devono fuggire da orde di scarafaggi assassini.

La situazione è ancora peggiore nella modalità cooperativa dove, senza un’adeguata coordinazione, proseguire nel gioco è praticamente impossibile. Il gioco ricevette comunque un’ottima accoglienza e realizzò delle vendite di tutto rispetto, al punto da essere convertito anche per 3DS nel 2013. Nel 2024 è stata addirittura realizzata una versione HD del gioco per Switch.

Ghiaccio tropicale

Vista l’ottima accoglienza riservata a returns, retro Studios realizzò una nuova avventura, stavolta per Nintendo Wii U. Ecco dunque arrivare Donkey Kong Country: Tropical Freeze. Il gioco riproponeva in maniera quasi invariata la formula del titolo precedente, con un gioco bidimensionale realizzato in ambiente 3D. Stavolta però è tutta la famiglia Kong a venire coinvolta nella sfida alla minaccia dei Nevichinghi, bizzarri animali intenzionati a congelare l’intera isola dei Kong.

Il giocatore stavolta ha a disposizione 5 personaggi, ognuno con abilità peculiari, che possono essere scelti e scambiati in ogni momento. Questo dona al gameplay una varietà e (scusate la battuta) una freschezza molto maggiore rispetto al predecessore, rendendo l’avventura più scorrevole e divertente. Anche il livello di difficoltà, pur di ottimo livello, non raggiunge i livelli di frustrazione del titolo precedente, rendendo più scorrevole il gioco, soprattutto in modalità multigiocatore. Anche tropical Freeze godette di una conversione per Switch, realizzata nel 2018.

Ed eccoci ai giorni nostri e a Donkey Kong Banaza, in arrivo nei prossimi mesi per Nintendo Switch 2. I primi trailer hanno molto ben impressionato ed il gioco ha l’arduo compito di fungere da prima vera killer application per il nuovo sistema Nintendo. Sarà all’altezza del compito? Solo il tempo ce lo dirà. Tuttavia, noi fan di vecchia data del gorillone non possiamo che essere fiduciosi. Siamo anzi sicuri che il nostro mangia-banane riuscirà a stupirci di nuovo!

Di Marco Gioletta

Appassionato di videogiochi fin da bambino, tramite il commodore 64 del mio papà. Grande fan sia di Sony che di Nintendo, con una grande passione per le avventure ed i picchiaduro. Laureato in lettere e amante di lettura e scrittura.

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