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Live service: ascesa e declino dei videogiochi infiniti

Negli ultimi anni numerosi videogiochi live service hanno pesantemente deluso le aspettative. L’esempio più recente è la chiusura dei server di Multiversus, dopo solo un anno dalla sua uscita ufficiale. Ma ci sono diversi esempi eclatanti: basti pensare all’insuccesso di Suicide Squad: Kill the Justice League di Rocksteady o al tremendo flop di Concord, costato a Sony quasi 400 milioni.

Ma che cosa sono i giochi live service? E perché sembrano essersi trasformati da potenziali miniere d’oro a trappole mortali in grado di causare perdite ingenti ad ogni cassa videoludica? In questo articolo approfondiremo il genere e chiariremo le cause che hanno portato al fallimento di tanti progetti potenzialmente vincenti.

Definizione e origini

Per live-service, o games as a service, si intendono tutti quei giochi che ricevono in maniera costante aggiornamenti e contenuti aggiuntivi. Si tratta, di norma, di giochi che possono essere scaricati gratuitamente, ma che offrono tutta una serie di ulteriori servizi a pagamento.

Le origini di questo modello vengono individuate nei famosi MMOs (massively multiplayer online games). Giochi come World of Warcraft, infatti, mettevano a disposizione del giocatore un ampliamento costante della trama e delle missioni di gioco, ma necessitavano di un abbonamento mensile per essere fruiti.

Un altro esempio di questo tipo di gestione è il famosissimo Team Fortress 2. Lo sparatutto di Valve, uscito nel 2007, per tenere alto l’interesse dei giocatori, nel 2011 divenne free to play. Tuttavia, Valve decise di puntare a monetizzare sui pacchetti aggiuntivi che venivano via via inseriti con gli aggiornamenti. Questi contenuti erano tutti a pagamento e riguardavano di solito armi o equipaggiamenti vari.

Come si può intuire, il punto di forza del modello Live service riguarda la longevità dei giochi. Grazie al costante rinnovamento dei contenuti, l’attenzione dei giocatori viene sempre mantenuta costante, donando al gioco una durata potenzialmente infinita. Le fonti principali di guadagno per gli sviluppatori consistono nelle microtransazioni presenti all’interno del gioco e nei famosi season pass.

Questi ultimi consistono in una serie di contenuti extra, come nuove mappe, nuove armi o parte della trama, che diventano fruibili solo in seguito al pagamento da parte del videogiocatore. Molti live service permettono anche di acquistare vari crediti spendibili in seguito a piacimento. Si tratta, come si può intuire, di metodi di guadagno non proprio trasparenti. Soprattutto quando gli oggetti ottenibili non possono essere scelti ma vanno trovati in scrigni, pacchetti o particolari slot. In maniera analoga ai gacha games, queste forme di monetizzazione sono spesso state associate al gioco d’azzardo.

Un (apparente) grande successo

Nel corso del tempo, sono stati numerosi i titoli che hanno inserito al loro interno dinamiche live service. Il motivo è più che evidente: i guadagni. Grazie alle microtransazioni e ai pass, infatti, questo genere di giochi ha guadagnato cifre davvero importanti, spesso anche superiori alle vendite dei titoli più blasonati.

Un primo esempio è la serie FIFA (oggi EA Sports FC), che, a partire dall’edizione 09, ha introdotto la famosissima modalità Ultimate Team. Per la cronaca, si tratta di una modalità in cui il videogiocatore può creare la sua squadra dei sogni tramite l’acquisto di una serie di pacchetti che possono dare accesso ai giocatori più forti.

Inutile dire che, per poter mettere le mani sui giocatori migliori prima degli altri, è necessario spendere grandi cifre nell’acquisto dei suddetti pacchetti. La modalità FUT ha finito col diventare un vero gioco all’interno del gioco, monopolizzando sia l’attenzione dei giocatori sia il ciclo di denaro, visto che EA guadagnava molto più dal flusso delle transazioni nel FUT che dalla vendita del gioco.

Anche Konami si è adattata al modello imposto da EA, trasformando la sua simulazione calcistica, Efootball, in un free to play, anch’esso incentrato su una modalità che consente al giocatore di costruire la sua squadra dei sogni tramite una serie nutritissima di pacchetti ed espansioni.

I due titani

Se si parla di giochi Live service, sono certamente due i giochi che più di ogni altro hanno fatto parlare di se. Mi sto naturalmente riferendo a Fortnite di Epic Games e a Genshin Impact di MiHoyo.

Il primo è uno sparatutto free to play, reso famoso soprattutto dalla modalità battle royale. In essa ben 100 giocatori si sfidano in una lotta tutti contro tutti fino alla vittoria dell’ultimo superstite. Fortnite deve la sua popolarità soprattutto alla sua accessibilità e al suo essere fruibile su praticamente ogni piattaforma esistente.

All’interno del gioco le microtransazioni riguardano soprattutto elementi di estetica, personalizzazione e, soprattutto, aggiornamenti. Fortnite ha infatti presentato numerosi season pass, che riguardano principalmente la modalità “Salva il mondo” (una sorta di modalità cooperativa che funge da storia principale).

Genshin Impact è invece un JRPG open world, in cui il giocatore deve allestire un team di 4 personaggi per affrontare le numerose quest presenti nel mondo. Il gioco è anch’esso disponibile su numerose piattaforme e riceve costanti aggiornamenti.

In questo caso, la maggior fonte di spesa per i giocatori riguarda l’ottenimento dei personaggi, che vengono rilasciati in appositi eventi ma che quasi sempre vengono sbloccati in maniera casuale e solo in seguito all’utilizzo dei denaro reale.

Il successo di questi due titoli e di altri con meccaniche affini, come ad esempio Call of Duty Warzone ha spinto gli sviluppatori a puntare moltissimo su questa tipologia di gioco, convinti che essa rappresentasse la nuova frontiera per quanto concerne i giochi di successo. Come vedremo, le cose non sono andate proprio così.

Dalle stelle alle stalle

Nel corso degli ultimi anni il mondo dei videogiochi ha visto una vera e propria ecatombe di giochi live service. Sono davvero molte le case videoludiche che, nel tentativo di attingere a quella che credevano una miniera di diamanti, si sono trovate tra le mani un’enorme manciata di carbone.

Oltre a Warner e al suo Multiversus, di cui abbiamo già parlato in apertura, possiamo citare ad esempio Square-Enix, che ha visto la chiusura sia di Babylon Fall che di Final Fantasy VII: First Soldier nei primi mesi del 2023. Oppure il già citato Suicide Squad: Kill the Justice League, titolo su cui Rocksteady aveva investito moltissimo e che si è rivelato un flop da addirittura 200 milioni di dollari. Altri esempi sono XDefiant di Ubisoft, Marvel’s Avengers di Eidos e Apex Legends Mobile di EA.

Persino Epic Games, casa creatrice di Fortnite, non ha saputo bissare il successo del suo gioco più popolare. Il bizzarro picchiaduro live service Rumbleverse, uscito nel 2022, su cui Epic sembrava riporre molta fiducia, ha chiuso i battenti dopo appena sei mesi.

Il caso più eclatante, tuttavia, è probabilmente quello di Concord. Questo First person shooter, sviluppato da Firewalk Studios e pubblicato da Sony, ha suscitato talmente tanto astio da parte dei videogiocatori da costringere gli sviluppatori ad annunciarne la chiusura già per il prossimo settembre, a poco più di un anno dalla sua uscita. E questo nonostante si trattasse di un progetto su cui Sony aveva investito moltissimo.

Le cause del fallimento

Non è certamente facile stabilire in modo oggettivo le cause di questi fallimenti. Uno dei principali è certamente da individuare nella saturazione del mercato. Fino a quando i titoli con un servizio live service erano pochi, per un giocatore risultava semplice trovare il tempo per dedicarsi ad essi con costanza. Questi giochi, infatti, costituivano un piacevole intermezzo e un divertente passatempo da portare avanti tra un gioco tripla A e l’altro.

Tuttavia, questo tipo di giochi finisce col portare via moltissimo tempo a coloro che scelgono di dedicarsi ad essi con costanza ed impegno. Per progredire in modo costante, occorre infatti giocare in maniera continuativa, vista l’uscita continua di aggiornamenti e nuovi season pass. Di conseguenza è difficilissimo riuscire a portare avanti più di un gioco live service alla volta. In questa situazione è chiaro che il giocatore darà sempre la precedenza a giochi che ormai conosce bene. Anche perché cambiare gioco significa rinunciare ad ore ed ore di esperienza di gioco e, spesso, a centinaia di euro investiti nel titolo e negli oggetti collezionabili.

Esiste poi, a nostro giudizio, anche un altro aspetto, ovvero la qualità intrinseca di questi titoli. Parliamo chiaro: giochi come Fortnite devono il loro successo alla loro accessibilità e all’aver saputo creare un mondo accattivante ed accogliente anche per i più piccoli. Il fatto di essere free to play, poi, li ha molto aiutati.

Se però si parla della qualità oggettiva di questi giochi, nessuno di loro può nemmeno lontanamente competere con la maggior parte dei giochi “tradizionali”, soprattutto con i cosiddetti tripla A. Il successo di un gioco come Astro Bot, dovuto interamente all’incredibile divertimento che ha saputo regalare, ha dimostrato che i videogiocatori ancora oggi sono più che disposti a premiare la qualità, anche per giochi dalla longevità limitata e dalla trama estremamente semplice.

Con questo non vogliamo assolutamente dire che tutti i giochi live service siano di qualità scadente. Marvel Rivals, per esempio, pur proponendo pochissime innovazioni rispetto al genere degli hero shooter, resta un gioco assolutamente ben realizzato e godibile. Tuttavia, resta il sospetto che il successo iniziale del modello live service abbia spinto molti produttori a sedersi sugli allori. Si è infatti creata l’erronea convinzione che progetti poco originali e dalla realizzazione frettolosa potessero portare facili guadagni solo in virtù della loro gratuità ed accessibilità.

In conclusione, l’evoluzione del mercato dei live service è la dimostrazione che, anche nel mercato dei videogames, la qualità batte la quantità. Questo genere di giochi può certamente rappresentare un divertente passatempo e attirare molti giocatori in cerca di svago. Tuttavia, questo tipo di giochi non potrà mai generare lo stesso coinvolgimento, le stesse emozioni e divertimento offerto da giochi a cui gli sviluppatori hanno dedicato anni e anni di lavoro e che possono sfruttare pienamente le tecnologie di ultima generazione.

Speriamo che quel che è accaduto al mercato negli ultimi anni serva di lezione alle case produttrici. Perché il successo, quello vero, è qualcosa che va sempre ottenuto col duro lavoro e soprattutto grazie alla passione, e alla volontà di stupire. Certo, i colpi di fortuna esistono. Ma un fulmine raramente cade due volte nello stesso punto.

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Editoriali

I Migliori Party Game da videogiocare nel 2025

Le festività sono terminate. Chi prima e chi dopo, tutti siamo dovuti tornare alla nostra quotidianità, fatta di studio, lavoro e impegni vari. Tuttavia, vogliamo riportarvi per un po’ con la mente alla spensieratezza delle vacanze. Per farlo abbiamo stilato una lista con i migliori party game già presenti (per ora), nel 2025, sul mercato. Siete tutti invitati alla festa: mi raccomando, non mancate!

Just Dance 2025

Party Game 2025: Just Dance

E partiamo dall’immancabile episodio annuale della saga musicale targata Ubisoft. Sebbene l’edizione 2025 non si differenzi in modo significativo dai predecessori, Just Dance presenta diverse frecce al suo arco e continua a essere uno dei migliori Party Game. Anzitutto una selezione di ben 40 brani diversi, che comprendono i successi di artisti come Dua Lipa, Miley Cyrus e Lady Gaga.

Inoltre, Just Dance 2025 propone un rinnovato aspetto grafico, con spettacolari sfondi 3d che rendono le coreografie ancora più coinvolgenti. Impreziosisce l’offerta una selezione di brani esclusivi, composti da Ariana Grande. Un appuntamento imperdibile per ogni amante della musica, nonché uno dei party games più accessibili ed in grado di coinvolgere un pubblico davvero eterogeneo.

Let’s sing 2025

Party Games

E restando in tema musicale, ecco il gioco karaoke targato Voxler e Plaion. Sebbene non sia popolare quanto in Giappone, è innegabile che il karaoke sia sempre stato un passatempo decisamente coinvolgente, anche grazie al successo dei talent show.

Let’s sing propone un enorme numero di canzoni (ben 150 contando quelle del pass), che includono brani di stelle quali Ed Sheeran, Jung Cook e Benson Boone. Le sfide sono disposte in base al livello di difficoltà, in modo da non umiliare troppo i principianti e allo stesso tempo mettere alla prova i più abili nel canto. Molto interessante la possibilità di utilizzare il nostro smart phone come microfono. Se in famiglia amate cantare, questo è il party game che fa per voi!

Super Mario Party Jamboree

Party Game 2025: Super Mario Party Jamboree

Quando si parla di Party Game, è innegabile che Nintendo e la sua Switch dominino quasi incontrastati. Da 1,2,3 Switch, passando per Switch Sport fino all’intramontabile Super Mario Kart, sono davvero tantissimi i giochi Nintendo a prestarsi perfettamente a fare da animatori delle nostre feste.

Tuttavia, nessun gioco è più adatto a fungere da rappresentante Nintendo in questa classifica dell’ultimo esponente della saga di party games per eccellenza, ovvero Super Mario Party. ecco quindi a voi l’ultimo episodio della saga, denominato Jamboree. Il termine, originario del mondo degli scout, significa letteralmente marmellata di ragazzi. E il nuovo Mario Party è proprio questo, ovvero un abbuffata di giochi in compagnia!

Jamboree presenta ben 7 tabelloni, la bellezza di 112 minigiochi e una modalità online in grado di far competere ben 20 giocatori alla volta. Il tutto condito da un comparto tecnico aggiornato, davvero piacevole sia da vedere che da ascoltare e dall’enorme giocabilità e divertimento che da sempre contraddistinguono i giochi dedicati a Mario. Stanchi di tombolate e noiose sfide a Monopoli? Jamboree è proprio quel che fa per voi!

The Jackbox Megapicker

Sempre parlando di serie longeve, la saga di Jackbox Party non ha davvero nulla da invidiare a Mario Party. Nata nel 2014 e giunta alla sua decima incarnazione, questa serie di party games targata Jackbox Games è ormai divenuta un appuntamento annuale fisso per gli amanti del genere.

Forte di un’estetica originale e colorata, di un’enorme varietà di sfide e soprattutto di un’estrema semplicità, Jackbox party ha saputo coinvolgere e divertire un numero enorme di giocatori, grazie soprattutto al fatto che la serie è disponibile su praticamente ogni tipo di device, dai dispositivi Android a tutte le maggiori console.

Abbiamo inserito qui la versione Megapicker, che consente di scegliere liberamente qualunque dei minigiochi presenti nei vari pack. Basta davvero poco per iniziare una partita. Sono infatti sufficienti un telefono e una connessione internet. Ma una volta incominciato, smettere è dannatamente difficile!

Nintendo Switch Sports

Sebbene Switch Sport sia uscito nel 2022, Nintendo ha saputo aggiornare ed ampliare costantemente il suo party game sportivo rendendolo interessante e divertente anche nel 2025. Proprio quest’anno il gioco ha ricevuto un sostanzioso bonus gratuito con l’inserimento del basket, che affianca tennis, golf, bowling, chanbara, volley, calcio e badminton.

Fin dai tempi della WII, la serie sportiva di Nintendo ha sempre saputo coinvolgere ed intrattenere giocatori di ogni genere ed età, grazie alla sua accessibilità e al suo gameplay semplice ma anche dannatamente competitivo, in grado di accendere l’animo agonistico di praticamente chiunque.

Ognuna delle specialità del gioco risulta ben pensata, semplice da imparare e coinvolgente, oltre a risultare fedele, anche se alla lontana, allo sport da cui è tratto. Se avete una Switch, switch Sports è un acquisto quasi obbligato se amate giocare in compagnia.

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News

Multiversus chiude: i giocatori non la prendono bene

Poche ore fa Warner Bros. Games, tramite il sito ufficiale di Player First Games, ha annunciato l’imminente chiusura dei server dedicati a Multiversus. La quinta stagione, la cui chiusura è prevista per la fine di maggio, sarà dunque l’ultima. I giocatori potranno continuare a giocare, ma solamente in modalità offline.

Per chi non lo sapesse, Multiversus è un picchiaduro molto simile alla saga di Smash Bros. Ospita all’interno personaggi presi dall’intero universo delle licenze Warner, dai Looney Tunes fino agli eroi della DC passando per Game of Thrones.

La notizia, ufficializzata anche su X, ha destato forte stupore e anche parecchie perplessità. Multiversus è stato dapprima rilasciato come beta nel giugno 2023. In seguito è stato ritirato e solo successivamente rilanciato nel maggio 2024. A solamente un anno dalla sua uscita “ufficiale”, il picchiaduro platform della casa dei Looney Tunes sembra già essere giunto alla fine della sua corsa.

Come da immaginare, i giocatori hanno reagito molto male alla notizia. A suscitare le ire di molti è il fatto che, sebbene non esista più la possibilità di acquistare i materiali del gioco con denaro reale, Warner non ha previsto alcun rimborso per tutti coloro che avevano investito nel gioco.

La rabbia di molti utenti si è fatta sentire soprattutto sui social, dove sono comparse persino diverse minacce di morte rivolte agli sviluppatori. Il responsabile del gioco, Tony Huynh, ha tentato di rispondere alle critiche. Huynh ha sottolineato come la decisione presa sia stata dolorosa per il team di sviluppo e mettendo in luce tutte le difficoltà che un gioco come Multiversus portava con se.

Una notizia davvero triste, dunque, sotto molti fronti. Anzitutto per Warner Bros. Games, che si trova ad affrontare un periodo economico non proprio florido. Inoltre, questo flop mostra il poco appeal che il genere picchiaduro continua ad avere, almeno per gran parte del pubblico casual. Infine, l’insuccesso di Multiversus è l’ennesima prova che la scelta di puntare su progetti live service, percorsa da molti sviluppatori in seguito al successo di Fortnite, spesso non sia una soluzione così semplice e redditizia come appare.

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Recensioni

Final Fantasy VII Rebirth – Recensione

Siamo ormai a gennaio e da poche settimane si è concluso il 2025. Come sempre questo periodo, per la comunità videoludica, è caratterizzato soprattutto dai Game Awards. Tra i giochi ad aver ricevuto il maggior numero di candidature troviamo, forse un po’ a sorpresa, Final Fantasy VII Rebirth. L’avventura Square ha anche saputo conquistare uno degli ambiti premi, quello relativo alla colonna sonora.

Cogliamo l’occasione per regalarvi la nostra recensione, frutto di un esame lungo ed approfondito del gioco. Sebbene Final Fantasy VII Rebirth sia uscito da diversi mesi, si è infatti trattato di uno dei giochi più importanti dell’anno e l’uscita ormai prossima del gioco in versione PC è un’ottima occasione per tornare a discuterne. Recuperiamo la nostra fida Spada Potens e immergiamoci nell’avventura!

La storia continua… e si evolve

La trama di Final Fantasy VII Rebirth riprende subito dopo la fine di Remake, con il famosissimo flashback narrato da Cloud ai suoi compagni alla città di Kalm. Da qui in poi, la trama si dirama riproponendo tutti gli eventi che in Final Fantasy 7 occupavano il primo CD. Sebbene la storia resti fedele al gioco originale, Square Enix ha deciso, come prevedibile, di inserire diversi elementi aggiuntivi e anche di effettuare alcuni cambiamenti.

Purtroppo, non sempre le scelte degli sceneggiatori hanno incontrato il nostro favore. Un plauso meritano sicuramente gli approfondimenti delle vicende legate a molti dei personaggi meno importanti, come ad esempio Dio e Don Corneo. Anche le trame legate alle missioni secondarie sono nel complesso ben pensate e contribuiscono a caratterizzare meglio l’universo di gioco.

Sfortunatamente, i cambiamenti inseriti nella trama generale non sono stati, a nostro giudizio, all’altezza del progetto. Soprattutto la parte finale inserisce tutta una serie di nuovi elementi che, oltre a risultare piuttosto confusionari, se mal gestiti nel prossimo capitolo, rischiano di stravolgere eccessivamente la storia originale. Senza fare troppi spoiler, basti sapere che Rebirth introduce l’ormai abusatissima idea di un multiverso costituito da tante realtà parallele.

A peggiorare le cose vi sono anche una serie di scene davvero troppo sopra le righe, come ad esempio quelle che coinvolgono le gigantesche Weapon. Intendiamoci, non siamo di fronte ad un disastro. La trama di Rebirth resta nel complesso bella ed appassionante e riesce a tenere viva l’attenzione anche dei veterani di Final Fantasy VII. I problemi di cui abbiamo discusso, tuttavia, impediscono alla storia di raggiungere le vette di eccellenza a l’ originale ci aveva abituati.

Una gioia per occhi e orecchie

Final Fantasy VII Rebirth

Partiamo da quello che è forse il maggior punto di forza del gioco, ovvero il suo comparto tecnico. Final Fantasy VII, sia dal punto di vista grafico che per quanto concerne il sonoro, è un’autentica meraviglia.

Square Enix è riuscita a regalare ai fan un mondo stupendo da guardare, realistico, coerente e più vivo che mai. Ogni elemento dell’enorme mappa di gioco di Final Fantasy VII Rebirth risulta infatti assolutamente credibile ed azzeccato e va a comporre uno degli open world più belli e divertenti da esplorare che abbiamo mai visto.

Ognuno dei continenti del gioco ha un aspetto e un paesaggio caratteristico e presenta dinamiche esplorative peculiari, quasi sempre legate ai simpatici chocobo. Tutti però risultano ugualmente magnifici da osservare. Anche i personaggi sono realizzati con grande cura e persino i vari abitanti delle città che andremo a visitare appaiono credibili e perfettamente inseriti nel mondo di gioco.

Come ci si poteva aspettare, Final Fantasy VII Rebirth mostra il meglio di sé durante le battaglie, che spesso si risolvono in uno spettacolare turbinio di luci ed effetti visivi mozzafiato, soprattutto durante l’uso delle invocazioni e delle abilità limite.

La colonna sonora, poi è un autentica meraviglia. Final Fantasy VII Rebirth presenta una serie di brani che, pur citando in maniera chiara il gioco originale, mantengono una loro forte originalità e caratterizzazione. Non mancano naturalmente anche alcune nuove tracce, che accompagnano i momenti più incalzanti della storia. Anch’ esse sono realizzate divinamente e si inseriscono perfettamente nell’atmosfera del gioco.

Particolarmente degna di nota è la musica che accompagna le nostre esplorazioni in quella che nell’episodio originale era la world map. Ognuna delle macro aree del gioco presenta infatti una diversa versione del tema originale di Final Fantasy VII, privilegiando un particolare passaggio del lungo brano.

C’è solo una piccola osservazione da fare. Se su PS5 Pro la grafica di Rebirth è un vero e proprio portento e mostra appieno il potenziale della macchina, le cose non vanno altrettanto bene su PS5. Qui infatti il motore grafico mostra il fianco più volte. Non solo gli sfondi talvolta perdono frame o risultano poco definiti, ma persino le espressioni e i visi dei personaggi in diverse occasioni perdono di definizione.

L’esplorazione in Final Fantasy VII Rebirth

Il gameplay di Final Fantasy VII Rebirth si svolge, fondamentalmente, in due fasi distinte: i momenti legati alla storia principale e l’esplorazione libera. Sebbene in queste due fasi la grafica e l’interfaccia di gioco restino identiche, l’esperienza del giocatore cambia completamente.

Le fasi legate alla storia sono molto simili a quanto visto in Final Fantasy VII Remake. Controllando uno dei personaggi del nostro party (di solito Cloud) dovremo recarci nei punti evidenziati sulla mappa, interagire con gli altri personaggi e seguire via via gli avvenimenti della trama del gioco. Queste fasi, sebbene più “guidate”, sono senza dubbio le più emozionanti e coinvolgenti del gioco.

Come già detto, gli eventi seguono in modo coerente quanto visto nell’originale FFVII, ma la storia viene enormemente espansa, approfondita ed attualizzata. Tutte le città che esploreremo hanno la loro particolare situazione, cha va ad intersecarsi con la politica delle due principali potenze del mondo, ovvero Midgar e Wutai.

Un mondo da esplorare

Oltre al comparto tecnico, l’aspetto più riuscito di Rebirth è indubbiamente l’esplorazione. Ognuna delle macro aree del gioco è estremamente vasta, caratteristica e divertente da esplorare. Le ambientazioni si sviluppano spesso anche in altezza ed in profondità, dunque sarà necessario visitare ogni angolo della mappa per essere sicuri di non aver tralasciato nulla.

Un grosso aiuto viene fornito, come anticipato, dai simpatici Chocobo. In ogni area è infatti presente una missione secondaria legata proprio ai mitici pennuti. Una volta completata, essa garantisce la possibilità di richiamare il nostro chocobo in ogni momento. A seconda dell’area, avremo a che fare con chocobo di colori differenti, dotati di abilità uniche. Ad esempio, il chocobo nero può scalare le pareti mentre quello azzurro è in grado di volare per brevi tratti. Inutile dire che vi sono numerose aree della mappa raggiungibili solo grazie ai nostri polli giganti.

Oltre ai chocobo, Cloud e soci possono contare anche su alcuni veicoli, nella fattispecie un fuoristrada, utile per esplorare il deserto di Corel e il Tiny Bronco, che fungerà da vera e propria nave per esplorare l’oceano. Anche le città risultano davvero ben realizzate e riescono ad essere fedeli alle ambientazioni originali e a risultare assolutamente moderne e al passo coi tempi. Proprio nelle città potremo accedere alla maggioranza delle missioni secondarie del gioco.

Tantissimo da fare

Oltre alla bellezza dell’ambientazione, un grande punto di forza di Final Fantasy VII Rebirth sta certamente nella qualità delle sue side quest. Nonostante la quantità di missioni presenti nel gioco sia elevatissima, Square Enix è riuscita nella difficile impresa di rendere questi compiti estremamente diversificati fra loro, evitando quella sensazione di ridondanza e noia che spesso affligge altri titoli open world.

Ogni area presenta una serie di missioni “standard”, legate al personaggio di Chadley, che prevedono l’attivazione delle torri, utili a sbloccare le porzioni di mappa nascoste, le cacce, la scoperta delle fonti Mako e gli altari degli Esper. Queste missioni sono legate al completamento dei dossier di Chadley, una sorta di enorme enciclopedia del mondo di Final Fantasy. Il completamento del dossier va a sbloccare anche una serie di scontri nella sezione battaglie simulate, tra le quali spiccano gli scontri coi giganteschi Esper. Ai fini dell’ottenimento della materia ad essi legata, gli Esper andranno sconfitti. Fortunatamente, sbloccando tutti gli altari è possibile accedere a scontri semplificati contro le nostre leggendarie invocazioni.

Un’altra categoria di missione molto interessante è costituita dai vestigi. Si tratta di compiti speciali, utili per sbloccare i resti di una misteriosa armatura. La cosa interessante è che ognuna di queste missioni è legata ad un particolare minigioco. Ad esempio, nell’area di Junon il nostro party deve cimentarsi in una versione moderna della battaglia di fort Condor, con tanto di personaggi super deformed quasi identici a quelli di FFVII!

Anche le varie missioni sbloccabili nelle città, denominate missioni tuttofare, sono nella maggior parte dei casi molto piacevoli e divertenti. Merita una missione anche Queen’s Blood, il gioco di carte collezionabili. Come avveniva in FF VIII e FFIX, Rebirth permette al giocatore di collezionare una serie di carte presenti in ogni città del mondo. Queste carte possono essere usate per sfidare altri giocatori. In questo modo otterremo nuove carte e potremo portare avanti la missione principale dedicata a questo minigioco.

Impossibile poi non citare il mitico Gold Saucer. Come i più già sapranno, si tratta di un gigantesco Casinò, nel quale i nostri eroi possono intrattenersi con tutta una serie di giochi a premi, tra cui spicca la corsa dei Chocobo, un vero e proprio gioco di corse in stile Mario Kart con campionati, corse e possibilità di scelta e personalizzazione dei Chocobo.

Tantissima carne al fuoco dunque e tutta di ottima qualità. Ci sentiamo di muovere una sola critica, legata proprio alle sovracitate missioni di Chadley. Il completamento del Dossier risulta infatti davvero eccessivamente lungo e macchinoso. Non sarà infatti sufficiente completare le varie cacce. Per sbloccare i combattimenti avanzati del simulatore il giocatore è costretto a riaffrontare numerose volte gli stessi mostri e in alcuni casi persino a soddisfare determinate condizioni. In un gioco tanto lungo e complesso, ci è sembrata una scelta eccessiva.

I combattimenti in Final Fantasy VII Rebirth

Final Fantasy non sarebbe Final Fantasy senza i suoi spettacolari combattimenti. Anche Rebirth, da questo punto di vista, non delude. Il gioco ripropone i combattimenti “ibridi” visti in remake. Una volta incontrato un nemico, i nostri personaggi si armano e la battaglia inizia immediatamente. Le sfide avvengono in tempo reale, con il giocatore che può sferrare attacchi, ricorrere all’abilità specifica del suo personaggio oppure mettersi in difesa per bloccare parte degli attacchi nemici.

Nel corso dello scontro la barra ATB va progressivamente riempiendosi. Una volta che una o più tacche sono piene, il giocatore, tramite apposito menù, può rinunciare alle frazioni di barra riempite per lanciare un incantesimo o ricorrere alle abilità ATB dei personaggi. Solo un personaggio alla volta viene controllato dal giocatore mentre gli altri sono utilizzati dalla CPU, ma è possibile passare in ogni momento da un personaggio all’altro.

Sebbene il Battle System risulti nel complesso efficace e divertente, abbiamo trovato i personaggi controllati dalla CPU fin troppo passivi. Raramente le loro azioni portavano al riempimento della barra ATB e spesso e volentieri siamo stati costretti a cambiare personaggio anche in momenti in cui ne avremmo fatto a meno. Non è nemmeno possibile fornire in maniera dettagliata istruzioni da seguire ai personaggi passivi. L’unica possibilità in questo senso è fornita dalla materia “automatizzante”, che fa in modo che i personaggi controllati dalla CPU attivino in automatico l’incantesimo associato una volta carico l’ATB.

Sono naturalmente presenti anche i comandi limiti e le invocazioni. I primi (due per personaggio) sono controllati da un’apposita barra, che va riempiendosi in base ai danni subiti. Le invocazioni invece possono essere evocate dopo il riempimento di un altro indicatore, legato al danno inflitto ai nemici. Una volta sul campo, come nel gioco precedente, è possibile controllarle passivamente utilizzando la nostra barra atb per attivare le loro abilità. Allo scadere del tempo, prima di congedarsi, il nostro esper scatena la sua tecnica speciale in un tripudio di luci esplosioni e danni.

Torna anche la meccanica della tensione. Infliggendo danni ai nemici e colpendo le loro debolezze, è possibile mandare il nemico in stato di tensione. Una volta che l’apposita barra sarà stata riempita, il nemico verrà stremato. In questa condizione il danno subito dai nemici verrà esponenzialmente aumentato.

Rispetto a Remake, Rebirth introduce gli attacchi sinergici. Sono particolari tecniche che possono essere eseguite da due personaggi in coppia. Alcune di queste abilità possono essere attivate in ogni momento della battaglia e consistono in semplici azioni combinate. Ad esempio Tifa è in grado di farsi lanciare in alto dai compagni in modo da poter attaccare anche i nemici volanti. Gli attacchi sinergici veri e propri invece necessitano dell’uso di alcune barre ATB e del soddisfacimento di alcune condizioni.

In definitiva, il combat systema di Final Fantasy VII Rebirth è davvero ricco, bilanciato e spettacolare. Unico neo è la sopracitata passività dei personaggi secondari. Tuttavia, si tratta più di un’impressione soggettiva che di un reale difetto del gioco, che non rovina minimamente il divertimento e la frenesia delle battaglie. Gli scontri coi boss, in particolare, come accadeva anche in Remake, raggiungono spesso vette di epicità notevoli, anche grazie al meraviglioso accompagnamento musicale.

Strategia e gestione dei personaggi

Come nel precedente gioco, la gestione delle abilità e dei potenziamenti dei nostri personaggi è ancora principalmente in mano al sistema delle materie. Per chi non lo sapesse si tratta di pietre magiche dai diversi colori. Ognuna di esse fornisce al nostro personaggio un potenziamento, sia esso una nuova abilità, l’accrescimento di una statistica, un incantesimo o un’abilità passiva.

Le armi e le armature che andremo ad assegnare ai personaggi dispongono di vari alloggiamenti per le materie. Dunque, in base alle nostre scelte, i nostri personaggi possono votarsi all’attacco e alla velocità piuttosto che alla cura dei compagni o all’uso degli incantesimi. Anche la scelta delle armi naturalmente, ancor più che delle loro statistiche, deve tener conto di quante materia possono alloggiare. Rebirth aggiunge comunque alcune novità.

Anzitutto, ogni arma dona al personaggio una nuova abilità, che si sblocca tramite il suo utilizzo ripetuto. Una volta padroneggiata, l’abilità potrà essere usata dal personaggio anche dopo che l’arma è stata sostituita. Inoltre, le armi donano anche alcune abilità passive. Sta al giocatore selezionare quelle che desidera attivare (la scelta di solito è tra due o tre abilità).

L’altra novità è la presenza dei manuali di guerra, che possono essere acquistati in alcuni negozi o sbloccati tramite il completamento di alcune missioni. Questi manuali sbloccano dei punti abilità che possono essere spesi all’interno di una sorta di diagramma per sbloccare varie abilità del personaggio. Questo sistema ricorda molto la sferografia di Final Fantasy X e dona un ulteriore tocco strategico al gioco, sebbene le scelte da operare spesso non siano così decisive nella definizione delle caratteristiche del nostro eroe.

La forza dei legami

Final Fantasy VII Rebirth

Ultimo elemento interessante del gioco è il livello di affinità che va a crearsi tra i personaggi. Parlando coi nostri compagni in determinate situazioni e svolgendo alcune missioni legate in modo particolare ad uno di loro, il giocatore ha la possibilità di accrescere il legame tra Cloud e i suoi compagni.

Come ricorderete, questo elemento era presente anche in Final Fantasy VII ed andava ad influenzare una famosa scena del gioco. Ebbene, la cosa si ripete anche qui. In base alle nostre scelte, Cloud rivivrà QUEL momento con un personaggio diverso (e credeteci, in un paio di casi la scena è davvero molto ben realizzata).

Oltre a questo, accrescere le affinità andrà anche a modificare vari dialoghi, permettendo un maggior approfondimento dei legami tra Cloud e gli altri personaggi. Sarà possibile accrescere l’affinità anche ricorrendo alle abilità sinergiche, ma si tratta di un processo davvero lungo e macchinoso.

Final Fantasy VII Rebirth in breve

In conclusione, Square Enix ha fatto davvero un ottimo lavoro. Questo secondo capitolo offre una versione moderna ed aggiornata della storia di Final Fantasy VII, che può essere apprezzata sia dai fan del gioco originale sia da chi non ha mai giocato un Final Fantasy.

Intendiamoci, non si tratta di un gioco perfetto. L’enorme quantità di cose da fare è sia un punto di forza che un difetto, poiché rende il completamento del gioco eccessivamente complesso. Per ottenere l’agognato platino sarà obbligatori o giocare il gioco più di una volta, oltre a completare per intero le missioni del dossier, davvero lunghe e macchinose.

Anche i cambiamenti effettuati sulla trama, come già detto, non ci hanno convinto. Sebbene sia comprensibile la decisione di modificare alcuni aspetti della storia, le modifiche inserite sono davvero caotiche e il ricorso a realtà parallele è sembrato fin troppo banale e scontato e rischia di creare un finale caotico e deludente.

Nel complesso comunque Rebirth è un’avventura davvero bella, tecnicamente all’avanguardia e divertente. Consigliamo assolutamente l’acquisto, soprattutto se disponete di una PS5 pro o di un PC sufficientemente potente.

Conclusione

Final Fantasy VII Rebirth è un’avventura enorme, stupenda da vedere, coinvolgente e divertente. Il tutto impreziosita da una colonna sonora eccezionale. Il battle system unisce in modo funzionale strategia e frenesia e la trama, nonostante alcune scelte discutibili, resta godibile e coinvolgente. Il mondo di gioco è vastissimo, ben caratterizzato e ricchissimo di cose da fare. Forse fin troppe cose, se si è amanti del completismo. Consigliamo sicuramente l’acquisto, soprattutto per quanto riguarda la versione PS5 Pro, tecnicamente ineccepibile.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PlayStation 5, PS5 Pro, PC
  • Data uscita: 29/02/2024
  • Prezzo: 55,70 €

Ho giocato e completato il gioco su PlayStation 5.

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Recensioni

Marvel Rivals – Recensione

Se c’è un gioco che, nelle ultime settimane, ha saputo far parlare di sé, questo è certamente Marvel Rivals. L’hero Shooter targato NetEase Games, nonostante appartenga ad un genere decisamente saturo, ha infatti saputo imporsi con forza sul mercato e coinvolgere un numero davvero importanti di giocatori. Dopo un lungo periodo di prova, siamo pronti a darvi le nostre impressioni su questo autentico fenomeno con la nostra recensione di Marvel Rivals. Pronti a vestire i panni del vostro eroe preferito?

Scontro tra campioni

Come già più volte ricordato, Marvel Rivals appartiene al genere degli hero shooter. Nello specifico, potremo considerarlo uno sparatutto a squadre in terza persona. Dopo aver scelto il proprio eroe, il giocatore viene inserito in un team di sei partecipanti con cui sfidare un team avversario. L’obiettivo della partita cambia in base alle regole. Può trattarsi di difendere una determinata zona, di scortare un carico fino alla fine del percorso o un mix delle due cose.

Naturalmente, la scelta del nostro personaggio gioca un ruolo fondamentale. Oltre ad essere divisi in tre macro categorie (che esploreremo in seguito), ogni eroe o supercattivo dispone di un set di abilità uniche (di solito cinque o sei) che lo rendono completamente differente da ogni altro personaggio. Sta al giocatore individuare lo stile di gioco ed il personaggio a lui più congeniale o più adatto ad adeguarsi alle scelte degli altri giocatori.

Se quanto letto finora vi appare familiare, non vi sbagliate. Marvel Rivals infatti non offre davvero nulla di realmente nuovo o di originale rispetto ad altri esponenti del genere. Anzi, le similitudini coi titoli più famosi, Overwatch su tutti, sono più che evidenti. Come giustificare allora l’enorme successo che il gioco sta ottenendo?

A giudizio di chi scrive, la risposta alla domanda sta proprio nel titolo. Marvel Rivals riesce infatti a valorizzare e rappresentare in modo davvero efficace e dirompente gli straordinari personaggi della Marvel. Ogni personaggio del gioco, quasi senza eccezioni, è infatti non solo molto fedele alla sua controparte cartacea, ma risulta estremamente carismatico e ben rappresentato.

Ecco le meraviglie!

Marvel Rivals

Sebbene molte delle ultime produzioni cinematografiche targate Marvel siano state deludenti, l’affetto e l’interesse che gli eroi della casa delle idee sanno generare resta altissimo. E il successo di prodotti come X-Men 97 e Deadpool & Wolverine ne è la prova concreta. Marvel Rivals riesce proprio dove prodotti come What If? o Secret Wars hanno fallito: esaltare la forza e la personalità di questi personaggi.

Dal punto di vista della resa grafica, il gioco non si limita a presentare delle copie carbone delle versioni a fumetti o di quelle cinematografiche degli eroi. Ogni personaggio è infatti rappresentato con un aspetto molto particolare, grazie ad un’estetica che unisce alcune caratteristiche dei manga con lo stile dei comics occidentali. Avremo dunque Thor e Magneto dotati di barba e di un look più “anziano” e maturo, Wolverine che si presenta una divisa a metà strada tra il suo classico costume e la sua tenuta da motociclista e Spiderman che sfoggia l’ennesima variante del suo classico pigiamo rosso e blu.

Ma non è solo una questione estetica. All’interno del gioco ogni eroe è dotato di una serie di movenze, attacchi e abilità davvero in linea col suo personaggio. Se Wolverine, Hulk o Venom preferiscono gettarsi nella mischia a suon di cazzotti e attacchi a corta distanza, gente come Iron Man o The Punisher darà la prevalenza agli attacchi a distanza, magari anche da altezze elevate. Ci hanno colpito in particolare i personaggi di supporto, come Rocket Raccoon o Cloack&Dagger, dotati di set di abilità molto diversificati e originali, che li rendono estremamente divertenti da utilizzare.

A tutto questo aggiungiamo il fatto che Marvel Rivals presenta un cast davvero vastissimo. Sono infatti ben 33 i personaggi selezionabili, che spaziano da vere e proprie icone come i già citati Spiderman, Wolverine e Iron Man a personaggi meno noti come Jeff the Land Shark, Namor o Magik. Tutti comunque risultano ben pensati e ottimamente inseriti nel gioco. E secondo le ultime indiscrezioni, ben presto il gioco riceverà ulteriori personaggi.

I personaggi sono divisi in tre ruoli principali, ovvero duellante (i personaggi più votati all’attacco), avanguardia (personaggi dotati di molti punti vita, utili per concentrare su di sé il fuoco nemico e proteggere i compagni) e stratega (dotati di varie abilità di cura e supporto). Anche all’interno di queste macro categorie, come già detto, gli eroi risultano profondamente differenziati tra loro. Tra le avanguardie, ad esempio, abbiamo sia personaggi maggiormente votati alla difesa come Doctor Strange o Magneto, sia personaggi più agili ed offensivi come Venom.

Esistono anche alcune particolari abilità che i nostri personaggi possono usare solo se si trovano in combinazione con altri. Ad esempio, se Hulk ed Iron Man sono nello stesso Team, il vendicatore in armatura potrà utilizzare l’energia gamma del gigante di giada per potenziare i suoi attacchi. Questo elemento aggiunge un ulteriore tassello alla strategia da seguire nella costruzione dei team e propone una serie di combinazioni e trovate davvero divertenti e particolari.

Il bilanciamento del gioco finora è apparso abbastanza buono, anche se alcuni personaggi, come Venom e Scarlet Witch, sono sembrati avere una marcia in più. A difesa degli sviluppatori, c’è da dire che non è per nulla facile bilanciare un cast di quelle proporzioni…

Guerra temporale

Per quanto riguarda la storia, Rivals, almeno nel corso della prima stagione, si concentra sul contrasto tra il Dottor Doom e la sua versione 2099. Lo scontro tra le due versioni dell’eccentrico villain causa un’anomalia spaziotemporale che porta varie realtà parallele a sovrapporsi, col rischio di una catastrofe universale. Toccherà ai vari eroi del gioco risolvere la situazione e sventare la minaccia.

Sebbene non troppo originale, la trama del gioco è sicuramente intrigante. Purtroppo, per conoscere gli sviluppi della storia, il giocatore è costretto a ricorrere ad altri media. All’interno del gioco infatti sono presenti solo brevi accenni alla trama, sbloccabili attraverso una serie di illustrazioni e descrizioni. Il sistema più veloce per conoscerre la trama nei dettagli è attraverso il webcomic Marvel Rivals Infinity, disponibile sulla piattaforma Marvel Unlimited.

Un peccato davvero, a nostro giudizio. Sebbene il gioco sia totalmente rivolto al pvp, sarebbe stato bello offrire ai giocatori la possibilità di conoscere lo svolgimento della trama attraverso la loro progressione nel gioco. Pazienza.

Situazioni familiari

Le modalità di gioco, all’interno di Marvel Rivals, non sono moltissime. Il gioco propone anzitutto una modalità allenamento, abbastanza completa anche se dedicata solo ad un numero limitato di eroi. Viene anche fornita la possibilità di partecipare a partite di allenamento contro la CPU, utili per padroneggiare i vari personaggi.

Il cuore dell’esperienza è ovviamente rappresentato dalla modalità online. Marvel Rivals propone anzitutto la modalità Conquista arcade. All’interno di essa le due squadre di giocatori non fanno altro che randellarsi a vicenda. Nel momento in cui un giocatore viene eliminato, lascia una serie di gemme di energia. Vince la squadra che per prima riesce a raggiungere le 50 unità. Una modalità semplice, ma divertente e scanzonata, utile per familiarizzare coi vari personaggi in un contesto competitivo.

Partita veloce invece propone partite a round singolo basate sulle quattro modalità principali del gioco, ovvero, convergenza, scorta e dominio. Nella modalità dominio entrambe le squadre dovranno puntare a conquistare una determinata zona della mappa. Una volta ottenuto il controllo su essa, per vincere occorre difenderla fino al riempimento di una barra dedicata. Una volta che una delle due squadre riesce a portarla al 100%, si garantisce la vittoria.

Nelle modalità scorta e convergenza le due squadre vengono assegnate casualmente all’attacco o alla difesa. In scorta la squadra attaccante deve raggiungere un particolare oggetto presente nella mappa e accompagnarlo fino alla fine della mappa. Scopo della difesa sarà naturalmente impedire il raggiungimento dell’obiettivo. Convergenza infine è una sorta di mix delle due modalità precedenti. La squadra attaccante deve raggiungere e conquistare tre differenti checkpoints presenti nella mappa, mentre i difensori devono impedire la conquista difendendo i vari traguardi.

Quando il gioco si fa duro

Ogni partita regala al giocatore una certa quantità di punti esperienza, che lo portano progressivamente a salire di livello. Una volta raggiunto il livello 10, viene sbloccata la modalità competitiva. All’interno di queste partite vengono riproposte le modalità già viste in partita veloce. In questo caso, però, ogni partita si svolge al meglio dei tre round. Di conseguenza, Le squadre giocano a turno sia in attacco che in difesa.

Ancora una volta, nulla di particolarmente innovativo da segnalare. Tutte queste modalità seguono in maniera chiara gli standard di ogni hero shooter. Di conseguenza, appariranno molto familiari a chi è pratico di questo genere di giochi. In generale, comunque, ogni partita risulta sempre abbastanza interessante e divertente, premiando molto più il gioco di squadra e la capacità di adattarsi ai propri compagni piuttosto che le abilità individuali.

Anche gli scenari sono, nel complesso, ispirati e ben realizzati. Le mappe sono in tutto nove, divise su cinque ambientazioni principali, ovvero Yggsgard, Tokyo 2099, l’impero intergalattico del Wakanda, Klyntar (pianeta dei simbionti) e la base Hydra di Charteris. Ogni stage appare ben strutturato ed esteticamente piacevole. Per ottenere buoni risultati è necessario conoscere bene la mappa e sapere come muoversi all’interno di essa. Risulta importante soprattutto memorizzare correttamente la posizione dei vari punti di cura presenti nella mappa.

Analisi tecnica

Marvel Rivals

Dal punto di vista tecnico, Marvel Rivals è certamente un buon prodotto. La grafica è estremamente pulita e colorata, rendendo sempre chiaro quello che sta accadendo ed evitando situazioni troppo confuse. Anche le animazioni e la fluidità di gioco appaiono ottime e rendono l’esperienza piacevole ed appagante.

Il comparto sonoro, pur senza far gridare al miracolo, propone musiche orecchiabili e coinvolgenti. Meritano una menzione le voci scelte per i vari personaggi, tutte davvero molto azzeccate. Anche la giocabilità risulta buona, con controlli semplici ed intuitivi. Il matchmaking è di solito molto veloce ed offre tempi di attesa davvero brevi per le varie partite. Il gioco online non ha mostrato particolari rallentamenti o problemi di lag, anche nelle partite crossplay. Una piccola nota di biasimo va invece negli accoppiamenti dei vari team, che in diverse partite sono risultati davvero sbilanciati.

Veniamo ora alla questione ricompense e oggetti acquistabili, da sempre croce e delizia di questo tipo di produzioni. Vincendo le varie partite e salendo di livello si ottengono alcuni cristalli colorati, utili per riscattare alcune ricompense. Si tratta però, nella stragrande maggioranza dei casi, di semplici immagini o titoli. La stragrande maggioranza dei contenuti va sbloccata tramite l’uso di una particolare valuta ottenibile solo scambiandola con denaro vero.

Trattandosi di un prodotto free to play, strategie di questo tipo sono quasi inevitabili. A difesa del gioco, dobbiamo specificare che finora tutto il materiale acquistabile è puramente estetico. Dunque, vittoria o sconfitta dipendono unicamente dalle abilità dei giocatori. Vedremo come evolverà la situazione con l’arrivo delle prossime stagioni.

Tirando le somme

In conclusione, Marvel Rivals è sicuramente un buon prodotto. Pur non portando nessuna reale innovazione di gameplay e contenuti che lo elevi, lo sparatutto NetEase riesce ad emergere grazie al carisma dei suoi personaggi e alla sua ottima realizzazione.

Inoltre, gli sviluppatori hanno finora mostrato di tenere molto al progetto e stanno realizzando costanti aggiornamenti. Per la stagione invernale , per esempio, è stata aggiunta una nuova modalità dedicata a Jeff the Landshark ed ispirata a Splatoon.

Sarà davvero interessante vedere come si evolverà la situazione del gioco e se NetEase sarà abile nel mantenere sempre alta l’attenzione dei giocatori verso il suo prodotto. Finora il gioco è stato premiato, ottenendo giudizi generalmente favorevoli e soprattutto raggiungendo numeri molto alti per quanto riguarda il numero di giocatori online. Il successo, per quanto ci riguarda, è stato finora meritato e speriamo che Marvel Rivals sappia migliorarsi e rinnovarsi costantemente nel corso delle prossime stagioni.

Conclusione

Marvel Rivals è un hero shooter divertente, frenetico e coinvolgente. Certo, il gioco non offre alcuna reale innovazione, ma l’ottima realizzazione tecnica, l’incredibile carisma dei suoi protagonisti e la loro eccellente resa grafica donano a Marvel Rivals una marcia in più. Inoltre la grande attenzione posta dagli sviluppatori sul gioco e sui suoi aggiornamenti fanno pensare ad una continua evoluzione positiva. Da provare assolutamente, soprattutto se amate i supereroi.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, PC
  • Data uscita: 6/12/2024
  • Prezzo: Free to play

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5.

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Sega svela il progetto per il nuovo Virtua Fighter

Nelle scorse ore Sega ha deciso di rivelare un nuovo video relativo a quello che sembrerebbe essere il nuovo capitolo della saga di Virtua Fighter. Il video, nominato Virtua Fighter Project, è stato realizzato dai ragazzi del Ryu Ga Gotoku Studio e mostra uno scambio di colpi tra due versioni di Akira, storico protagonista della serie.

Un video dedicato al nuovo Virtua Fighter era già stato mostrato durante i Game Awards. Di conseguenza, il video uscito oggi sembra essere la conferma definitiva che qualcosa sta davvero bollendo in pentola. Per chi non lo sapesse, Virtua Fighter è una serie di picchiaduro 3d nata a fine anni 90 e per anni si è conteso con Tekken il titolo di miglior gioco nel suo genere. Caratteristica di questa serie è sempre stata la sua estrema compelssità, oltre ad un gameplay molto tecnico e preciso.

Il trailer mostrato è estremamente breve e gli sviluppatori stessi precisano che si tratta solo di un in-engine footage. Tuttavia, il trailer rivela diversi elementi davvero interessanti. Il gioco mostra infatti una serie velocissima di attacchi, parate e contrattacchi, più simili ad una sequenza di un film di arti marziali che ad un picchiaduro. Da fan della saga, ammetto che questo breve filmato ha saputo catturare il mio interesse e la mia attenzione. Speriamo davvero che Sega porti avanti il progetto e che questo possa concretizzarsi in un gioco all’altezza della sua eredità!

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Marvel Rivals: un crossover all’orizzonte?

Anche in questo inizio 2025 non mancano le notizie relative a Marvel Rivals. L’hero Shooter di NetEase Games è infatti riuscito a catalizzare gran parte dell’attenzione del mercato su di se e non sembra intenzionato a cambiare strategia. Poche ore fa NetEase Games ha infatti annunciato di avere in cantiere un progetto crossover per Marvel Rivals. Per chi non lo sapesse, questo termine, nel mondo dei fumetti, indica le storie che coinvolgono più eroe diversi.

In questo caso, invece, il termine farebbe riferimento ad un grande evento, previsto per il 3 gennaio, che vedrebbe la collaborazione di Marvel Rivals con alcuni famosi giochi targati Marvel, tra cui Marvel Snaps, Marvel Puzzle Quest e Marvel Future Fights. L’annuncio è stato confermato sulla pagina X di Marvel Rivals e si inserisce all’interno della season 0 del gioco, denominata Dooms’ Rise.

Sebbene non siano stati rilasciati ulteriori dettagli, è facile immaginare che la collaborazione si concretizzerà in missioni, collezionabili, titoli e skin esclusive. Questo annuncio sembra essere l’ennesima dimostrazione di quanto NetEase e Marvel puntino su questo gioco e potrebbe essere solo la prima tra tante iniziative simili. Vedremo nel corso dell’anno come la situazione di Marvel Rivals evolverà. Speriamo davvero risponda alle aspettative.

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Marvel Rivals, un leak rivela l’arrivo di nuovi personaggi

Se c’è un gioco che in queste settimane ha saputo far parlare di se, questo è indubbiamente Marvel Rivals. L’hero shooter di NetEase Games è infatti riuscito a catturare una gran fetta di pubblico, soprattutto grazie al carisma dei suoi personaggi. Stando alle ultime indiscrezioni, sembre che gli sviluppatori non stiano dormendo sugli allori.

Secondo un recente leak apparso su X, infatti, sembrerebbe che sia in dirittura d’arrivo un set di nuovi personaggi. I nomi trapelati sono quelli di Angela, Hit-Monkey, Deadpool, Captain Marvel, Emma Frost, Pheonix/Jean Grey e Modok.

Davvero un gruppo molto pittoresco, dunque, che unisce iconiche eroine mutanti, una vera superstar come Deadpool e personaggi come Angela e Hit-Monkey, magari meno noti, ma sicuramente molto interessanti.

Altre indiscrezioni fanno riferimento all’inserimento, su Marvel Rivals, di nuove location, tra cui anche Krakoa e Arakko, molto note ai fan dei fumetti degli uomini X. Vedremo se tutto questo si concretizzerà a breve. Nel frattempo stiamo continuando a spulciare il titolo, in attesa della nostra recensione approfondita, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni.

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I migliori Picchiaduro del 2024

É trascorsa ormai più di una settimana dalla cerimonia dei Game Awards del 2024. Come tutti saprete, ad aggiudicarsi il titolo di miglior picchiaduro dell’anno è stato Tekken 8. Sebbene il 2024 non abbia riservato grandissime gioie agli amanti dei giochi di combattimento, non sono mancati i titoli interessanti. In questo articolo analizzeremo uno per uno i migliori picchiaduro del 2024, ovvero i cinque giochi che hanno ricevuto la nomina agli awards, per scoprire i punti di forza e le criticità di ognuno di essi.

Tekken 8

E partiamo proprio dal re dei picchiaduro 2024. Su Tekken 8 si è già detto davvero tutto. Bandai Namco ha saputo realizzare un titolo davvero ricco, completo, profondo e divertentissimo. Tekken 8 offre una modalità storia lunga e spettacolare, una innovativa modalità arcade e una modalità online estremamente funzionale e adatta sia ai professionisti che ai neofiti.

Come se non bastasse, Tekken 8 è uno dei pochi giochi della lista ad essere un vero picchiaduro competitivo (su questo punto torneremo più avanti) e a restare fedele a tutti i canoni che hanno fatto la fortuna della serie di Tekken. Alla luce di tutti queste argomentazioni, a giudizio di chi scrive, Tekken 8 ha meritato ampiamente la vittoria agli awards. Per un ulteriore approfondimento, rimandiamo alla nostra recensione.

Dragon Ball: Sparking! Zero

Migliori picchiaduro 2024

Se c’è stato un gioco in grado di insidiare la vittoria di Tekken 8, questo è stato certamente Dragon Ball Sparking Zero. L’ultimo gioco dedicato a Goku e compagni offre in effetti un’offerta davvero valida, con decine di modalità, un numero esorbitante di personaggi e un gameplay semplice ed accessibile ma anche molto soddisfacente e divertente.

A nostro giudizio, però, il tallone d’Achille di Sparking Zero è stato proprio vendersi per quello che non è. Come abbiamo ribadito più volte in sede di recensione, infatti, Sparking è un picchiaduro arena, non un picchiaduro tradizionale. Le meccaniche del suo gameplay lo rendono molto più adatto ai giocatori casual che ad un pubblico competitivo per definizione come quello degli amanti dei picchiaduro.

I problemi riscontrati in molti degli eventi dedicati al gioco sono un elemento a favore della nostra tesi. Di conseguenza, sebbene Sparking Zero sia stato un vero e proprio fenomeno di massa per quanto riguarda vendite e attenzione mediatica, abbiamo apprezzato la scelta degli organizzatori di premiare Tekken 8, sebbene Sparking resti un titolo davvero valido, ricco e divertente.

Granblue Fantasy Versus: Rising

Migliori picchiaduro 2024

Tra tutti i titoli in corsa per l’award, Granblue Fantasy Versus: Rising è forse quello che avrebbe meritato maggiori fortune. L’ultima fatica di Arc System infatti è un picchiaduro profondo, divertente da giocare e assolutamente spettacolare da vedere.

Sulla falsariga di Dragon Ball Fighters, Rising presenta una grafica 2d assolutamente superba, al punto da sembrare addirittura più bello da vedere di un film di animazione. Il combat system è molto complesso e tecnico, ma riesce allo stesso tempo a risultare divertente ed appagante. Rising è anche estremamente ricco di contenuti, con un roster enorme ed in continua espansione, un gran numero di modalità e un online reso impeccabile dall’uso sapiente del rollback netcode.

Per quanto ci riguarda, se c’era un gioco in grado di contendere fino alla fine il premio a Tekken 8, questo era proprio Granblue Fantasy Versus Rising. Se siete amanti del genere e vi eravate persi questa autentica perla correte subito a recuperarlo. Ne varrà la pena.

Multiversus

Non possiamo negare di essere rimasti sorpresi dalla presenza di Multiversus tra i migliori picchiaduro 2024. Nonostante l’ottimo successo di pubblico, infatti, il titolo Warner è stato funestato dai problemi fin dalla sua uscita in forma di beta, nel luglio 2022.

Multiversus è un picchiduro con meccaniche platform, molto simile sia in estetica che in gameplay alla saga di Super Smash Bros. Punto di forza del titolo è indubbiamente il suo roster sterminato, che unisce i personaggi della DC Comics a tutte le altre proprietà intellettuali di Warner, dai Looney Tunes a Game of Thrones.

Nonostante il gameplay scanzonato e divertente, il gioco ha sofferto da sempre di enormi problemi di bilanciamento, ulteriormente peggiorati dalla qualità dell’online, non sempre all’altezza. Molte critiche sono state rivolte anche al sistema di microtransazioni all’interno del gioco.

Nonostante tutto, il successo di multiversus è stato enorme. L’amore mostrato dai fan e la buona volontà messa in campo da Warner nell’aggiornamento costante del gioco sono certamente un segnale molto positivo. Restano tuttavia diverse perplessità nel vedere in una classifica così importante un gioco che, per molti aspetti, è più simile ad un party game che ad un picchiaduro. Soprattutto un gioco che, finora, ha mostrato così tante criticità.

Marvel vs Capcom Fighting Collection: Arcade Classics

Milgiori picchiaduro 2024

E qui arriviamo davvero alle note dolenti. Intendiamoci: non abbiamo nulla contro l’ottima collection imbastita da Capcom. In sede di recensione, abbiamo anche lodato questa ricchissima raccolta. La domanda che dobbiamo porci però è un’altra. Una raccolta di giochi di oltre 20 anni fa può essere considerata uno dei migliori picchiaduro del 2024? Per quanto ci riguarda, la risposta è un deciso no.

Ribadiamolo di nuovo: la collezione è di buonissimo livello. Tutti i giochi all’interno sono godibili e divertenti, con Marvel vs Capcom 2 che resta tuttora un capolavoro. Tutti i titoli della saga crossover di Capcom presentano gameplay frenetici e divertenti e una grafica coloratissima e in grado di ricreare fedelmente le atmosfere dei fumetti Marvel.

Tuttavia resta davvero difficile considerare questo prodotto uno dei migliori picchiaduro dell’anno. Il fatto che questo gioco sia stato inserito tra i candidati al premio deve farci tutti riflettere su quanto nel 2024 il genere dei fighting games sia passato in secondo piano.

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Editoriali

I migliori giochi del 2024: 10 titoli da provare

Con l’arrivo delle festività natalizie, anche il 2024 giunge al termine. Sebbene rispetto al passato quest’anno abbia regalato qualche emozione in meno, è innegabile che anche il 2024 abbia visto molte uscite davvero degne di nota. Ma quali sono stati i migliori giochi del 2024?

In vista dei Game Awards proveremo, con questo articolo, a tirare le somme dell’anno e a presentare quelli, che, secondo noi, sono stati i titoli più importanti, meglio realizzati e decisamente da giocare. precisiamo subito che i giochi di cui parleremo non verranno inseriti in ordine di qualità, ma in ordine alfabetico.

Accendiamo la nostra Delorean e riviviamo insieme l’anno appena trascorso.

Astro Bot

E parlando dei migliori giochi dell’anno, non potevamo che partire da lui. Astro, il simpaticissimo robottino di casa Sony, ha certamente saputo conquistare la quasi totalità dei videogiocatori. Astro Bot è un prodotto davvero sorprendente. Nella sua estrema semplicità riesce ad essere un gioco moderno e al passo coi tempi e allo stesso tempo a garantire ore e ore di puro e sano divertimento.

Oltre alla sua eccelsa qualità tecnica, il punto di forza di Astro Bot risiede certamente nella grande varietà di situazioni che riesce via via a proporre nel corso dei livelli. Se aggiungiamo anche l’incredibile simpatie dei robottini e l’enorme quantità di citazioni rivolte al mondo Playstation, il risultato non poteva che essere un capolavoro. Ecco la nostra recensione di Astro Bot, nel caso voleste approfondire.

Balatro

Chiudiamo la nostra carrellata con un gioco indy, forse la vera sorpresa dell’anno. Balatro porta avanti la balzana idea di unire il poker con elementi roguelike e di deck building, dando vita ad un gameplay davvero originale e coinvolgente.

Il divertimento che Balatro riesce ad offrire può facilmente trasformarsi in una vera e propria droga, in grado di incatenare il malcapitato giocatore per ore ed ore. La grande varietà di mazzi e stili di gioco dona anche a Balatro un’enorme longevità e mantiene vivo il divertimento davvero a lungo. Letteralmente imperdibile!

Black Myth: Wukong

Migliori giochi

Grazie al suo comparto tecnico semplicemente superbo, al suo gameplay impegnativo ma anche appagante e bilanciato e soprattutto alle migliaia di copie vendute, Black Myth Wukong è un serio candidato a gioco dell’anno.

Il capolavoro di Game Science attinge a piene mani alla mitologia cinese e unisce sapientemente numerosi elementi di generi differenti. Certo, l’azione domina decisamente il gioco, ma per affrontare con successo i nemici, in particolare i feroci boss, occorrerà molta strategia e un uso sapiente delle risorse a disposizione.

Wukong è certamente uno dei migliori giochi usciti quest’anno e non ci stupirebbe davvero se facesse incetta di premi agli awards. Vedremo quanti premi riuscirà effettivamente a conquistare il nostro scimmione!

Dragon Ball: Sparking! Zero

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Come più volte ricordato nella recensione di Dragon Ball Sparking Zero, il nuovo capitolo della saga non è un picchiaduro tradizionale. Dal punto di vista del gameplay, del bilanciamento e della struttura competitiva, giochi come Tekken 8 lo sovrastano totalmente.

Eppure, il titolo Bandai namco è riuscito per diverso tempo a rubare la scena grazie alla sua enorme quantità di contenuti, al numero spropositato di lottatori e soprattutto alla sua capacità di riprodurre in modo fedele i combattimenti e le atmosfere che hanno reso Dragonball un successo planetario.

Un gioco davvero enorme e completo, in grado di regalare ore di divertimento sia ai fan dell’opera di Toriyama che agli amanti dei giochi di combattimento.

Elden Ring: Shadow of the Erdtree

Sebbene possa sembrare strano parlare di un’espansione in una rubrica di questo tipo, il lavoro svolto da Bandai Namco con Erdtree è semplicemente fenomenale.

Quest’espansione dona ai fan di Elden Ring decine di ore di gioco aggiuntive, con un’ambientazione enormemente ampliata e coerente rispetto al gioco originale e centinaia di nemici agguerritissimi.

A proposito di nemici, il livello di difficoltà di questa espansione è stato ampliato a dismisura. Ora anche i fan più smaliziati della saga di Dark Souls troveranno pane per i loro denti!

Final Fantasy VII Rebirth

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Sebbene le modifiche apportate alla trama abbiano fatto storcere il naso a parecchi fan (noi compresi) è innegabile che il secondo episodio della saga Remake di Final Fantasy VII sia stato uno dei migliori giochi dell’anno.

Final Fantasy VII Rebirth perfeziona e amplia ogni aspetto del gioco precedente, grazie ad una mappa open world enorme e ricca di attività, un battle system ulteriormente arricchito e migliorato, che fonde in maniera encomiabile azione e strategia e un comparto grafico e sonoro di altissimo livello (anche se, nella versione standard per PS5, Rebirth mostra parecchie sbavature).

Un’avventura lunghissima, ricca di segreti e giochi secondari ed anche molto rispettosa del titolo originale. Un acquisto immancabile nella confezione di ogni amante delle avventure e dei Final Fantasy.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio

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Arrivato fuori tempo massimo, a pochi giorni dai Game Awards 2024 ma comunque capace di irrompere con una forza tale da essere introdotto in questa speciale classifica. Indiana Jones e l’Antico Cerchio è videogioco di grande qualità, ma è soprattutto una lettera d’amore verso l’opera cinematografica.

Per la prima volta nella storia riteniamo che un videogioco tanto per trama quanto per regia sia in grado di essere un degno erede della saga cinematografica e potrebbe addirittura essere parte della stessa. Indiana Jones e l’Antico Cerchio ha avuto la capacità di rompere un tabù creando una continuità tra i medium mai vista prima. Giocatelo se siete fan di Indy e giocatelo anche se non lo siete perché il titolo di MachineGames sarà capace di farvi recuperare l’intera saga cinematografica.

Metaphor: ReFantazio

Grazie alla saga di Persona, Atlus si è ormai consacrata come maestra assoluta nell’ambito degli JRPG. Anche Metaphor si rivela un’opera assolutamente straordinaria. Questo nuovo gioco ha l’intuizione di unire le meccaniche tipiche della serie persona ad un’ambientazione fantasy medievaleggiante. La scelta rende Metaphor molto più appetibile per tutti quei fan che mal digeriscono l’ambientazione scolastica.

ReFantazio propone tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna della saga di Persona, semplificando alcune delle meccaniche più lunghe e frustranti e adattando il gameplay alla nuova ambientazione. Anche la trama è assolutamente avvincente e ben scritta. Questi elementi rendono Metaphor probabilmente il miglior GDR uscito quest’anno nonché una delle migliori avventure in assoluto.

Silent Hill 2

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Nato tra i dubbi della community e cresciuto tra le perplessità tra i fan più ortodossi. Ma alla fine il remake di Silent Hill 2 di Bloober Team è riuscito a convincere tanto gli appassionati della saga quanto la critica.

Il remake di Silent Hill 2 è il miglior videogioco horror dell’anno, ma non solo. Si tratta di uno dei migliori esponenti degli ultimi anni, capace di far tornare Konami a competere con Capcom in uno scontro alla pari (con Resident Evil 4 Remake) come non si vedeva da anni.

L’atmosfera è quella di Silent Hill 2 mentre la qualità tecnica è quella dei nostri giorni. Un gioco assolutamente da giocare soprattutto se siete amanti degli horror.

The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom

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La serie Legend of Zelda non è certamente nuova a regalare ai fan giochi di altissimo livello. L’ultimo della famiglia, Echoes of Wisdom, non fa eccezione. EoW propone un’estetica ed un gameplay ispirati ai primi, classici episodi della saga. Tuttavia, l’ultima avventura della fortunata serie presenta numerose novità.

La possibilità di registrare e replicare gli oggetti dona al giocatore un numero enorme di possibilità per affrontare l’esplorazione egli enigmi. La capacità di Zelda di evocare i mostri e di replicare le abilità di Link donano anche ai combattimenti un’ ottima varietà e dinamicità.

Come detto anche nella nostra recensione, Echoes of Wisdom è un’avventura davvero incredibile, divertentissima da giocare e molto piacevole da guardare. E poi, chi vorrebbe perdersi la prima avventura della saga con Zelda protagonista? (no, i giochi CDI non contano, ci dispiace).