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Editoriali

Cosa sono i Survival Horror e cosa li contraddistingue

Origini ed evoluzioni del genere survival horror, dagli anni ’80 fino ad oggi

Poche munizioni, oggetti con una durata limitata, puzzle da dover risolvere e mostri che ostacolano il nostro cammino; questo è ciò che possiamo trovare in un survival horror.

La storia di questo genere e la sua evoluzione comprendono molti titoli videoludici, addirittura ben prima della coniazione del termine nel 1996 da parte di Capcom, con Resident Evil per PlayStation.

Infatti alcune scuole di pensiero si scontrano su chi sia stato il primo survival horror della storia: molti pensano sia stato Splatterhouse del 1988, altri pensano sia stato Clock Tower uscito nel 1995.

Come vedremo però il primo gioco che possiamo collegare a questo genere nasce ben prima del 1988 e ce ne furono altri al quale il team di Shinji Mikami fece riferimento per la creazione del primo Resident Evil. Scopriamo insieme cosa sono i Survival Horror e cosa li rende così unici.

Benvenuto al Survival Horror

Come abbiamo detto, il termine survival horror nasce ufficialmente con il primo capitolo di Resident Evil, titolo che piazzerà le fondamenta per quello che sarà il genere da lì in poi.

Questo grazie all’atmosfera tesa data dai corridoi stretti, che rendono difficoltoso sorpassare i nemici; le telecamere fisse che non permettono di vedere cosa si cela dietro gli angoli (come ad esempio il primo zombie che si incontra); ma sopratutto quella sensazione di solitudine in un ambiente ostile e con pochissime risorse in nostro possesso.

Tutto questo non era nuovo nel mondo videoludico, anzi Resident Evil era a tutti gli effetti un remake spirituale di Sweet Home, tie-in dell’omonimo film horror diretto da Kiyoshi Kurosawa e uscito nel 1989 per Famicom (NES Giapponese); oltre ad avere moltissime meccaniche riprese da Alone in the Dark del 1992, gioco che fu fondamentale per la visione classica che abbiamo del survival horror.

L’importanza di Ax-2: Uchuu Yusousen Nostromo

Moltissimi altri videogiochi poi trovarono corrispondenza con questo genere nonostante uscirono molti anni prima, come ad esempio Ax-2: Uchuu Yusousen Nostromo del 1981. Questo è il primo videogioco nella storia che trova corrispondenza con il genere survival horror e prendeva dall’immaginario di Alien (film di Ridley Scott del 1979). Il titolo infatti trova anche molte similitudini con Alien Isolation, videogioco uscito nel 2014, principalmente per come si comporta l’alieno.

In Uchuu Yusousen Nostromo, il giocatore si ritrova in un’unica stanza e deve raccogliere i segni delle carte (cuore, quadri, fiori e picche), riproposti per un massimo di 8 volte, ma potendone raccogliere solo 5 alla volta. L’obiettivo è quello di raccogliere più segni possibile per fare punti e uscire dalla stanza, il tutto costantemente inseguiti da un alieno. Una volta raggiunti i 2318 punti l’alieno verrà mostrato a schermo, appena si troverà nei pressi del giocatore, come se avesse utilizzato i condotti di aerazione per spostarsi come nel film.

In Alien Isolation è la stessa cosa, il giocatore deve risolvere puzzle ambientali per poter sopravvivere e andare avanti di stanza in stanza, stando attento allo xenomorfo che utilizza i condotti per muoversi.

L‘evoluzione del genere

Ad oggi il survival horror ha avuto molte modifiche, sia di gameplay che immaginario, come ad esempio con Silent Hill 2 (2001).

Grazie a questo gioco i nemici che fino ad allora erano zombie, mostri di laboratorio o dinosauri (Dino Crisis del 1999), diventarono prodotti della psiche dell’uomo. Nemici iconici come Piramid Head o le infermiere provocanti (riutilizzati molte volte nella saga) erano frutto della mente di James, il protagonista, che trova in Silent Hill un purgatorio per espiare il suo peccato.

Per il gameplay ci fu una rivoluzione nel 2005 con Resident Evil 4, inizialmente in esclusiva per Nintendo GameCube. Il gioco introdusse la telecamera spallare e una dose massiccia di nemici a schermo, rendendolo di fatto più action e focalizzando il gameplay sulla miglioria delle armi in possesso.

Resident Evil 4 rispetto ai suoi successori 5 e 6 però, manteneva ancora una dose di puzzle ed esplorazione, rendendolo comunque più vicino ai classici per PS1. Questo gioco fu molto impattante e portò alla creazione di titoli come Dead Space (2008) o i remake del secondo, terzo e quarto capitolo (di Resident Evil) che ne riprendevano il gameplay e lo miglioravano.

La rivoluzione indipendente

Il survival horror ebbe una rivoluzione grazie a vari giochi indie. Alien Isolation ad esempio riprendeva le meccaniche principali da titoli come Amensia: The Dark Descent del 2010 e Outlast del 2013 (oltre che ovviamente da Ax-2: Uchuu Yusousen Nostromo, come detto prima).

Questi due videogiochi avevano come obiettivo quello di sopravvivere in mezzo ai nemici, utilizzando la furbizia e l’analisi dell’ambiente circostante. Cosa non semplice dato che il buio rendeva impossibile la vista senza la lanterna (Amnesia) o la videocamera (Outlast) e nell’ambiente circostante l’olio e le batterie sono elementi che scarseggiano.

In sostanza, questa sequela di videogiochi mista all’enorme vicenda e visione dietro al teaser di Silent Hill P.T. hanno rivoluzionato il gameplay degli horror e dei survival horror, portando anche alla creazione del settimo capitolo di Resident Evil (2017) che era riuscito a prendere quelle meccaniche innovative e generare un titolo che era un perfetto connubio con il primo capitolo.

L’evoluzione Multiplayer

Concludiamo questa disamina con l’ultima grande evoluzione avvenuta con Dead by Dealight (2016). Prima di questo gioco ci furono molti titoli survival horror multiplayer, come Resident Evil Outbreak (2004), Left 4 Dead (2008), Cry of Fear (2012), ma nessuno ha saputo rivoluzionare il genere come il titolo uscito nel 2016.

Mentre i survival horror erano stati fino a quel momento cooperativi di sopravvivenza, contro nemici gestiti da una intelligenza artificiale; qui si introduce un nemico gestito da un altro giocatore, che gioca da solo contro altri giocatori. Solitamente questo nemico è più forte dei normali giocatori e il suo obiettivo è quello di catturare tutti, mentre l’obiettivo degli altri è sopravvivere collaborando.

Conclusione

Come abbiamo visto il genere survival horror ha avuto più volte un’evoluzione in base anche al periodo storico e a cosa piaceva ai giocatori. Questo permette sicuramente grande versatilità al genere e dà la possibilità di farlo rivivere sempre con nuove visioni di game design. Bisogna dire però che una parte del pubblico è ancora molto affezionata ai classici, andando a creare continue mod per i titoli originali o videogiochi ispirati ad essi: come ad esempio Crow Country (2024) e Daymare 1998 (del 2019).

Di Francesco Panzarino

Se mi ritrovo in una villa piena di mostri ed enigmi mi sento a mio agio. Ho fatto dei videogiochi la mia vita, studiando programmazione e oggi analizzarli e studiarne la storia è la mia passione.

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