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Editoriali

Donkey Kong Bananza è un antistress digitale

Ho provato in anteprima il nuovo Donkey Kong su Nintendo Switch 2: distruggere tutto non è mai stato così divertente, e rilassante!

Durante la Nintendo Switch 2 Experience, ho messo le mani – in anteprima – su uno dei giochi più chiacchierati e attesi di Switch 2. Dopo 30 minuti di prova, posso condividervi il mio affascinante viaggio in Donkey Kong Bananza. E vi spiegherò perché lo ritengo uno dei migliori antistress videoludici degli ultimi anni.

La demo di Donkey Kong Bananza inizia con un mini-livello, un vero e proprio tutorial. Nonostante questa prima area abbia lo scopo di insegnarmi i comandi fondamentali, si può già dire tanto sia sul gioco che sulla console. Questo primo stage è ambientato all’interno di una miniera, dove DK trova la Banana d’Oro, una sorta di gustosissimo artefatto. Questo significa che siamo all’interno di un luogo ricco di metalli, materiali luccicanti e, anche se meno scontato, un corso d’acqua. Questi sono i tre particolari che ho notato e che mi hanno fatto capire quanto potente sia Nintendo Switch 2 rispetto al suo predecessore e quanto valido sia il lavoro svolto su Donkey Kong Bananza.

Non scherzo quando vi dico che i riflessi dell’acqua ricordano videogiochi che hanno rivoluzionato questo tipo di asset, come Assassin’s Creed IV: Black Flag. Inoltre, la Banana d’Oro sembra in realtà di cristallo, perché brilla come un caleidoscopio coloratissimo. Il primo impatto è quindi grandioso. Sensazioni che vengono confermate anche nel gameplay.

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Gameplay distruttivo

I comandi di DK si basano tutti sulla forza bruta. Donkey Kong può colpire in tutte le direzioni, compreso in alto e soprattutto in basso. Nello specifico, il pulsante per scuotere il terreno (B) è diverso rispetto a quello che permette di colpire davanti a noi o in alto (bisogna abbinare il salto). Questa scelta rende l’idea di quanto sia importante esplorare il sottosuolo. Nelle nuove vesti, infatti, Donkey Kong è un vero e proprio minatore. Seppur senza piccone, può spaccare veramente ogni cosa muovendosi quasi liberamente sia in superficie che sottoterra.

Dopo aver superato il tutorial, ho potuto godermi ed esplorare la prima mappa di Bananza. Le vibes del gioco sono positive e piene di déjà-vu. Sin dalla prima mappa si capisce perché Donkey Kong Bananza sia paragonato a Super Mario Odyssey. La libertà totale e il design che si espande in altezza ricordano tanto i livelli della mascotte Nintendo. Non solo Odyssey, ma anche Super Mario 64. La grande differenza di Bananza rispetto alle opere di Mario è ovviamente nel sottosuolo. Va da sé che una scelta così audace espone il gioco a delle criticità, che ho ovviamente cercato di testare il più possibile.

Ho distrutto tutto quello che era possibile spaccare, attraversando il terreno in tutte le direzioni. E posso rispondere alla vostra prima domanda: sì, il sottosuolo non è infinito. In particolare, il primo livello è sospeso, quindi a furia di spaccare tutto sarà possibile finire fuori dalla mappa. Nel farlo, però, ho notato l’enorme somiglianza con i titoli 3D di Super Mario: Donkey Kong Bananza è pieno di tesori nascosti e mappe che nascondono a loro volta altri tesori. Trovarli tutti sembra una vera e propria impresa e, anche se non sono un collezionista accanito, ho perso parecchio tempo alla ricerca del prossimo segreto.

Antistress digitale

Ovviamente è troppo presto per poter giudicare l’opera, ma la sensazione è che Donkey Kong Bananza sia un vero antistress digitale. Lo scopo è spaccare tutto. Il design dei livelli nasce con l’obiettivo di far spaccare tutto. E distruggere è estremamente appagante. Le animazioni sono ricche di dettagli ed è addirittura possibile sferrare pugni davanti a noi muovendo i Joy-Con come se fosse un gioco di boxe.

Oltre alla distruzione dell’ambiente, nella demo ho affrontato anche delle fasi di combattimento. Tra gli avversari ce n’era uno volante. Il suo attacco prevede il lancio di sassi, che DK può fermare e lanciare a sua volta contro di lui. Dopo pochi incontri, il meccanismo è risultato molto intuitivo, cosa che mi fa ben sperare per i pattern di tutti quegli avversari che incontreremo in futuro.

Un nuovo Donkey Kong

Lato gameplay sono rimasto estremamente affascinato dalla proposta Nintendo. Il gameplay di Donkey Kong ha subito un vero e proprio restyling. Non abbiamo davanti un gioco che sembra estremamente complesso e difficile da portare avanti. Anzi, Bananza abbraccia l’esplorazione e fa di tutto per invogliare il videogiocatore a muoversi nel mondo di gioco, ricordando il già citato Super Mario 64 e Odyssey, ma strizzando l’occhio anche a The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Inoltre, parlando di ristrutturazione, la più evidente è quella sul personaggio stesso. In Bananza, Donkey Kong ha ora una pelliccia morbida, i suoi tratti sono più cartoon rispetto al passato e il mondo è più soffice e confortevole. Se dovessi uscire dall’universo Nintendo, potrei trovare una similitudine con l’ingenua follia di Crash Bandicoot. La volontà di Nintendo sembra quindi essere quella di rendere DK meno rude, più amichevole. E lo stesso sembra voler fare con i suoi videogiochi, a partire da Bananza. Le sensazioni sono state positive, ma per avere una risposta certa dovremo aspettare il 17 luglio 2025, quando Donkey Kong Bananza approderà sui nostri schermi, su Nintendo Switch 2.

Di Antonino Savalli

Nato con Nintendo, cresciuto con PlayStation e formato con il PC, ho sempre trovato nella scrittura il legame per apprezzare tutte le esperienze videoludiche (e non) vissute.

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