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Editoriali

Captain Tsubasa: Rise of New Champions e l’importanza di recensire il multiplayer online

L’ultimo capitolo di Captain Tsubasa mi ha insegnato che il multiplayer online, quando presente, è un parametro che deve essere valutato in una recensione, pena sprecare e far sprecare denaro.

Per giorni, ho studiato i grafici dei prezzi di Bandai Namco per capire l’esatto momento in cui Captain Tsubasa: Rise of New Champions sarebbe andato in sconto. Nel periodo della sua uscita, 27 agosto 2020, avevo già parecchio materiale da giocare, quindi ho preferito acquistarlo al primo vero calo di prezzo, che non si è fatto troppo attendere. Il 17 dicembre, il nuovo titolo di Holly e Benji riceve uno sconto del 40%, lo acquisto e scioccamente penso di potermi divertire nella modalità online, sperando di sfamare la mia voglia di competizione calcistica.

Bandai Namco ha da poco chiesto con un lunghissimo sondaggio l’opinione degli utenti che sono stati abbastanza “sinceri”. Magari era meglio farlo prima, invece di concentrarsi su una vagonata di DLC.

Recensioni incomplete

Captain Tsubasa: Rise of New Champions merita i voti che vedete sui siti di informazione videoludica, se teniamo in considerazione solo il single player. Purtroppo, nessuna recensione che vedete in giro tiene conto del multiplayer online. Sembra anche piuttosto logico, perché sono solitamente scritte pochi giorni prima dell’uscita e non possono quindi contenere informazioni su una modalità che si può provare solamente quando i videogiocatori scenderanno in campo.

Andare online prima di queste prove però significa falsare la valutazione globale del videogame. In qualsiasi contesto, prendendo spunto dal rasoio di Occam, bisognerebbe usare il minor tempo necessario per fornire una soluzione con un corretto risultato. Nel mondo dei videogiochi, invece il rasoio taglia pagine alla recensioni per venire incontro alla necessità di avere i contenuti il prima possibile, a qualsiasi costo. Nel nostro caso, il costo è quello pagato dagli appassionati che sono interessati a giocare un titolo solamente online, che non sono di certo pochi dato che in questo periodo storico i titoli più giocati hanno solo la modalità competitiva online come Fortnite e League of Legends oppure dove la maggior parte dei profitti arriva proprio dall’online come la serie FIFA o Call Of Duty.

captain-tsubasa-holly
Ho sognato questo momento per anni.

Uno spreco di tempo…

Tornando a Captain Tsubasa, mi sono ritrovato tra le mani un videogioco discreto nella campagna single player e anche abbastanza rigiocabile con la possibilità di creare sempre nuovi personaggi. Il gioco stesso ti invoglia a finire tutta la campagna in solitaria prima di passare a giocare su internet, perché solo a quel punto ti fornisce (quasi) tutti i giocatori disponibili nel roster. In altre parole, dopo tre giorni di concentrazione sul single player, sono finalmente pronto ad affrontare la tanto agognata sessione su internet. Porto con me l’idea di competere con altri giocatori e di scalare le classifiche con Oliver Hutton e Tom Becker sin dagli anni ’90 e oggi tutto questo è possibile.

In realtà, Captain Tsubasa: Rise of New Champions non permette di giocare subito contro i giocatori, nonostante tu stia scegliendo di giocare in multiplayer, quindi proprio contro altri giocatori! Infatti, bisogna svolgere, “come allenamento”, poco meno di una decina di partite contro la CPU prima di poter iniziare a fare sul serio. Scelta priva di ogni logica, ma ho aspettato così tanti anni che mi turo il naso e vado avanti. Dopo un’altra giornata persa in partite contro il computer e scelta della formazione iniziale, finalmente parte la mia esperienza multiplayer sullo spokon numero due nella mia personale classifica (il primo è Slam Dunk, scusa Holly).

Io vs Lag.

… e pazienza

Ho avuto terribili esperienze nel gioco online, ma nessuna è stata mai così deludente. Prima ho dato la colpa all’orario in cui giocavo, tanto da riprovare i giorni successivi in altre fasce orarie. Poi ho incolpato Nintendo Switch che in mancanza di cross-play potrebbe avere un pool di giocatori troppo ristretto e concentrato soprattutto in Asia e Stati Uniti. Però, dopo aver visto diversi youtuber giocare solo la modalità single player e sbirciato l’esperienza online di altri giocatori su qualsiasi piattaforma, mi sono dovuto arrendere alla realtà che il netcode di Captain Tsubasa: Rise of New Champions fa semplicemente schifo.

Il lag è un problema ben noto, ma non ricordo un titolo in cui questo problema fosse in grado di cambiare la fisica di gioco. In questo Captain Tsubasa, tutto è processato sul momento in base alla posizione di giocatori e pallone. Questo implica che se il vostro avversario calcia senza alcuna speranza il pallone contro il vostro portiere e una “botta di lag” arriva proprio in quel momento, l’estremo difensore non vede il pallone, che entra in rete indisturbato.

Per non inveire ulteriormente, tralascerò i diversi bug che ho trovato a causa di una mancata risposta della connessione dell’altro utente, dovuta alla pessima scelta del peer-to-peer come se si trattasse di un picchiaduro. Però, sento la necessità di raccontarvi del glitch in cui non si può passare il pallone con il portiere e si è costretti a subire un contrasto per sbloccare la situazione, con l’ovvia conseguenza di prendere gol.

Il fastidio più grande causato dal pessimo netcode di gioco è sui contrasti. Il sistema base è alquanto semplice. Ci sono due tipi di finta e due tipi di contrasto. La finta “A” è bloccata dal contrasto “A” e lo stesso vale in modo analogo per l’opzione “B”. I calciatori eseguono una simile, ma diversa animazione per ogni finta e dei buoni riflessi possono fare la differenza. Semplice, efficace e totalmente sballato nel multiplayer online. Infatti, il ritardo in praticamente il 90% delle partite è così elevato, che basta prendere il miglior fantasista della squadra e andare semplicemente dritto. Il calciatore sarà totalmente non contrastabile e il gol arriverà per certo, poiché alcuni tra i giocatori più forti posseggono un’abilità passiva per cui se usano un tiro speciale a due passi dal portiere, sarà sempre rete.

Il dribbling può essere un vero inferno se la latenza è elevata.

Conclusione

Un gioco ha il diritto di essere semplicemente pessimo, ma chi si occupa di videogiochi ha il dovere di avvertire il consumatore che sta pagando del denaro per fruire di un prodotto. Se avessi saputo che Captain Tsubasa: Rise of New Champions fosse così pietoso nella modalità che più mi interessava, non lo avrei mai comprato. Purtroppo, almeno in Italia, nessuno si è preso la briga di dirlo, perché il mercato è troppo veloce e non vale la pena fornire un buon servizio. Ho perso del denaro, ma ho imparato una lezione e mi auguro che l’editoria si possa rendere conto quanto prima che è meglio posticipare l’uscita di una recensione, piuttosto che valutare un titolo solo parzialmente, anche se sono ben conscio che nel giornalismo dell’hype, l’unica cosa che conta è parlare del prossimo videogioco, perché il rasoio di Occam può ferire il consumatore, ma di certo non le mani del recensore.

Di Antonino Savalli

Nato con Nintendo, cresciuto con PlayStation e formato con il PC, ho sempre trovato nella scrittura il legame per apprezzare tutte le esperienze videoludiche (e non) vissute.

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