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Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 – Recensione

Konami celebra l’importante saga di Metal Gear Solid con una raccolta ricca di storia videoludica. Vale la pena acquistarla?

Viviamo in un’era videoludica caratterizzata da una quantità ingestibile di titoli. Per quanto un appassionato di videogiochi ci possa provare, è letteralmente impossibile giocare tutto quello che quotidiamente invade i nostri PC e le nostre console.

Non è sempre stato così. C’è stato un periodo in cui fare videogame era più complicato; un momento storico che possiamo inquadrare intorno alla fine degli anni 90 in cui portare l’innovazione su bit era difficile: chi ci è riuscito ha contribuito a creare una nuova generazione di opere d’arte e sarà per sempre ricordato nella storia. Uno di questi è Hideo Kojima e la sua opera magna Metal Gear Solid.

Quest’anno Konami ci ripropone il capolavoro per PlayStation, ma anche i successivi due capitoli, e le prime due opere per NES e MSX, in un’unica collezione di cui state leggendo la recensione: Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1.

Master Collection Vol. 1

Copertina Metal Gear Solid

La raccolta di Konami contiene tutti i videogiochi must che ogni appassionato del medium dovrebbe giocare almeno una volta nella vita, ma anche qualcosa in più.

Il motivo principale per cui Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 è interessante per il pubblico odierno è la presenza del primo Metal Gear Solid del 1998, opera tanto famosa quanto complicata da giocare per chi non appartiene al mondo Sony PlayStation; infatti, è solo grazie a questa nuova collezione che Metal Gear Solid arriva su Xbox, e parzialmente anche su Nintendo (chi ha avuto la fortuna, o sfortuna, di acquistare il Nintendo Gamecube avrà potuto anche giocare Metal Gear Solid: The Twin Snakes, il remake di Silicon Knights, un pubblico decisamente scarno secondo i dati di vendita).

Al primo capitolo, Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 accompagna Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty e Metal Gear Solid 3: Snake Eater nella loro versione remaster del 2011 di Bluepoint Games. Si aggiungono inoltre i due videogiochi che hanno dato il via a tutto, ma che di fatto ormai dovrebbero stare in un museo: Metal Gear (NES) e Metal Gear 2: Solid Snake (MSX2).

Infine, la raccolta contiene tre altri tipi di contenuti, tanto affascinanti quanto difficili da apprezzare in formato digitale: due graphic novel, diversi Screenplay e Master Book e una selezione di soundtrack.

Metal Gear Solid

Metal Gear Solid directed by Hideo Kojima

Sembra banale ma nell’era dei gameplay su Twitch e YouTube è assolutamente necessario ricordare che un videogioco va sempre giocato prima di poterlo giudicare. Metal Gear Solid va conosciuto. Metal Gear Solid deve essere giocato.

Nel 1998, Hideo Kojima ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento, ma alcuni aspetti dell’opera sono oggi completamente obsoleti: il riferimento è chiaramente al gameplay totalmente superato e frustante; per esempio, muovere Solid Snake in modalità stealth significa semplicemente camminare tenendo gli occhi puntanti sulla mini-mappa al fine di evitare un cono di luce. Il tutto diventa poi insopportabile quando bisogna affrontare le fasi di combattimento con un sistema di puntamento totalmente anacronistico.

Nonostante tutto però immegersi nuovamente, o per la prima volta, in Metal Gear Solid significa dimenticare tutte le storture tecniche per vivere una trama accattivante e purtroppo incredibilmente attuale con i suoi rimandi verso terroristi e bombe atomiche.

Sembra incredibile ma il gioco vale la candela, nonostante Konami non abbia fatto alcuno sforzo per rendere la vita facile ai videogiocatori, senza nemmeno attingere da The Twin Snakes né semplicemente corregere alcuni storici problemi del passato (banalmente alcuni passi del controverso doppiaggio italiano).

Prima della Kojima Production

Il primo capitolo rese Hideo Kojima famoso in tutto il mondo. Un seguito era scontato e arrivò sotto l’effige di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, che migliorò ed evolse tutte le meccaniche della prima opera.

La scelta, pigra, di Konami di riproporre il remaster di Bluepoint Games, ora a 1080p e 60 fps, permette al videogiocatore di vivere un’avventura più attuale rispetto al primo capitolo con un trama estremamente al passo con i tempi. Avete presente il dibattito sulle fake news e l’informazione liquida? Kojima lo aveva già proposto nel 2001 ingannando anche in continuazione il giocatore sin dal protagonista iniziale che passa, e si alterna, tra Solid Snake e Raiden.

La proposta di Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 si conclude con il videogioco che precede la nascita della Kojima Production: Metal Gear Solid 3: Snake Eater. Un gioco del 2004 ancora piacevolmente attuale nel gameplay, anche grazie all’ennesima versione di Bluepoint Games del 2011 in versione 1080p e 60 fps.

Snake Eater è un ulteriore passo avanti della saga con l’introduzione di elementi survival e un modo di gestire le fasi di stealth più complesso rispetto al passato, fatto di interrogatori e scudi umani. La trama narra le peripezie di Big Boss. Il level design invece si contraddistingue per la varietà degli scenari: il gamer si muoverà tra zone militari, aree desertiche, paludi e foreste.

Retrogame e il problema del digitale

Nonostante Metal Gear e Metal Gear 2: Solid Snake siano l’inizio della leggenda, giocarli non aumenterà di molto il vostro bagaglio culturale. Si tratta di due opere che possono tranquillamente rientrare nella categoria del retrogame.

Allo stesso modo, le graphic novel e la collection di soundtrack sono di quanto più evitabile possibile. Più interessante, e allo stesso tempo più deludente, invece sono i libri di Screenplay e Master (Book) che completano l’opera rendendola molto valida ma anche poco fruibile a causa della loro forma digitale. In altre parole, la raccolta di Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 in formato digitale ha senso solamente per i tre videogiochi dell’era “Solid”.

Conclusione

Vale la pena acquistare Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1? La domanda è lecita, ma la risposta non può che essere ambigua: dipende. Chi ha giocato, e magari ancora possiede, i primi tre capitoli di Metal Gear Solid, non ha grandi motivi per acquistare a prezzo pieno una raccolta che non propone assolutamente nulla di nuovo. Con questa raccolta, Konami ha voluto solamente massimizzare i guadagni rendendo fruibile una delle sue migliori IP su tutte le piattaforme.

D’altro canto, se non avete mai avuto il piacere di giocare la prima trilogia, e soprattutto il primo Metal Gear Solid, vi consiglio vivamente di farvi un favore e giocare questa raccolta considerandola un’importante, e divertente, esperienza formativa: un viaggio nel mondo della storia videoludica insieme al carisma di Solid (e Liquid) Snake, e il genio di Kojima.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, Switch, PC, PS4
  • Data uscita: 24/10/2023
  • Prezzo: 59,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su Xbox Series X grazie a un codice fornito dal publisher.

Di Antonino Savalli

Nato con Nintendo, cresciuto con PlayStation e formato con il PC, ho sempre trovato nella scrittura il legame per apprezzare tutte le esperienze videoludiche (e non) vissute.

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2 risposte su “Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 – Recensione”

Fare del Retrogaming non arricchisce il bagaglio culturale? Quindi si può fare a meno di leggere Omero o Shakespeare perché sono retro? Cos’é, uno scherzo o é il giornalismo italiano?

Ciao Davide, demonizzare un’intera categoria, che io nemmeno lontanamente rappresento nella sua totalità, dopo aver estrapolato una frase mi sembra alquanto eccessivo. Io, e l’intera redazione, ama il retrogame, lo considera fondamentale e ritiene il problema della conservazione delle opere videoludiche un problema da non sottovalutare poiché mina la conservazione della memoria storica del medium. La mia frase voleva solo puntualizzare che i primi due Metal Gear non rappresentano un’eccellenza e possono tranquillamente essere evitati, poiché ci sono tantissime opere del passato di gran lunga più rilevanti. Giusto per essere precisi: il bagaglio culturale fornito da opere come The Legend Of Zelda: A Link To The Past, Doom, Super Metroid, Chrono Trigger, Tetris e tantissimi altri è altissimo ancora oggi, a mio avviso.

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