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Simon the Sorcerer Origins, il Mago si mostra in un trailer

Simon the Sorcerer Origins, il prequel dell’iconica avventura grafica punta e clicca degli anni ’90, ha presentato nuovi contenuti durante il Future Games Show del 21 marzo. Nel video condiviso, sono state mostrate scene esclusive del gioco e abbiamo ascoltato per la prima volta il doppiaggio di Chris Barrie, l’attore e voce originale del protagonista. Con la partecipazione di 80 professionisti e collaborazioni con figure di spicco nel mondo della musica e dello spettacolo, Simon the Sorcerer Origins è un titolo molto atteso nel 2024.

Il trailer di Simon the Sorcerer Origins, con un taglio cinematografico e un lavoro di animazione caratterizzato da 15.000 frame disegnati a mano, anticipa un’avventura degna della sua leggendaria predecessora. L’impegno e la passione degli 80 professionisti coinvolti nel progetto sono evidenti fin dalle prime immagini, con Smallthing Studios che rende omaggio alla storia videoludica adattandola alle tecnologie moderne.

La partecipazione di Rick Astley con il suo celebre brano “Together Forever” è solo una delle testimonianze dell’attesa per Simon the Sorcerer Origins, uno dei titoli più attesi del 2024.

Il trailer ha entusiasmato sia i vecchi fan che i nuovi, anticipando l’uscita prevista nel 2024 su tutte le piattaforme e promettendo un’esperienza indimenticabile per i giocatori di tutte le età. Smallthing Studios presenterà ulteriori dettagli e anteprime al Game Developer Conference (GDC) di San Francisco, suggerendo un ritorno in grande stile per questa nuova avventura del giovane mago.

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Princess Peach: Showtime è ora disponibile in esclusiva su Switch

Princess Peach: Showtime segna un momento epico per la Principessa Peach, finalmente pronta a prendere il centro del palcoscenico come protagonista indiscussa. Disponibile in esclusiva su Nintendo Switch, il gioco, già disponibile, offre un’esperienza avvincente e innovativa in cui i giocatori vestono i panni della principessa più amata dei videogiochi.

In questo nuovo primo capitolo, il Teatro Splendente è in pericolo, minacciato da una misteriosa nemica mascherata e dalla Compagnia dei Mosti. Ma Peach non è più la damigella in pericolo: è pronta a sfoggiare il suo coraggio e la sua versatilità, trasformandosi in una serie di eroine diverse. Con ben 10 identità da assumere, dai ruoli di spadaccina e detective a quelli di ninja e pasticciera, il gioco offre una varietà di gameplay mai vista prima.

Grazie al potere del suo fiocco magico, Peach può interagire con il palcoscenico e cambiare forma a suo piacimento, portando nuova vita all’iconico personaggio. L’avventura si sviluppa attraverso scenari mozzafiato e colpi di scena, offrendo un’esperienza coinvolgente e avvincente per i giocatori di tutte le età.

Princess Peach: Showtime! è presente sul Nintendo eShop anche con una demo gratuita.

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Prince of Persia: The Lost Crown – Recensione

Quando ho avviato per la prima volta “Prince of Persia – The Lost Crown” avevo molte domande che mi frullavano in testa, le classiche domande che ci si pone quando si ha tra le mani un metroidvania: il livello di sfida sarà crescente e ben livellato? Quanti pad manderà nel paradiso dei pad? La storia sarà ben scritta? Posso dire che il titolo di Ubisoft Montpellier ha superato quasi a pieni voti i vari esami. Ma andiamo con ordine.

Questa recensione, come spesso accade per il nostro blog, non nasce con l’obbligo di dover fornire informazioni su un titolo a pochissimi giorni dalla sua uscita, ma con la velleità di regalare al lettore il commento a un gioco sviscerato a fondo e per lungo tempo.

Prince of Persia: The Lost Crown è un buonissimo gioco, anzi, dal mio punto di vista è un gioco eccellente. Non perfetto, ma sicuramente un titolo che sarà ricordato. È stato molto piacevole scoprire che il protagonista del gioco non è un Principe di Persia, in barba al lore della serie che prese il via nell’ormai lontano 1989. Anzi, il principe persiano in questione è oggetto della ricerca da parte del nostro eroe che, baldanzoso e arrogantello, appare immediatamente sullo schermo.

Si tratta di Sargon, guerriero facente parte del gruppo di mercenari chiamati “Gli Immortali”. Veniamo a conoscenza del fatto che le gesta di questo gruppo di eroi sono state determinanti per la vittoria della Persia sull’Impero Kusana e che sono attesi a Palazzo per incassare gli onori e la ricompensa della famiglia reale. I festeggiamenti, però, durano ben poco perché il principe Ghassan viene rapito da un gruppo – allerta spoiler – guidato niente popò di meno che da colei che ha insegnato a Sargon tutto quello che sa: Anahita. Partiti all’inseguimento, gli Immortali giungeranno al leggendario Monte Qaf, un tempo roccaforte degli idoli persiani e colpito da una tremenda maledizione che ha squarciato il tessuto temporale.

La storia e l’intreccio

Ho deciso di partire dall’ultimo dei miei dubbi iniziali e il motivo è presto detto: è l’unico che mi è rimasto sullo stomaco. The Lost Crown non gode di una storia particolarmente originale. Certo, il tempo e il suo scorrere avanti (e indietro) portano un valore aggiunto e quando si arriverà al primo momento topico, che mi guardo bene da svelare, tornerà  molto utile a Sargon e darà maggiore slancio all’avventura. Però, di “trova e recupera” l’universo videoludico è stracolmo e, forse, una trama più coinvolgente avrebbe giovato. I colpi di scena sono quasi un po’ telefonati e non lasciano a bocca aperta. Non starò qui a raccontarvi minuziosamente cosa accade, ovviamente, ma è certo che non è per la storia che questo gioco mi è piaciuto molto. Già, perché questo gioco mi piaciuto veramente molto.

La caratterizzazione dei personaggi

Non essendo stato giocato in pre-lancio, ho potuto leggere diverse opinioni sui personaggi, molte delle quali hanno definito il nostro eroe poco profondo o, addirittura, piatto. Devo dire di non trovarmi affatto d’accordo. Sargon e, in generale gli altri personaggi, per quanto poco inclini al dialogo (gli scambi dialettici sono ridotti all’osso durante l’avventura tranne che per le battute iniziale dove sono addirittura eccessivi e tendenzialmente inutili) trasudano fierezza ed eleganza. Il nostro eroe possiede quel tocco presuntuoso che lo rende affascinante per quanto un pizzico stereotipato a tratti. Non sto parlando di personaggi dal carisma straripante né indimenticabili ma che portano ben avanti la storia, sono credibili e ben caratterizzati. Sargon è un eroe solitario, duro, forgiato nel fuoco di un’infanzia difficile e celata. Tutto questo si legge ampiamente tra le pieghe del suo dire e non era semplice. La squadra degli  Immortali,  è vero, non è indimenticabile ma, essendo presenti sullo schermo di gioco per un tempo ridottissimo non credo fosse necessario lavorarci più di tanto. Tendenzialmente scappano via per qualche strano obiettivo e ci lasciano soli a fare tutto il lavoro. Come sempre accade.

Prince of Persia: The Lost Crown - Boss Fight

Salta, colpisci, vola e para

Dal mio punto vista, quando si giudica un metroidvania vanno analizzate due componenti essenziali: il lato platform e le dinamiche di combattimento. Con The Lost Crown rasentiamo la perfezione.

Dal lato platform, il gioco è programmato magistralmente. Sargon compie le sue evoluzioni in modo impeccabile e non mi è capitato mai, in oltre 28 ore di gioco, di imprecare per un salto impreciso o per l’attivazione ritardata di uno dei molteplici poteri che il nostro protagonista acquisisce col raggiungimento di alcuni punti cruciali dell’intreccio. Sullo schermo accade esattamente quello che abbiamo deciso che accada nel momento esatto in cui lo abbiamo preventivato (nel bene e nel male)  e questo non può che far sorridere il giocatore più esigente, quello che si frega le mani davanti ad un nuovo titolo e cerca la sfida.

Com’è giusto e canonico per qualunque metroidvania, poi, progredendo col gioco, il livello di difficoltà aumenta, ma è una crescita dolce e gestibile. Sia da un neofita che da un amante del genere. Non ci sono scorci troppo frustranti che mettono a rischio l’integrità dei pad e questo, a mio parere, è un bene. A tal proposito, una nota di merito va data alla possibilità di scegliere la modalità libera che lascia libero sfogo al gioco stesso, permettendo al giocatore di scovare i segreti progressivamente, raccogliere i collezionabili nascosti qui e lì e setacciare della mappa in ogni angolo e quella guidata in cui il giocatore è “spinto” verso l’obiettivo e garantisce di poter giocare avendo sempre davanti agli occhi il checkpoint successivo da raggiungere. Io ho giocato nella prima modalità e non me ne sono pentito affatto. Il gioco è scorrevole, divertente e mai noioso (se non per un parte centrale leggermente più lenta ma comunque godibile). Altra nota di merito per gli sviluppatori di Ubisoft va data per aver inserito la possibilità di modificare il livello di sfida sotto tutti i punti di vista, scegliendo il grado di forza, di resistenza dei nemici e la loro aggressività. Personalizzabile anche il livello di difficoltà delle parate in base al tempismo con il quale si vuole che siano efficaci o meno. Oltre a questa custom ci sono comunque i classici livelli di gioco tra cui poter scegliere: Principiante,  Guerriero, Eroe ed Immortale. Noi l’abbiamo giocato a livello Eroe ed è stata un’esperienza davvero soddisfacente.

Prince of Persia: The Lost Crown - Il Principe

Per quanto riguarda il lato action e, quindi, il combattimento ci troviamo di fronte ad un canovaccio noto agli amanti del genere: attacco, combo, parata, parry. Tutto già visto, quindi? No, perché si vede che in quel di Montpellier hanno lavorato tanto per regalare al giocatore una estrema libertà di scelta riguardo al modo di affrontare i nemici. Contro il più debole degli avversari fino alle varie boss fight, infatti, il repertorio di Sargon è estremamente variegato tra attacchi di sciabola orizzontali, verso l’alto, dall’alto, in volo, calci e scivolate offensive. Molto importanti, com’è giusto e ci aspettavamo, le parate e il tempismo con cui vengono eseguite cosa che, in determinati casi, permette al nostro eroe di contrattaccare in modo così efficace da finire il nemico. Il tutto condito dall’utilizzo di svariati poteri che si acquisiscono nel corso dell’avventura e che non danno mai la sensazione di essere stati piazzati lì come riempitivo o solo per un mero senso estetico. Ogni potere ha un suo utilizzo sia in combattimento, in combo con le varie mosse offensive, sia durante le fasi più complesse di avanzamento platform. Prince of Persia – The Lost Crown è un gioco ragionato e ben lavorato. Nulla è stato inserito per caso e questo è senz’altro un bene. 

La magia e la bellezza

Fin dall’inizio del gioco, il colpo d’occhio è di tutto rispetto. Arrivo a dire che, per quanto essenzialmente in 2D, i fondali sono così profondi, ben fatti e belli da vedere che la terza dimensione va ad insinuarsi nell’occhio del giocatore e dà al titolo i gradi di opera pittorica di assoluto livello.

È vero che in alcuni tratti, forse, i ragazzi di Ubisoft hanno preferito tirar dritto regalando momenti meno alti dal punto di vista visivo, ma in linea generale, Prince of Persia: The Lost Crown è un gioco molto, molto bello da vedere. Consiglio, per quanto concerne le console, di giocarlo su PS5 o Xbox Series X, se possibile, per godere appieno del motore grafico estremamente soddisfacente. Belle le animazioni di Sargon che adopera i propri poteri stilisticamente in modo ineccepibile e che fanno godere quando si affronta qualunque nemico. Insomma, The Lost Crown è uno splendido quadro in movimento, una vera gioia per gli occhi.

Conclusione

Prince of Persia: The Lost Crown è un bel gioco, ben programmato e bello da vedere. Una piacevole scoperta per gli amanti dei metroidvania e ricco di spunti in grado di appassionare anche quelli che non amano particolarmente il genere. Avremmo preferito sentirci più coinvolti da una storia scritta meglio e più interessante ma tant’è. Resta comunque un eccellente lavoro dei ragazzi di Ubisoft – Montpellier che merita di essere giocato assolutamente.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, Switch, PC, PS4, Xbox One
  • Data uscita: 18/01/2024
  • Prezzo: 49,99 €

Ho provato il gioco poche settimane dopo il day one.

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Pokémon Presents annuncia Leggende Pokémon: Z-A e GCC Pokémon Pocket

Nel giorno del Pokémon Day, The Pokémon Company ha annunciato le novità in arrivo per il franchise di Pikachu. Lo ha fatto attraverso Pokémon Presents un video di 12 minuti in cui la novità principale è stata Leggende Pokémon: Z-A, il nuovo titolo in esclusiva per Nintendo Switch.
 
La prima novità di Leggende Pokémon: Z-A riguarda la data d’uscita. Per la prima volta dopo anni – tranne annunci sorprendenti nel corso dell’anno – il franchise salta un anno e mostrerà il suo nuovo videogioco solo nel 2025. La seconda opera di interesse riguarda invece il TCG del brand: Gioco di Carte Collezionabili Pokémon Pocket è una nuova app in cui sarà possibile creare la propria collezione digitale che include speciali “carte immersive”, in arrivo entro la fine del 2024.

Leggende Pokémon: Z-A è il seguito, più o meno diretto, dell’ottimo esperimento del 2022 Leggende Pokémon: Arceus. I videogiocatori saranno catapultati a Luminopoli, nella regione di Kalos, dove è in corso un progetto di rigenerazione urbana volto a trasformare la città di Pokémon X e Y in un luogo che possa appartenere alle persone come ai Pokémon.
 
Nella nuova app Gioco di Carte Collezionabili Pokémon Pocket, i giocatori concentreranno la propria attenzione sullo sbustare le carte del trading card game che si adornano di nuovi speciali effetti visivi fino a divenire “carte immersive”, cioè carte che danno la sensazione di tuffarsi nell’illustrazione. Pokémon Pocket promette l’apertura di due buste di espansione al giorno senza costo, nelle quali sarà possibile trovare e scambiare carte con illustrazioni storiche e carte completamente nuove ed esclusive dell’app.

Infine, sarà introdotta una nuova modalità di combattimento, le lotte rapide, con regole ottimizzate basate sul classico sistema di lotta del GCC Pokémon.

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Il meglio del Nintendo Direct Partner Showcase

Il Nintendo Direct Partner Showcase ha aperto le danze relative ai videogiochi più importanti, almeno quelle terze parti, che vedremo nel corso dell’anno sul Nintendo Switch, ma anche su diverse console competitor e PC, dato che diversi titoli sono multipiattaforma.

Nonostante il Nintendo Direct di febbraio sia un evento dedicato ai videogiochi di terze parti, un’importante novità già anticipata dall’Xbox Podcast c’è: arriveranno su Switch anche videogiochi prima in sola esclusiva console Xbox. Scopriamo quali.

Esclusive Xbox

Come già anticipato da Microsoft e Phil Spencer, sono quattro i videogiochi di Xbox Games che perdono la loro esclusività marchiata in verde, ma solamente due di questi arriveranno anche su Nintendo Switch.

I videogiochi in questione sono entrambi di Obsidian Entertainment: Grounded e Pentiment. Quest’ultimo è già disponibile su Nintendo Switch, mentre Grounded sarà disponibile dal 16 aprile.

Grandi Remake

Questa generazione di videogiocatori è ormai abituata alle remastered e ai remake. Il Nintendo Direct di febbraio ha presentato diversi ritorni, alcuni di questi decisamente graditi.

La grande sorpresa è Disney Epic Mickey: Rebrushed, remake del videogioco platform 3D uscito inizialmente per Wii con protagonista Topolino. Inoltre, Capcom ha programmato per l’estate Monster Hunter Stories, che si aggiunge al secondo capitolo già disponibile su Switch. Presentati anche Shin Megami Tensei V: Vengeance, versione con contenuti extra dell’originale in uscita il 21 giugno e il ritorno di Star Wars sulle console Nintendo con Star Wars: Battlefront Classic Collection che arriverà il 14 marzo.

Super Monkey Ball Banana Rumble

Tra tutti gli altri titoli annunciati, il più importante per noi nostaglici del Nintendo Gamecube è Super Monkey Ball Banana Rumble, definito come l’esperienza definitiva di Super Monkey Ball con più di 300 fasi provenienti dai primi capitoli, diversi minigiochi e una modalità classificata online. Il titolo Sega arriverà il 25 giugno 2024.

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Xbox Games, annunciati i 4 giochi che arriveranno su PS5 e Switch

Il Nintendo Direct di febbrario 2024 ha chiuso il cerchio aperto durante l’Xbox Podcast della scorsa settimana, evento in cui Phil Spencer ha annunciato che quattro videogiochi di Xbox Games sarebbero arrivato sulle console competitor, Nintendo Switch e PlayStation 5.

Lo showcase nipponico ha confermato quanto preannunciato, ufficializzando anche le date d’uscita, poi confermate anche da un blog su Xbox Wire. I 4 titoli sono: Pentiment, Hi-Fi RUSH, Grounded e Sea of Thieves.

Pentiment, il narrative game di Obsidian Entertainment sarà sarà disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch il 22 febbraio. Hi-Fi Rush, l’ultimo gioco di Shinji Mikami per Tango Gameworks, arriverà su PlayStation 5 il 19 marzo, disponibile in preorder sui negozi digitali PlayStation 5 il 22 febbraio. Grounded, survival adventure co-op, anch’esso di Obsidian Entertainment arriverà su PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch il 16 aprile. La modalità corss-play sarà supportata da Xbox, PlayStation, Nintendo Switch e PC.

Infine, l’ultimo gioco per arrivo cronologico è Sea of Thieves, il piratesco di Rare che approvederà su PlayStation 5 il 30 aprile.

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Mario vs. Donkey Kong, ora disponibile il gioco e… una cravatta

Sono passati esattamente 20 anni dall’uscita su Game Boy Advance di Mario vs. Donkey Kong. Il puzzle game fa oggi il suo debutto su Nintendo Switch con una veste grafica del tutto rinnovata. Per festeggiare l’evento Eugenio Marinella, a capo dell’omonima sartoria, ha realizzato una raffinata cravatta dedicata a Donkey Kong.

La cravatta sarà esposta per tutto il week end presso lo store di Milano in via Alessandro Manzoni, 23.

Mario vs. Donkey Kong per Nintendo Switch ripropone lo stesso schema del titolo originale: aiutare Super Mario a recuperare i Minimario rubati da Donkey Kong in oltre 130 livelli resi unici da rompicapo e percorsi distintivi.

Mario vs. Donkey Kong: cravatta Donkey Kong

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Editoriali

I 10 migliori videogiochi del 2023

Siamo giunti alla fine di un anno videoludico superbo per qualità e quantità di titoli. Il 2023 sarà ricordato a lungo per aver imposto nuovi standard nell’industria dei videogiochi. E ora è arrivato il momento più arduo: stilare la classifica dei migliori videogiochi del 2023, cioè di quelle opere che meritano di essere almeno provati, ma di cui siamo certi vi innamorerete.

La particolarità dei titoli di quest’anno risiede soprattutto nella loro varietà: raramente si è visto un anno solare così fitto di opere di così alto livello e così (quasi) equamente disposti tra i vari generi.

Qualcuno rimarrà deluso nel vedere il proprio titolo mancare in questa lista; per questo vi invitiamo a leggere interamente l’articolo e poi commentare con il vostro gioco preferito, soprattutto se quest’ultimo manca nella nostra lista dei 10 migliori videogiochi del 2023.

10. Metroid Prime Remastered

Metroid Prime è uno sparatutto del 2003, uscito in esclusiva per Nintendo Gamecube. Inizialmente pensato come spin-off della celebre saga 2D di Metroid, Prime convinse pubblico e critica così tanto che oggi è consideratro parte integrante della storia del franchise.

Come potete leggere anche nella nostra recensione di Metroid Prime Remastered, Metroid Prime Remastered è molto più di un First-person shooter, poiché unisce diversi generi, tra cui anche quello che ha reso celebre la serie in due dimensioni. Inoltre, è un ponte tra il vecchio e nuovo modo di creare videogiochi con dei picchi di level design probabilmente mai raggiunti in un FPS.

Metroid Prime è un’opera d’arte che merita di essere giocata almeno una volta nella vita e la remastered è il miglior modo per farlo grazie all’eccellente qualità tecnica raggiunta e i 60 fps fissi.

9. Diablo 4

L’ultimo capitolo di Diablo si è immesso nella strada desiderata dai fan: ripercorrere lo stile del tanto amato Diablo 2, dimenticando il terzo capitolo se non in alcune scelte di gameplay utili per adattare la saga al periodo contemporaneo.

Diablo 4 diventa dunque un live service game, un mix tra Diablo 2 e World of Warcraft. Una scelta rischiosa, ma come potete leggere nella nostra recensione, alla fine è risultata vincente, perché il mondo di Lilith è tanto macabro quanto divertente.

8. Super Mario Bros. Wonder

La serie Super Mario Bros. è sinonimo di qualità. Come spiegato nella nostra recensione di Wonder, l’opera mantiene alto il nome dell’idraulico italiano in versione 2D pur senza raggiungere vette inarrivabili.

Super Mario Bros. Wonder aggiunge parecchia follia alle avventure nel Regno dei Funghi (questa volta nel Regno dei Fiori). Gli iconici potenziamenti si ampliano in un alcuni che rimarranno nella storia come il Frutto Elefante.

Nonostante non si possa urlare al miracolo come una certa controparte 3D per Nintendo Switch che porta il nome di Super Mario Odyssey, Wonder è comunque una gemma che merita di essere giocata da qualsiasi videogiocatore.

7. Cocoon

Finalmente anche gli autori videoludici occidentali riescono a generare hype. Jeppe Carlsen è uno di questi in quanto mente dietro a Limbo e Inside.

Cocoon di Geometric Interactive è un videogioco che si gioca attraverso la pressione di un solo tasto. Una scelta minimale, ma straordinaria: il gameplay è la qualità migliore del titolo, che riesce a coinvolgere sin dall’inizio. A questo, come già detto nella nostra recensione di Cocoon, si aggiungono atmosfere uniche che ricordano i migliori titoli del maestro nipponico Fumito Ueda.

6. Street Fighter 6

Sua Maestrà il Re è tornato. Le aspettative erano ovviamente alte e Capcom non ha mancato l’appuntamento con quella che è probabilmente la serie più iconica del suo portfolio, al netto della popolarità del genere negli ultimi anni.

Come abbiamo già ribadito durante la nostra recensione di Street Fighter 6, Capcom ha stabilito nuovi standard ed è senza alcun dubbio il picchiaduro da battere. Il gameplay è eccellente e le modalità sono così tante sia in single che multiplayer, che anche chi abbia voglia di menar le mani virtuali per la prima volta, può iniziare da questo capolavoro.

5. Marvel’s Spider-Man 2

Il quinto posto dei migliori videogiochi del 2023 è riservato all’unica esclusiva PlayStation 5. Marvel’s Spider-Man 2 alza l’asticella rispetto al primo capitolo di Insomniac Games. L’Uomo Ragno si presenta nel 2023 con un comparto tecnico eccellente e un gameplay vario e divertente.

Lo abbiamo già detto nella nostra recensione di Spider-Man 2: chi stava cercando un more of the same può ritenersi soddisfatto. Per tutti gli altri si tratta invece di un’ottima avventura action che non può mancare nella collezione di alcun videogiocatore di PS5.

4. Alan Wake 2

A un passo da podio, e probabilmente non senza polemiche che vi invitiamo ad alimentare nei commenti, finisce Alan Wake 2.

Con il ritorno dello scrittore dell’incubo, Remedy Entertainment ha mostrato tutte le sue capacità creando un survival horror veramente terrificante, capace di tenere incollato qualsiasi gamer grazie a una trama e un intreccio narrativo di prim’ordine.

Per gli amanti dell’estro di Sam Lake, Alan Wake 2 è ovviamente obbligatorio, ma lo stesso possiamo dire anche agli amanti del genere. Tutti gli altri potrebbero non apprezzare alcune perplessità tecniche, ma la storia dietro Alan Wake 2 merita tranquillamente il podio.

3. Resident Evil 4 Remake

migliori videogiochi del 2023: Resident Evil 4 Remake

Il terzo gradino del podio vede un’opera da sempre considerata controversa. Per Shinji Mikami è la sua migliore opera, mentre per gli amanti della saga, Resident Evil 4 è l’inizio dell’errore action di Capcom.

Come spiegato nella nostra recensione di Resident Evil 4 Remake, l’ultima fatica di Capcom mette d’accordo tutti: è un capolavoro che arriva nel momento giusto, perché porta l’esperienza di gioco originale a una nuova generazione di giocatori, con miglioramenti grafici e un sistema di controllo rivisto per adattarsi agli standard moderni.

Resident Evil 4 (Remake) è un videogioco che chiunque dovrebbe provare una volta nella vita ed è la dimostrazione che Mikami ci aveva visto giusto, anche con un pizzico d’anticipo rispetto ai fan (cosa tipica delle personalità geniali).

2. The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom

migliori videogiochi del 2023: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom

Nonostante l’ampio ventaglio di titoli di altissimo rango usciti nel 2023, i primi due videogiochi di questa speciale classifica giocano un campionato a parte e distanziano i competitor di diverse lunghezze. Questa lotta tra titani termina con un secondo posto per The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, sequel (stranamente) diretto di Breath of the Wild.

Nel 2017 ci chiedevamo se Breath of the Wild fosse il miglior The Legend of Zelda di tutti i tempi, creando un difficile paragone con Ocarina of Time. Tears of the Kingdom invece è senza dubbio il miglior videogioco della serie.

Il motivo non è banale: Tears of the Kingdom non è semplicemente un more of the same, ma un nuovo modo di concepire i videogame. Un gioco di ruolo dentro a una sandbox in cui non c’è un modo giusto o sbagliato di progredire. Un’eterna sperimentazione che diventa il massimo capolavoro di Eiji Aonuma.

1. Baldur’s Gate 3

migliori videogiochi del 2023: Baldur's Gate 3

Ci sono videogame che sono delle nicchie per definizione. I videogiochi di ruolo hanno sempre goduto di una solida fanbase, ma difficilmente hanno potuto competere con i numeri mostruosi dei generi più casual. Se un GDR è in grado di spezzare questo trend, allora non può che essere il miglior videogioco dell’anno 2023, e probabilmente qualcosa di più.

Baldur’s Gate 3 ha cambiato il modo di concepire il genere, ma anche i videogiochi anche se in termini diversi rispetto a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. BG3 è l’esperienza ruolistica definitiva: è stato capace di dare una reale libertà al videogiocatore e allo stesso tempo garantire una vera coerenza con le scelte intraprese. Ha quasi reso banale il concetto di libertà d’azione fino ad ora realizzato da qualsiasi altro videogame open world di questa generazione.

Baldur’s Gate 3 è meritatamente il Game of the Year 2023, ma è anche un punto di rottura rispetto a quanto visto fino ad oggi. Un nuovo standard che in questo momento sembra impossibile superare.

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I giochi in uscita questa settimana: arriva Super Mario RPG

La terza settimana di novembre 2023 amplia la vasta libreria dei videogiochi in uscita quest’anno con il ritorno di vecchie glorie e interessanti spin-off. Tra tutti arriva anche Super Mario RPG.

Super Mario RPG è il remake dell’iconico videogioco per Super Nintendo del 1996, noto anche con il suo titolo statunitense di Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars. Super Mario RPG è in uscita oggi 17 novembre 2023 in esclusiva per Nintendo Switch.

Un altro titolo che fa leva sulla nostra nostalgia, ma sicuramente con minori volontà di eccellere, è UFO Robot Goldrake Il Banchetto dei Lupi. Un videogioco d’azione che Microids ha pensato soprattutto per i fan. Il titolo è già disponibile per PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series S/X.

Per gli amanti degli spin-off invece esce questa settimana Persona 5 Tactica, un gioco di ruolo strategico prodotto da Atlus e ambientato nel mondo di Persona 5 già disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series S/X, ma anche su Xbox Game Pass (console e PC). Per rimanere in tema di spin-off, oggi è anche il giorno di Assassin’s Creed Nexus che porta le avventure Ubisoft su Realtà Virtuale in esclusiva per i dispositivi famiglia Meta Quest.

Infine, citiamo l’uscita questa settimana di Hogwarts Legacy anche su Nintendo Switch e di un hardware: Atari 2600+ sbarca sul mercato videoludico portando con sé i videogiochi per Atari 2600 e Atari 7800 al costo di 120,99 euro.

E voi, cosa giocherete nel weekend?

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Cocoon – Recensione

Cocoon è un esordio decisamente atipico per Geometric Interactive. Contrariamente a quanto accade per le opere prime, che devono essere preparatorie per mostrare ciò che i creativi sono in grado e desiderano fare, Cocoon si trova nell’ambigua posizione per cui deve essere una conferma per gli appassionati del genere.

Questa strana dicotomia è dovuta alla mente sopra il progetto: Jeppe Carlsen, ex direttore del gameplay per le avventure Playdead, casa di sviluppo che ha dato alla luce due tra gli indie più iconici dello scorso decennio: Limbo e Inside.

Un esordio che, contrariamente a quanto succede il più delle volte, risalta la profonda conoscenza che il team e il director possiedono sul genere e che fa scuola nelle meccaniche e nella varietà di idee: come leggerete in questa recensione di Cocoon, da adesso in poi gli indie puzzle-adventures dovranno confrontarsi con questa produzione, sia per quanto riguarda il gameplay, sia dal punto di vista stilistico e atmosferico.

Recensione Cocoon: sfera

Design sottrattivo stratificato

Impossibile, parlandone, non far evincere le somiglianze di Cocoon con le ultime due produzioni del lead designer: Jeppe Carlsen, ma anche con le opere interattive del maestro giapponese Fumito Ueda, traslatore, in un certo senso del design sottrattivo nei videogames. Sia le produzioni Playdead che l’esordio di Geometric interactive, infatti, sono dei puzzles con una trama appena accennata, che ama lasciarsi interpretare, immersi in un atmosfera cupa e a tratti horror (anche se la produzione Geometric Interactive si lascia influenzare da delle suggestioni talvolta più colorate).

È nelle differenze, però, che emerge il vero sprito di Cocoon: la più evidente è senza dubbio il passaggio dalla scelta del 2D dei lavori precedenti, al 3D low-poly del gioco in questione. La stratificazione che ne consegue è iterata anche nel videogioco, grazie alla meccanica delle sfere, centrale nel gameplay e nella risoluzione dei puzzle.

Il gameplay è assolutamente ridotto all’osso: per giocare a Cocoon è sufficiente premere un solo tasto. Anche i puzzle risulteranno raramente una sfida vera e propria, risolvendosi gradualmente mentre procediamo nel mondo di gioco, quasi guidati dall’invisibile mano dei designer che conoscono i nostri movimenti ancora prima che noi possiamo compierli.

Il videogiocatore è indotto a uno stato quasi meditativo mentre compie azioni inconsciamente, quasi sapesse come muoversi all’interno di un mondo che riesce a comunicarci senza uso di parole o dialoghi. Nessun HUD sarà mai presente. Persino al primo avvio del software non ci sarà concesso nemmeno di curiosare nelle impostazioni, ma verremo catapultati direttamente all’interno del gioco.

Eccellente a questo proposito il lato acustico, con un sound design complesso e ben curato che accentua i momenti di “Eureka” del giocatore in modo acuto, o il senso di meraviglia che si prova quando si penetra in una nuova sfera (o ne si esce).

Recensione Cocoon: gameplay

Non solo sottrazioni

Cocoon è il brillante risultato di un design sottrattivo. Tuttavia, non bisogna illudersi che a furia di sottrazioni il titolo rischi di essere eccessivamente semplice o ridondante nelle soluzioni proposte al giocatore. È vero, gli enigmi non sono mai (o quasi) veramente impegnativi, ma ciò è dovuto più ad una ponderata scelta autoriale piuttosto che a una mancanza del team

Come già accennato, il gioco riesce a indurre il giocatore in uno stato di trance – motivo per cui è comune sentire di esperienze di giocatori che l’hanno terminato tutto d’un fiato, me compreso – per cui nello stesso modo in cui il nostro alter-ego, un insetto antropomorfo dotato di ali, ma incapace di volare, sembra esser perfettamente a conoscenza dio ciò che gli accade attorno e della strada necessaria per raggiungere il suo obiettivo, così anche il videogiocatore se ne illude muovendosi inconsciamente nella direzione giusta per giungere al finale (e anche a questo proposito potrebbe esserci qualche sorpresa).

Le boss fight sono sporadiche ma tutte valide, aggiungendo varietà al gameplay e spezzando bene il ritmo, segnando la fine di una sezione e l’inizio della successiva. Morire è impossibile, e nessuna di questa risulterà mai essere un vero ostacolo, ma è altrettanto impossibile non apprezzarne la qualità e varietà.

Persino la modellazione poligonale, per quanto limitata ed estremamente lowPoly, all’insegna del design minimale dell’intera esperienza, riesce a conferire un’atmosfera unica e immediatamente riconoscibile, che potrebbe ricordare a qualcuno le atmosfere biomeccaniche di Giger, ma con una vena più fumettosa e decisamente meno puramente horror.

Conclusione

Cocoon è un esperimento decisamente riuscito, con delle atmosfere uniche ed evocanti, ma che trova il suo apice in un gameplay assolutamente travolgente, per quanto minimale, che induce il giocatore in una sorta di trance videoludica in cui l’unica possibile scelta e continuare a giocare nella speranza di poter comprendere almeno in parte il senso delle suggestioni apparse a schermo.

Jeppe Carlsen si rinconferma un maestro del genere, e tutte le future produzioni del genere dovranno scontrarsi con l’inevitabile confronto di quello che è un’opera imperdibile per gli amanti del genere.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, Switch, PC, PS4, Xbox One
  • Data uscita: 29/09/2023
  • Prezzo: 22,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PC