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Metal Gear Solid Delta: Snake Eater conferma la sua data d’uscita

Il PlayStation State of Play ha permesso a Metal Gear Solid Delta: Snake Eater di mostrarsi ancora una volta. Un nuovo trailer ha confermato la data di uscita: il 28 agosto 2025 Metal Gear Solid Delta arriverà su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

Il video ci ha anche fatto conoscere, nuovamente, i membri dell’Unità Cobra e ha rivelato il ritorno dello special game: “Snake vs Moneky”. Quest’ultimo sarà disponibile, per ora, solo su PlayStation e PC (nuove comunicazioni arriveranno anche per la versione Xbox).

Lo showcase di PlayStation è servito anche per dare il via ai preordini per tutte le edizioni digitali e fisiche del gioco, che ricordiamo essere il remake di Metal Gear Solid 3: Snake Eater, l’opera di Hideo Kojima che debuttò nel 2004 su PlayStation 2.

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Age of Empires: due videogiochi finalmente arrivano anche su PlayStation

La saga di Age of Empires approda su nuovi lidi. Dopo anni di attesa, due capitoli storici del franchise arriveranno finalmente su PlayStation 5. Age of Empires su Sony PlayStation diventa quindi una realtà con l’annuncio ufficiale di Age of Mythology: Retold e Age of Empires II: Definitive Edition, che verranno rilasciati sulla console Sony nei prossimi mesi.

L’annuncio arriva in un periodo d’oro per il brand, che ha raggiunto 60 milioni di giocatori in tutto il mondo. I due titoli saranno disponibili con tutti i contenuti e gli aggiornamenti già presenti sulle altre piattaforme, supportando anche il cross-play per permettere ai giocatori di sfidarsi indipendentemente dal sistema utilizzato.

Due titoli strategici in arrivo su PS5

Il primo gioco ad arrivare su PlayStation 5 sarà Age of Mythology: Retold, previsto per il 4 marzo. Il titolo, oltre a una grafica migliorata, porterà con sé l’espansione Immortal Pillars, che introdurrà il pantheon cinese, nuove unità mitologiche e mappe inedite. I preordini sono già aperti, con la Premium Edition che includerà automaticamente l’espansione al momento del lancio.

In primavera, invece, toccherà a Age of Empires II: Definitive Edition fare il suo debutto su PS5. Questa versione include tutte le espansioni pubblicate fino a oggi, garantendo un’esperienza completa e fedele alla sua controparte PC e Xbox.

Il futuro di Age of Empires

L’arrivo di Age of Empires PlayStation segna un momento storico per il franchise, che continua a espandersi su nuove piattaforme. Oltre ai due titoli in arrivo su PS5, il 2025 vedrà il lancio di nuovi contenuti per Age of Empires IV, con due espansioni previste, tra cui Knights of Cross and Rose in primavera. Anche Age of Empires Mobile riceverà aggiornamenti significativi, con eventi speciali e nuove campagne.

Con questa espansione strategica, Microsoft e il team di sviluppo dimostrano la volontà di rendere Age of Empires un brand accessibile a un pubblico sempre più ampio, mantenendo al tempo stesso l’altissima qualità dei suoi titoli.

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Take-Two conferma la data di uscita di GTA 6, atteso quest’anno

Riportando i risultati finanziari del terzo trimestre terminato il 31 dicembre 2024, Rockstar ha confermato la data di uscita di GTA 6 per l’autunno 2025 su PlayStation 5 e Xbox Series X e S. Ciò significa che, almeno per il momento, GTA 6 è ancora in linea con la finestra di lancio precedentemente annunciata e non ha subito ritardi.

Parlando con IGN prima della pubblicazione del rapporto finanziario, il CEO di Take-Two, Strauss Zelnick, ha dichiarato che, sebbene ci sia sempre il rischio di uno slittamento, la società si sente “davvero fiduciosa riguardo all’uscita nell’autunno 2025”.

“C’è sempre il rischio di uno slittamento e penso che non appena pronunci parole come assolutamente, porti sfortuna”, ha risposto Zelnick quando IGN gli ha chiesto quanto fosse sicuro che Rockstar rispettasse la data di uscita di GTA 6. Ha poi aggiunto: “Quindi ci sentiamo davvero bene a riguardo”.

Quando gli è stato chiesto un aggiornamento sullo stato dello sviluppo di GTA 6, Zelnick è rimasto piuttosto riservato: “Penso che il gioco sia atteso con impazienza sia internamente che esternamente”, ha detto. “Sappiamo che Rockstar punta alla perfezione. Non proclamo mai il successo prima che si verifichi. Mi piace dire che l’arroganza è il nemico del successo continuo, quindi siamo tutti vigili, guardandoci le spalle e consapevoli che la concorrenza non dorme. Tutta la nostra azienda è super entusiasta”.

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Animus Hub: come funziona la nuova piattaforma per Assassin’s Creed

Il 20 marzo 2025, con il lancio di Assassin’s Creed Shadows, debutterà l’Animus Hub, una piattaforma progettata per offrire un accesso unificato ai giochi della saga. Scopriamo Animus Hub come funziona e quali funzionalità mette a disposizione dei giocatori.

Un’esperienza connessa e fluida

Animus Hub rappresenta un punto di ingresso immediato all’universo di Assassin’s Creed, consentendo ai giocatori di esplorare una linea temporale dei protagonisti della serie, sbloccare ricompense gratuite e accedere a missioni aggiuntive in Assassin’s Creed Shadows. L’interfaccia del Hub è immersa nel “Dark Animus”, un ambiente che introduce nuovi elementi narrativi.

Ubisoft ha progettato questa piattaforma per esaltare il ruolo dell’Animus, la tecnologia presente nella serie di Assassin’s Creed che consente di rivivere le memorie genetiche degli antenati, rendendola centrale sia nella narrazione della saga che nell’esperienza di gioco futura.

Animus Hub: Funzionalità

Le funzionalità principali dell’Animus Hub

L’Animus Hub si articola in quattro sezioni principali:

  • Memories: permette di accedere ai momenti chiave della serie e rivivere avventure passate.
  • Projects: introduce nuove missioni giocabili, con contenuti aggiornati e sfide inedite.
  • Exchange: offre uno spazio per ottenere e scambiare ricompense gratuite.
  • Vault: una raccolta di elementi della storia moderna, disponibile sia nel gioco che nell’Hub.
Animus Hub: Shadows Projects

Accessibilità e supporto

L’Animus Hub sarà disponibile su tutte le piattaforme, tra cui Xbox Series X/S, PlayStation 5, Ubisoft+, Amazon Luna e PC, integrandosi completamente con Assassin’s Creed Shadows. Tuttavia, non sarà un launcher indipendente e non supporterà titoli della saga precedenti ad Assassin’s Creed Origins.

Tutti i contenuti del Hub, comprese le ricompense, saranno gratuiti e sbloccabili attraverso il completamento di missioni. Gli Animus Keys, necessari per accedere ad alcune funzionalità, potranno essere ottenuti solo giocando, senza necessità di acquisti in-game.

L’Animus Hub funziona anche offline, con alcune funzionalità limitate, mentre per accedere a contenuti in tempo reale come gli eventi e gli aggiornamenti, sarà necessaria una connessione a Internet.

Con il lancio di Assassin’s Creed Shadows, Ubisoft prevede di espandere ulteriormente l’Hub con nuovi contenuti e aggiornamenti costanti, rendendolo un punto di riferimento per tutti gli appassionati della saga.

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Ninja Gaiden 4: “Le avversità sono il concetto chiave di questo gioco”

Durante l’ultimo Xbox Developer Direct, il team di Team NINJA ha svelato nuovi dettagli su Ninja Gaiden 4, sottolineando che le avversità rappresentano il concetto chiave del gioco. Dalla fase iniziale alla conclusione di ogni livello, ogni elemento di gioco è stato progettato per mettere alla prova le abilità del protagonista, Yakumo, e mantenere alta la tensione.

Un equilibrio tra tradizione e innovazione

Ninja Gaiden 4 introduce nuove meccaniche, come l’uso di fili e rotaie per la traversata, che arricchiscono l’esperienza senza compromettere l’essenza hardcore della serie. “Abbiamo voluto mantenere la tensione aggiungendo elementi ad alta velocità, come le azioni su rotaia e filo, per aumentare la sfida continua”, ha dichiarato il producer Nakao.

L’ambientazione cyberpunk di Tokyo, caratterizzata da una pioggia densa e carica di miasma del Dark Dragon, contribuisce a creare un’atmosfera cupa e intensa. Nakao ha sottolineato il lavoro svolto sugli effetti visivi, come la resa della pioggia sui personaggi e le superfici, per garantire un impatto visivo fedele allo stile della serie.

Un livello di difficoltà senza compromessi

La difficoltà rimane un punto centrale in Ninja Gaiden 4, con un equilibrio tra attacco e difesa che premia la precisione e la strategia. Nakao ha affermato che il gioco trae ispirazione dal livello di sfida di Ninja Gaiden 2, integrando nuove dinamiche che renderanno l’esperienza più appagante per i veterani e accessibile ai nuovi giocatori.

“I nemici sono maestri della difesa e dell’aggressione implacabile, ma il giocatore non avrà mai la sensazione di uno svantaggio ingiusto”, ha spiegato Nakao, sottolineando la filosofia di bilanciamento che ha caratterizzato la saga sin dagli esordi.

Una delle novità più interessanti mostrate durante la presentazione è la Bloodraven Form, una tecnica che permette a Yakumo di manipolare il sangue proprio e dei nemici per creare armi letali. Questa trasformazione consente di effettuare mosse devastanti, come la Bloodbath Kill, capace di eliminare intere ondate di avversari con un solo colpo.

Ninja Gaiden 4 arriverà su Xbox Series X/S, PC, Steam e PlayStation 5, con disponibilità dal primo giorno su Game Pass.

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Clair Obscur Expedition 33: “Ogni personaggio può essere giocato in modi differenti”

Fin dalla sua prima apparizione all’Xbox Games Showcase, Clair Obscur Expedition 33 ha catturato l’attenzione per il suo stile visivo straordinario e le sue meccaniche di gioco diverse dal solito. Sandfall Interactive, il team dietro lo sviluppo, ha rivelato nuovi dettagli sul combat system durante il recente Developer Direct, sottolineando come ogni personaggio potrà essere giocato in modi differenti grazie a meccaniche uniche.

Un sistema di combattimento profondo e variegato

Clair Obscur Expedition 33 promette di offrire un gameplay strategico che combina elementi a turni con meccaniche in tempo reale come la parata e la schivata, garantendo un’azione dinamica e coinvolgente. Ogni personaggio dispone di uno stile di gioco specifico, con abilità e alberi di competenza personalizzabili.

“Non volevamo che il gioco fosse solo bello da vedere” ha dichiarato Guillaume Broche, CEO e Creative Director di Sandfall Interactive. “Ogni personaggio ha un proprio stile e può essere giocato in molti modi diversi, con meccaniche e alberi di abilità unici”.

Durante il Developer Direct, Sandfall Interactive ha mostrato come il sistema di personalizzazione permetta di configurare il proprio stile di gioco prima della battaglia. I Pictos, modificatori legati all’equipaggiamento, si evolvono in abilità passive chiamate Lumina, offrendo ulteriori opzioni tattiche dopo ogni quattro battaglie.

Personalizzazione e libertà strategica

Ogni personaggio introduce meccaniche esclusive che influenzano il gameplay. Lune, ad esempio, accumula “Stains” ogni volta che utilizza un’abilità, per poi sfruttarle in modi diversi durante il combattimento. Gustave, invece, possiede un braccio potenziato chiamato “Overcharged arm,” mentre Sciel utilizza cariche solari e lunari per potenziare le proprie abilità.

Broche ha spiegato come la varietà di equipaggiamenti e abilità permetterà ai giocatori di sperimentare combinazioni uniche, spingendoli a scoprire strategie sempre nuove. “Il sistema consente di creare build straordinarie, offrendo una profondità senza precedenti nel genere”.

Esplorazione e una mappa di gioco ispirata ai JRPG

Oltre al combattimento, Clair Obscur Expedition 33 presenta un mondo di gioco vasto e ricco di segreti. La mappa, ispirata ai classici JRPG, è stata progettata per offrire un senso di esplorazione e avventura. “Abbiamo voluto riportare la classica mappa di viaggio nei giochi di ruolo, dando ai giocatori la sensazione di intraprendere una vera e propria spedizione”, ha affermato Broche.

Clair Obscur Expedition 33 è atteso su Xbox Series X/S, PlayStation 5 e PC con un’uscita prevista nel 2025.

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DOOM: The Dark Ages, un ritorno alle brutali origini

Durante l’evento Xbox Developer Direct 2025, il team di id Software ha presentato DOOM: The Dark Ages, un prequel dei titoli acclamati DOOM (2016) e DOOM Eternal. Pensato per essere il capitolo più ambizioso della serie, il gioco introduce un’ambientazione dark fantasy che mescola elementi medievali con l’inconfondibile stile infernale della saga. L’obiettivo è offrire un’esperienza che coniuga l’azione brutale e viscerale tipica di DOOM con una nuova profondità narrativa e strategica.

Un ritorno alle origini, con nuove meccaniche

DOOM: The Dark Ages vuole offrire un’esperienza di combattimento più radicata e brutale, con un arsenale ampliato di armi e equipaggiamenti devastanti. Il team di sviluppo ha enfatizzato un approccio più strategico, rendendo il combattimento un “duello” piuttosto che una fuga frenetica. Tra le nuove armi spicca la Shield Saw, uno scudo-sega che consente di bloccare attacchi e decapitare nemici a distanza.

Oltre alla Shield Saw, i giocatori potranno utilizzare un enorme flail chiodato, un guanto elettrico in grado di paralizzare gli avversari e un possente maglio con effetti devastanti. DOOM: The Dark Ages punta a creare un loop di gioco fluido e coinvolgente, combinando attacco e difesa con nuove abilità melee. Ogni arma dispone di un set unico di upgrade e combinazioni di attacco, offrendo una vasta gamma di strategie di combattimento.

L’introduzione di elementi di combattimento corpo a corpo rappresenta un’importante evoluzione rispetto ai titoli precedenti, conferendo un ritmo più ponderato agli scontri. La possibilità di affrontare i nemici frontalmente, utilizzando armi medievali potenziate tecnologicamente, aggiunge una nuova dimensione tattica al gioco.

Ambientazioni oscure e immersive

L’esplorazione sembra essere un elemento chiave in DOOM: The Dark Ages, con livelli più aperti rispetto ai capitoli precedenti. Le ambientazioni includono foreste cupe, castelli imponenti e antichi campi di battaglia. I giocatori potranno muoversi liberamente, scegliendo quali obiettivi perseguire e scoprendo segreti nascosti.

Così come la frusta di Indiana Jones, uno degli strumenti fondamentali per l’esplorazione sarà ancora una volta la Shield Saw, utilizzata per attraversare crepacci, scalare pareti e aprire percorsi segreti. Il design di gioco è stato sviluppato per premiare la curiosità, offrendo loot e miglioramenti a chi si addentra nelle zone più nascoste del mondo di gioco. Inoltre, il videogioco prevede un sistema di progressione che incentiva l’esplorazione approfondita, con ricompense significative per chi si avventura fuori dai percorsi principali.

L’intero mondo di gioco è stato progettato con una cura, così definita, maniacale per i dettagli, offrendo scenari mozzafiato che combinano elementi gotici e futuristici in un mix unico e affascinante.

Storia e narrativa potenziata

Il comparto narrativo di DOOM: The Dark Ages sarà più accessibile, con cutscene d’impatto che portano in primo piano la storia del Doom Slayer. Il protagonista si troverà in un’epoca oscura, in cui il confine tra bene e male si assottiglia, mentre una minaccia antica minaccia di distruggere tutto.

“Abbiamo voluto creare un’esperienza che bilanciasse l’azione pura con una narrazione più strutturata,” ha dichiarato Hugo Martin, Game Director del titolo. La trama approfondirà le origini del Doom Slayer e il suo ruolo in un conflitto millenario tra forze demoniache e umane.

L’introduzione di nuovi personaggi e fazioni contribuirà a rendere la storia ancora più coinvolgente. Saranno presenti scene d’intermezzo curate nei minimi dettagli, capaci di immergere i giocatori nell’universo di DOOM come mai prima d’ora.

Uscita e piattaforme

DOOM: The Dark Ages sarà disponibile dal 15 maggio 2025 per Xbox Series X|S, Windows PC, Steam e PlayStation 5, con accesso immediato su Game Pass dal primo giorno. Grazie a Xbox Play Anywhere, i giocatori potranno godere del titolo su diverse piattaforme con salvataggi sincronizzati.

L’attesa è alta per questo nuovo capitolo, che promette di riportare la serie alle sue brutali origini, offrendo un mix di combattimento viscerale, esplorazione e narrativa immersiva. La possibilità di affrontare nuovi nemici di dimensioni epiche, di esplorare ambientazioni ricche di dettagli e di immergersi in una storia profonda renderanno DOOM: The Dark Ages un’esperienza imperdibile per i fan della serie e per i nuovi giocatori.

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Assassin’s Creed Shadows: “Non ci saranno punti di interesse ogni 50 metri”

Il nuovo capitolo della saga più importante di Ubisoft, Assassin’s Creed Shadows, introdurrà un approccio innovativo alla gestione del travel time, offrendo un mondo di gioco meno denso di punti di interesse rispetto al passato. Gli sviluppatori di Ubisoft hanno deciso di adottare una struttura che privilegia paesaggi più ampi e realistici, riducendo la presenza di obiettivi a breve distanza l’uno dall’altro.

Secondo il Creative Director di Assassin’s Creed Shadows, Jonathan Dumont: “Il tempo di percorrenza sarà differente: non ci saranno punti di interesse ogni 50 metri, ma paesaggi naturali più ampi e immersivi”. Questo cambiamento mira a offrire un’esperienza di viaggio più autentica e a migliorare il senso di esplorazione.

Un mondo più autentico e dettagliato

Assassin’s Creed Shadows è ambientato in un Giappone feudale ricreato con un livello di dettaglio mai visto prima nella serie. Gli sviluppatori hanno viaggiato in Giappone per studiare da vicino l’architettura e il paesaggio, scoprendo elementi sorprendenti come la densità delle foreste e la maestosità dei castelli.

Dumont ha spiegato che “i castelli sono enormi, molto più di quanto ci aspettassimo. Abbiamo dovuto ricalibrare la scala del gioco per rendere giustizia alla loro imponenza, mantenendo comunque un equilibrio tra esplorazione e narrazione”.

Il nuovo approccio alla distribuzione dei punti di interesse modifica profondamente il ritmo dell’esplorazione. I giocatori dovranno percorrere distanze maggiori tra un’area e l’altra, trovando ambientazioni più curate e dettagliate quando raggiungono una destinazione.

Gli sviluppatori hanno dichiarato di aver abbandonato l’idea di un mondo saturo di obiettivi immediati per dare spazio a un’esperienza più meditata. “Quando arrivi in un luogo, troverai molto più di quanto ti aspettassi, con contenuti ricchi e profondi”, ha affermato Dumont.

Assassin’s Creed Shadows promette di offrire una narrazione avvincente e un mondo di gioco ricco di dettagli, con una campagna principale che si stima durerà tra le 30 e le 60 ore. L’uscita è prevista per il 20 marzo 2025 su Xbox Series X/S, PlayStation 5 e PC, con la possibilità di preordinare l’edizione premium per accedere a contenuti esclusivi.

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The Blood of Dawnwalker: Vampiri, conflitti e un’Europa del XIV secolo

Rebel Wolves, lo studio fondato da Konrad Tomaszkiewicz, ha presentato nuove informazioni (e un video) su The Blood of Dawnwalker, il suo ambizioso action RPG ambientato in un XIV secolo alternativo. Il gioco mette i giocatori nei panni di Coen, un Dawnwalker, mentre affrontano vampiri e scelte morali in un mondo devastato da conflitti e pestilenze.

Vampiri e potere: un’Europa stravolta

Nel mondo di The Blood of Dawnwalker, l’umanità è piegata dalle conseguenze della peste nera e delle guerre. In questa Europa dilaniata, i vampiri hanno colto l’occasione per abbattere i signori feudali e reclamare il potere. A Vale Sangora, nei Carpazi, le leggende diventano realtà, trasformando i vampiri in dominatori e ridisegnando la storia.

Il protagonista, Coen, è un Dawnwalker: né completamente umano né vampiro. Questo status unico lo colloca al centro di una narrazione che intreccia scelte morali e gameplay innovativo. The Blood of Dawnwalker vampiri sarà il cuore pulsante dell’esperienza, con nemici letali e leader carismatici come Brencis, capo dei vampiri.

Scelte e gameplay: un sandbox narrativo

Konrad Tomaszkiewicz ha descritto il gioco come un sandbox narrativo, dove il tempo è una risorsa limitata. I giocatori avranno 30 giorni per salvare la famiglia di Coen o vendicare suo padre, affrontando missioni principali e secondarie interconnesse. Ogni scelta influirà sul destino del personaggio e del mondo.

Il ciclo giorno-notte gioca un ruolo chiave: Coen ottiene abilità diverse a seconda dell’ora, costringendo i giocatori a scegliere se combattere come umano o sfruttare i suoi poteri da vampiro.

The Blood of Dawnwalker è sviluppato con Unreal Engine 5 e sarà disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. L’uscita è prevista per il 2025, ma il primo filmato introduttivo, già online, offre uno sguardo a Coen, alla sua sorella Lunka e ai nemici che si frappongono sul loro cammino.

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Final Fantasy VII Rebirth – Recensione

Siamo ormai a gennaio e da poche settimane si è concluso il 2025. Come sempre questo periodo, per la comunità videoludica, è caratterizzato soprattutto dai Game Awards. Tra i giochi ad aver ricevuto il maggior numero di candidature troviamo, forse un po’ a sorpresa, Final Fantasy VII Rebirth. L’avventura Square ha anche saputo conquistare uno degli ambiti premi, quello relativo alla colonna sonora.

Cogliamo l’occasione per regalarvi la nostra recensione, frutto di un esame lungo ed approfondito del gioco. Sebbene Final Fantasy VII Rebirth sia uscito da diversi mesi, si è infatti trattato di uno dei giochi più importanti dell’anno e l’uscita ormai prossima del gioco in versione PC è un’ottima occasione per tornare a discuterne. Recuperiamo la nostra fida Spada Potens e immergiamoci nell’avventura!

La storia continua… e si evolve

La trama di Final Fantasy VII Rebirth riprende subito dopo la fine di Remake, con il famosissimo flashback narrato da Cloud ai suoi compagni alla città di Kalm. Da qui in poi, la trama si dirama riproponendo tutti gli eventi che in Final Fantasy 7 occupavano il primo CD. Sebbene la storia resti fedele al gioco originale, Square Enix ha deciso, come prevedibile, di inserire diversi elementi aggiuntivi e anche di effettuare alcuni cambiamenti.

Purtroppo, non sempre le scelte degli sceneggiatori hanno incontrato il nostro favore. Un plauso meritano sicuramente gli approfondimenti delle vicende legate a molti dei personaggi meno importanti, come ad esempio Dio e Don Corneo. Anche le trame legate alle missioni secondarie sono nel complesso ben pensate e contribuiscono a caratterizzare meglio l’universo di gioco.

Sfortunatamente, i cambiamenti inseriti nella trama generale non sono stati, a nostro giudizio, all’altezza del progetto. Soprattutto la parte finale inserisce tutta una serie di nuovi elementi che, oltre a risultare piuttosto confusionari, se mal gestiti nel prossimo capitolo, rischiano di stravolgere eccessivamente la storia originale. Senza fare troppi spoiler, basti sapere che Rebirth introduce l’ormai abusatissima idea di un multiverso costituito da tante realtà parallele.

A peggiorare le cose vi sono anche una serie di scene davvero troppo sopra le righe, come ad esempio quelle che coinvolgono le gigantesche Weapon. Intendiamoci, non siamo di fronte ad un disastro. La trama di Rebirth resta nel complesso bella ed appassionante e riesce a tenere viva l’attenzione anche dei veterani di Final Fantasy VII. I problemi di cui abbiamo discusso, tuttavia, impediscono alla storia di raggiungere le vette di eccellenza a l’ originale ci aveva abituati.

Una gioia per occhi e orecchie

Final Fantasy VII Rebirth

Partiamo da quello che è forse il maggior punto di forza del gioco, ovvero il suo comparto tecnico. Final Fantasy VII, sia dal punto di vista grafico che per quanto concerne il sonoro, è un’autentica meraviglia.

Square Enix è riuscita a regalare ai fan un mondo stupendo da guardare, realistico, coerente e più vivo che mai. Ogni elemento dell’enorme mappa di gioco di Final Fantasy VII Rebirth risulta infatti assolutamente credibile ed azzeccato e va a comporre uno degli open world più belli e divertenti da esplorare che abbiamo mai visto.

Ognuno dei continenti del gioco ha un aspetto e un paesaggio caratteristico e presenta dinamiche esplorative peculiari, quasi sempre legate ai simpatici chocobo. Tutti però risultano ugualmente magnifici da osservare. Anche i personaggi sono realizzati con grande cura e persino i vari abitanti delle città che andremo a visitare appaiono credibili e perfettamente inseriti nel mondo di gioco.

Come ci si poteva aspettare, Final Fantasy VII Rebirth mostra il meglio di sé durante le battaglie, che spesso si risolvono in uno spettacolare turbinio di luci ed effetti visivi mozzafiato, soprattutto durante l’uso delle invocazioni e delle abilità limite.

La colonna sonora, poi è un autentica meraviglia. Final Fantasy VII Rebirth presenta una serie di brani che, pur citando in maniera chiara il gioco originale, mantengono una loro forte originalità e caratterizzazione. Non mancano naturalmente anche alcune nuove tracce, che accompagnano i momenti più incalzanti della storia. Anch’ esse sono realizzate divinamente e si inseriscono perfettamente nell’atmosfera del gioco.

Particolarmente degna di nota è la musica che accompagna le nostre esplorazioni in quella che nell’episodio originale era la world map. Ognuna delle macro aree del gioco presenta infatti una diversa versione del tema originale di Final Fantasy VII, privilegiando un particolare passaggio del lungo brano.

C’è solo una piccola osservazione da fare. Se su PS5 Pro la grafica di Rebirth è un vero e proprio portento e mostra appieno il potenziale della macchina, le cose non vanno altrettanto bene su PS5. Qui infatti il motore grafico mostra il fianco più volte. Non solo gli sfondi talvolta perdono frame o risultano poco definiti, ma persino le espressioni e i visi dei personaggi in diverse occasioni perdono di definizione.

L’esplorazione in Final Fantasy VII Rebirth

Il gameplay di Final Fantasy VII Rebirth si svolge, fondamentalmente, in due fasi distinte: i momenti legati alla storia principale e l’esplorazione libera. Sebbene in queste due fasi la grafica e l’interfaccia di gioco restino identiche, l’esperienza del giocatore cambia completamente.

Le fasi legate alla storia sono molto simili a quanto visto in Final Fantasy VII Remake. Controllando uno dei personaggi del nostro party (di solito Cloud) dovremo recarci nei punti evidenziati sulla mappa, interagire con gli altri personaggi e seguire via via gli avvenimenti della trama del gioco. Queste fasi, sebbene più “guidate”, sono senza dubbio le più emozionanti e coinvolgenti del gioco.

Come già detto, gli eventi seguono in modo coerente quanto visto nell’originale FFVII, ma la storia viene enormemente espansa, approfondita ed attualizzata. Tutte le città che esploreremo hanno la loro particolare situazione, cha va ad intersecarsi con la politica delle due principali potenze del mondo, ovvero Midgar e Wutai.

Un mondo da esplorare

Oltre al comparto tecnico, l’aspetto più riuscito di Rebirth è indubbiamente l’esplorazione. Ognuna delle macro aree del gioco è estremamente vasta, caratteristica e divertente da esplorare. Le ambientazioni si sviluppano spesso anche in altezza ed in profondità, dunque sarà necessario visitare ogni angolo della mappa per essere sicuri di non aver tralasciato nulla.

Un grosso aiuto viene fornito, come anticipato, dai simpatici Chocobo. In ogni area è infatti presente una missione secondaria legata proprio ai mitici pennuti. Una volta completata, essa garantisce la possibilità di richiamare il nostro chocobo in ogni momento. A seconda dell’area, avremo a che fare con chocobo di colori differenti, dotati di abilità uniche. Ad esempio, il chocobo nero può scalare le pareti mentre quello azzurro è in grado di volare per brevi tratti. Inutile dire che vi sono numerose aree della mappa raggiungibili solo grazie ai nostri polli giganti.

Oltre ai chocobo, Cloud e soci possono contare anche su alcuni veicoli, nella fattispecie un fuoristrada, utile per esplorare il deserto di Corel e il Tiny Bronco, che fungerà da vera e propria nave per esplorare l’oceano. Anche le città risultano davvero ben realizzate e riescono ad essere fedeli alle ambientazioni originali e a risultare assolutamente moderne e al passo coi tempi. Proprio nelle città potremo accedere alla maggioranza delle missioni secondarie del gioco.

Tantissimo da fare

Oltre alla bellezza dell’ambientazione, un grande punto di forza di Final Fantasy VII Rebirth sta certamente nella qualità delle sue side quest. Nonostante la quantità di missioni presenti nel gioco sia elevatissima, Square Enix è riuscita nella difficile impresa di rendere questi compiti estremamente diversificati fra loro, evitando quella sensazione di ridondanza e noia che spesso affligge altri titoli open world.

Ogni area presenta una serie di missioni “standard”, legate al personaggio di Chadley, che prevedono l’attivazione delle torri, utili a sbloccare le porzioni di mappa nascoste, le cacce, la scoperta delle fonti Mako e gli altari degli Esper. Queste missioni sono legate al completamento dei dossier di Chadley, una sorta di enorme enciclopedia del mondo di Final Fantasy. Il completamento del dossier va a sbloccare anche una serie di scontri nella sezione battaglie simulate, tra le quali spiccano gli scontri coi giganteschi Esper. Ai fini dell’ottenimento della materia ad essi legata, gli Esper andranno sconfitti. Fortunatamente, sbloccando tutti gli altari è possibile accedere a scontri semplificati contro le nostre leggendarie invocazioni.

Un’altra categoria di missione molto interessante è costituita dai vestigi. Si tratta di compiti speciali, utili per sbloccare i resti di una misteriosa armatura. La cosa interessante è che ognuna di queste missioni è legata ad un particolare minigioco. Ad esempio, nell’area di Junon il nostro party deve cimentarsi in una versione moderna della battaglia di fort Condor, con tanto di personaggi super deformed quasi identici a quelli di FFVII!

Anche le varie missioni sbloccabili nelle città, denominate missioni tuttofare, sono nella maggior parte dei casi molto piacevoli e divertenti. Merita una missione anche Queen’s Blood, il gioco di carte collezionabili. Come avveniva in FF VIII e FFIX, Rebirth permette al giocatore di collezionare una serie di carte presenti in ogni città del mondo. Queste carte possono essere usate per sfidare altri giocatori. In questo modo otterremo nuove carte e potremo portare avanti la missione principale dedicata a questo minigioco.

Impossibile poi non citare il mitico Gold Saucer. Come i più già sapranno, si tratta di un gigantesco Casinò, nel quale i nostri eroi possono intrattenersi con tutta una serie di giochi a premi, tra cui spicca la corsa dei Chocobo, un vero e proprio gioco di corse in stile Mario Kart con campionati, corse e possibilità di scelta e personalizzazione dei Chocobo.

Tantissima carne al fuoco dunque e tutta di ottima qualità. Ci sentiamo di muovere una sola critica, legata proprio alle sovracitate missioni di Chadley. Il completamento del Dossier risulta infatti davvero eccessivamente lungo e macchinoso. Non sarà infatti sufficiente completare le varie cacce. Per sbloccare i combattimenti avanzati del simulatore il giocatore è costretto a riaffrontare numerose volte gli stessi mostri e in alcuni casi persino a soddisfare determinate condizioni. In un gioco tanto lungo e complesso, ci è sembrata una scelta eccessiva.

I combattimenti in Final Fantasy VII Rebirth

Final Fantasy non sarebbe Final Fantasy senza i suoi spettacolari combattimenti. Anche Rebirth, da questo punto di vista, non delude. Il gioco ripropone i combattimenti “ibridi” visti in remake. Una volta incontrato un nemico, i nostri personaggi si armano e la battaglia inizia immediatamente. Le sfide avvengono in tempo reale, con il giocatore che può sferrare attacchi, ricorrere all’abilità specifica del suo personaggio oppure mettersi in difesa per bloccare parte degli attacchi nemici.

Nel corso dello scontro la barra ATB va progressivamente riempiendosi. Una volta che una o più tacche sono piene, il giocatore, tramite apposito menù, può rinunciare alle frazioni di barra riempite per lanciare un incantesimo o ricorrere alle abilità ATB dei personaggi. Solo un personaggio alla volta viene controllato dal giocatore mentre gli altri sono utilizzati dalla CPU, ma è possibile passare in ogni momento da un personaggio all’altro.

Sebbene il Battle System risulti nel complesso efficace e divertente, abbiamo trovato i personaggi controllati dalla CPU fin troppo passivi. Raramente le loro azioni portavano al riempimento della barra ATB e spesso e volentieri siamo stati costretti a cambiare personaggio anche in momenti in cui ne avremmo fatto a meno. Non è nemmeno possibile fornire in maniera dettagliata istruzioni da seguire ai personaggi passivi. L’unica possibilità in questo senso è fornita dalla materia “automatizzante”, che fa in modo che i personaggi controllati dalla CPU attivino in automatico l’incantesimo associato una volta carico l’ATB.

Sono naturalmente presenti anche i comandi limiti e le invocazioni. I primi (due per personaggio) sono controllati da un’apposita barra, che va riempiendosi in base ai danni subiti. Le invocazioni invece possono essere evocate dopo il riempimento di un altro indicatore, legato al danno inflitto ai nemici. Una volta sul campo, come nel gioco precedente, è possibile controllarle passivamente utilizzando la nostra barra atb per attivare le loro abilità. Allo scadere del tempo, prima di congedarsi, il nostro esper scatena la sua tecnica speciale in un tripudio di luci esplosioni e danni.

Torna anche la meccanica della tensione. Infliggendo danni ai nemici e colpendo le loro debolezze, è possibile mandare il nemico in stato di tensione. Una volta che l’apposita barra sarà stata riempita, il nemico verrà stremato. In questa condizione il danno subito dai nemici verrà esponenzialmente aumentato.

Rispetto a Remake, Rebirth introduce gli attacchi sinergici. Sono particolari tecniche che possono essere eseguite da due personaggi in coppia. Alcune di queste abilità possono essere attivate in ogni momento della battaglia e consistono in semplici azioni combinate. Ad esempio Tifa è in grado di farsi lanciare in alto dai compagni in modo da poter attaccare anche i nemici volanti. Gli attacchi sinergici veri e propri invece necessitano dell’uso di alcune barre ATB e del soddisfacimento di alcune condizioni.

In definitiva, il combat systema di Final Fantasy VII Rebirth è davvero ricco, bilanciato e spettacolare. Unico neo è la sopracitata passività dei personaggi secondari. Tuttavia, si tratta più di un’impressione soggettiva che di un reale difetto del gioco, che non rovina minimamente il divertimento e la frenesia delle battaglie. Gli scontri coi boss, in particolare, come accadeva anche in Remake, raggiungono spesso vette di epicità notevoli, anche grazie al meraviglioso accompagnamento musicale.

Strategia e gestione dei personaggi

Come nel precedente gioco, la gestione delle abilità e dei potenziamenti dei nostri personaggi è ancora principalmente in mano al sistema delle materie. Per chi non lo sapesse si tratta di pietre magiche dai diversi colori. Ognuna di esse fornisce al nostro personaggio un potenziamento, sia esso una nuova abilità, l’accrescimento di una statistica, un incantesimo o un’abilità passiva.

Le armi e le armature che andremo ad assegnare ai personaggi dispongono di vari alloggiamenti per le materie. Dunque, in base alle nostre scelte, i nostri personaggi possono votarsi all’attacco e alla velocità piuttosto che alla cura dei compagni o all’uso degli incantesimi. Anche la scelta delle armi naturalmente, ancor più che delle loro statistiche, deve tener conto di quante materia possono alloggiare. Rebirth aggiunge comunque alcune novità.

Anzitutto, ogni arma dona al personaggio una nuova abilità, che si sblocca tramite il suo utilizzo ripetuto. Una volta padroneggiata, l’abilità potrà essere usata dal personaggio anche dopo che l’arma è stata sostituita. Inoltre, le armi donano anche alcune abilità passive. Sta al giocatore selezionare quelle che desidera attivare (la scelta di solito è tra due o tre abilità).

L’altra novità è la presenza dei manuali di guerra, che possono essere acquistati in alcuni negozi o sbloccati tramite il completamento di alcune missioni. Questi manuali sbloccano dei punti abilità che possono essere spesi all’interno di una sorta di diagramma per sbloccare varie abilità del personaggio. Questo sistema ricorda molto la sferografia di Final Fantasy X e dona un ulteriore tocco strategico al gioco, sebbene le scelte da operare spesso non siano così decisive nella definizione delle caratteristiche del nostro eroe.

La forza dei legami

Final Fantasy VII Rebirth

Ultimo elemento interessante del gioco è il livello di affinità che va a crearsi tra i personaggi. Parlando coi nostri compagni in determinate situazioni e svolgendo alcune missioni legate in modo particolare ad uno di loro, il giocatore ha la possibilità di accrescere il legame tra Cloud e i suoi compagni.

Come ricorderete, questo elemento era presente anche in Final Fantasy VII ed andava ad influenzare una famosa scena del gioco. Ebbene, la cosa si ripete anche qui. In base alle nostre scelte, Cloud rivivrà QUEL momento con un personaggio diverso (e credeteci, in un paio di casi la scena è davvero molto ben realizzata).

Oltre a questo, accrescere le affinità andrà anche a modificare vari dialoghi, permettendo un maggior approfondimento dei legami tra Cloud e gli altri personaggi. Sarà possibile accrescere l’affinità anche ricorrendo alle abilità sinergiche, ma si tratta di un processo davvero lungo e macchinoso.

Final Fantasy VII Rebirth in breve

In conclusione, Square Enix ha fatto davvero un ottimo lavoro. Questo secondo capitolo offre una versione moderna ed aggiornata della storia di Final Fantasy VII, che può essere apprezzata sia dai fan del gioco originale sia da chi non ha mai giocato un Final Fantasy.

Intendiamoci, non si tratta di un gioco perfetto. L’enorme quantità di cose da fare è sia un punto di forza che un difetto, poiché rende il completamento del gioco eccessivamente complesso. Per ottenere l’agognato platino sarà obbligatori o giocare il gioco più di una volta, oltre a completare per intero le missioni del dossier, davvero lunghe e macchinose.

Anche i cambiamenti effettuati sulla trama, come già detto, non ci hanno convinto. Sebbene sia comprensibile la decisione di modificare alcuni aspetti della storia, le modifiche inserite sono davvero caotiche e il ricorso a realtà parallele è sembrato fin troppo banale e scontato e rischia di creare un finale caotico e deludente.

Nel complesso comunque Rebirth è un’avventura davvero bella, tecnicamente all’avanguardia e divertente. Consigliamo assolutamente l’acquisto, soprattutto se disponete di una PS5 pro o di un PC sufficientemente potente.

Conclusione

Final Fantasy VII Rebirth è un’avventura enorme, stupenda da vedere, coinvolgente e divertente. Il tutto impreziosita da una colonna sonora eccezionale. Il battle system unisce in modo funzionale strategia e frenesia e la trama, nonostante alcune scelte discutibili, resta godibile e coinvolgente. Il mondo di gioco è vastissimo, ben caratterizzato e ricchissimo di cose da fare. Forse fin troppe cose, se si è amanti del completismo. Consigliamo sicuramente l’acquisto, soprattutto per quanto riguarda la versione PS5 Pro, tecnicamente ineccepibile.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PlayStation 5, PS5 Pro, PC
  • Data uscita: 29/02/2024
  • Prezzo: 55,70 €

Ho giocato e completato il gioco su PlayStation 5.