Stormind Games, lo studio italiano che ha prodotto la serie Remothered che ha contribuito alla realizzazione di alcuni episodi della serie Mafia, ha recentemente annunciato di aver ricevuto cospicui investimenti, che intende sfruttare per alcuni nuovi progetti. Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che, dopo l’horror A Quiet Place: The Road Ahead, quelli di Stormind siano al lavoro su un progetto che coinvolgerebbe una IP hollywoodiana.
In base a quanto dichiarato, la maggior parte dei finanziamenti proverrebbe dal family office Marsa Holding, che avrebbe ricevuto l’appoggio anche di Intesa Sanpaolo e Mediocredito Centrale. il CEO Antonio Cannata, il CEO di Stormind Games, si è detto estremamente soddisfatto degli accordi conclusi, che dovrebbero consentire a Stormind di accrescere la sua produzione e di riuscire a seguire più progetti contemporaneamente.
Nel 2002, il mondo dei videogiochi ha saputo dell’esistenza di una città di nome Brno e probabilmente qualcuno oltremare ha scoperto che esiste la Repubblica Ceca. Questa felice novità porta un nome sfortunatamente italiano: Mafia, un capolavoro ispirato alla malavita newyorkese degli anni 30. Ventitré anni dopo, nel 2025, Illusion Softworks è solo un ricordo e la serie Mafia deve praticamente ripartire, e lo fa proprio dalla Terra Madre.
Mafia e Mafia II sono due icone dei third person shooter. I primi anni 2000 hanno sfornato giochi indimenticabili e i primi due capitoli rientrano in questa lunga lista al fianco di videogiochi come GTA III e Max Payne. Da quest’ultimo dipende la grande fortuna di Mafia e Mafia II, mentre lo scimmiottare Grand Theft Auto – unito alla perdita del team originale – ha allontanato la fanbase da Mafia 3.
Nel 2025, Mafia riparte con Hangar 13, che dopo gli errori del terzo capitolo, e successivamente al lavoro su Mafia: Definitive Edition, torna sulla serie con un prequel significativo, che trascina gli eventi e il gameplay alle origini della saga, abbracciando una trama serrata e fitta di evoluzioni.
Sicilia bedda!
Mafia: Terra Madre racconta la Sicilia di inizio novecento. Il protagonista è Enzo Favara, che nel 1904 è un minatore in difficoltà, come tutta l’estrazione mineraria siciliana dell’epoca. Enzo sogna l’America, ma a causa di una serie di sfortunati eventi scappa dalla Sicilia orientale (o così sembra dato che carusu indica il lavoro minorile, ma fu un termine ampiamente usato da Giovanna Verga e ancora oggi in voga nel catanese) per finire nelle terre di Don Bernardo Torrisi, il cui doppiaggio è chiaramente palermitano.
Questi piccoli dettagli, difficili da carpire per chi non è siciliano, sono invece fondamentali per comprendere quanto tempo e amore, Hangar 13 abbia dedicato a una ricostruzione più fedele possibile della Terra Madre, anche grazie al supporto di Stormind Games (Remothered, A Quiet Place e soprattutto software house di Catania).
Il risultato di questa minuziosa ricerca è straordinario. La Sicilia di Mafia: Terra Madre è semplicemente la migliore mai vista in un videogioco. Ogni singolo particolare del gioco mi riporta all’Isola. I muretti e gli oliveti mi ricordano le strade sterrate di casa, mentre San Celeste mi richiama alla mente Erice. Ogni singola frase è doppiata divinamente. I buoni sono palermitani, i cattivi sono catanesi. Il risultato è esagerato, ma mai stucchevole. Una rappresentazione fedele, che vale da solo il prezzo del gioco.
Uomini d’onore
Mafia è una serie che fa della narrativa il suo punto di forza. Terra Madre percorre la stessa strada, a tratti esagerando, ma senza mai annoiare. Enzo persegue l’obiettivo di diventare capomafia dimostrando lealtà nei confronti di Don Torrisi, ma senza mai smettere di credere nell’amore impossibile per la figlia del boss, mentre si avvicina sempre di più la resa dei conti con i vecchi nemici lasciati nella pirrera. Il risultato non è eccelso ma nemmeno terribile: lento, troppo lento all’inizio. Banale alla fine, ma con i giusti ritmi nella parte centrale.
In generale, la trama è di gran lunga più interessante di tante produzioni degli ultimi anni e i personaggi sono ben caratterizati, anche quelli secondari: mafiosi fimminari e consiglieri di vecchio stampo mi hanno fatto vivere una trama passionale.
Dove purtroppo Mafia: Terra Madre non eccelle è nel voler sembra moderno a qualsiasi costo. L’opera fornisce tanto aiuto al videogiocatore e un’eccessiva mancanza di libertà. In molti capitoli, in totale 15, la trama è un vincolo insuperabile e si avanti nella quest principale (l’unica disponibile) quasi come in un gioco mobile: passo dopo passo senza la possibilità né la necessità di sentirsi liberi. Nonostante questa scelta permetta di immedesimarsi in Enzo, l’impossibilità, e inutilità, nel prendere strade secondarie (con addirittura un timer che ci impone di tornare nella strada della main quest) è snervante e anacronistico.
Armati fino ai denti
Un ragionamento simile può essere fatto sul gameplay, datato per questa epoca videoludica ma comunque solido. Oltre a parlare con gli npc, in Mafia: Terra Madre dovremo muoverci per l’Isola con cavalli o vetture e affrontare spietati nemici. In entrambi i casi, il risultato è vetusto, ma divertente.
Le auto di Terra Madre sono storicamente fedeli e come ogni Mafia avremo la possibilità di utilizzarle in gare all’interno della trama. Gli script non mancheranno, ma l’esperienza ricorda al meglio i primi capitoli della serie, dove lo spostamento in vettura era fondamentale.
Per quanto riguarda gli scontri bisogna invece distinguere tra quelli a fuoco e quelli con arma bianca. Tecnicamente Mafia: Terra Madre può essere gestito come un videogioco stealth, ma è proprio qui che il gioco mostra tutti i suoi limiti. In particolare, l’intelligenza artificiale è praticamente inesistente. Le ronde si muovono meccanicamente e troveremo persino delle casse in cui gettare i corpi, tutti uguali tra loro in qualsiasi ambientazione.
D’altra parte il gunplay è stimolante. Le armi sono diverse tra loro e i nemici picchiano duro. Uno scontro uno a molti non è banale e potrebbe costringervi a ricaricare il gioco più di una volta, cosa che vorrete evitare visti i caricamenti ingiustificatamente lunghi. Meno divertente è invece il duello con arma bianca. In questo caso, Enzo brandisce un coltello a scatto in uno scontro all’ultimo sangue. Tutto il gameplay si basa nello schivare e colpire con un paio di mosse: troppo facile e banale. Quello che doveva essere un momento epico, si trasforma in monotonia non necessaria.
Musica barocca
Se i momenti di noia sono pochi, un gran merito va alla splendida colonna sonora, fiore all’occhiello di questo capitolo. Ho ascoltato musiche capaci di immergerci in una Sicilia piena di voci e colore. Meno esemplare è invece il comparto grafico. In generale, i volti dei protagonisti sono ben realizzati e la qualità video è accettabile, ma non al passo coi tempi. Anche qui Mafia: Terra Madre ci riporta indietro di qualche anno. Con la giusta ottimizzazione, questo capitolo potrebbe tranquillamente girare su PlayStation 4 senza particolari differenze.
Mafia: Terra Madre è un gioco carico di alti e bassi. La Sicilia è meravigliosa e anche le sue colonne sonore. La trama funziona, ma non eccelle così come il gameplay dove un buon assortimento di armi e auto si mescolano con una pessima intelligenza artificiale. Questo capitolo è un ottimo punto di ripartenza della serie, che hai ritrovato tutti i punti cardine che hanno reso la saga così famosa. Purtroppo, il livello tecnico non è pari a quello artistico, ma Terra Madre merita di essere giocato e il risultato finale fa ben sperare per il futuro della serie.
7.5
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: Playstation 5, Xbox Series X|S, PC
Data uscita: 8 agosto 2025
Prezzo: 49,99 euro
Ho vissuto le vicende di Enzo Favara su Xbox Series X grazie a un codice gentilmente inviato dal publisher.
Hangar 13 ha pubblicato un nuovo gameplay di Mafia: Terra Madre, il capitolo ambientato in Sicilia agli inizi del ’900, in arrivo l’8 agosto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Il video, disponibile sul canale YouTube di IGN, mostra una missione completa tratta dal Capitolo 5, intitolata semplicemente Villa.
Nel filmato, il protagonista Enzo riceve ordini da Don Torrisi, che gli affida il compito di infiltrarsi nella villa del rivale Ludovici e “mandare un messaggio”. Un’azione che, secondo le parole del Don, deve dimostrare che sa “occuparsi sia della famiglia che degli affari”.
Furtività, fuoco e libertà d’azione
Il video offre uno sguardo concreto sulle meccaniche stealth e sulla libertà di approccio che il titolo concede. Prima dell’infiltrazione, Enzo sceglie il suo equipaggiamento: revolver, shotgun, fucile da caccia e granate. Si sposta a bordo di un’auto d’epoca, novità assoluta per l’epoca in cui il gioco è ambientato.
Una volta nei pressi della villa, il giocatore può decidere come procedere. Il video mostra un approccio furtivo, con eliminazioni silenziose tra le ombre. Quando l’allerta scatta, la scena si trasforma in un conflitto armato diretto, tra spari, coperture e esplosivi. Il passaggio tra le due modalità è fluido, senza stacchi o caricamenti.
Il setting siciliano dà al tutto una personalità forte. Luci calde, silenzi pesanti, e dettagli architettonici ben curati creano un’atmosfera densa. A impreziosire l’esperienza ci sono dialoghi credibili, accenti locali, e suoni ambientali studiati.