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Romeo is a Dead Man: il nuovo trailer mostra il lato più violento di Grasshopper Manufacture

Grasshopper Manufacture ha pubblicato un nuovo gameplay trailer di Romeo is a Dead Man, titolo annunciato come il più sanguinoso e stilizzato nella storia dello studio. Il video, della durata di appena un minuto, offre uno sguardo diretto sulle sequenze d’azione e sulle mosse non convenzionali che i giocatori potranno eseguire.

Il protagonista è Romeo Stargazer, giovane agente della divisione Space-Time dell’FBI. La sua vita cambia radicalmente quando un paradosso temporale lo salva dalla morte, trasformandolo in Dead Man. Con la maschera Dead Gear e un arsenale che unisce spade e armi da fuoco, Romeo affronta battaglie nello spazio subdimensionale, tra colpi rapidi e cambi di stile visivo.

Viaggi tra universi e sangue a fiumi

Il gameplay punta tutto sulla velocità e su meccaniche capaci di esaltare l’azione. Tra le novità spicca Bloody Summer, un attacco speciale che consente di eliminare istantaneamente i nemici utilizzando il sangue versato sul campo. Una scelta che rende l’esperienza ancora più cruda e spettacolare, coerente con la tradizione di Grasshopper Manufacture, famosa per il suo approccio eccessivo e creativo alla violenza videoludica.

La trama, oltre a inseguimenti e criminali interdimensionali, offre anche una motivazione personale: Romeo cerca disperatamente Juliet, la fidanzata scomparsa. Questo elemento narrativo promette di aggiungere pathos a una storia già carica di tensione e colpi di scena.

Il titolo arriverà nel 2026 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC (via Steam e Microsoft Store). Con la combinazione di azione ultraviolenta, viaggi dimensionali e uno stile registico in continua trasformazione, Romeo is a Dead Man si posiziona come uno dei giochi più attesi dagli amanti degli action estremi.

Per chi cerca esperienze videoludiche caratterizzate da combattimenti veloci, atmosfere dark e gameplay innovativo, questo progetto potrebbe rappresentare una delle uscite più importanti del 2026.

Cosa ne pensi del nuovo trailer di Romeo is a Dead Man? Ti incuriosiscono di più i combattimenti ultraviolenti o la trama legata al destino di Juliet?

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Mafia: Terra Madre – Recensione

Nel 2002, il mondo dei videogiochi ha saputo dell’esistenza di una città di nome Brno e probabilmente qualcuno oltremare ha scoperto che esiste la Repubblica Ceca. Questa felice novità porta un nome sfortunatamente italiano: Mafia, un capolavoro ispirato alla malavita newyorkese degli anni 30. Ventitré anni dopo, nel 2025, Illusion Softworks è solo un ricordo e la serie Mafia deve praticamente ripartire, e lo fa proprio dalla Terra Madre.

Mafia e Mafia II sono due icone dei third person shooter. I primi anni 2000 hanno sfornato giochi indimenticabili e i primi due capitoli rientrano in questa lunga lista al fianco di videogiochi come GTA III e Max Payne. Da quest’ultimo dipende la grande fortuna di Mafia e Mafia II, mentre lo scimmiottare Grand Theft Auto – unito alla perdita del team originale – ha allontanato la fanbase da Mafia 3.

Nel 2025, Mafia riparte con Hangar 13, che dopo gli errori del terzo capitolo, e successivamente al lavoro su Mafia: Definitive Edition, torna sulla serie con un prequel significativo, che trascina gli eventi e il gameplay alle origini della saga, abbracciando una trama serrata e fitta di evoluzioni.

Mafia: Terra Madre Recensione: Punciuta

Sicilia bedda!

Mafia: Terra Madre racconta la Sicilia di inizio novecento. Il protagonista è Enzo Favara, che nel 1904 è un minatore in difficoltà, come tutta l’estrazione mineraria siciliana dell’epoca. Enzo sogna l’America, ma a causa di una serie di sfortunati eventi scappa dalla Sicilia orientale (o così sembra dato che carusu indica il lavoro minorile, ma fu un termine ampiamente usato da Giovanna Verga e ancora oggi in voga nel catanese) per finire nelle terre di Don Bernardo Torrisi, il cui doppiaggio è chiaramente palermitano.

Questi piccoli dettagli, difficili da carpire per chi non è siciliano, sono invece fondamentali per comprendere quanto tempo e amore, Hangar 13 abbia dedicato a una ricostruzione più fedele possibile della Terra Madre, anche grazie al supporto di Stormind Games (Remothered, A Quiet Place e soprattutto software house di Catania).

Il risultato di questa minuziosa ricerca è straordinario. La Sicilia di Mafia: Terra Madre è semplicemente la migliore mai vista in un videogioco. Ogni singolo particolare del gioco mi riporta all’Isola. I muretti e gli oliveti mi ricordano le strade sterrate di casa, mentre San Celeste mi richiama alla mente Erice. Ogni singola frase è doppiata divinamente. I buoni sono palermitani, i cattivi sono catanesi. Il risultato è esagerato, ma mai stucchevole. Una rappresentazione fedele, che vale da solo il prezzo del gioco.

Uomini d’onore

Mafia è una serie che fa della narrativa il suo punto di forza. Terra Madre percorre la stessa strada, a tratti esagerando, ma senza mai annoiare. Enzo persegue l’obiettivo di diventare capomafia dimostrando lealtà nei confronti di Don Torrisi, ma senza mai smettere di credere nell’amore impossibile per la figlia del boss, mentre si avvicina sempre di più la resa dei conti con i vecchi nemici lasciati nella pirrera. Il risultato non è eccelso ma nemmeno terribile: lento, troppo lento all’inizio. Banale alla fine, ma con i giusti ritmi nella parte centrale.

In generale, la trama è di gran lunga più interessante di tante produzioni degli ultimi anni e i personaggi sono ben caratterizati, anche quelli secondari: mafiosi fimminari e consiglieri di vecchio stampo mi hanno fatto vivere una trama passionale.

Dove purtroppo Mafia: Terra Madre non eccelle è nel voler sembra moderno a qualsiasi costo. L’opera fornisce tanto aiuto al videogiocatore e un’eccessiva mancanza di libertà. In molti capitoli, in totale 15, la trama è un vincolo insuperabile e si avanti nella quest principale (l’unica disponibile) quasi come in un gioco mobile: passo dopo passo senza la possibilità né la necessità di sentirsi liberi. Nonostante questa scelta permetta di immedesimarsi in Enzo, l’impossibilità, e inutilità, nel prendere strade secondarie (con addirittura un timer che ci impone di tornare nella strada della main quest) è snervante e anacronistico.

Mafia: Terra Madre Recensione: Processione

Armati fino ai denti

Un ragionamento simile può essere fatto sul gameplay, datato per questa epoca videoludica ma comunque solido. Oltre a parlare con gli npc, in Mafia: Terra Madre dovremo muoverci per l’Isola con cavalli o vetture e affrontare spietati nemici. In entrambi i casi, il risultato è vetusto, ma divertente.

Le auto di Terra Madre sono storicamente fedeli e come ogni Mafia avremo la possibilità di utilizzarle in gare all’interno della trama. Gli script non mancheranno, ma l’esperienza ricorda al meglio i primi capitoli della serie, dove lo spostamento in vettura era fondamentale.

Per quanto riguarda gli scontri bisogna invece distinguere tra quelli a fuoco e quelli con arma bianca. Tecnicamente Mafia: Terra Madre può essere gestito come un videogioco stealth, ma è proprio qui che il gioco mostra tutti i suoi limiti. In particolare, l’intelligenza artificiale è praticamente inesistente. Le ronde si muovono meccanicamente e troveremo persino delle casse in cui gettare i corpi, tutti uguali tra loro in qualsiasi ambientazione.

D’altra parte il gunplay è stimolante. Le armi sono diverse tra loro e i nemici picchiano duro. Uno scontro uno a molti non è banale e potrebbe costringervi a ricaricare il gioco più di una volta, cosa che vorrete evitare visti i caricamenti ingiustificatamente lunghi. Meno divertente è invece il duello con arma bianca. In questo caso, Enzo brandisce un coltello a scatto in uno scontro all’ultimo sangue. Tutto il gameplay si basa nello schivare e colpire con un paio di mosse: troppo facile e banale. Quello che doveva essere un momento epico, si trasforma in monotonia non necessaria.

Musica barocca

Se i momenti di noia sono pochi, un gran merito va alla splendida colonna sonora, fiore all’occhiello di questo capitolo. Ho ascoltato musiche capaci di immergerci in una Sicilia piena di voci e colore. Meno esemplare è invece il comparto grafico. In generale, i volti dei protagonisti sono ben realizzati e la qualità video è accettabile, ma non al passo coi tempi. Anche qui Mafia: Terra Madre ci riporta indietro di qualche anno. Con la giusta ottimizzazione, questo capitolo potrebbe tranquillamente girare su PlayStation 4 senza particolari differenze.

Mafia: Terra Madre è un gioco carico di alti e bassi. La Sicilia è meravigliosa e anche le sue colonne sonore. La trama funziona, ma non eccelle così come il gameplay dove un buon assortimento di armi e auto si mescolano con una pessima intelligenza artificiale. Questo capitolo è un ottimo punto di ripartenza della serie, che hai ritrovato tutti i punti cardine che hanno reso la saga così famosa. Purtroppo, il livello tecnico non è pari a quello artistico, ma Terra Madre merita di essere giocato e il risultato finale fa ben sperare per il futuro della serie.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: Playstation 5, Xbox Series X|S, PC
  • Data uscita: 8 agosto 2025
  • Prezzo: 49,99 euro

Ho vissuto le vicende di Enzo Favara su Xbox Series X grazie a un codice gentilmente inviato dal publisher.

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Pragmata: Capcom mostra il nuovo gameplay alla Gamescom 2025

Capcom porta finalmente Pragmata nelle mani del pubblico. Dopo una lunga attesa, il titolo è giocabile per la prima volta a Gamescom 2025, dove i fan hanno potuto scoprire nuovi elementi del gameplay di Pragmata, cuore dell’esperienza sci-fi più ambiziosa degli ultimi anni.

I protagonisti Hugh e Diana affrontano la fuga da una stazione lunare, scenario che ospita minacce create dalla Delphi Corporation. Tra queste spiccano i Walkers, androidi derivati dalla serie M4, originariamente sviluppati come supporto agli umani ma trasformati in pericolosi avversari capaci di muoversi in condizioni di bassa gravità.

Gameplay Pragmata: nuove abilità e combattimenti

Uno dei momenti più intensi riguarda lo scontro con il SectorGuard, boss appartenente alla linea militare S-35. Questo enorme androide monta moduli sferici armati con armi guidate e balistiche a gravità ridotta. I giocatori dovranno sfruttare i propulsori di Hugh per evitare i colpi, mentre Diana si occuperà di violarne i sistemi difensivi.

La novità più significativa è l’introduzione dell’abilità Overdrive Protocol. Una volta caricata la barra, Diana potrà hackerare più nemici contemporaneamente, aprendo le armature e bloccandone i movimenti. Un potere devastante, da gestire con tempismo e strategia.

Al fianco di questa meccanica troviamo i Hack Nodes, elementi ambientali che aggiungono profondità al sistema di combattimento. Attivandoli, i giocatori riducono temporaneamente le difese avversarie, creando nuove opportunità tattiche. Il Decode Node, ad esempio, permette di abbassare la resistenza dei nemici per un periodo limitato. Queste opzioni rendono il gameplay di Pragmata più vario e strategico, unendo azione e pianificazione.

Oltre alla prova diretta in fiera, Capcom ha lanciato un minigioco online di hacking, disponibile sul sito ufficiale. In questo modo, anche chi non è a Colonia può testare le nuove meccaniche.

Il lancio di Pragmata è previsto nel 2026 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC. La demo presentata a Gamescom segna un passo cruciale nella comunicazione del progetto, accendendo l’hype e confermando le ambizioni di Capcom per il mercato sci-fi.

Con un mix di adrenalina, hacking e boss fight spettacolari, il gameplay Pragmata promette di offrire un’esperienza diversa dalle solite produzioni del genere.

E tu cosa ne pensi: il nuovo gameplay di Pragmata ti convince abbastanza da inserirlo nella lista dei giochi più attesi del 2026?

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Mafia: Terra Madre mostra finalmente il proprio gameplay tra furtività, piombo e onore

Hangar 13 ha pubblicato un nuovo gameplay di Mafia: Terra Madre, il capitolo ambientato in Sicilia agli inizi del ’900, in arrivo l’8 agosto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Il video, disponibile sul canale YouTube di IGN, mostra una missione completa tratta dal Capitolo 5, intitolata semplicemente Villa.

Nel filmato, il protagonista Enzo riceve ordini da Don Torrisi, che gli affida il compito di infiltrarsi nella villa del rivale Ludovici e “mandare un messaggio”. Un’azione che, secondo le parole del Don, deve dimostrare che sa “occuparsi sia della famiglia che degli affari”.

Furtività, fuoco e libertà d’azione

Il video offre uno sguardo concreto sulle meccaniche stealth e sulla libertà di approccio che il titolo concede. Prima dell’infiltrazione, Enzo sceglie il suo equipaggiamento: revolver, shotgun, fucile da caccia e granate. Si sposta a bordo di un’auto d’epoca, novità assoluta per l’epoca in cui il gioco è ambientato.

Una volta nei pressi della villa, il giocatore può decidere come procedere. Il video mostra un approccio furtivo, con eliminazioni silenziose tra le ombre. Quando l’allerta scatta, la scena si trasforma in un conflitto armato diretto, tra spari, coperture e esplosivi. Il passaggio tra le due modalità è fluido, senza stacchi o caricamenti.

Il setting siciliano dà al tutto una personalità forte. Luci calde, silenzi pesanti, e dettagli architettonici ben curati creano un’atmosfera densa. A impreziosire l’esperienza ci sono dialoghi credibili, accenti locali, e suoni ambientali studiati.

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Donkey Kong Bananza è ora disponibile: voti altissimi della critica specializzata

Esce oggi Donkey Kong Bananza, il primo gioco in esclusiva per Nintendo Switch 2. Il videogioco del simpatico gorilla è stato presentato dalla casa nipponica poco alla volta per poi esplodere in tutti i suoi colori e varietà a poche settimane dall’uscita.

Chi, come noi, ha avuto modo di provare Donkey Kong Bananza durante gli eventi dedicati, ha potuto godere solo di una parte del gioco. Il nuovo DK, sviluppato da Nintendo EPD (Super Mario Odyssey), è nato per essere una killer app. E i voti della stampa, fino a questo momento, lo sembrano confermare.

Nel momento in cui scriviamo, Donkey Kong Bananza ha uno score su Metacritic di 91/100 basato su 83 recensioni della stampa specializzata e il badge “Metascore Must Play”. Tra tutti spicca il voto di IGN che ha assegnato il perfect score, 100/100, mentre i nostri colleghi di Multiplayer.it hanno attributo un 9.5/10.

Tutte le altre testate più note come GameSpot si sono invece assestate su un 9/10 con qualche piccola eccezione a ribasso, che non scende mai sotto 80/100.

Possiamo quindi affermare che Donkey Kong Bananza sia un successo della critica e punta a trainare le vendite di Nintendo Switch 2, che vanno già a gonfie vele. E voi, giocherete DK Bananza?

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Mafia: Terra Madre non sarà un open world, 2K punta su una storia lineare

Dopo anni di silenzio, la serie Mafia torna a far parlare di sé con Mafia: The Old Country, prequel ambientato in Sicilia. Ma chi si aspettava un altro open world in stile Mafia III resterà sorpreso: 2K ha confermato che il gioco non sarà un open world. La scelta è netta e segna un cambio di rotta rispetto agli ultimi titoli del franchise.

L’informazione arriva da un’intervista ufficiale rilasciata da 2K Games, in cui il team ha chiarito che l’obiettivo è offrire una storia solida, cinematografica e concentrata. Addio quindi a grandi mappe da esplorare liberamente. The Old Country punterà su un’esperienza narrativa guidata, con ambientazioni dettagliate ma strutturate per seguire il ritmo della trama.

L’ambientazione si sposta negli anni 20, in una Sicilia durissima e povera, dove la criminalità prende forma. Il protagonista, ancora senza nome, sarà testimone e partecipe della nascita di quella che diventerà la mafia italoamericana. L’atmosfera sarà più cupa e drammatica rispetto ai titoli precedenti, con un tono quasi da thriller storico.

2K sostiene che la narrazione sarà al centro, con missioni costruite per tenere alto il coinvolgimento. L’idea è raccontare una storia densa, senza tempi morti o distrazioni superflue. In altre parole, niente corse in taxi tra un quartiere e l’altro solo per allungare la durata.

Il gioco è sviluppato con l’Unreal Engine 5, e il primo trailer lo mostra in tutta la sua potenza grafica: paesaggi rustici, volti scolpiti, luce naturale. Se non l’hai ancora visto, puoi guardarlo qui: trailer ufficiale.

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Assassin’s Creed Shadows – Recensione

Assassin’s Creed Shadows è il nuovo, attesissimo episodio della celebre saga degli assassini. Nel corso degli ultimi vent’anni questa serie è stata croce e delizia per moltissimi videogiocatori. Anche questo episodio è stato oggetto di numerose polemiche a causa dei continui rinvii. Ubisoft, dopo anni di richieste da parte dei fan, esplora il Giappone feudale, un “set” intriso di storia, mitologia ed intrighi.

Rilasciato il 20 marzo 2025, AC Shadows strizza l’occhio sia ai fan di vecchia data che ai nuovi giocatori, offrendo al pubblico un titolo altamente cinematografico…forse pure troppo! Durante l’intero prologo, di una mezz’ora scarsa, toccheremo il pad per appena cinque minuti.

Per carità, siamo dei fan di titoli con una scrittura coinvolgente ed una trama articolata, ma restare semplici spettatori di un prologo per la maggior parte del tempo ci ha fatto storcere il naso.

Samurai e shinobi in un caos feudale

La trama si svolge durante l’epoca Sengoku, più o meno dal 1467 al 1615, un periodo segnato da infinite lotte intestine, poiché il territorio era frammentato in miriadi di feudi perennemente in lotta fra loro.

Si seguono le vicende di due protagonisti principali: Naoe, una shinobi legata alla confraternita degli assassini che reclama vendetta per la morte del padre e Yasuke, un samurai di colore che deve confrontarsi con il proprio senso di onore e le sue alleanze.

Le storie personali vengono abilmente intrecciate sia fra di loro sia con il più ampio conflitto assassini-templari proprio della serie, introducendo anche i dilemmi morali dei protagonisti che mantengono l’interesse dei giocatori sempre vivo.

Come accennato all’inizio, la scrittura del gioco è il fiore all’occhiello della produzione, con dialoghi realistici e ben recitati. A proposito di questo, il titolo è completamente localizzato nella nostra lingua. Se fossimo in voi, però, un “giro” in lingua originale giapponese (con sottotitoli in italiano ovviamente, a meno che non siate conoscitori della lingua orientale) ve lo consigliamo.

Ogni incontro nel gioco, dai contadini oppressi ai daimyo ambiziosi (signori feudali giapponesi) contribuiscono a creare una narrazione efficace e ad immergere il giocatore nel periodo storico di riferimento.

Il Giappone in modalità stealth

Come ben sapete, la caratteristica principale dei vari titoli della serie è sempre stata la possibilità di approcciare ai combattimenti ed alle situazioni in modalità stealth. Questa caratteristica viene mantenuta in Assassin’s Creed Shadows e anzi, viene spinta alla sua massima espressione con il personaggio di Naoe (l’unica dei due personaggi che può realizzare questo tipo di approccio), che può sfruttare ombre dinamiche e nascondigli naturali come anfratti di rocce, alberi e tetti di paglia.

Anche le armi riescono nell’intento di cogliere di sorpresa gli avversari. Il gioco sfrutta bene la varietà delle armi a disposizione nel Giappone feudale. Parliamo di gadget quali, ad esempio, shuriken avvelenati e bombe fumogene che aggiungono quindi una varietà strategica agli attacchi.

Nel corpo a corpo i classici pugnali e la intramontabile katana rendono il combattimento fluido ed appagante. Il combattimento richiede una certa dose di precisione e tempismo. Ovviamente, come in ogni episodio precedente, sta al giocatore scegliere il tipo di approccio che più gli si addice o che più si addice alla situazione.

Le quattro stagioni

In AC Shadows, Ubisoft ha apportato delle innovazioni che sicuramente sono da ritenersi interessanti e che portano, finalmente, una ventata di freschezza al titolo. Viene introdotto infatti, in questo capitolo, un sistema meteorologico dinamico. Le condizioni climatiche, infatti, cambiano in modo del tutto casuale durante la partita. Come nella realtà.

Immaginate di essere ad un punto cieco. Siete nascosti dietro un muretto ed i nemici sono a copertura dell’obiettivo nei punti giusti. Una intensa pioggia improvvisa od una fitta nebbia potrebbero volgere a vostro favore le sorti dello scontro, permettendovi di approfittare dell’effetto sorpresa e dalla scarsa visibilità.

Ma Ubisoft non si è fermata a questo. Viene introdotto anche l’alternarsi delle stagioni. Eliminare un nemico in primavera non avrà lo stesso effetto che eliminarlo in pieno inverno, con neve e ghiaccio.

A completamento delle innovazioni apportate e degne di nota, troviamo l’introduzione di un sistema di scelte morali che ha un impatto diretto sulla storia e sugli esiti dei protagonisti. Le varie decisioni possono sbloccare alleanze e decidere la sorte di numerosi personaggi, in particolare quelli secondari.

Mappe che non aiutano

Ciò che invece non ci è davvero piaciuto è la gestione della mappa di gioco. Essa è mediamente grande, più ampia rispetto a quella dell’ultimo capitolo, AC Mirage, ma risulta decisamente meno ampia, ad esempio, di AC Odissey o Assassin’s Creed Valhalla. Viene introdotto un sistema di vedette, che vengono inviate per trovare gli obiettivi da seguire. Inoltre, sebbene vengano forniti una serie di indizi, abbiamo trovato piuttosto ostico il solo individuare sulla mappa la destinazione da raggiungere. Ci è capitato di restare impantanati per minuti non sapendo che direzione prendere. Secondo noi, si tratta di una vera caduta di stile. Non manca, naturalmente, anche il classico rifugio da fondare ed ampliare.

Purtroppo, Assassin’s Creed Shadows non è esente dal problema che ha attanagliato un po’ tutti i titoli precedenti, ovvero l’imprecisione nella gestione dei movimenti del/della protagonista. Ci è capitato di restare bloccati dietro un asse di legno, o tra le canne di bambù, oppure di non trovare la giusta angolazione per scalare le pareti e restare così, fatalmente, alla mercé degli attacchi nemici, incontrando, il più delle volte, morte certa.

Assassin's creed Shadows

Paesaggi e musiche giapponesi

Ciò su cui quasi nulla si può appuntare ad Ubisoft è la qualità grafica raggiunta. I paesaggi mozzafiato, le espressioni dei volti e i fluidi movimenti dei personaggi, risultano davvero convincenti. Le città brulicano di vita, con mercati affollati, templi maestosi e castelli imponenti che catturano decisamente l’atmosfera del Giappone feudale.

Il motore di gioco riesce a sfruttare appieno l’hardware a disposizione. Anzi, il gioco è stato testato su un mini pc da gaming con AMD Ryzen 9, scheda grafica integrata sempre AMD e 32 gb RAM. Più che nelle fasi di combattimento, il gioco ha rallentato nelle fasi a cavallo, nello specifico, in quelle a galoppo, dove il tutto sembrava procedere al rallenty. testando in seguito il gioco su un monitor più performante (da 144 a 170 Hz) le cose sono migliorate.

Dal lato audio, Abbiamo apprezzato le musiche, tutte a tema, che immergono i giocatori nell’atmosfera, diventando più concitate e drammatiche nel momento del combattimento o di un evento importante del gioco. Anche gli effetti sonori sono incredibilmente realistici, ma era il minimo che potessimo aspettarci da parte di Ubisoft.

Assassin’s Creed Shadows, in definitiva, è un grande titolo. Il gioco non è esente da difetti, ma risulta sicuramente degno di essere giocato. Quello che “stufa” un attimo è l’enormità delle cose da fare nel mondo. Mi spiego meglio. Già per sbloccare Yasuke ci vuole un congruo numero di ore di gioco con Naoe, che, da sole, basterebbero per un videogioco tripla A stand alone (calcolate solo sulla storia principale). Se ci mettiamo che la mappa è divisa in nove regioni, ognuna con le sue peculiarità, fedelmente riportate, alziamo le mani al lavoro mirabile degli sviluppatori. Tuttavia, per riempire questo mondo “immenso“ sono state pensate innumerevoli missioni secondarie. Sappiamo che la quantità non è sempre sinonimo di qualità e anche in questo caso è così, portando il giocatore medio a prediligere la storia principale e perdendosi così molto dell’esperienza di gioco.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, PS5 PRO, Xbox Series X/S, Microsoft Windows
  • Data uscita: 20/03/2025
  • Prezzo: 69.99 €

Ho giocato ad Assassin’s Creed Shadows a partire dal day one su Microsoft Windows

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Assassin’s Creed Shadows, tutto quello che c’è da sapere per il day one

Dopo ritardi, e incertezze aziendali, Ubisoft è pronta a lanciare Assassin’s Creed Shadows. Il fermento sul franchise è solitamente molto alto, ma quest’ultimo sembra essere ancora maggiore rispetto a Valhalla, perché l’ambientazione scelta dalla compagnia francese è attesa dalla community da molto tempo: il Giappone. Per questo motivo, a pochi giorni dall’uscita mondiale di Assassin’s Creed Shadows, vi informo di tutto quello che c’è da sapere per preparsi al meglio al day one.

Quando esce Assassin’s Creed Shadows?

Il nuovo videogioco di Ubisoft uscirà il 20 marzo 2025. Per essere più precisi, su PlayStation 5 e Xbox Series X/S sarà possibile cominciare a giocare dalle 00:00 del 20 marzo. Gli utenti PC invece potranno iniziare la scoperta del Giappone dalle 23:00 del 19 marzo se hanno acquistato su Ubisoft Connect. Chi ha scelto Steam dovrà attendere le 05:00 del 20 marzo.

Una notizia delle ultime ore ha aggiunto un’interessante novità per la community Xbox. Microsoft ha infatti comunicato che Assassin’s Creed Shadows sarà disponibile, a partire dal day one, su Xbox Cloud Gaming. Questo significa che tutti i possessori di Xbox Game Pass Ultimate potranno giocare al videogioco da subito.

Buone notizie anche per i possessori di Steam Deck. Ubisoft ha annunciato che Assassin’s Creed Shadows sarà garantito anche su Steam Deck sin dal day one. Valve non ha ancora confermato se si tratta di una piena compatibilità o parziale. A breve riceveremo sicuramente ulteriori dettagli.

Specifiche console

Assassin's Creed Shadows: specifiche console day one

Dopo l’ultimo rinvio, Ubisoft ha rimaneggiato le specifiche console del gioco. A pochi giorni dal lancio, possiamo prendere per ufficiali e definitive le ultime mostrate. Assassin’s Creed Shadows avrà tre modalità su PlayStation 5, PS5 Pro e e Xbox Series X. Le modalità sono: Performance, Balanced e Fidelity.

Su PS5 e Xbox Series X, le caratteristiche sono le medesime: 2160p di risoluzione ed FPS bloccati rispettivamente a 60, 40 e 30 FPS con un utilizzo del Ray Tracing parziale. PS5 Pro differesce dalla sua versione “liscia” per il Ray Tracing Extended, completamente supportato ma solo nella specifica Fidelity.

Discorso diverso per Xbox Series S. La piccola di casa Microsoft avrà un’unica specifica con risoluzione a 1620P, 30 FPS e Ray Tracing “Selective”.

Secondo le ultime informazioni, il peso del gioco al day one è di circa 110GB.

Trama e Gameplay

Assassin’s Creed Shadows è ambientato nel Giappone Feudale. Durante la nostra campagna potremmo affrontare ogni missione impersonando uno dei due protagonisti. La prima è Naoe, assassina shinobi, esperta di furtività come molti protagonisti di Assassin’s Creed prima di lei. Il secondo è Yasuke, samurai che ricorda lo stile di lotta di Valhalla.

Qualunque sia la scelta, Ubisoft ha rivelato che la storia principale richiede tra le 30 e le 40 ore. Chi vuole invece portare a termine l’intero gioco, dovrà avventurarsi per circa 80 ore. Ovviamente, il contatore del tempo dedicato è destinato ad aumentare con i DLC e i contenuti gratuiti che arriveranno in seguito.

In aggiunta, Shadows è stato terreno fertile di critica per la modalità canonica. Si tratta di una versione del gioco in cui il videogiocatore non dovrà prendere decisioni, perché la trama sarà predeterminata, senza possibilità di deviazioni di alcun tipo. Jonathan Dumont, direttore creativo del titolo, ha giustificato questa scelta con la volontà di dare ai fan una narrazione definitiva e canonica, da aggiungere nella timeline del franchise.

Animus Hub

Come ampiamente spiegato qualche mese fa, Assassin’s Creed Shadows introduce un nuovo hub per la serie. Animus Hub è una piattaforma unificata che permetterà di accedere a tutti giochi del franchise da Origins in avanti.

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Indiana Jones e l’Antico Cerchio – Recensione

La storia è ciclica, in particolare quella cinematografica. Così come Star Wars, anche il franchise di Indiana Jones è approdato tra le braccia di Topolino e questo movimento finanziario ha riportato in auge il personaggio cinematografico più iconico di sempre. Sin dagli anni 80, il successo di Indiana Jones si è riversato anche sugli altri medium, con particolare fortuna per quello videoludico dove l’archeologo americano è stato particolarmente produttivo. Abbandonata dunque la serie di LEGO, Indy torna nelle fattezze “umane” di Harrison Ford per una nuova avventura videoludica sviluppata da MachineGames (dal 2014 impegnati su Wolfenstein e Quake), guidati dall’esperto Todd Howard (produttore esecutivo del gioco). In questa recensione vi dirò se Indiana Jones e l’Antico Cerchio sia riuscito a fare meglio del suo coetaneo film del 2023.

Ritorno all’avventura

L’Antico Cerchio è tutto all’insegna del ritorno, sia dentro che fuori lo schermo. Il ritorno di Indiana Jones nel mondo videoludico passa proprio con il ritorno all’avventura di Indy. Tutto inizia infatti tra i corridoi del Marshall College, dove il nostro protagonista insegna archeologia. Il dottor Jones ha deciso, senza troppa convinzione, di abbandonare le ricerche sul campo a favore di una vita più tranquilla, ma si sa, se Indy non è alla ricerca dell’avventura, allora sarà l’avventura a cercare lui.

Indiana Jones Antico Cerchio Recensione: College

La trama prende il via con l’irruzione di un energumeno all’interno del museo universitario e il furto di un manufatto egizio. Il motivo è ovviamente collegato all’Antico Cerchio, un manufatto divino di cui non vi racconterò nulla, ma che ci riporta indietro all’epicità dei primi film di Indiana Jones.

Siamo nel 1937, dopo gli eventi dell’Arca Perduta, ma prima dell’Ultima Crociata. La seconda guerra mondiale è alle porte e gli indizi a seguito del furto conducono Indy in Italia, in particolare a Città del Vaticano, dove una cospirazione ha dato libero accesso ai fascisti tanto alla Città quanto al suo tesoro culturale. Tanto basterebbe per rendere affascinante il viaggio di questo nuovo Indy, ma MachineGames è andata oltre le mie aspettative.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un viaggio in un mondo che teme una nuova Grande Guerra. E tutte le mete del gioco sono eccezionali nella loro cura: Italia, Egitto, le giungle del Siam (Thailandia), Himalaya e qualche altra piacevole sorpresa che sarete voi a scoprire. E con loro i personaggi, reali e di fantasia, che hanno fatto la storia del globo e di questo titolo. Tra questi anche Mussolini, che fornirà il massimo supporto all’arcinemico del gioco, ovviamente nazista, Emmerich Voss.

Un particolare plauso va fatto agli attori dell’Antico Cerchio tanto per la qualità attoriale quanto per il doppiaggio. I complimenti non sono solo per Troy Baker, interprete di Indy applaudito anche da Harrison Ford, ma anche e soprattutto Marios Gavrilis, che impersona Voss, un occultista nazista senza scrupoli che ci riporta al nefasto periodo dell’Ahnenerbe. Per fortuna non saremo soldi a fronteggiare i nazisti. L’Indy Girl prescelta per questa avventura è la giornalista Gina Lombardi, magistralmente interpretata da Alessandra Mastronardi.

Indiana Jones Antico Cerchio Recensione: Mastronardi

Sotto il punto di vista tecnico, lo stile e le texture grafiche sono di altissimo livello. La scelta di avere tantissimi intermezzi in stile cinematografico è vincente. Durante la mia partita sono stato un po’ protagonista del videogioco e un po’ spettatore di un film di Indiana Jones, ed è stato bellissimo, anche perché le musiche di Gordy Haab sono eccezionali e meriterebbero di stare in una sala cinematografica.

Il mondo di gioco è suggestivo, così come la resa grafica dei suoi personaggi. Indy è Harrison Ford e gli altri attori si distinguono per la loro bellezza. Sotto questo punto di vista, l’unica nota negativa è sulle animazioni. Più di una volta la Mastronardi della mia partita (ma non solo) ha sofferto movimenti e spasmi ben lontani dalla realtà.

Indiana Jones Antico Cerchio Recensione: Egitto

Quello appartiene a un museo

Il canovaccio moderno dei videogiochi si adatta perfettamente a un titolo su Indiana Jones. Nonostante l’Antico Cerchio non sia un open world (ogni parte del mondo è un maxi-livello a sè stante), MachineGames mi ha permesso di gestire le missioni come avrei fatto in videogiochi come Skyrim o Cyberpunk 2077.

Di conseguenza, si può decidere se andare direttamente fino alla fine del gioco seguendo la missione principale oppure fermarsi ad aiutare i personaggi non giocanti e soprattutto esplorare e scoprire tutti i segreti, manufatti e perk che il gioco ci dona. Nello specifico, Indiana Jones non aumenterà di livello, ma potrà potenziarsi attraverso la lettura di libri, che troveremo in giro per il mondo o che potremmo acquistare da alcuni speciali negozianti. Inutile dire che fa parecchio comodo affrontare il finale con qualche abilità in più.

Indiana Jones Antico Cerchio Recensione: Emmerich Voss

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un action in prima persona in cui è possibile combattere, ma decisamente sconsigliato. Negli scontri diretti, le armi principali sono due: i nostri pugni e un’arma speciale (il revolver di default). Come avrete già intuito, la scelta migliore è sempre quella che fa meno rumore. Sparare un colpo di pistola significa attirare l’attenzione di praticamente tutti. E morte spesso certa. D’altro canto le scazzottate sono abbastanza potenti già nella versione base, anche se in generale è sempre meglio essere furtivi.

L’Antico Cerchio è soprattutto un videogioco in cui conta la furtività, anche se molto diluita. I nemici hanno un indicatore sopra la testa che si riempe abbastanza lentamente. Non sarà troppo difficile passare inosservati e sarà sempre possibile cogliere di sorpresa i nemici alle spalle colpendoli alla testa con praticamente qualsiasi oggetto immaginabile (con effetti esilaranti, come i film insegnano).

Le fasi stealth, e la loro importanza, mi portano a parlare del punto più negativo del gioco. Nella mia esperienza, l’intelligenza artificiale è stata sotto la media per la maggior parte del gioco con un netto miglioramento solo nei livelli conclusivi. Più di una volta, in Città del Vaticano, sono riuscito a superare interi pezzi gremiti di fascisti semplicemente correndo fino alla porta che faceva scattare un cinematic. Per fortuna stiamo parlando di un videogioco estremamente ironico dove anche questi problemi passano in secondo piano, ma sono stato sorpreso, in negativo, dai pattern dei nemici.

Non fatevi però trarre in inganno: Indiana Jones non è, e credo non voglia proprio essere, un FPS stealth. Anzi, la scelta è la più azzeccata possibile, ma quello che rende l’Antico Cerchio un’opera sopra la media è la possibilità di vivere in prima persona un film di Indy, da protagonista, e al massimo dell’esperienza. Ed essere Indiana Jones significa risolvere enigmi.

Gli enigmi ambientali sono il vero fulcro dell’Antico Cerchio ed è qui che ho dovuto pensare come l’archeologo più famoso al mondo. MachineGames ha voluto rendere il gioco accessibile a tutti, ma come insegna Super Mario, anche sfidante per i veterani. Gli enigmi della missione principale mi hanno messo in difficoltà in qualche punto e mi hanno costretto a usare la macchina fotografica di Indy per avere un indizio in più.

Dove però le cose si fanno difficili è nelle secondarie e nella scoperta dei tanti misteri del gioco. Per trovare la maggior parte dei collezionabili, sarà necessario utilizzare la testa e soprattutto la frusta. Quest’ultima è appena utile durante i combattimenti, ma diventa fondamentale per gli enigmi ambientali.

Come avrete già capito, esattamente come in Skyrim dello stesso Todd Howard, la trama principale è solo una parte del divertimento e tutto il mondo vi spinge a divertirvi. Il level design è realizzato con la stessa qualità dei migliori Wolfenstein di MachineGames, poiché offre diverse strade per raggiungere lo stesso obiettivo. E qualora non vi bastasse, sappiate che Indy può camuffarsi. I travestimenti non solo vi daranno un’altra arma speciale in sostituzione al revolver, ma anche la possibilità di non essere (quasi completamente) avvistati dai nemici di estrema destra.

Indiana Jones Antico Cerchio Recensione: Frusta

In definitiva, mi sono goduto fino all’ultimo centimetro di questo mondo perché è bello essere Indiana Jones: è bello esplorare il mondo, trovare gli artefatti più rari e collezionare mappe, libri e attrezzatura nazista. E il videogioco vi mette nelle condizioni di farlo nel miglior modo possibile. Per quanto io non sia un appassionato del platinare i giochi, una volta terminata questa recensione tornerò tra il deserto di Giza e i monumenti di Roma per scoprire ogni singolo mistero ancora da scoprire, perché del resto sono il miglior archeologo del mondo.

Conclusione

Indiana Jones e l’Antico Cerchio è il miglior videogioco di Indy mai creato. Un’affermazione di gran valore se consideriamo la lunga lista di videogiochi sull’archeologo americano, di cui tante avventure grafiche di altissimo livello. MachineGames è riuscita nel miracolo di sfruttare un’IP così importante al massimo del suo potenziale, creando una storia credibile che potrebbe tranquillamente essere trasportata su pellicola. La scelta di un gameplay basato sugli enigmi e supportato da uno stealth in prima persona è vincente, nonostante l’intelligenza artificiale sia decisamente acerba. Tutto il resto invece è tremendamente bello. Un must play per chiunque, anche per chi non ha mai visto un film di Indiana Jones.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: Xbox Series X, Xbox Series S, PC
  • Data uscita: 09/12/2024
  • Prezzo79,99 €

Ho giocato e completato il gioco su Xbox Series X via Game Pass.

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