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Editoriali

The Talos Principle 2: Intervista a Jonas Kyratzes

Recentemente, è stata rilasciata la data di uscita ufficiale dell’atteso puzzle filosofico a cura di Croteam: The Talos princple 2 esce il 2 novembre 2023, tutti i videogiocatori potranno finalmente mettere le mani sul titolo completo.

Nell’attesa, abbiamo avuto modo di provare il gioco in anteprima, oltre all’onore di un’intervista esclusiva con Jonas Kyratzes, lead writer del team dietro la creazione di The Talos Principle 1 prima, e del suo seguito adesso.

Vi ricordiamo che una demo è disponibile gratuitamente su Steam, e vi invitiamo caldamente a provarla, vista l’ampissima mole di contenuto che regala.

Nell’intervista qui di seguito potrete leggere un’interessante discussione che esce dai limiti del videogioco, sfociando in contenuti filosofici – e in un certo senso antropologici – ma anche di puro mercato: cosa comporta lavorare a un gioco così legato alla filosofia, e cosa è lecito aspettarsi dal venturo nuovo capitolo.

IlVideogiocatore.it: Perché sentivate il bisogno di un sequel? Pensate che c’erano molti altri temi inesplorati di cui volevate parlare, che per una ragione o un’altra sono stati tralasciati in The Talos Principle 1?

Jonas Kyratzes: La struttura di base di The Talos Principle 2 è stata creata durante le fasi finali di The Talos Principle 1, ed è anticipato sia in The Talos Principle 1 che nel suo DLC, Road to Gehenna. Abbiamo sempre saputo che fosse possibile raccontare altre storie in questo mondo, e la filosofia certamente non termina con le questioni di identità esplorate nel primo gioco. Al contrario, comincia lì.

IlVideogiocatore.it: The Talos principle 1 è stato rilasciato nel lontano 2014, e quasi una decade è passata. Il rapporto dei videogiocatori con il genere dei puzzleè cambiato nell’ultima decade? Se sì, come questi cambiamenti hanno influenzato The Talos Principle 2?

Jonas Kyratzes: Non so se siano cambiati, e se lo hanno fatto, non è stato qualcosa che abbiamo preso in considerazione. Abbiamo solo provato a fare un buon gioco che proseguisse logicamente dal primo.

IlVideogiocatore.it: In The Talos principle 1, la storia è stata scritta dopo aver stabilito le meccaniche essenziali, con la narrazione costruita attorno al gameplay. Il vostro approccio è cambiato nel sequel?

Jonas Kyratzes: Ncessariamente. Perché sia possibile un sequel genuino (invece di una mera ripetizione), design e narrazione devono andare di pari passo dal giorno 1. Ciascuno doveva tenere l’altro in considerazione così che potessimo dare forma al mondo creato alla fine della storia originale.

IlVideogiocatore.it: The Talos principle 1 aveva qualche puzzle particolarmente complesso. Dovremmo aspettarci un range di difficoltà simile nel sequel?

Jonas Kyratzes: La curva di difficoltà del sequel è un po’ differente, nel senso che i puzzle più complessi non sono tutti ammassati alla fine, e inoltre ci sono ridondanze e modi di saltare certi rompicapo. Questo significa che è molto più improbabile rimanere bloccati in modo frustrante. Detto ciò, c’è comunque un importante livello di sfida per coloro che lo desiderano, e la storia li ricompenserà per averli completati.

IlVideogiocatore.it: Alcune discussioni attorno The Talos principle 1 suggerivano che il gioco fosse a favore dell’ateismo. Anche se io ritengo che sarebbe eccessivamente semplicistico parlare del gioco in questi termini, certamente la religione è un tema centrale in The Talos principle 1. Pensi che la religione sia cruciale per definire la società e inoltre, la religione verrà discussa anche in The Talos principle 2?

Jonas Kyratzes: La fede, piuttosto che la religione per sé, è uno dei temi più importanti di The Talos principle 2. La fede può essere pericolosa, può essere fuorviante, ma è anche necessaria. La domanda è: dove poniamo la nostra fede? Nei leader, negli eroi, nella natura o in noi stessi, nell’umanità? Alexandra Drennan, la scienziata dal primo gioco, possedeva un bellissimo, ottimistico ethos umano. Che cosa ci vuole per rendere quella visione reale, e come puoi continuare ad avere fede quando è facile diventare cinici o misantropi?

IlVideogiocatore.it: Devolver Digital è sicuramente cresciuta in popolarità negli anni che separano The Talos principle 1 da The Talos principle 2. Questa crescita ha influenzato il vostro rapporto con il publisher?

Jonas Kyratzes: Croteam appartiene a Devolver, a dire il vero. Ma sono eccezionali e sono stati molto supportivi. Decisamente non c’è nessuno dietro di me che impugna una pistola mentre scrivo queste parole.

IlVideogiocatore.it: Alcuni ritengono che il vostro gioco usi l’intelligenza artificiale per parlare degli umani, mentre altri dicono che ha usato umani per parlare di IA. I recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale generativa hanno influenzato il gioco, o la sua filosofia?

Jonas Kyratzes: A dire il vero, no. Gli LLMs sono una tecnologia affascinante, e il machine learning in generale ha molteplici applicazioni utili, ma non sono intelligenza artificiale generale, e non hanno avuto alcun impatto sulla storia.

IlVideogiocatore.it: Nel gameplay trailer, il narratore domanda “perché puzzle?”, suggerendo che questa volte il narratore domanderà il suo scopo dall’inizio. Dovremmo aspettarci un’esperienza più meta?

Jonas Kyratzes: Come nel gioco originale, i puzzle sono esplicitamente puzzle in un senso intradiegetico. Nel primo gioco dovevi domandarti perché ci fossero i rompicapo. Questa volta sei parte di una spedizione e gli altri membri della spedizione discuteranno i puzzle esplicitamente per quello che sono, domandandosi come si relazionino agli eventi del primo gioco e alla cultura della società che è stata creata da quegli eventi. Tuttavia, non considererei queste conversazioni come “meta”. Non è inteso come per trarre l’attenzione sulla natura artificiale della narrazione, ma segue la scienza fittizia della trama.

IlVideogiocatore.it: Dovremmo aspettarci che il narratore sia presente più frequentemente, raccontando la storia in un modo più “tradizionale” o dobbiamo aspettarci di nuovo di rivelare la storia attraverso elementi in-game?

Jonas Kyratzes: Non c’è alcun narratore in Talos 2, solo un gruppo di personaggi che si uniscono nella tua spedizione verso l’isola misteriosa in cui ha luogo la maggior parte del gioco. Scoprirai la storia attraverso una varietà di strumenti, compreso unire i pezzi autonomamente, e discutere le tue scoperte con i tuoi compagni.

IlVideogiocatore.it: Scrivere per un gioco filosofico come Talos Principle deve avere delle sfide uniche. Come bilanci il bisogno per trasmettere idee filosofiche complesse con il rendere la narrativa accessibile a un’ampia utenza?

Jonas Kyratzes: Penso che la maggior parte delle idee filosofiche possano essere espresse in termine relativamente accessibili. Qui e lì delle parole più specializzate sono necessarie, ma certamente non è necessario affogare il giocatore in un gorgo oscuro (i filosofi moderni lo fanno, se devo essere controverso, per nascondere la povertà delle loro idee). Il più grande rischio è semplicemente se le persone siano davvero interessate abbastanza con lo stato del mondo e della loro specie per preoccuparsene sinceramente. Ma anche questo è ciò di cui tratta il gioco.

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Recensioni

The Talos Principle 2: il provato tra robot e filosofia

The Talos Principle 2 è il diretto erede del suo predecessore, sia da un punto di vista narrativo, come d’altronde era facile immaginarsi, ma anche da un punto di vista puramente filosofico, proponendo nuove questioni derivanti dalle medesime premesse.

Tuttavia sarebbe errato immaginarsi una mera ripetizione di ciò che è stato possibile vedere nel primo capitolo. I temi trattati in questa nuova iterazione sono sì connessi a quelli del predecessore, ma in modo nuovo, vedendoli sotto una nuova luce ed espandendone le tematiche.

Anche l’immaginario subisce la stessa sorte, con un gusto per l’antico e l’estremamente tecnologico che si incontrano fino a toccarsi, regalando un’atmosfera immediatamente riconoscibile e degli ambienti curati e ben realizzati nel quale non è mai noioso perdersi.

Il gioco è più verboso di quanto non ci potesse aspettare dalle premesse del primo capitolo, e non mancano i contenuti da leggere, ma le conversazioni non risultano mai essere noiose e fine a sé stesse, riuscendo a tenere il giocatore coinvolto attraverso scelte multiple varie e soddisfacenti, e sfidandone le convinzioni morali, com’è costume già dal primo puzzle di casa Croteam.

Reminiscenza e trasformazione

Sopratutto nelle primissime battute di gioco, chi ha già giocato The Talos Principle 1 si sentirà come a casa, con un sistema di gioco efficace e collaudato e dei puzzle molto reminiscenti del primo capitolo.

Ma questo è un nuovo capitolo e, in quanto tale, le sorprese però non tardano ad arrivare. Qualcuno potrebbe addirittura spaventarsi inzialmente per alcuni cambi registici. Infatti alcune cutscenes dal taglio più tradizionale interromperanno sporadicamente le sessioni di gioco. Va detto che queste sono rare, poste interamente (o quasi) lungo le prime battute di gioco e comunque non risultano mai invasive.

Visivamente il gioco fa un ottima figura e sembra essere ottimizzato relativamente bene, nonostante frequenti pop-up e alcune piccoli problemi di lighting che è facile immaginare vengano corretti prima del rilascio ufficiale del gioco.

Anche il level design è una diretta evoluzione della struttura del primo capitolo. Gli ambienti da esplorare per trovare e risolvere i numerosi puzzle del gioco sono vistosamente più ampi da quanto era possibile vedere nella prima iterazione del puzzle sviluppato da Croteam; ciononostante, permangono le caratteristiche labirintiche di svariati complessi di edifici e punti di interesse.

Grazie a un lavoro certosino dei world e level designer, perdersi è particolarmente difficile. Sono inoltre presenti molteplici punti di interesse e un percorso facile da intuire. Per quanto difficile, lo smarrirsi è un’attività compiaciutamente promossa dal titolo, che sa ricompensare i più curiosi con puzzle nascosti (che sembrano essere i più difficili) e punti di interesse vari che regalano ora una registrazione, ora un terminale contentente alcuni testi rivelatori.

Esplorare i vari mondi regala dunque una piacevole sensazione di libertà. Nell’eventualità di un giocatore particolarmente distratto (o svogliato) è stata integrata una bussola, che mostrerà la direzione per raggiungere i puzzle visti ma non esplorati e gli altri siti di interesse.

Le questioni narrative

Al momento dell’inizio del titolo, sono sià trascorsi diversi secoli dal finale canoninco di The Talos principle 1. Athena, così ha deciso di nominarsi il nostro alter-ego del primo capitolo, è riuscita con l’aiuto di nuovi robot a ricostruire una civiltà a tutti gli effetti “umana”, ma naturalmente alterata in base alle modificate necessità delle nuove forme di vita robotiche.

La popolazione è così espansa fino a raggiungere mille abitanti, e saremo proprio noi il millesimo e ultimo membro della comunità: 1K. Sì, ultimo. Nella società generata dalla mente dei creativi di Croteam, mille rappresenta il numero desiderato di abitanti, affinché si eviti una sovrapopolazione ed un esponenziale aumento delle richieste energetiche necessarie a far funzionare la nuova società.

Chiaramente questo goal, come viene chiamato dai membri della comunità di Nuova Gerusalemme, è motivo di dibattito presso i cittadini della città, tra chi si reputa favorevole a porsi un limite così da non ripetere gli errori compiuti dai predecessori – noi umani – e chi invece ritiene che porsi un limite significa scoraggiare lo sviluppo, la crescita e la diversificazione di una società altrimenti destinata alla stasi, anche a causa della longeva vita di cui dispongono i robot.

Nuova Gerusalemme è bella da guardare e da visitare, con molteplici punti di interesse e costruzioni da esplorare, ma la trama ci spingerà ad allontanarcene in fretta; 1K infatti poco dopo la sua nascita (se così si può definire) prenderà parte con qualche altro compagno ad una spedizione verso una misteriosa isola nelle prossimità di nuova Gerusalemme dalla quale sembra provenire una nube di dati che ha preso la forma di Prometeo, colui che nella mitologia Greca classica rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli uomini.

Il nostro viaggio non è più solitario, ma saremo accompagnati da alcuni collaboratori dalle personalità sfaccetate e variegate, che ci terranno compagnia durnate l’esplorazione, ma che non interferanno – almeno durante la prova che abbiamo avuto modo di provare – con i puzzles. Tutto questo, per quanto alcuni possano temere il contrario, non limita affatto l’introspezione derivante dai temi trattati.

Talos Principle 2 puzzle robot

Le questioni filosofiche

The Talos Principle è una – ormai lo si può dire – serie molto legata a temi filosofici, a mettere in crisi il videogiocatore, non in quanto tale, ma in quanto individuo. Il primo capitolo, lo si può dire senza paura di sbagliarsi, non finiva quando si spegneva il gioco. Le questioni, tanto intrinsiche quanto esplicitate attraverso testi o dialoghi, puntavano a mettere in crisi il player in quanto individuo, puntando a stravolgere completamente le sue convinzioni circa alcuni assunti filosofici.

I temi di The Talos Principle 2 si evolvono direttamente dalle premesse poste dalla prima iterazione e dal DLC, “Road to Gehenna”. L’iconografia rimane molto vicina a quella del predecessore, con forte enfasi sulle tradizioni greche, romane e cristiane.

Anche qui, infatti, la religione è centrale rispetto alle tematiche trattate, mettendo in discussione il rapporto tra creato e creatore, ma anche tra “Messia” e apostoli.

Chi era appassionato della componente più celebrosa e filosofica dell’esperienza maturata in nel primo capitolo può dormire sereno anche su The Talos Principle 2: anche una banale conversazione con un png sui gatti può produrre stimolanti conversazioni sul ruolo della morte e la sua funzione nel ciclo della nostra vita.

I puzzle

Chi ha già esperienza con le avventure puzzle di Croteam potrebbe trovare la primissima parte del gioco eccessivamente semplice o reminscente di quanto già visto nella precedente iterazione della serie. Tuttavia, ben presto il sistema di puzzle si arrichisce di nuovi e divertenti tasselli che stratificano maggiormente il sistema di luci e laser maturato nel corso di The Talos Principle 1.

I puzzle sono quindi efficaci e divertenti, senza mai per questo risultare eccessivamente complessi o tediosi, ritagliando tra l’altro agli enigmi più intricati un’evidente etichetta da contenuto opzionale così da regalare una sfida più impegnativa a chiunque ne sia alla ricerca, e invece impegnare quanto basta il giocatore meno prono al completismo.

Non bisogna temere però: anche i puzzle “di trama” sono complessi quanto basta per dover applicare un minimo di materia grigia. La risoluzione non risulterà mai banale o scontata, ma spesso e volentieri arriva il momento di “Eureka! tanto apprezzato dagli amanti del genere.

Infine, anche il tetramino trova maggiore spazio che nel suo predecessore con delle interessanti novità che ne sposteranno il focus dalle due dimensioni del tetris classico, alle tre dimensioni del mondo di Nuova Gerusalemme e dintorni.

Talos Principle 2 puzzle

Conclusione

The Talos Principle 2 non si limita a essere un pigro ricalco del predecessore. Al contrario, partendo dalle premesse – già solide – della prima avventura puzzle di Croteam, ne espande gli aspetti, sia tematicamente immaginando una società nascente dopo gli eventi del primo capitolo con tutte le questioni filosofiche derivanti, sia contenutisticamente, con una netto balzo avanti dal punto di vista grafico, e un’espansione delle meccaniche puzzle già cementate nel primo.

Tutti coloro che hanno apprezzato il primo capitolo sono caldamente invitati a dare una chance alla demo disponibile su Steam. The Talos Principle 2 potrebbe spaventare chi desiderasse un gioco più simile al primo capitolo in tutti gli aspetti, sopratutto vista la grande quantità di personaggi con cui è possibile interagire sin dall’inizio contrariamente a quanto visto nelle precedenti iterazioni della serie, ma che non mancherà di conquistare con le sue tematiche profonde e mai banali e con i suoi puzzle di spessore.

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Relicta per Nintendo Switch – Recensione

Recensione in un Tweet

Se ritenete che in un rompicapo il gameplay debba sempre essere l’elemento portante dell’opera, Relicta è proprio quello che state cercando. Il titolo vi terrà compagnia per tantissime ore con meccaniche semplici ma che danno vita a ingegnosi puzzle, a patto che abbiate la pazienza di muovervi vaste aree.

7.5


Nel lontano 1993 una coppia di fratelli, Robyn e Rand Miller, creano Myst, titolo che dall’ alto delle sue oltre 10 milioni di copie, rimarrà per nove anni il titolo PC più venduto di sempre. Un videogioco che ha grossomodo segnato la nascita dei puzzle game in prima persona. Nel 2007 è poi arrivato Portal, che ha portato nuovamente alla ribalta questo genere videoludico, trasformandolo in quello che è oggi.

Da quel momento in poi abbiamo assistito a tante opere più o meno ispirate al modello già tracciato dal capolavoro di Valve, tra cui figurano esponenti di spicco quali The Witness o The Talos Principle, ed oggi, seppur il genere non goda più della popolarità dei bei tempi andati, tanti studi, principalmente indie, tentano di seguire le orme lasciate da quei grandi capolavori del passato.

E così giungiamo al titolo che quest’oggi porremo sotto esame, ovvero Relicta, rompicapo sviluppato dallo studio indipendente spagnolo Mighty Polygon e distribuito da Koch Media, che tenta di riproporre le formule già citate, ovvero tante sfide che metteranno alla prova la nostra logica (e spesso pazienza) ponendo però il focus non solo sul gameplay, ma anche sulla narrativa che farà da contorno alle ore passate a dannarci su questa o quella stanza da risolvere.

Il fascino del mistero

Anno 2120, la Terra è stata dilaniata da più e più guerre, la caduta di innumerevoli stati ha fatto nascere nuovi grandi poli di potere perennemente in conflitto tra loro, l’umanità è finalmente riuscita a conquistare lo spazio fondando colonie nei vari pianeti del Sistema Solare, seppur i viaggi verso altri sistemi siano ancora un sogno lontano. Questo è il futuro, a tratti distopico, in cui si svolgeranno le vicende narrate in Relicta.

Noi vestiremo i panni di Angelica Patel, esperta in fisica e membro di una squadra di ricercatori inviati sulla Luna, e più precisamente di stanza alla base Chandra, teatro della nostra avventura. Sarà suo il compito di testare un paio di guanti, dalla tecnologia avanzatissima, in grado di manipolare magnetismo e gravità di determinati oggetti.

Fin qui sembrerebbe una “classica” spedizione scientifica, ma c’è di più. La base Chandra nasconde un segreto, un misterioso cristallo violaceo di origine sconosciuta (e presumibilmente aliena) chiamato “Relicta”, che sarà di fatto il punto di origine e fulcro della storia di Mighty Polygon.

Ecco a voi il Relicta, la misteriosa pietra al centro della nostra avventura.

Insomma, gli ingredienti per un’ottima trama ci sono tutti: un background delle vicende interessante e ben scritto, un’ambientazione suggestiva, un manufatto alieno ed una protagonista tutto sommato piacevole. Cosa può andare storto?

La trama di Relicta è un elemento riuscito a metà. Nelle prime ore tutto funziona alla grande, dai dialoghi tra personaggi (rigorosamente via radio, di fatto non incontreremo mai nessuno per l’intera durata del titolo) al senso di mistero, la voglia di scoprire cos’è effettivamente il Relicta, la sensazione di inquietudine e minaccia già presente dalla primissima sequenza di gioco.

Però arrivati a circa metà gioco, la vicenda prende una piega abbastanza banale e tutto il fascino descritto, la sensazione di minaccia, il mistero, semplicemente svaniscono. Nonostante tutto, la vicenda rimane quantomeno godibile, seppur non raggiunga mai l’atmosfera creata durante le prime ore di gioco.

Per quanto concerne la componente narrativa, essa sembra essere totalmente distaccata dalle sezioni di gameplay vero e proprio, creando così una strana dissonanza tra ciò che accade durante la vicenda e ciò che invece si andrà a fare per la stragrande maggioranza del tempo, ovvero risolvere puzzle rooms. Se in Portal risolvo enigmi poiché tutto quel che sto facendo è essenzialmente un enorme test di laboratorio, in Relicta non vi è traccia di una vera e propria ragione per cui Angelica Patel debba risolvere gli enigmi posti sul suo percorso, soprattutto visti alcuni risvolti di trama.

Questo, in un titolo che tenta di porre in primo piano l’aspetto narrativo dell’opera, risulta una grave mancanza che inevitabilmente porterà il giocatore più riflessivo a chiedersi: “perché sto perdendo tempo a spostare cubi se dovrei fare quest’altra cosa?”.

Una Luna diversa

Un tipico paesaggio lunare su Relicta.

Se pensate che, essendo il tutto ambientato in una base lunare, ciò che vi aspetta sono bianche lande desolate ed un vuoto siderale a fare da sfondo vi sbagliate di grosso. La luna è stata parzialmente terraformata, e la base Chandra presenta diverse cupole al cui interno si potranno trovare biomi decisamente più terrestri e meno fantascientifici. Così il nostro viaggio ci porterà tra foreste dal clima mite, aridi canyon, ghiacciai e giungle tropicali, tutti ambienti ottimamente realizzati e dal colpo d’ occhio notevole. Gli spostamenti tra i vari biomi avverranno invece attraverso la vera e propria base lunare, un insieme di tunnel e sale dal design futuristico ed asettico, dove sarà possibile reperire vari oggetti collezionabili che arricchiranno l’universo narrativo del titolo, dandoci accesso ad email, veri e propri manifesti di propaganda, risultati delle ricerche della Dottoressa Patel e dei suoi colleghi e tanto altro.

Per quanto le ambientazioni esterne siano piacevoli, ovvero quelle in cui di fatto si passerà la maggior parte del tempo di gioco, la vera e propria base lunare è poco curata ed anonima. Inoltre, la scelta di porre gli oggetti collezionabili proprio all’interno di queste sezioni d’ intermezzo non aiuta perché costringono il giocatore a noiose ricerche tra corridoi e stanze tutte uguali e dimenticabili.

Per quanto riguarda la qualità del porting su Nintendo Switch, siamo di fronte ad un buon lavoro. Performance stabili, con qualche incertezza nei livelli più avanzati, soprattutto nel bioma della giungla, ma nulla che possa compromettare la godibilità del titolo. Ovviamente la resa grafica, a differenza delle versioni PC, PlayStation 4 o Xbox One, deve sottostare a qualche compromesso, ma il risultato è più che soddisfacente.

Rosso, blu, rosso, blu…

Cavi, cubi, piastre, teletrasporti… Questo è il pane quotidiano di Angelica Patel.

Il punto forte di Relicta è anche l’aspetto più importante di qualsiasi puzzle game che si rispetti, ovvero il gameplay. Il gioco adotta la tipica struttura a “percorso” così come già visto in Portal, offrendoci una serie di stanze stracolme di enigmi, per poi inframmezzarle ad una breve fase esplorativa e narrativa, fino ai titoli di coda.

L’intero titolo si basa proprio sulla possibilità di manipolare i poli magnetici e le proprietà gravitazionali di vari oggetti, tra cui i più importanti sono senza ombra di dubbio i cubi, che saranno utilizzati nelle maniere più disparate, da semplici pesi da poggiare per attivare una piastra a pressione sino a trasformarsi in piattaforme su cui spostarsi. Tutto questo è reso possibile da tre azioni principali, ovvero conferire polarità positiva(rosso), negativa(blu) e annullare la gravità del cubo. Sarà quindi possibile far attrarre due cubi impostando polarità opposte tra loro, o respingerli impostando la medesima su entrambi.

Quello che sembrerebbe a prima vista un sistema di gioco semplice e poco complesso apre invece ad un’enorme rosa di possibilità grazie a un level design dei vari puzzle eccellente, che durante tutta la durata della partita (di circa 15 ore) rimane sempre ad altissimi livelli, proponendo pian piano nuovi elementi che andranno ad arricchire il gameplay, come piattaforme mobili, interruttori temporizzati, droni che al loro passaggio disattiveranno tutte le polarità da noi impostate, robot che trasporteranno i cubi qualora questi ultimi siano posti sul loro percorso prestabilito e stanze ulteriormente più ricche che preferiamo non svelarvi.

Altro grande pregio del titolo è l’offerta di un alto livello di sfida (soprattutto nelle fasi finali del gioco), ma paradossalmente alla portata di tutti, anche di chi non è avvezzo al genere. Infatti, l’intero sistema di gioco, per quanto man mano si arricchisca di vari elementi, è pur sempre governato da quelle tre semplici azioni, risultando intuitivo anche durante le sfide più complesse.

Relicta offre un comparto gameplay di prim’ordine, pur con qualche piccola sbavatura come la scelta di “nascondere” elementi quali cubi o interruttori in posizioni in cui difficilmente il giocatore andrebbe a controllare, inserendo così una difficoltà artificiale di cui l’ottimo level design non necessita. Fortunatamente questi episodi di moderna caccia al pixel si possono contare sulle dita di una mano, anche perché sarebbero risultati eccessivamente tediosi considerando la presenza di alcune sezioni davvero troppo lunghe ed estese, con il risultato che spesso la vera sfida sarà capire da dove cominciare, piuttosto che risolvere l’ enigma che si ha davanti. Infine, è un peccato constatare che il bioma in cui si sta risolvendo il puzzle non abbia alcuna meccanica caratteristica o qualsivoglia impatto sul gameplay vero e proprio, relegando l’ ambientazione ad una mera cartolina.

Un simpatico drone. Imparerete ad odiarlo, fidatevi.

In conclusione

Relicta è un titolo che viaggia tra alti e bassi, o per restare in tema, picchi positivi e negativi. Una trama interessante, quantomeno sulla carta, che sfortunatamente perde di mordente con il passare delle ore, risultando al tempo stesso totalmente slegata dalle fasi di gameplay vero e proprio. Dall’ altra parte abbiamo un ottimo comparto gameplay, con qualche minuscola sbavatura, che risulta stimolante e godibile da grandi appassionati del genere e non solo. Va inoltre segnalata la longevità sorprendente, che si attesta sulle 15-20 ore circa, valore non da poco per un titolo del genere e le ambientazioni, davvero ben realizzate, pur con qualche caduta di stile, come la base lunare stessa, e soprattutto totalmente ininfluenti ai fini del gameplay.

L’acquisto è quindi decisamente consigliato, considerando anche il prezzo budget a cui viene venduto, a patto che non diate troppa importanza al lato narrativo del gioco.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: rompicapo
  • Lingua: italiano
  • Multiplayer: no
  • Prezzo19,99 euro

Abbiamo risolto gli enigmi lunari per circa 15 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Puyo Puyo Tetris 2 in arrivo su PC

SEGA ha appena annunciato che Puyo Puyo™ Tetris® 2 sarà disponibile su Steam (29,99 €) a partire dal 23 marzo 2021, proponendo la sfida definitiva dei puzzle game a un pubblico ancora più vasto! Puyo Puyo Tetris 2 è al momento disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e Nintendo Switch. Dovrai sfruttare tutte le tue abilità e la tua prodezza con i rompicapi per salvare i due mondi che ti aspettano.

Gli utenti Steam potranno trovare tutte le fantastiche caratteristiche già presenti nella versione disponibile su console:

  • Partecipa a battaglie da 4 giocatori online o in locale, inclusa la nuova modalità co-op online Boss Raid, che ti permette di avvalerti di un totale di tre amici per compiere l’impresa di sconfiggere temibili boss controllati dalla CPU;
  • Seleziona il tuo personaggio tra una vasta rosa di alternative composta da vecchie conoscenze e facce nuove, come i recentemente annunciati Sonic the Hedgehog, Lidelle, Ms. Accord e The Ocean Prince, con altri personaggi in arrivo.
  • Naviga la mappa del mondo in modalità Avventura per seguire una narrazione originale e aiutare i personaggi nella loro impresa di salvare i diversi mondi fusi insieme liberando i propri amici dal giogo della corruzione oscura;
  • Metti a dura prova le tue abilità e il tuo coraggio nella modalità Battaglia tecnica, ispirata agli RPG, in cui dovrai creare una squadra di personaggi dalle abilità complementari da utilizzare strategicamente per creare il trio definitivo;
  • Lavora sulle tue abilità con i rompicapi nella modalità Lezioni, che mette a disposizione oltre 150 unità interattive che aiutano i giocatori a imparare tutti i segreti, dalle tecniche base a quelle utilizzate dai pro.