Hideo Kojima è indubbiamente – insieme ai suoi giochi – uno dei creator più famosi e controversi dell’intera industria videoludica. Gli incredibili successi che ha raggiunto in carriera, in particolare grazie alla saga di Metal Gear Solid, si affiancano ad una gran quantità di polemiche legate al suo carattere non proprio semplice e ai tempi biblici da lui spesso richiesti per portare a termine un progetto.
Della storia di Kojima abbiamo già abbondantemente parlato. Questa volta ci concentreremo solamente sui giochi principali realizzati dal Hideo Kojima nel corso della sua lunga e tortuosa carriera, in un viaggio che ci porterà dall’inizio degli anni 80 fino al recente Death Starnding 2: on the beach. Pronti a riscoprire qualche perla nascosta dell’uomo che è sintesi perfetta dell’accoppiata genio e sregolatezza?
Gli inizi: la saga di Metal Gear

Come molti di voi sapranno, le origini della saga di Metal Gear risalgono addirittura alla fine degli anni 80. Il primo Metal Gear, infatti, vide la luce nel lontano 1987 sull’MSX2, un popolare home computer giapponese. Nonostante le ovvie limitazioni grafiche e tecniche e i dialoghi solo abbozzati presenti nel gioco, Metal Gear proponeva già molti elementi davvero innovativi. La necessità di agire senza farsi individuare dai nemici, l’utilizzo sapiente dell’inventario e il ruolo centrale della trama sono tutti elementi che avrebbero fatto la fortuna della futura saga di Metal Gear Solid.
Ancor più impressionante fu il sequel del primo Metal Gear, ovvero Metal Gear 2: Solid Snake, uscito tre anni dopo sempre su MSX2. Questa volta trama e personaggi erano ancora più approfonditi grazie ad una buona quantità di dialoghi, che resero la storia molto più avvincente ed appassionante. Fecero la loro comparsa in questo gioco anche personaggi poi divenuti iconici come Big Boss e Gray Fox.
Precisiamo invece che Kojima non ebbe nulla a che fare con alcuni giochi della serie. In particolare, né con l’orrida conversione NES di Metal Gear né con lo strampalato Snake’s Revenge, anch’esso uscito per NES.
La serie Snatcher

Nel 1988, sempre su MSX2 , Hideo rilascia Snatcher, altro esperimento davvero interessante. Si tratta di un’avventura grafica che unisce elementi investigativi, fantascientifici e fantastici. Il tutto con una veste grafica chiaramente ispirata alle produzioni anime più famose. Snatcher si svolgeva in prima persona ed il giocatore poteva compiere varie azioni seguendo i menù del gioco.
Sebbene in occidente la serie sia poco conosciuta, soprattutto in Europa, in oriente seppe crearsi un discreto seguito. Anche se il sequel inizialmente previsto non venne realizzato, nel 1990 vide la luce SD Snatcher, una nuova versione del titolo originale. Il gioco passò da visual novel a GDR, includendo combattimenti e gestione delle statistiche dei personaggi. Anche il finale venne modificato per dare alla vicenda una sua conclusione.
Nel 1992 venne poi realizzata una nuova versione del gioco, chiamata Snatcher CD-ROmantic, un’edizione riveduta e corretta del secondo capitolo, che includeva nuovi filmati e persino la presenza del doppiaggio in alcuni punti chiave.
Interessante notare come Kojima abbia più volte citato la saga di Snatcher all’interno della saga di Metal Gear Solid. Ad esempio, in Ground Zeroes, una delle missioni opzionali cita apertamente la visionaria saga di Kojima.
Policenauts

Sebbene molto simile a Snatcher, merita un accenno anche Policenauts, altra avventura grafica realizzata dal nostro Hideo nel 1994 per varie piattaforme, tra cui 3DO, Playstation e Saturn. Anche in questo caso, il gioco propone una trama molto articolata e che si ispira a generi diversi, citando a piene mani da famose opere cinematografiche.
La serie Tokimeki memorial

Tra le passioni di Hideo, oltre alle storie complicate ed il cinema, ci sono sicuramente anche le belle donne ed il glamour. Non a caso, il nostro Kojima è stato produttore e direttore della serie Tokimeki Memorial, i cui episodi principali sono usciti tra 1997 e 1999 per Saturn e Playstation.
Si tratta di una serie di simulatori di appuntamenti, genere fortunatissimo in Giappone ma che qui in occidente è sempre stato visto con un certo sospetto, almeno fino ai tempi recenti. In questi giochi di Kojima lo scopo è gestire in maniera accurata il proprio tempo, dedicandosi in maniera equa al potenziamento delle proprie caratteristiche e al miglioramento della relazioni.
Da notare come in questa serie, a differenza di molti altri giochi del genere, sono quasi del tutto assenti gli elementi hentai. Anzi, le storie sono quasi sempre narrate con grande delicatezza e romanticismo.
Zone of the Enders

Pur non raggiungendo la notorietà della serie Metal Gear Solid, la saga di Zone of the Enders riuscì ad ottenere un grande successo. Il primo Z.O.E. uscì nel 2001 su Playstation 2. Si trattava di una sorta di Hack and Slash futuristico, sulla falsariga di Armored Core, in cui il protagonista, alla guida del suo fido mech, il Jehuti, avrebbe dovuto compiere numerose missioni spaziali.
L’eccellente comparto grafica, l’ottimo character design e il gameplay divertente e coinvolgente (anche se un po’ ripetitivo) sancirono il successo di Z.O.E., coronato dall’uscita di un sequel per PS2 e di una HD collection per PS3 e X-Box.
La saga di Boktai

La serie di Boktai fu un divertente e interessante esperimento. Si tratta di una serie di classici RPG con visuale dall’alto. La saga conta ben 4 titoli, usciti tra 2003 e 2006 per Game Boy Advance e Nintendo DS.
Ciò che rende questa serie unica è il fatto che le cartucce del gioco contenevano un particolare sensore in grado di reagire alla luce del sole. Questa funzione spingeva i giocatori a cercare sempre aree assolate per giocare, in modo da ricaricare la pistola solare del protagonista.
Per il resto, si trattava di rpg molto validi con trame solide e personaggi interessanti e ben caratterizzati. Un ennesima perla nello scrigno infinito della creatività di Kojima.
Death Stranding

Ed eccoci alla saga più recente di Kojima, la prima davvero importante dopo il divorzio da Konami. Ambientato in un futuro postapocalittico, Death Stranding ci mette nei panni di Sam Porter Bridge, un corriere con l’arduo compito di creare nuove connessioni tra le colonie delle Città Unite d’America.
Nonostante il gameplay un po’ lento e a tratti abbastanza monotono, entrambi i Death Stranding (usciti rispettivamente nel 2019 e nel 2025) presentano trame davvero interessanti ed articolate, con numerosi richiami alla civiltà e alla società attuali. Anche il comparto tecnico di entrambe le avventure è davvero di altissimo livello, contribuendo a creare un open world coerente e vastissimo, anche se a tratti un po’ troppo vuoto.
Degno di nota anche il cast, che coinvolge attori del calibro di Norman Reedus e Léa Seydoux. Se amate l’avventura e le belle storie, questa saga vi conquisterà. A patto che vi piaccia camminare e siate amanti delle gite lunghe.
La saga di Metal Gear Solid

E non potevamo che concludere con quella che è stata indubbiamente la saga più importante e di successo del nostro Hideo, nonchè una delle serie più acclamate dell’intera industria del videogioco. Nata nel 1998 con il primo Metal Gear Solid, sequel dei primi due episodi per MSX, la saga si è sviluppata per quasi un ventennio, diradandosi principalmente nel mondo Playstation ma espandendosi spesso anche ad altre piattaforme (ad esempio con MGS: The Twin Snakes, per Gamecube).
Sono davvero moltissimi gli elementi che hanno sancito il successo di questa saga. Ci limitiamo a citare la trama strepitosa, il carisma dei personaggi, il perfetto equilibrio tra azione e stealth e le numerosissimo trovate di gameplay, in grado di stupire continuamente il giocatore e di non rendere mai noiosa l’esperienza. Ad oggi The Phantom Pain, del 2015, risulta l’ultimo episodio della saga. Il gioco fu anche accompagnato da numerose polemiche a causa dei numerosi tagli, che rendono la trama incompleta.
Tra pochi mesi vedrà però la luce Metal Gear Solid Delta Snake Eater, sorta di Remake del terzo capitolo, da molti considerato il migliore della saga. Speriamo davvero che questo gioco possa segnare una rinascita per una delle serie più amate ed osannate di sempre!
Ed eccoci al termine del nostro articolo. Come avrete capito, la produzione di Kojima è davvero vastissima e diversificata. Dobbiamo però aggiungere che il Hideo Kojima ha collaborato anche a numerosi altri giochi, che non abbiamo potuto citare per motivi di spazio. Ci limitiamo a citare il suo ruolo di produttore esecutivo per Castlevania: Lord of Shadow e il suo lavoro come direttore per alcuni episodi della serie Beatmania. E voi? Avete mai provato i giochi di Kojima? Quali sono i vostri preferiti?