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F1 22 per Xbox Series S/X – Recensione

Recensione in BREVE

F1 22 è un must have per chiunque sia appassionato di monoposto. Con l’arrivo delle auto di nuova generazione, Codemasters ed Electronic Arts hanno deciso di concentrarsi molto di più con l’aspetto tecnico del gioco, visto che dal punto di vista del gameplay avevano già l’ottima base di F1 2021. L’unica pecca riguarda proprio il non voler osare da questo punto di vista. Ma per il resto è un gioco che merita davvero tanto.

8.5


F1 22 è il nuovo gioco realizzato da Codemasters e pubblicato da Electronic Arts. Si tratta del secondo videogioco dedicato alle monoposto che gli sviluppatori inglesi creano sfruttando le risorse del colosso del mondo videoludico. Il leggero cambio del nome, da F1 2021 a F1 22, segna anche la leggera modifica che è stata creata dagli sviluppatori per quanto riguarda il racing game. Ma senza ulteriori fronzoli, scopriamo tutti i cambiamenti implementati per l’edizione di quest’anno.

F1 22 dice addio a Braking Zone, dà il benvenuto a F1 Life

F1 22 quest’anno non ha la sua trama da farci vivere, così com’è successo lo scorso anno con Braking Zone. Ma Codemasters ha deciso di implementare F1 Life, il quale ti permette di modificare il tuo avatar con vestiti che arrivano da brand realmente esistenti (come Sparco, giusto per citarne uno) e soprattutto ti permette di collezionare alcune supercar, come la McLaren 720s e le due Safety Car che vediamo quando ci sono dei problemi in pista. Sì, sia l’Aston Martin, sia la Mercedes. Anche se per ottenerle bisogna acquistare la versione Champions del gioco, che costa 80 euro. Fatta eccezione per le due Safety Car, tutte le altre possono essere sbloccate semplicemente stando in pista. Più chilometri si macineranno, maggiori punti si faranno, e questi possono essere spesi per acquistare le auto. 

Prima di addentrarci sulla parte più succosa e importante di F1 22, bisogna dire che quest’anno Codemasters ha voluto implementare anche una piccola modalità gioco molto divertente che riguarda proprio le supercar: il Pirelli Hot Lap. Quest’ultimo, nella controparte realistica del motorsport, vede una supercar in pista alla ricerca del giro veloce. Ma nel gioco si hanno tre tipi di sfide: drift, hot lap ed agilità. Nella prima dovrai fare quanti più punti possibili consumando le ruote dell’auto, driftando. Così come nel motorsport reale, nell’hot lap dovrai fare un giro veloce e nell’agilità dovrai dimostrare di riuscire a saper muovere l’auto tra alcuni paletti. Un modo molto divertente per sfruttare la nuova aggiunta. 

f1 22 miami prime impressioni
Fonte: Electronic Arts

Ma ora è il momento di entrare nella monoposto e scoprire cos’è cambiato davvero con F1 22, visto che quest’anno ci sono nuove regole e le auto sono considerate “next-gen”. Riportare tutto questo in salsa gaming non dev’essere stato semplice per gli sviluppatori, anche se bisogna dire che partivano dall’ottima base di F1 2021. Infatti, i cambiamenti sono molto sottili dal punto di vista della guidabilità dell’auto. È come se Codemasters abbia solamente voluto smussare qualcosa soprattutto dal punto di vista grafico e di sensazione al volante, cosa di cui ti parlerò a momenti. 

Codemasters è riuscita perfettamente a riprodurre la vibrazione dell’auto sulla strada e la posiziona sui vari punti del controller. Per esempio, quando si prendono i cordoli è possibile sentire percepire meglio quale parte dell’auto colpisce il “salsicciotto” e agire di conseguenza. Se si ha giocato al capitolo precedente, sarà quasi impercettibile il cambiamento, visto che si tratta per lo più di queste piccolezze. Questo almeno dopo il via. Sì, perché una volta ai box e durante il giro di formazione ci sono delle novità. Infatti quando si entrerà nella corsia box si dovrà stare attenti al tasto che appare in alto, perché dovrai premerlo al momento giusto così da non perdere quei centesimi di secondo che sono vitali per eseguire perfettamente un undercut o – più in generale – la strategia di gara.

Mentre per quanto riguarda il giro di formazione abbiamo la postazione nella casella giusta, cosa che fino a ora era automatica. Queste due nuove implementazioni, però, possono essere rimosse. E se c’è un incidente in pista? Beh, se viene richiamata la Safety Car avrai la possibilità di scegliere se continuare a giocare oppure attivare un automatismo che ti farà godere quel momento da spettatore. 

f1 22 mclaren
Fonte: Electronic Arts

Il feeling alla guida è decisamente ottimo, e soprattutto gli sviluppatori hanno iniziato ad eliminare quella parte arcade di F1 22 che dava fastidio ai puristi del motorsport che vogliono un simulatore di Formula 1. L’HUD del gioco in gara ora è leggermente diverso e bisognerà premere due tasti diversi per richiamare il Display Multi-Funzione, che ti dà accesso alle temperature ed alla radio. 

Dulcis in fundo, è anche possibile godere delle sprint race, che sono un nuovo metodo per eseguire le qualifiche. Questo cambiamento è decisamente divertente e rende leggermente più dinamico il modo in cui ci si approccia al gioco. Insomma, ormai Codemasters vuole rendere F1 22 un franchise molto più simulativo, ma non abbandona il lato “puramente” arcade con F1 Life. 

Per quanto riguarda l’online del gioco, ho potuto fare qualche gara senza troppi problemi. Cosa che capitava spesso con le gare del titolo precedente, quindi ci sono dei passi in avanti anche in questo senso

Blistering, forature, che bel vedere!

Dal punto di vista grafico F1 22 fa un passo in avanti rispetto a F1 2021 e si vede. Letteralmente. Sì, perché è possibile notare se le gomme sono consumate, è presente del blistering e nel caso si dovessero forare, a velocità più basse è possibile vedere dove. Inoltre, l’auto si sporcherà quando si va fuori strada e rimarrà tale fino alla fine. 

Quando la gara finisce, è stata creata una piccola scena in più che fa vedere il pilota uscire dall’auto e avvicinarsi al suo team, senza contare l’arrivo sul podio. Molto interessante e soprattutto bello da vedere, se sei disposto a chiudere un occhio per quanto riguarda i modelli dei membri del team costruttori, elemento che da sempre è il tallone d’Achille del franchise. 

f1 22 livrea custom
Fonte: Electronic Arts

Una delle piccole novità introdotte con F1 22 è una playlist di canzoni ufficiali che accompagnano il giocatore durante i movimenti nel menu e nei caricamenti, che sono decisamente più veloci rispetto a quelli che vedi in F1 2021. Dunque dal punto di vista tecnico non posso che fare un plauso a Codemasters. Rimanendo un altro momento sull’aspetto audio del gioco, qualcosa che riesce davvero a sorprendere è l’audio delle monoposto che dà il meglio di sé soprattutto quando si usano le cuffie. È possibile percepire problemi al motore prima che parli l’ingegnere e soprattutto se si è circondati da auto, un po’ come accade in altri giochi, come Gran Turismo 7 o Assetto Corsa Competizione

Quindi vale la pena acquistarlo? Se sei un appassionato è un must have. E se vuoi approcciarti ad un gioco che è sì simulativo, ma non troppo, hai trovato pane per i tuoi denti. In altre parole è un entry level di ottima fattura. 

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: Racing
  • Lingua: Italiano
  • Multiplayer: Si
  • Prezzo: 69,99€
  • Piattaforme: Xbox Series X/S, Playstation 4/5, PC
  • Versione provata: Xbox Series S

Ho vissuto la F1 Life per circa 30 ore grazie ad un codice gentilmente fornito dal publisher

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Card Shark – Recensione: un trucco rivoluzionario

Recensione in BREVE

Card Shark è un’avventura rivoluzionaria. Gli autori hanno unito un genere criticato come l’avventura a una meccanica ancor più controversa come i quick time event, creando un titolo geniale nella sua semplicità; infatti, l’avventura di Nerial e Troshinsky diventa interattiva grazie ai QTE, che non possono smorzare l’immersione del titolo, poiché i quick time event sono utilizzati come vero e proprio gameplay. Una trama lineare, ma intrigante unita a un dipinto rococò in movimento danno vita a un videogioco sorprendentemente poetico.

8.5


È possibile rendere una delle meccaniche più controverse dei videogiochi poetiche, quasi romantiche? Nella nostra recensione di Card Shark abbiamo risposto positivamente a questa domanda, poiché il titolo di Devolver Digital ha reso i Quick Time Event il miglior modo per esprimere la tagliante aria che si respirava nella Francia pre-rivoluzionaria.

Card Shark non è un gioco di carte collezionabili né un deckbuilding. L’opera di Nerial, noto per Reigns, e Nicolai Troshinsky, illustratore e appassionato di trucchi con le carte da gioco, rientra nel genere delle avventure; un’opera interattiva però in cui sono richieste capacità mnemoniche, intelligenza e velocità di esecuzione sui QTE.

Recensione Card Shark: incontri pericolosi

Trame rivoluzionarie

Card Shark ci mette nei panni di un giovane uomo affetto da mutismo, cresciuto da una locandiera della piccola cittadina di Pau. La sua modesta vita nella Francia del 18° secolo si trasforma in un dramma quando incontra il Conte di Saint-Germain; il nobiluomo chiede al giovane di barare con lui durante una partita di carte, ma le conseguenze sono gravissime.

I due vengono catturati, causando anche la morte della locandiera da parte di un ufficiale dell’esercito. Accusato d’omicidio, il nostro alter ego è costretto a seguire il Conte in un viaggio in cui impareremo l’arte dell’inganno e gli intrighi di corte.

Il videogioco di Devolver Digital racconta tramite i due bari i tumulti di quel periodo storico; infatti, ben presto scopriremo che il Conte di Saint-Germain sta investigando sulle Dodici Bottiglie di Latte, una cospirazione reale che ci conduce direttamente fino ai segreti di Re Luigi XV.

Recensione Card Shark: il nostro Covo

Trucchi d’altri tempi

Il gameplay di Card Shark è il bluff perfetto. Quante volte ci è capitato di ascoltare critiche sui giochi d’avventura perché definiti poco interattivi? Allo stesso tempo: quante volte abbiamo sentito invettive contro i quick time event perché, a detta dei critici, smorzano l’immersione videoludica? In Card Shark, Nerial e Troshinsky hanno reso i QTE il vero e proprio gameplay e tramite quest’ultimo hanno garantito interattività a un’avventura che vuole prima di tutto narrare un’importante pagina della storia europea.

In Card Shark ci muoviamo nella Francia del 1700 (e non solo) tramite una mappa che suddivide le missioni di gioco. Una volta scelta la location, il Conte ci insegnerà, durante il viaggio, un nuovo trucco, che dovremmo mettere in pratica nello stage successivo. Inizialmente, i QTE saranno semplici e veloci come spiare una carta e indicarne il suo valore al Conte di Saint-Germain muovendo la levetta analogica; però, come avrete già intuito, le cose si complicheranno sempre di più andando avanti.

Card Shark offre 28 trucchi, via via sempre più complicati e che ben presto richiederanno anche una buona memoria. Tutti gli inganni partono sempre dalle stesse basi, ma alcuni intrecci sono decisamente complicati. In alcuni casi, la sconfitta porterà in carcere; in altri, incontreremo la morte in persona.

Alcuni stage hanno un margine d’errore praticamente nullo e lo sbaglio potrà avvenire anche a metà della combo; purtroppo, il trucco dovrà essere portato comunque a termine, anche se consci che la prova non sarà superata. Se a questo aggiungiamo che dovremmo rileggere tutti i dialoghi, in quei punti, la frustrazione rallenterà eccessivamente il gioco. Fortunatamente, il videogioco diventerà capitolo dopo capitolo sempre più denso di avvenimenti, intervallando QTE con le carte a quick time event anche con un spada in mano.

Arte illuminista

Non tutte le avventure d’alta qualità hanno un comparto tecnico memorabile, ma non è il caso di Card Shark. I disegni di Troshinsky sono dei quadri in movimento, deliziosi dall’inizio alla fine. Ripudiato progressivamente il barocco, gli inizi del XVIII secolo sono caratterizzati dal rococò, lo stesso stile utilizzato da Troshinsky per la sua opera. I colori delicati e forme curve ci immergono perfettamente nell’epoca raccontata dal videogioco.

Lo stesso fanno le musiche grazie alla sapiente bravura del compositore Andrea Boccadoro, che danno movimento e interattività a un quadro politico minuzioso, che ci permette di incontrare gloriose figure del passato come Voltaire e Cagliostro.

Dettagli e Modus Operandi

  • Genere: Avventura
  • Lingua: Italiano
  • Multiplayer: No
  • Prezzo19,99€
  • Piattaforme: PC, Nintendo Switch
  • Versione provata: PC

Ho scoperto gli intrighi della Francia settecentesca in circa 7 ore grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher.

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Xbox e Bethesda Games Showcase: il meglio dall’evento Microsoft

L’importanza di Xbox all’interno dell’ecosistema videoludico è aumentata negli ultimi anni e l’Xbox e Bethesda Games Showcase 2022 ne è la prova; infatti, l’evento Microsoft ha mostrato diversi titoli che qualche anno fa non sarebbero comparsi in uno show per la console americana.

Nonostante la scelta di avere giochi solamente in esclusiva per Xbox Series S|X non sia stata presa in considerazione, l’acquisizione di Bethesda e Activision Blizzard, ha consentito a Microsoft di portare durante l’Xbox e Bethesda Games Showcase lunghi segmenti di IP di enorme importanza come Diablo 4, Forza Motorsport e fresche novità come Starfield e Redfall.

Qui un riassunto del meglio annunciato durante l’Xbox & Bethesda Games Showcase, volutamente scremato data l’enorme mole di giochi presentati durante l’evento.

I titoli presentati durante l'Xbox e Bethesda Games Showcase

Una nuova partnership: Kojima Productions e Xbox Game Studios

Rumor, conferme e smentite trovano la loro ufficialità: Xbox Game Studios e Kojima Productions stanno lavorando a un nuovo videogame per Xbox, che vuole sfruttare al massimo la potenza del cloud. A dirlo è stato lo stesso Hideo Kojima.

Xbox e Bethesda Games Showcase: nasce la collaborazione tra Kojima Production e Xbox Game Studios

Starfield si mostra in un First Look gameplay

Todd Howard, game director di Starfield, ci ha preso per mano e ci ha portato in giro per il mondo di Starfield grazie a un primo video gameplay. La promessa è che Starfield garantirà un’inedita possibilità di esplorare il suo spazio alla ricerca di risposte sul più grande mistero dell’umanità.

Nell’anno 2330, l’umanità ha viaggiato oltre il sistema solare e acquisito nuovi pianeti. Cominceremo come umili minatori spaziali e ci uniremo alla Constellation, l’ultimo gruppo di esploratori spaziali alla ricerca di rari artefatti.

Il titolo uscirà in esclusiva console per Xbox Seris S|X, PC e sarà disponibile sull’Xbox Game Pass al day one.

Diablo IV uscirà nel 2023

Diablo IV sarà lanciato nel 2023 su Xbox Series S|X, PlayStation 5, Xbox One, PlayStation 4 e PC. L’opera Blizzard garantirà il cross-play e la progressione cross-platform. Su console, i fan potranno giocare in co-op.

Inoltre, gli sviluppatori hanno presentato la quinta classe giocabile: il negromante.

Forza Motorsport

Xbox e Bethesda Games Showcase 2022 è stata la casa di un nuovo trailer del racing game Forza Motorsport. Il videogioco ha catturato l’attenzione per l’accuratezza della fisica, la bellezza delle auto, una nuova dinamica dello scorrere della giornata, danni sulle vetture e un ray tracing in real time di nuova generazione.

Anche Forza Motorsport sarà un’esclusiva console Xbox Series S|X, arriverà su PC e sarà disponibile al day one sull’Xbox Game Pass.

Redfall Gameplay Reveal

Redfall è il nuovo co-op FPS di Arkane Austin. Il titolo, che sarà disponibile nel 2023, è stato disegnato all’interno di un open world ricco di narrativa e vampiri.

Redfall è un’esclusiva console Xbox Series S|X. Sarà inoltre disponibile su PC e sull’Xbox Game Pass al day one.

Minecraft Legends

Mojang Studios ha rivelato Minecraft Legends, un nuovo action strategy game sviluppato in partnership con Blackbird Interactive, che arriverà nel 2023. Il titolo sarà disponibile al day one su Xbox Game Pass.

Obsidian annuncia Pentiment

Andreas Maler, artista artigiano, sarà il protagonista di Pentiment, un’avventura narrativa ambientata nel 16esimo secolo in Baviera, un periodo di grandi disordini sociali.

Saremo coinvolti in una serie di omicidi che dureranno oltre 25 anni e spetterà a noi giocatori indagare e interrogare i cittadini, le cui decisioni avranno un impatto sulla città negli anni a venire. L’opera è gestita dal game director Josh Sawyer e prende ispirazione da manoscritti, stampe xilografiche e la storia stessa.

Pentiment sarà un’esclusiva temporale su Xbox Series S|X, uscirà per PC e sarà disponibile sul Game Pass al day one.

25 anni di Persona

Per festeggiare i 25 anni dell’IP, Persona 5 Royal, Persona 4 Golden e Persona 3 Portable arrivano su Xbox e PC. L’avventura inizierà il 21 ottobre 2022.

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Diablo Immortal: prime impressioni

Sono sicuro che molti di voi si ricorderanno l’annuncio di Diablo: Immortal durante il Blizzcon 2018, con un Waytt Cheng visibilmente a disagio lì sul palco . Un annuncio a cui seguirono infinite polemiche, perché trasformare l’ hack n’ slash per eccellenza in un “giochetto” mobile è di sicuro una scelta non proprio facile. Una saga nata su PC, prosperata su PC che poi finisce sul Playstore/Appstore? Pura eresia, quantomeno per i fan della saga, folta schiera di cui il sottoscritto pensa di far parte.

Sono trascorsi 4 anni da quell’annuncio, e mentirei se dicessi di non aver avuto voglia di giocarlo questo Immortal, pur nella sua natura da titolo F2P mobile. E finalmente il momento è giunto, l’ho provato, ho assaporato alcune tra le avventure che Sanctuarium voleva offrirmi e sono qui a darvi le mie impressioni.

Un pò prequel, un pò sequel

Sono trascorsi 5 anni da quando l’Arcangelo Tyrael ha distrutto la Pietra del Mondo, ormai corrotta da Baal, il “fratellone” di Diablo. Come avrete intuito Immortal vuole essere il ponte che collega le vicende di Diablo 2 e Diablo 3, e tantissime saranno le comparse di entrambi i capitoli in questo Immortal. Fa sempre piacere ritrovare vecchie conoscenze, come Akara o Zoltun Kulle, oltre all’immancabile Deckard Cain.

Ecco il mio crociato in giacca blu

Diciamo che la trama potrebbe riassumersi così: i frammenti della Pietra corrotta sono finiti un po’ ovunque su Sanctuarium, ed indovinate chi sarà il fortunato avventuriero a doverli recuperare dai cadaveri di demoni ed orrori assortiti? Esattamente, proprio il vostro! La narrativa è “leggera”, seppur piacevole. Insomma, si parla poco, si picchia tanto e si ha un motivo per farlo. Ed onestamente va bene così, è proprio quel che mi aspetto da Diablo.

Non mancano comunque approfondimenti sulle vecchie conoscenze, o una nuova aggiunta che ho apprezzato davvero tanto, ossia un bestiario, cosa che mi è sempre mancata nei capitoli precedenti.

Niente più Baal Runs

I più nostalgici – o chi ha recentemente giocato Diablo 2: Resurrected – ricorderanno le infinite Baal Runs per livellare il proprio personaggio, o per beccare la maledettissima armatura di Tal Rasha. Un giocatore crea una partita, altri giocatori entrano e si va a picchiare il malcapitato di turno, sia esso Baal, Diablo o il povero Mephisto, la mia vittima preferita. Tante piccole istanze indipendenti tra loro.

Uno dei numerosi dungeon presenti

In Diablo Immortal invece ci ritroviamo di fronte a quel che è a tutti gli effetti un titolo dalla forte impronta MMO. Ovviamente bisogna sempre tener conto che parliamo di un titolo destinato al mercato mobile, quindi se parlo di MMO non immaginatevi qualcosa tipo Final Fantasy XIV o, per rimanere in casa, World of Warcraft. Immortal ha la “tipica” struttura MMO Mobile come se ne trovano altre mille.

Il mondo di gioco è composto da varie macrozone, quindi non siamo davanti ad un openworld. “Nulla di nuovo per il franchise” direte voi, è sempre stato così Diablo. La particolarità di Immortal è che queste mappe non sono più delle piccole istanze, ma tutti giocatori si collegano ad un determinato server. Il risultato? Vagherete per Sanctuarium in compagnia di una miriade di altri avventurieri, sia nelle città che nelle mappe vere e proprie. Qui Immortal fa respirare aria da MMO, seppur continuino ad esistere istanze come dungeon, varchi e quant’altro.

Immortal, o Diablo 3 Lite

Se dovessi descrivere Immortal in 3 parole non avrei dubbi: Diablo 3 Lite. Immortal prende enorme ispirazione dal precendete capitolo della saga, dalla direzione artistica ad elementi di gameplay veri e propri. Mettiamola così, se avete giocato Diablo 3 in qualsiasi sua declinazione vi troverete a vostro agio su Immortal, poiché rappresenta una reinterpretazione del terzo capitolo in salsa Mobile. Basti pensare che tutte le classi selezionabili sono riprese da Diablo 3, con buona pace di chi avrebbe voluto giocare un bel Druido o un’Assassina.

L’inventario è davvero semplice da gestire

I comandi sono quelli da classico titolo “action” mobile, con joystick virtuale in basso a sinistra e le 4 abilità+attacco primario in basso a destra, sono sicuro che un po’ tutti conosciate questa configurazione di controlli. Le varie classi hanno a disposizione 12 abilità diverse, di cui ne andranno scelte 4 che andranno a comporre la nostra “build”. Moltissime abilità sono simili a quel che troviamo in Diablo 3, ma qui non è possibile modificare questa o l’altra spell mediante l’utilizzo di rune, mentre la “varietà” d’approccio è relegata agli equipaggiamenti leggendari.

Questi ultimi vanno a modificare anche radicalmente le abilità del nostro personaggio, vi faccio un esempio. “Scudo Abbagliante” è una abilità AoE che acceca i nemici. Equipaggiando un determinato leggendario si può trasformare in un raggio di luce che trapassa i nemici e fa danno, modificando totalmente quel che era la skill in origine. Ho particolarmente apprezzato questo approccio all’equipaggiamento, che spesso apportava semplicemente aumenti parametrici aggiungendo poco e nulla alla build scelta, se non bigger numbers.

Il nostro viaggio ci condurrà anche a Palustria

Anche il pacing risulta leggermente diverso rispetto ad un Diablo classico. Mappe, dungeons e quant’altro risultano più corti. L’intenzione degli sviluppatori è chiaramente quella di rendere il gioco fruibile anche in brevi sessioni. Quel che conta è che il feeling che Immortal restituisce è quello di Diablo in tutto e per tutto. Di un Diablo lite, per l’appunto.

Immortal però non è una mera imitazione del “fratello maggiore”. È un prodotto creato con cura, divertente da giocare e che offre ore di sano divertimento, seppur la sua natura F2P con microtransazioni farà di tutto per rattristarvi la giornata, ma su questo torneremo dopo.

Else, platini, essenze, scorie…

Chi tra voi ha giocato un gacha o un qualsiasi F2P saprà già di cosa sto per parlare, ma vale la pena discuterne un attimo. Ricordate Diablo 2, dove l’oro costituiva l’unica risorsa del gioco? Con Diablo 3 siamo passati ai materiali per il crafting, l’oro, i frammenti del sangue. Nulla di complicato, ogni risorsa aveva un chiaro utilizzo ed era facilmente farmabile.

Bene, dimenticate la parola “semplicità” in Diablo Immortal. Dopo qualche ora vi renderete conto che le risorse da utilizzare sono più di una decina, ed ognuna ha il suo utilizzo specifico. Ovviamente anche il metodo di ottenimento è differente per ognuna di esse.

Gli emblemi, una delle troppe valute di Immortal

Gli emblemi si utilizzano per conferire bonus ai varchi che completeremo. Le else vanno scambiate dall’apposito venditore per acquisire oggetti rari. Le rune si utilizzano per craftare le gemme leggendarie, le scorie potenziano l’Inferniquiario. Giusto per fare qualche esempio, perché di risorse se ne trovano pure tante altre.

Allo stesso modo il gioco ci sommergerà di attività da completare, come un qualsiasi F2P che si rispetti. Daily quests, venditori che riforniscono lo shop ogni settimana/mese, log in bonuses vari ed eventuali, l’immancabile battlepass e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la solita formula F2P che vuole farvi loggare sul gioco quotidianamente, pena il “perdere” tutti questi bonus e rimanere indietro. In parole povere la famosa “Fomo”, fear of missing out, paura di esser tagliati fuori.

Le novità ben accolte

Fortunatamente le novità di Immortal non si limitano al lanciarci addosso 15 tipi differenti di valuta per confonderci le idee. Il titolo propone anche delle modalità che ho particolarmente gradito. Partiamo con le brigate, o banalmente il sistema di clan di Diablo Immortal. Di solito in questo genere di titoli il clan serve davvero a poco, ma in Immortal risulta fondamentale ad un’altra aggiunta, le incursioni. In poche parole una sorta di raid, dove bisogna far gruppo, essere ben equipaggiati e conoscere le meccaniche di ogni fight. Ovviamente le incursioni non sono neanche lontanamente paragonabili a quel che potrebbe trovarsi in World of Warcraft, ma devo ammettere che sono rimasto piacevolmente sorpreso.

A Sanctuarium non devono passarsela troppo bene


L’aspetto che ho maggiormente apprezzato è forse la realizzazione di nemici e boss. Questi ultimi sono davvero tanti e combatterli è sempre piacevole. Varie fasi della fight, meccaniche semplici ma efficaci, un’ottima realizzazione tecnica. Segnalo anche la presenza di “world boss”. Giusto qualche ora fa, durante l’esplorazione, mi sono imbattuto in un sarcofago. Da bravo avventuriero quale sono l’ho aperto. Da lì è uscito fuori un cavaliere corrotto con circa 9.6 milioni di hp, e gli hp medi di un mostro elite che affronto si aggirano sui 50.000. Fate voi le dovute proporzioni. Quello era chiaramente un boss da affrontare in quattro o più giocatori. Magari assieme alla propria brigata.

Nel gioco è presente anche una modalità PvP, ma sarò sincero con voi, non sono ancora riuscito a provarla.

F2P si, ma fino a che punto?

Altra grandissima polemica degli ultimi giorni è la sempreverde critica alla monetizzazione del F2P famoso di turno. Questa volta è proprio Diablo Immortal l’accusato. Ricordiamo sempre che Immortal è un titolo gratuito, ed è più che lecito aspettarsi la presenza di microtransazioni.

Forse lo è meno scoprire che alcune gemme, quelle da 5 stelle di rarità, non sono effettivamente droppabili da chi non spende soldi per acquistare emblemi leggendari. O meglio, tecnicamente chiunque le può ottenere, ma sappiate che le probabilità di trovarne una senza spendere un centesimo è più bassa di fare 6 al superenalotto, giusto per mettere le cose in prospettiva.

Ed anche spendendo tanto, tantissimo, potreste non trovare ciò che stavate cercando. Il magico mondo delle microtransazioni! Immortal è il classico titolo dalla monetizzazione aggressiva, così come praticamente ogni altro titolo Mobile un minimo conosciuto. Il gioco è comunque godibilissimo nella sua interezza, non è necessario possedere 6 gemme da 5 stelle o aver speso stipendi interi per portare il titolo a termine e godersi l’avventura. In realtà le opzioni F2P bastano e avanzano per godere di tutto il contenuto presente in questo momento.

Una tranquilla oasi. Le acqua si tingeranno di rosso a breve

Ovviamente il discorso sul PvP è totalmente differente. Vi potreste divertire anche senza spendere un centesimo? Certo. Lotterete mai per la top 50 del server? Decisamente no, scordatevelo. Immortal è il classico freemium, dove comunque il divario tra chi spende e chi no è relativamente grande. Io sono “abituato” a questo genere di meccaniche, ed a malincuore lo accetto.

In conclusione

Queste sono le mie prime impressioni dopo circa 15 ore di gioco. Immortal mi ha stupito per la cura nella realizzazione, devo ammettere che le mie aspettative erano davvero basse ma Blizzard e Net Ease hanno lavorato sodo e sfornato un ottimo titolo Mobile che richiama chiaramente a Diablo PC. La monetizzazione poteva essere gestita in maniera migliore? Certamente. Ma quella dose di freemium non rovina assolutamente l’esperienza di gioco, se non nel PvP presumo.

Ovviamente questa non vuole essere una recensione poiché mi aspetto che Immortal venga aggiornato periodicamente, e con qualche smussatina ad alcuni angoli potrebbe rivelarsi davvero un ottimo capitolo per la saga di Diablo.

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Provato di F1 22: vita fuori pista

Ho potuto provare nuovamente F1 22, il nuovo racing game targato Codemasters. Questa volta molte delle limitazioni imposte dagli sviluppatori erano assenti, tant’è vero che era possibile accedere a tutte le modalità di gioco e tutte le monoposto. Ma questa volta non saranno le 22 piste a essere il cuore pulsante di questo hands on, bensì lo saranno le auto. E se pensi che saranno le monoposto che vediamo sfrecciare, ti sbagli: F1 22 ha una modalità dov’è possibile guidare le supercar, nonostante i modelli che ho visto non sono quelli finali, ed erano “solo” 10. Inoltre, ho potuto provare la vera novità di questo nuovo gioco sportivo: F1 Life. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

F1 22 aggiunge un piccolo tocco di “vita quotidiana”

Il franchise videoludico dedicato al mondo della Formula 1 quest’anno inserisce anchela modalità F1 Life, che viene descritto dagli sviluppatori come “l’hub social per i giocatori”. In altre parole, sarà possibile mostrare la collezione di supercar, premi e in generale la propria abitazione. Molto similmente a quanto accadeva in Smackdown vs. Raw 2006, sia avrà una stanza modificabile a proprio piacimento dove sarà possibile mostrare ciò che si ottiene durante le gare. Inoltre, sarà possibile anche creare e personalizzare il proprio avatar digitale, così da essere subito riconoscibile nelle lobby multiplayer. Perché sì, F1 Life serve da trampolino di lancio per partecipare alle gare insieme agli altri giocatori presenti nel mondo. 

Ma parliamo delle supercar: sono solo dei modelli che puoi guardare, come se fosse un museo? La risposta è: assolutamente no. Non solo sarà possibile averle, ma potrai anche guidarle. In quali momenti?

  • Prima delle qualifiche
  • Eventi Hot-Lap di Pirelli, disponibili in La Mia Squadra e Carriera
  • Attacco a Tempo
f1 22 livrea custom
Fonte: Electronic Arts

Per ottenerle non dovrai sborsare un euro, ma la valuta necessaria per sbloccarle è il chilometro. In altre parole, più tempo starai in pista, più auto sbloccherai. C’è solo un grosso ma: due auto sono disponibili solo nell’edizione Champions del gioco. Quali?

  • Mercedes-AMG GT Black series Safety Car
  • Aston Martin Vantage Safety Car

Dunque se le vorrai, dovrai acquistare la versione più costosa del gioco, che ti garantisce anche altri bonus nella modalità Carriera e La Mia Squadra. Abbiamo approfondito quest’aspetto nell’articolo del primo hands-on, che trovi a questo indirizzo

La personalizzazione del personaggio è piuttosto varia, soprattutto per quanto riguarda il vestiario. Cosa di cui molti potrebbero non sentire il bisogno all’inizio, ma che ha il potenziale di diventare un divertimento senza fine. Mentre per quanto riguarda il volto, le cose sono finalmente diverse dai capitoli precedenti ed è possibile differenziare i tratti facciali, così da vedere sul podio avatar diversi e non lo stesso viso con tute diverse.

f1 22 charles leclerc
Fonte: Electronic Arts

Come già detto, sarà possibile modificare anche l’appartamento, così che i tuoi amici possano guardare tutto ciò che hai guadagnato con le tue gare. Ma ovviamente uno degli aspetti che rende molto più realistico il gioco è la realtà virtuale, che purtroppo non ho potuto provare sulla mia pelle, ma che gli sviluppatori hanno definito “migliore” rispetto alla versione precedente. Ti ricordo che è possibile giocare in VR usando questi headset:

  • Valve Index
  • Oculus Quest 2 
  • Oculus Rift S
  • HTC Vive / Cosmos

Dunque possiamo dire che l’1 luglio ci attende finalmente il passo in avanti del franchise, verso una soluzione molto più simulativa piuttosto che una arcade. È possibile vedere come Codemasters abbia sfruttato davvero bene le risorse concesse da Electronic Arts. Sì, perché già dal test di Miami è possibile notare delle differenze che vanno a sottolineare il realismo del gioco. Cosa che farà più contenti gli appassionati del simracing e meno gli arcade gamer? Assolutamente no, perché la difficoltà del gioco si adatterà al tuo livello di bravura in pista, così che tu possa avere l’esperienza cucita su misura per te, come la tuta e il casco di un pilota. Insomma, non ci resta che attendere l’uscita del gioco e divertirci tutti insieme in pista, sperando che la Ferrari – almeno in-game – sia più fortunata. 

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Summer Game Fest 2022: tutti gli annunci e trailer

Il Summer Game Fest 2022, evento digitale presentato da Geoff Keighley, ha avuto il ruolo di presentare se un po’ di novità che arriveranno nei prossimi mesi e anni su tutte le piattaforme. Il ritmo della conferenza è stato decisamente basso, nonostante alcuni guizzi e un suggerimento che fa pensare al possibile nuovo gioco di Hideo Kojima. Ma quali sono stati i titoli presentati durante il Summer Game Fest 2022? 

Summer Game Fest 2022 sottotono e i leak hanno rovinato tutto

Il Summer Game Fest 2022 apre le danze di quello che sarebbe dovuto essere l’E3 2022. Ovviamente, con il secondo anno delle console di nona generazione, molti si aspettavano l’arrivo di un sacco di giohi per quelle piattaforme e così è stato, anche se possiamo dire che l’evento in generale non si sia rivelato dei migliori. 

Certo, Keighley stesso aveva detto che questo Summer Game Fest 2022 non sarebbe stato esplosivo, e il leak dell’ultimo minuto ha anche rovinato quella che forse è l’unica vera “bomba” dell’evento. Ma senza ulteriori fronzoli, ecco qui i trailer di tutti i giochi annunciati. 

The Last of US: Part 1, Multiplayer per PS5 e serie TV di HBO

The Last of Us sta ricevendo un restauro, che sarà disponibile su PlayStation 5 con il nome di The Last of Us Part 1. Prima lanciato su PS3 nel 2013 e successivamente uscito su 2014, il nuovo The Last of Us Part 1 sarà disponibile su PS5 il 2 settembre 2022.

Inoltre, Neil Druckmann ha annunciato che una modalità multiplayer di The Last of Us sarà disponibile come gioco stand-alone. Non ci sono ancora dettagli in merito all’opera, se non un artwork, ma sembra che l’ambientazione di gioco sarà San Francisco.

Infine, durante il Summer Game Fest sono trapelate immagini della serie TV di The Last of US. Druckmann ha promesso che l’opera di HBO sarà fedele al gioco, ed ha rivelato di aver addirittura diretto un episodio.

Call of Duty Modern Warfare 2 pronto a colpire

Infinity Ward ha mostrato finalmente un po’ di campagna durante il Summer Game Fest 2022. E questo ci ha dato un piccolo sguardo di quello che sarà il grande ritorno del gioco. Ovviamente, dal punto di vista grafico e audio è una festa, ma ci sono anche un sacco di elementi che sembrano essere leggermente migliorati, come l’IA. Peccato per l’acqua durante una sezione sulla barca, dove il frame rate non risulta proprio pulito. Il gioco arriverò il 28 ottobre 2022. 

The Callisto Protocol: molto Dead, molto Space, poco AAAA

The Callisto Protocol ormai ha completamente abbandonato l’idea di far parte del mondo di PUBG Battlegrounds, ma sembra estremamente violento e crudo. Durante l’evento è stato presentato un trailer gameplay che ci mostra pregi e difetti del gioco. Bisogna dire che è ancora in fase di sviluppo e per questo motivo quei problemi – come la compenetrazione di un nemico o il quasi teletrasporto in avanti di un altro – potrebbero essere risolti. Nonostante abbia una grafica mozzafiato, considerando che gli sviluppatori non sono molto conosciuti, il tutto è decisamente bello da vedere, ma non è considerabile il quadrupla A che ci è stato promesso. Forse anche perché i developer hanno fatto sapere che The Callisto Protocol uscirà anche su PlayStation 4 e Xbox One, oltre che su PC e le console di nona generazione. La data d’uscita? Il 2 dicembre 2022. 

Stormgate, il nuovo RTS

Frost Giant Studios ha rivelato il suo primo gioco al Summer Game Fest 2022 chiamato Stormgate. È un RTS realizzato da ex-sviluppatori di Blizzard, alcuni di loro hanno anche lavorando a Starcraft 2 e Warcraft 3. Al momento il gioco è ancora in fase di pre-alpha, per questo motivo non è stato visto nessun gameplay. Il gioco dovrebbe uscire in beta nel 2023 per PC.

Sembrava Resistance, era Aliens: Dark Descent

Tindalos Interactive e Focus Entertainment stanno realizzando un gioco ambientato nel mondo di Alien. Infatti, nonostante all’inizio potesse sembrare una sorta di remake/reboot della serie Resistance, si è capito fosse un titolo “Alien” quando abbiamo visto apparire gli Xenomorfi. Il gioco sarà disponibile su PC e console nel 2023. 

Ritorno al passato con Flashback 2

Dopo 30 anni dall’uscita del primo capitolo, il franchise Flashback sta per tornare su tutte le console. E questa volta avrà anche elementi 3D. Dovrebbe uscire su tutte le piattaforme entro quest’anno, ma non ci è dato sapere né il periodo, né la data d’uscita precisa. 

Un altro gioco spaziale con la voce di Troy Baker: Fort Solis

Troy Baker e Roger Clark (Red Dead Redemption 2, ndr) daranno le loro voci ai personaggi di Fort Solis, un gioco ambientato nello spazio e che punta tutto sulla narrazione. 

Goat Simulator… 3?

Uno dei trailer più esileranti di tutto il Summer Game Fest 2022. Goat Simulator 3 arriva prendendo in giro Dead Island 2. Beh, non c’è molto da dire, un bel trailer parodia che presenta il fatto che il gioco di Coffee Stain arriverà su Epic Games Store e console entro quest’anno.

Street Fighter 6 presenta Guile

Non sarebbe uno Street Fighter se non ci fosse Guile, l’americano pieno di muscoli e dai capelli assurdamente irrealistici. Per questo motivo, Capcom ha deciso di mostrare durante il Summer Game Fest 2022 un trailer che mostra il gameplay del gioco, ed è davvero bello da vedere. Inoltre, sembra anche abbastanza pulito ed è possibile vedere ogni singola mossa.

Outriders presenta il DLC

Una delle presentazioni più importanti e di peso è il prossimo contenuto scaricabile di Outriders: Worldslayer, ambientato in un’area ricoperta di ghiaccio e che vedrà un sacco di caos e violenza. Uscirà il 30 giugno 2022. 

Dopo cinque anni di attesa: Witchfire

Witchfire è stato annunciato per la prima volta durante i The Game Awards del 2017, e ora finalmente abbiamo un po’ di gameplay di quello che è uno sparatutto in prima persona che sfrutta le abilità. Uscirà in Accesso Anticipato entro quest’anno. 

Routine ritorna dopo 10 anni

Dopo quasi 10 anni dalla prima volta che lo abbiamo visto, ritorna Routine, e lo fa alla grande. Tra ambientazioni horror, nemici terrificanti e tecnologia Lo-Fi, sembra proprio il gioco che in tanti stanno aspettando. Sarà disponibile su Xbox Series X, Xbox Series S, Xbox Game Pass e PC. La data d’uscita? Sconosciuta. 

Highwater: avventura strategica

Highwater è un gioco di strategia che affronta il tema del cambiamento climatico con una certa sensibilità. Nonostante questi giochi spesso e volentieri abbiano la nomea di essere dei “walking simulator”, in realtà ha degli elementi di combattimento. È sviluppato da Rogue Games e dovrebbe uscire verso la fine del 2022. 

American Arcadia, tra Truman Show e 1984

Un altro trailer di un gioco indie, le prime battute del gioco ricordano molto la letteratura distopica di George Orwell, visto che tutti sono controllati tutto il giorno e sempre. Ma cosa succede quando qualcuno prova a scappare? Questa è la risposta che il giocatore dovrà trovare. 

Marvel’s Midnight Suns

Marvel’s Midnight Suns è stato oggetto di un cinematic trailer, che ci ha fornito una data d’uscita: 7 ottobre 2022. Il gioco uscirà per PS5, PS4, Xbox Series X, Xbox One e PC. Il titolo è un tactical RPG con nemico principale Lilith, la Madre di Demoni, capace di assoggettare famosi personaggi del mondo Marvel come Venom e Hulk.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge

Tribute Games e Dotemu hanno rivelato un nuovo video gameplay del beat’em up sulle Tartarughe Ninja. Tribute ha anche annunciato una modalità co-op fino a sei giocatori. Il titolo sarà disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series S|X e Nintendo Switch dal 16 giugno 2022.

Metal Hellsingers

Metal Hellsingers si è mostrato in un gameplay trailer e adesso è anche disponibile una demo sugli store PlayStation, Xbox e Steam. In pieno stile Doom, il titolo ha ritmo scandito da svariati artisti metal tra cui Serj Tankian, Matt Heafy e Randy Blythe dei Lamb of God. Metal Hellsingers sarà disponibile dal 15 settembre.

Nightingale

Inflexion Games ha mostrato il suo shared-world survival crafting game: Nightingale. Il titolo ha mostrato le meccaniche di crafting, i pericolosi mostri che popolano il mondo e un curioso meccanismo di card game ancora da decifrare.

Honkai: Star Rail

HoYovese, noto per Genshin Impact, ha mostrato due nuovi titoli. Il primo è Honkai: Star Rail, un videogioco a turni ambientato sullo spazio.

Zenless Zone Zero

Il secondo titolo di HoYovese è Zenless Zone Zero, un action-RPG futuristico con chiari riferimenti allo stile cyberpunk.

Tutti gli altri annunci e trailer

  • Fall Guys Season 1, il gioco diventa free-to-play a partire dal 21 giugno.
  • Cuphead: The Delicious Last Course, il DLC è stato mostrato con un gameplay video.
  • Layers of Fears, nel 2023 arriverà una remastered basato su Unreal Engine 5.
  • Gotham Knights, Nightwing è stato mostrato in un trailer.
  • Neon White arriverà il 16 giugno su PC e Nintendo Switch.
  • Midnight Fight Express uscirà il 23 agosto.
  • Warframe: Duviri Paradox si è mostrato in un trailer. Un nuovo gameplay arriverà il 16 giugno.
  • One Piece Odyssey (trailer)
  • Soul Hackers 2 (trailer)
  • Capcom Arcade 2nd Stadium (annuncio)
  • Humankind arriva su console: a partire dal 4 novembre. Disponibile su Xbox Game Pass al day one.
  • Saints Row ha una nuova modalità: Boss Factiory; arriverà il 23 agosto.
  • Warhammer 40K: Darktide (trailer).
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State of Play di giugno 2022: tutti i giochi presentati

Lo State of Play di ieri ha dato inizio a quello che sarebbe dovuto essere l’edizione 2022 dell’E3. Durante la presentazione di 30 minuti, i PlayStation Studios hanno mostrato alcuni nuovi titoli tra indie e tripla A tanto attesi. Inoltre, c’è anche stato un piccolo focus sulla realtà virtuale, in quanto sono stati sia presentati, sia mostrati dei giochi per il PlayStation VR2, in uscita probabilmente quest’anno. 

Uno State of Play che inizia col botto: Resident Evil 4 Remake è realtà

Capcom ha finalmente annunciato ciò che tutti si aspettavano: Resident Evil 4 Remake, un titolo già largamente anticipato dai numerosi leak e rumor. In una breve clip, la software house giapponese ci ha fatto vedere sia un po’ di revamp dei design, sia la data d’uscita del gioco: 23 marzo 2023. Dulcis in fundo, è anche in sviluppo una versione per il PlayStation VR 2.

Spider-Man arriverà anche su PC

Un’altra esclusiva lascerà PlayStation. Sì, l’uomo ragno con il suo Marvel’s Spider-Man: Remastered arriverà su PC quest’anno. Quando? Il 12 agosto 2022. Dunque manca davvero poco e potrai divertirti e recuperare questo piccolo grande gioco. 

Horizon Forbidden West avrà un sacco di novità

Durante lo State of Play è anche stato annunciato un enorme aggiornamento per Horizon Forbidden West che da ora avrà il New Game Plus, difficoltà ancora più alta, la possibilità di ridistrubuire tutti i Punti Abilità e il transmog. Inoltre, proprio per l’arrivo della nuova difficoltà e il New Game Plus, sono stati implementati nuovi Trofei. 

A proposito di Horizon e PlayStation VR 2: Call of the Mountain

Horizon: Call of the Mountain è un’esperienza da vivere con l’headset PlayStation VR 2, sviluppata da Guerrilla Games e Firesprite. La finestra di lancio è 2022, ma ancora non si sa nulla dell’uscita del nuovo visore per la realtà virtuale, che escano insieme come bundle? Per ora non ci è dato sapere nulla.

PlayStation VR 2 punta in alto… e all’horror

Anche Resident Evil Village avrà una sua versione per la realtà virtuale, inoltre sono in arrivo anche No Man’s Sky e The Walking Dead: Saints and Sinners 2. Molto curioso ciò che hanno mostrato durante le scene di Village, dato che sarà possibile avere due armi alla volta, che siano dello stesso tipo o differenti. 

The Callisto Protocol: Dead Space next-gen?

The Callisto Protocol è uno dei titoli che viene considerato “quadrupla A”, nonostante questo, recentemente gli sviluppatori hanno deciso di fare un passo indietro e hanno fatto sapere che il gioco horror uscirà anche per console di ottava generazione: PlayStation 4 e Xbox One

Nel video mostrato durante lo State of Play è stato possibile vedere un po’ l’ambientazione e i nemici, insieme a qualche piccola sezione di gameplay (di cui una in particolare sembrava particolarmente legnosa, ndr). Fatto sta che tutto questo dava ai giocatori più “anziani” dei forti ricordi del titolo Dead Space, pubblicato da Electronic Arts.

Rollerdrome: tra pattini e pistole

Uno dei titoli indie presentati in questo State of Play è Rollerdrome, nella quale è possibile vedere una donna su pattini a rotelle sparare a nemici mentre esegue acrobazie. Lo stile grafico è davvero interessante e gli effetti fumettosi non fanno altro che aumentare l’interesse. Uscirà ad agosto.

Eternights unisce due generi diversi

Una vera sorpresa di questo State of Play è Eternights, per quanto riguarda i titoli “meno conosciuti”. Infatti, in mezzo a giochi molto più blasonati, il trailer mostrato ha catturato l’attenzione, poiché questo gioco uscire il gioco di ruolo action al dating sim. Anche se descritto così potrebbe sembrare un Persona, sono due titoli davvero differenti. Uscirà il prossimo anno sia su PlayStation 5, sia su PlayStation 4.

Final Fantasy XVI: un trailer esplosivo

Uno dei trailer più adrenalinici di questo State of Play è sicuramente quello di Final Fantasy XVI, dove abbiamo prima visto un piccolo intervento di Yoshida. Nelle immagini velocissime è stato possibile carpire alcuni dettagli del gioco, anche per quanto riguarda il gameplay e le lotte tra le invocazioni. Quando esce? Fra circa un anno: estate 2023.

Street Fighter 6: colori e colpi 

L’esistenza di Street Fighter 6 non è una novità. Sì, il picchiaduro è stato annunciato per la prima volta a febbraio 2022. Ma col lo State of Play di ieri abbiamo potuto vedere un piccolo momento di gameplay che si divide tra pugni, calci ed esplorazione di una mappa (che probabilmente farà da lobby per il multiplayer, ndr).

Tunic pronto ad approdare su PlayStation

Lo zeldiano Tunic arriverà anche su PlayStation 4 e PlayStation 5. Per il momento è disponibile solo su Xbox (anche tramite Xbox Game Pass, ndr) e PC. Quando arriva sulle console Sony? Il 27 settembre 2022

Season: A Letter To The Future fa riflettere

Scavengers Studio ha annunciato il suo nuovo gioco chiamato Season: A Letter To The Future che punta a far riflettere sul futuro e ciò che potrebbe essere “quando finirà la stagione”. Sarà disponibile sia sulle due console Sony, sia su PC da autunno 2022

Stray di Annapurna ha una data d’uscita

Stray è il nuovo gioco di Annapurna che chiude questo riassunto sullo State of Play. E potremmo davvero definirlo il “dolce alla fine”, visto che il titolo ha come protagonista un tenero gattino che dovrà fare in modo di superare tutti gli ostacoli senza farsi trovare mai, un po’ come Inside o altri giochi simili. Molto di questo gioco lo fa l’ambientazione, davvero ben realizzata, insieme alle animazioni del tenero gatto protagonista, che sembrano super-realistiche. Il gioco ha anche una data d’uscita, finalmente: 19 luglio 2022. E sarà anche disponibile gratuitamente per coloro che sono abbonati al PlayStation Plus

Ti ricordo che l’intero State of Play di giugno è disponibile sul canale ufficiale di PlayStation. Puoi recuperarlo a questo link.

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Play Festival del Gioco 2022: la mia fiera preferita

Il lockdown da Covid-19 ha fatto riflettere l’intera industria videoludica sulla bontà delle fiere. Diversi colleghi del settore si sono detti favorevoli nella cancellazione delle fiere “fisiche” a favore degli eventi digitali, di fatto preannunciando la cancellazione dell’E3 2022.

La mia posizione in merito è diametralmente opposta, ma conferma le analisi di alcuni giornalisti di settore: le fiere dei videogiochi sono indietro anni luce da quelle dei giochi da tavolo come Play Festival del Gioco 2022 di Modena; così tanto, che un appassionato di videogiochi come me, ritiene che il Play 2022 sia stata la miglior fiera di settore a cui abbia mai partecipato.

Il Play 2021 mi aveva dato ottime sensazioni, che avevo minimizzato perché la fiera ospitava molte meno persone del solito a causa della condizione sanitaria mondiale; infatti, una fiera con un numero limitato di espositori rende tutto molto più vivibile, e in generale, più piacevole. Però mi sbagliavo in merito a questa fiera; Play 2022 ha avuto 40mila presenze in fiera: un aumento del 70% rispetto all’edizione dello scorso anno, è stata ancora più divertente dell’edizione precedente, e adesso vi racconto la nostra giornata a ModenaFiere.

Fiera Play Festival Del Gioco 2022

Il mattino ha l’oro in bocca

Sabato 21 maggio – Bologna, ore 8:01. L’orario previsto per farmi trovare sotto casa di Alessio è appena passato; io sono ancora in casa a preparare l’occorrente per il breve viaggio, mentre mi districo tra messaggi di scuse, macchina fotografica e panini al salame.

Con un onesto quarto d’ora di ritardo, già preventivato dalla povera vittima, carico Alessio in macchina e recuperiamo anche Sebastiano sotto casa sua. Sono le 8:40, siamo ampiamente in ritardo, ma millanto puntualità e li convinco a fermarsi per la colazione. Tra goliardia e sprazzi di lucida organizzazione, arriviamo in fiera alle 9:30. Siamo dentro circa dieci minuti dopo.

Capire la fiera

La nostra routine fieristica è ormai consolidata. La mattina si capisce la fiera. Giriamo velocemente tutti i padiglioni e capiamo subito che questa volta sarà diverso da quanto visto l’anno passato. I padiglioni sono sempre gli stessi, ma il numero di espositori è largamente maggiore. Il totale è 150.

I grandi classici sono sempre presenti nel padiglione A: La Tana del Goblin, Asmodee e Giochi Uniti; ci torneremo nel pomeriggio per provare qualche gioco da tavolo così da riposarci con del sano divertimento. Subito accanto ci sono i giochi di ruolo: il nostro cuore pulsa, ma finiremmo per non lavorare e quest’anno ci sono tante persone con cui parlare e tante cose da scoprire.

Il padiglione B è una continuazione del precedente, ma sostituisce i GDR con i miniature games, dove Warhammer fa la voce grossa. Il padiglione D, lo scorso anno dedicato ai librogame, al Play 2022 è l’area dell’affascinante BG Storico. Infine, c’è il padiglione C, che contiene uno dei miei più grandi amori: i card games.

Un lavoro da libro-giocare

Siamo persone dai grandi valori: prima di tutto amici e lavoro. L’ultimo anno abbiamo coniugato tutto in un’unica parola: librogame. Abbiamo incontrato tantissimi addetti ai lavori che ci hanno concesso belle parole e sensazioni positive sulla fiera; in particolare, con enorme piacere incontriamo il pluripremiato Andrea Tupac Mollica, che abbiamo intervistato qualche mese fa. Suoi sono due nuovi librogame presenti al Play 2022: The Conan Gamebook (Sergi, Orsini, Costantini e Trenti – Editore: Officina Meningi) e Il Tesoro di Re Salomone (Watson Edizioni). In realtà, buona parte degli espositori hanno un pezzo di Mollica al suo interno, anche quello di Aristea con il loro nuovo gioco di ruolo fantasy esoteric, Rayn.

Il tour tra i librogame passa ovviamente tra Raven e Acheron Books, in cui tra gli altri incontriamo anche il nostro ultimo intervistato, Mauro Longo. Raven ha presentato quattro nuovi libro-gioco: I Bucanieri Shadaki di Joe Dever, La Ricorrenza di Jen D.Pine, Biblioquest: Il Libro dei Libri di Anna Aglietti e il Regno Dell’Ombra di Ian e Clive Bailey. D’altro canto, Acheron Books ci delizia sempre per i suoi fantastici titoli; l’ultimo arrivato è Sette Eoni in Tibet di Antonio Costantini.

Pomeriggio tra ricerca e conoscenze

Abbiamo finito fiato e parole, ma siamo appena a metà della giornata. I panini preparati questa mattina ricevono finalmente il giusto tributo. In questo momento di pausa, riordiniamo le idee e, solo adesso, ci accorgiamo che il primo piano ospita tornei e competizioni da tavolo. Finita la pausa, è il primo posto che visitiamo, ma il tempo vola e c’è qualcosa di speciale che ci attende.

Shakespeare in Love

Nella legenda della vasta mappa del Play 2022, c’è un nome che mi attira: videogames. Guardo più volte, ma non trovo nulla. Alla fine, i miei compagni di viaggio mi vengono in soccorso: B34B, il numero dell’espositore.

Ci troviamo di fronte a un cabinato con un’enorme scritta in pixel art: Shakespeare Showdown. Scopriamo che il titolo è prodotto da loro, attori di una compagnia teatrale con il supporto dello studio di sviluppo Jarsick. La compagnia, come tutto il settore artistico, ha sofferto il lockdown e ha cercato nel videogioco un rifugio per entrare in contatto con il pubblico.

Il risultato è Shakespeare Showdown, un videogioco 2D ambientato nel multiverso shakesperiano che propone cinematiche realizzate da attori in carne ed ossa digitalmente processati in pixel-art. La demo provata è migliorabile nel gameplay, ma il connubio tra veri attori e arte digitale è romantico. Sarà colpa di Romeo o di Giulietta, di Mercuzio o di Macbeth, ma non vediamo l’ora di poter provare la versione definitiva del gioco.

Il giusto epilogo

Manca solo un ultimo passo per completare la nostra consolidata routine. Abbiamo visitato l’intera fiera, fermandoci a chiacchierare con chiunque: dai retailer ai più importanti scrittori e produttori di librogame italiani. Abbiamo provato un affascinante videogioco indie italiano e guardato il competitivo nostrano in azione. Tutto questo tra lavoro e divertimento, perché al Play 2022 ognuno ha qualcosa da dire e l’organizzazione ci ha permesso di confrontarci con chiunque godendo, e non soffrendo, l’elevato numero di persone presenti in fiera.

Soddisfatti, portiamo a termine la nostra ultima missione: provare, e far provare, quei titoli che stuzzicano la nostra mente. Tra una partita a Star Realms, un Bang! con un gruppo di simpatici ragazzi conosciuti al tavolo e un impegnativo Dune: Imperium, il tempo è già finito. É il momento di rimetterci in auto, ma ora abbiamo una consapevolezza in più: gli eventi videoludici hanno tanto da imparare dai giochi da tavolo e dalla mia fiera, il Play Festival del Gioco 2022.

L’arretratezza videoludica

Le fiere videoludiche non riescono a creare la naturale interazione che si denota negli altri eventi di settore. Questa difficoltà è contemporaneamente causa e conseguenza della mancanza, in Italia, di una vera fiera del videogioco.

Eventi come Lucca Comics & Games, Romics e Napoli Comicon sono fiere che trattano vari argomenti e solitamente quello meno approfondito è proprio il videogioco, come confermato anche dalla nostra visita al Be Comics 2022 di Padova.

Anche per questo motivo, il Milan Games Week era la fiera di riferimento per il videogame in Italia, almeno fino a quando, come lo scorso anno, non hanno deciso di fonderla con il Cartoomics, riducendo lo spazio per l’intrattenimento digitale.

La scelta di non avere una fiera che parli solo di videogiochi è un allarme importante per un’industria in larga espansione, ma è giustificata dalla realtà dei fatti. Gli eventi videoludici italiani permettono di godere degli stessi intrattenimenti dei giochi da tavolo: parlare con gli sviluppatori, provare nuovi giochi, guardare la scena competitiva e ascoltare la parola degli esperti del settore. Purtroppo, ad eccezione dei dialoghi con gli addetti ai lavori, nel contesto del videogioco, tutte queste attività sono passive, poco coinvolgenti e soprattutto solitarie.

Provare un gioco da tavolo implica: qualcuno che ti spieghi l’opera; la condivisione con amici o addirittura con appassionati che stai conoscendo in quel momento. La maggior parte dei videogiochi in fiera, invece sono attività single player, spesso addirittura demo che potresti tranquillamente scaricare sulla tua console tra le mura domestiche. Questa noiosa abitudine porta spesso gli spettatori della fiera a provare i giochi in multiplayer locale nello stesso modo di quelli per un singolo giocatore. Questo crea una dicotomia tra il divertimento di giocare Bang! tra appassionati sconosciuti e la disagiante solitudine di affrontarsi in Super Smash Bros. Ultimate durante una fiera.

A questo punto, molti potrebbero puntare il dito nei confronti della community videoludica, ma bisogna notare che coloro che giocano ai videogiochi in fiera sono spesso gli stessi che provano i giochi da tavolo nei medesimi eventi. La vera differenza è l’atteggiamento con cui un videogame è proposto in fiera rispetto a un GDT; provare un gioco da tavolo significa concentrarsi sulla plancia e mettere alla prova il titolo con l’aiuto degli avversari.

Il videogioco invece è solitamente presentato dagli addetti, a cui probabilmente vengono date errate motivazioni su quale debba essere lo scopo della loro presenza, come un terreno di guerra, in cui conta solo vincere; infatti, in questi eventi, videogaming significa vendere il prodotto e creare competizione tra gli appassionati. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni, ma queste sono, per definizione, rari eventi notevolmente lontani dalla regola comune; e fino a quando non si capirà che i videogiocatori vogliono condividere il gioco che stanno provando, insieme e non contro qualcuno, sarà meglio non avere una fiera esclusivamente dedicata al videogame.

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Gaming in Italia 2022: chi sono i videogiocatori italiani

Come ormai da cinque anni, IIDEA ha riassunto i trend di consumo del gaming in Italia. A partire dai dati, ho ricostruito il profilo del gaming e dei videogiocatori italiani nel 2022.

Chi sono i gamer italiani nel 2022

Il 44% del gaming italiano è costituito da donne. Il dato è in leggero calo rispetto al 47% del report di due anni fa, ma permane il forte contrasto tra la realtà e lo stereotipo del videogiocatore nei giornali generalisti.

L’età di riferimento del gaming italiano è composto da due fasce nettamente diverse. Per gli uomini, le due fasce principali sono: 45-64 anni (13,2% del 56% degli uomini che giocano) e 15-24 anni (12% del 56% degli uomini che giocano); le videogiocatrici donne sono in maggioranze nelle fascia 15-24 anni (11,9%) e 45-64 (10,6%). Il dato indica che l’età delle donne che giocano è molto simile a quella degli uomini. L’unica differenza rilevante si nota nelle fasce 11-14 e 25-34 anni.

La vera differenza tra videogiocatori e videogiocatrici è sul device utilizzato. La maggior parte del gaming italiano è consumato su un smartphone (o tablet). 9 milioni di persone utilizzano lo smartphone per giocare: 4,8 milioni sono gli uomini e 4,2 le donne. PC e console invece si equiparano con 6,9 milioni di persone a testa; di questi, la suddivisione è pari al 60% per gli uomini e il 40% per le donne.

Per quanto riguarda l’annosa domanda su quanto siano casual i videogiocatori italiani, il dato è chiaro, e in peggioramento, rispetto a due anni fa: il 65% degli intervistati dice di non giocare mai (rispetto al 61% di due anni fa). I valori sono sostanzialmente stabili per chi gioca ogni settimana e corrisponde al 27% (26% nel rapporto uscito nel 2020).

Sorprendentemente, i PC gamer sono coloro che giocano meno ogni settimana con 4,4 ore in media; seguono i gamer mobile (smartphone) con 5,2 ore. I videogiocatori più assidui sono, invece, i console gamer con 8 ore settimanali.

Unendo i puntini, il videogiocatore italiano abbraccia entrambi i sessi e due fasce d’età molto distanti (15-24 e 45-64 anni). La maggior parte di loro sono casual gamer, che apprezzano i giochi mobile, ma che non disprezzano anche forme d’intrattenimento più corpose solitamente disponibili su console o PC.

Un mercato app dipendente

Il settore videoludico ha risentito particolarmente della crisi dei semiconduttori. Ancora oggi non è facile acquistare una console next-gen; le schede video più interessanti, invece hanno prezzi proibitivi o sono vendute tramite kilometriche liste d’attesa. Inoltre, molti videogiochi sono stati rinviati. Tutte cause che hanno generato una flessione nelle vendite del software per PC e console, in calo rispetto all’anno precedente.

Il mercato software totale ha generato, nel 2021, vendite per 1.800 milioni di euro: il 57% (in calo del 4,7%) corrisponde alla vendita dei giochi per console o PC, ormai acquistati per la maggior parte in forma digitale.

Un dato estremamente interessante è il forte rialzo (+8,7%) del settore delle app, che mi aspetto siano per la maggior parte microtransazioni. Questa forma di acquisto di contenuti videoludici genera introiti per 762 milioni di euro, il 42,3% del mercato totale.

I videogiochi più venduti

I giochi più acquistati dai videogiocatori italiani nel 2021 sono: FIFA 22, Grand Theft Auto V e FIFA 21. Nulla di nuovo nelle prime due posizioni; la grande novità è il tonfo della serie CoD. Call of Duty: Vanguard (che abbiamo recensito) è solamente ottavo, ma bisogna tenere conto della data d’uscita (5 novembre 2021).

Conclusione

Non possiamo definire un profilo preciso del videogiocatore italiano in termini di sesso ed età. Il gaming in Italia è molto variegato: uomini e donne si equivalgono numericamente; lo stesso vale per l’età: superati i 14 anni, un po’ tutti giocano ai videogame con un’interessante picco nella fascia degli over 45.

Purtroppo, il gaming italiano è ben lontano dalla mia concezione di videogioco come medium al pari di film, telefilm e libri; infatti, per quanto riguarda il mercato console e PC, cioè il 60% del totale, il videogiocatore italiano gioca principalmente a FIFA, GTA e CoD. Il restante 40% preferisce soprattutto i titoli mobile, che non hanno di certo la profondità narrativa che ricerco in un videogioco.

Questa analisi è confermata dalla casualità del videogiocatore italiano: il 65% degli intervistati non gioca praticamente mai. Anche i casual gamer, che hanno trainato il mercato nel 2021, sono dei videogiocatori e sono la maggior parte. Però, mi chiedo se il settore videoludico italiano, e in particolar modo il suo giornalismo, stia facendo abbastanza per far capire a queste donne e uomini quanto sia interessante e variopinto il mondo dei videogiochi; un medium che può dare molto di più, ma che nell’immaginario della penisola è ancora recluso nel videogame come forma d’intrattenimento fugace.

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Editoriali

Librogame e Videogame: intervista a Mauro Longo

Eccoci di nuovo qui, con il quarto e ultimo (per ora) appuntamento della rubrica dedicata ai librogame (LG)!

Per comprendere meglio cosa siano e come interagiscano con i videogiochi, oggi sfrutteremo l’aiuto di un altro capace e prolifico autore del settore: il “faccendiere” dell’editoria italiana, Mauro Longo.

Per chi volesse recuperare tutte le altre interviste già uscite, può trovarle elencate nel box Librogame e Videogame in fondo all’articolo.

Ciao Mauro, puoi presentarti e dirci di cosa ti occupi?

Ciao a tutti! Mi chiamo Mauro e amo definirmi un faccendiere dell’editoria italiana: sono autore, curatore, game designer, consulente e community manager per diverse case editrici, e mi occupo prevalentemente di narrativa fantastica, giochi di ruolo e librogame, nonché didattica e saggistica incentrate su tutti questi comparti editoriali. Principalmente collaboro con Acheron, una realtà editoriale milanese, per la quale sono curatore e autore delle linee di librigioco e giochi.

Mauro Longo, autore di librogame, libri, gdr
Mauro Longo, autore e scrittore di librogame, giochi di ruolo, libri

Cos’è un librogame?

I librogame, ma dovremmo forse dire meglio librigioco, visto che “librogame” è marchio registrato di una sola casa editrice italiana, sono opere di narrativa interattiva esplosi tra gli anni ’70 e ’80, prima dell’avvento e della diffusione dei videogame, che permettevano di giocare con i libri, gli albi a fumetti e la narrativa. Ne esistono una decina di tipologie diverse e migliaia di titoli: dalle storie a bivi senza regole ai fumetti interattivi, dalle avventure in solitario per vari giochi di ruolo cartacei ai librigioco propriamente detti, con prove, dadi, regole ed equipaggiamento, dalle avventure visuali senza una parola aggiunta per pagine e pagine, ai videogame con forte componente testuale.

Il punto chiave è che si legge o sfoglia una storia fatta di testo e/o immagini, e si compiono delle scelte che dirigono la trama in una direzione o un’altra, creando una struttura di ramificazioni possibili, snodi e situazioni alternative, che conducono poi verso uno o più finali positivi o eventuali morti ingloriose.

You Died: le morti ingloriose... quelle "belle"
Le morti ingloriose… quelle “belle”

Cos’era il librogame nel suo periodo d’oro?

Era un vero e proprio sottogenere di albi o libri per ragazzi che raggranellava milioni di copie vendute, un fenomeno di costume oggi studiato da saggi e corsi accademici. Sono davvero pochi gli italiani tra i trentacinque e i quarantacinque anni in Italia che non ricordino Lupo Solitario, le storie a bivi di Topolino o la collana Scegli la tua Avventura della Mondadori, per citare solo i testimonial più celebri.

Prima dell’arrivo dei PC e delle consolle in tutte le case, il librogame era la modalità di gioco in solitario più comune tra bambini e adolescenti, contribuendo anche, incidentalmente, alla diffusione della lettura tra i più giovani.

Sopravvivere in Mare, librogame
Scegli la tua Avventura #1 (Arnoldo Mondadori)

Cos’è un librogame oggi? Come si è evoluto?

I librogame di oggi sono i librogame di allora: fumetti a bivi di Topolino, librigioco pieni di regole, abilità, combattimenti ed equipaggiamento, avventure in solitario per giochi di ruolo e albi interattivi completamente visuali.

Sono differenti tra loro per mille tratti ma rispettano ancora la logica e le premesse degli anni ’80: In questa storia il protagonista sei TU!

Tuttavia, rispetto alla “età dell’oro” di questo comparto, le differenze ci sono e sono tante:

  • le vendite in caso di grandi successi viaggiano nell’ordine delle migliaia di copie, e non delle centinaia di migliaia.
  • i librogame hanno un buon riscontro nei negozi di giochi di ruolo, boardgame, giochi di carte collezionabili e fumetti, e non (come un tempo) nelle librerie, nelle quali non riescono mai a spiccare e anzi sono condannati al fallimento.
  • una buona parte dei giocatori di questi titoli sono gamer, retrogamer e boardgamer, collezionisti e vecchi appassionati, e solo pochissimi titoli parlano direttamente a nuovi lettori, distaccandosi dalla tradizione.
  • il design e lo stile narrativo dei nuovi titoli sono molto più maturi, consapevoli e ragionati; se un tempo molte collane erano buttate lì tanto per fare, con librigioco che non venivano mai progettati con cura, testati o proofati*, oggi tutte le case editrici che ci lavorano sono molto più attente e precise, e hanno reso molti librigioco delle piccole chicche di arte concettuale perfettamente realizzate.
    *da proofreading, ovvero correzione di bozze/revisione ndr

Legami, contrasti e coesistenza (virtuosa?) con i videogiochi. Cosa ne pensi?

Che sono sani e auspicabili, e saranno sempre di più. Ci sono moltissimi librogame vecchi e nuovi realizzati o trasposti come mobile app e qualche versione per computer, come l’ottimo Joe Dever’s Lone Wolf o Sorcery!

Joe Dever’s Lone Wolf… leggere e giocare per credere!

In passato molti titoli legati a Lupo Solitario o Fighting Fantasy hanno visto trasposizioni digitali e, se vogliamo, molti videogame recenti completamente privi di agganci con i vecchi librigioco sono di fatto opere di narrativa filmata interattiva (cito al volo lo stile dei giochi della Telltale).

Lo trovo un modo nuovo e coerente di portare avanti lo stesso concetto: storie da giocare.

Sei un videogiocatore?

Purtroppo molto meno di quanto vorrei. Ho in corso un’eterna campagna a Darkest Dungeon (di cui abbiamo recensito il secondo capitolo), e ho una mezza dozzina di giochi installati, iniziati e mai terminati. A volte seguo actual play di videogame epocali che non riesco a giocare e mi godo l’esperienza così…

Darkest Dungeon
Darkest Dungeon: anche qui si perisce in modo ignobile

I videogiochi ti hanno influenzato o ispirato in qualche modo nella realizzazione delle tue opere?

Ho videogiocato parecchio tra i 20 e i 30 anni, e sicuramente moltissime di quelle esperienze mi hanno coinvolto e influenzato, anche senza che io me ne accorga coscientemente.

La cosa più importante secondo me è che ormai videogame, narrativa, cinema, televisione, boardgame, giochi di carte e di miniature, librigiochi, fumetti e giochi di ruolo costituiscono una nerdosfera completamente integrata, che sfuma continuamente dall’uno all’altro dei medium coinvolti.

ISdA/LoTR: alcuni prodotti che ruotano attorno al suo universo narrativo

Dove finiscono i fumetti sui supereroi e cominciano gli universi cinematografici, i giochi di ruolo e di miniature, le novelization e i videogame? Dove finisce Il Signore degli Anelli letterario e cominciano le derivazioni videoludiche, cinematografiche, fumettistiche e televisive? Ormai tutti questi ambiti dell’immaginario, del gioco e della narrazione, sono completamente interconnessi, e questo è uno dei tratti più entusiasmanti del periodo che stiamo vivendo!

Vuoi segnalarci qualche tuo progetto in particolare o in corso d’opera?

Visto che si parla di videogame e librogame, vi segnalo la nostra ultima uscita: Sette Eoni in Tibet. Si tratta di un librogioco a tema avventuroso e lovecraftiano ambientato tra Italia e Tibet, e facente parte del Secolo Nero di Fascisti da Yuggoth, una versione fantascientifica, weird e distopica della storia più cupa del nostro Novecento.

Nel librogame, scritto da Antonio Costantini, si interpreta una partigiana infiltrata in un istituto scientifico segreto dell’Impero Fascista, che deve riuscire a partecipare a una spedizione sull’Himalaya alla ricerca di un’antica e proibita città perduta, di origine aliena, che si troverebbe lì dai proverbiali sette eoni.

Lanciamo il libro alla Play 2022 ma si può trovare anche sul sito di Acheron.

Sette eoni in Tibet, librogame
Sette Eoni in Tibet: librogame di Antonio Costantini

Conclusioni

E con questo articolo si concludono le interviste agli autori di librogame, ops librigioco, di quest’anno.

Ma Play 2022 è già alle porte e sicuramente riusciremo a portare a casa qualche novità da condividere sul nostro blog.

Ringrazio Mauro per il tempo che ci ha dedicato e per l’infinita pazienza; fra pochi giorni andrò a trovarlo in fiera e vedremo cos’ha da raccontare…

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