Finalmente uno studio italiano! Finalmente un gioco sulla Formula 1 diverso dalle solite megaproduzioni! Un indie coi fiocchi che regala emozioni e divertimento.
Stiamo parlando di Formula Legends, ultima fatica dello studio milanese di 3DClouds. Già autore di titoli come Transformer Galactic Trials, Paw Patrol ed il piratesco Trident’s Tale, stavolta il team italiano si cimenta con la F1.
La demo è già disponibile da qualche giorno su Steam e noi l’abbiamo provata.
Quello che risalta immediatamente è la “ricercata” non fedeltà né grafica né a livello di licenze, di cui il gioco è quasi totalmente sprovvisto. Dunque preparatevi a nomi dei piloti e delle case automobilistiche inventati. Ma credeteci, a meno che non viviate di licenze, il titolo non vi farà rimpiangere nulla.
Formula Legends ha una grafica curiosa, quasi cartoonesca e caricaturale, ma molto, molto gradevole alla vista. La telecamera, posta dietro il veicolo a volo di uccello, è molto azzeccata. Il gameplay, per quanto possa, a prima vista, sembrare un arcade puro, è molto complesso. La fisica delle auto è ben riprodotta, riportando tutte le problematiche della guida dei simulatori ben più famosi, come il bloccaggio delle ruote o l’uso delle traiettorie ideali. Il tutto ovviamente scalabile per personalizzare l’esperienza e la giocabilità di ogni tipo di utente.
Il gioco ci mette nelle mani diversi tipi di auto, tutte derivate da quelle ufficiali (a titolo di esempio, la Ferrari diventa la Ferenzo e il buon LeClerc diventa Charles LeCreme), a partire dagli anni ’70 fino a dopo il 2020. Ogni epoca ha le sue innovazioni tecnologiche. Se la tecnologia risulta nulla negli anni ’70, man mano che gli anni avanzano essa si impossessa quasi del tutto sull’ auto, che per certi versi, risulta spesso più complicata da gestire. ABS,WRS,BRS saranno acronimi di cui diventerete “amici”.
Saprete in che epoca state correndo anche in base all’ impatto visivo, più giallognolo e meno definito il passato, più colorato e definito il tempo recente. A noi è piaciuta molta questa differenziazione.
Altra cosa molto apprezzata sono stati i pit stop. Essi finalmente non sono un momento solo passivo, ma attivo, in cui l’utente deve premere al momento giusto una sequenza di tasti sul pad per ridurre i tempi del cambio gomme e nel frattempo, magari, coi tasti dorsali gestire il rifornimento e la manutenzione dell’auto. Idea geniale.
La demo mette a disposizione giusto un paio di circuiti, una sfida a tempo ed il tutorial, abbastanza per avere un quadro, per quanto ancora indefinito, del gioco. Il gioco riesce a divertire persino uno come me che con i giochi di guida è negato. Da “ignorante” in materia, ho apprezzato, come già accennato, la fisica dell’auto, la difficoltà nelle curve, l’inserimento dei dispositivi WRS e BRS nei casi e nei modi realmente previsti dagli attuali regolamenti FIA.
Il gioco uscirà il prossimo 18 settembre, la bandiera a scacchi è vicina. Non ci resta che aspettare e testare…tifando per case di produzioni italiane come 3DClouds!
Il 14 novembre segna il debutto di Call of Duty: Black Ops 7 su Xbox, PlayStation e PC tramite Battle.net e Steam. Sviluppato da Treyarch in collaborazione con Raven Software, il nuovo capitolo della saga porta i giocatori nel 2035, in un mondo sull’orlo del caos dopo i fatti di Black Ops 2 e Black Ops 6.
Il ritorno di Raul Menendez con un messaggio televisivo minaccioso scuote il pianeta. A raccogliere la sfida è David Mason, leader di una squadra JSOC incaricata di indagare nella metropoli mediterranea di Avalon. Qui scopriranno un complotto che intreccia politica, tecnologia e memorie del passato.
Campagna cooperativa e città di Avalon
La novità principale della campagna di Black Ops 7 è la possibilità di giocare in solitaria o in modalità cooperativa. Questa scelta apre nuove possibilità tattiche e ridefinisce l’esperienza narrativa.
I giocatori visiteranno scenari unici: dai tetti illuminati al neon del Giappone, alla costa mediterranea, fino alle profondità della psiche umana. Il viaggio culminerà nell’Endgame della Campagna, il banco di prova finale in cui ogni abilità appresa sarà messa in gioco.
Avalon, cuore pulsante della trama, non è solo uno sfondo. È una megalopoli futuristica con segreti che plasmano missioni, dialoghi e colpi di scena, consolidando l’atmosfera di intrigo che ha sempre caratterizzato la serie.
Multiplayer e modalità Zombi
Il comparto multiplayer debutterà con 16 mappe 6v6 e 2 mappe 20v20 disponibili al lancio. Dai quartieri tecnologici di Tokyo alle lande ghiacciate dell’Alaska, ogni arena promette varietà e intensità. A rendere l’azione ancora più fluida ci sarà il nuovo sistema di Omnimovement, pensato per ampliare la libertà di movimento e strategia.
La leggendaria modalità Zombi a round torna con un’ambientazione inquietante: l’Etere Oscuro. Nebbia costante, ombre viventi e orde infinite trasformeranno la sopravvivenza in un incubo. Non sarà solo resistenza: sarà una vera discesa nella follia.
Con un intreccio narrativo cupo, un comparto multiplayer ricco e una modalità Zombi che promette di spingersi oltre ogni limite, Call of Duty: Black Ops 7 punta a consolidare la saga come pilastro degli FPS di nuova generazione.
E voi, siete pronti a tornare sul campo di battaglia con Call of Duty: Black Ops 7, scegliendo tra campagna cooperativa, multiplayer competitivo e la sfida estrema dell’Etere Oscuro?
Il 30° anniversario di eFootball (e Pro Evolution Soccer) porta con sé un major season update ricco di contenuti. Konami ha annunciato il lancio del nuovo aggiornamento, disponibile da oggi 14 agosto, che introduce funzionalità inedite, ricompense, opzioni di personalizzazione e importanti interventi sul gameplay. Il tutto in linea con il calciomercato estivo e pensato per dare nuova linfa alla stagione competitiva.
Nuove funzioni e ricompense per tutti i giocatori
Tra le novità spicca “Link-Up Play”, meccanica che permette combinazioni speciali tra due calciatori — “Center Piece” e “Key Man” — in possesso di stili di gioco specifici e nelle posizioni giuste in campo. Grazie a questa funzione sarà possibile sbloccare azioni coordinate e bonus di abilità.
Inoltre, i nuovi giocatori riceveranno anche una carta Show Time: Lionel Messi completando il tutorial.
Special Edition e leggende in campo
L’aggiornamento porta anche l’Edition/Set José Mourinho “Link-Up Play”, con l’abilità “Diagonal Long Pass A” resa celebre dal tecnico portoghese. Da venerdì 15 agosto saranno disponibili anche Wesley Sneijder e Samuel Eto’o come carte Epic, capaci di attivare la stessa mossa.
In parallelo debutta l’Ambassador Edition/Pack con Lionel Messi e Lamine Yamal, arricchita da giocatori di alto livello, oggetti per l’allenamento e materiali per personalizzare lo stadio.
Con oltre 800 milioni di download globali, eFootball continua a evolversi come piattaforma live-service. Questo aggiornamento mira a consolidarne il ruolo di riferimento per chi cerca un’esperienza calcistica competitiva e gratuita, sia su console che su mobile.
CD PROJEKT RED ha rilasciato Update 2.3 per Cyberpunk 2077, disponibile dal 17 luglio. L’aggiornamento, gratuito per tutti i possessori del gioco, introduce AutoDrive, nuove missioni, veicoli inediti, un Photo Mode più profondo e migliorie tecniche di rilievo. Il tutto è stato sviluppato in collaborazione con Virtuos, lo stesso team dietro l’update 2.2.
Una delle novità più importanti è il sistema AutoDrive, che permette ai giocatori di muoversi per la città in modalità automatica. Basta impostare un punto sulla mappa e lasciare che il proprio veicolo arrivi a destinazione da solo. In alternativa, è ora possibile chiamare un taxi Delamain e farsi accompagnare in stile futuristico. Il servizio ha un costo in eurodollari, ma offre una nuova esperienza immersiva, con visuali cinematografiche selezionabili durante il tragitto.
Nuovi veicoli, missioni e un Photo Mode completamente rinnovato
Chi ama guidare troverà pane per i propri denti: Update 2.3 introduce una moto inedita e tre nuove auto, tra cui la Yaiba Semimaru, direttamente dal fumetto Cyberpunk 2077: Kickdown. Tutti i veicoli sono sbloccabili completando specifiche missioni.
Per i fotografi digitali, il nuovo Photo Mode offre opzioni mai viste prima. Ora si può cambiare meteo, ora del giorno, scegliere tra più NPC, abiti e pose, oltre a gestire sguardi, posizione della testa e spalle per un controllo totale. Presenti anche nuovi adesivi, cornici e impostazioni HDR migliorate.
Sul piano tecnico, l’aggiornamento introduce supporto per VRR, AMD FSR 4, Intel XeSS 2.0, AMD FSR 3.1 Frame Generation e ottimizzazioni generali. L’intera lista delle modifiche è disponibile nei patch notes ufficiali.
L’Update 2.3 è disponibile su PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S e per la prima volta su Mac con chip Apple Silicon (16GB di RAM consigliati). L’arrivo su Nintendo Switch 2 è previsto in un secondo momento.
In un mercato ricolmo di sequel fotocopia e produzioni senz’anima, trovare un gioco che trasmetta passione vera è diventato un’impresa. Clair Obscur: Expedition 33 è un raro gioiello che ogni videogiocatore aspettava da anni: un titolo capace di emozionare, stupire e, alla fine, far venire voglia di alzarsi in piedi e applaudire. È un atto d’amore verso i videogiochi, un’esperienza che unisce stile, cuore e dedizione in ogni sua scelta.
Sandfall Interactive: studio indipendente o team solido?
Sviluppato da Sandfall Interactive, pubblicato da Kepler Studio e distribuito da Bandai Namco, Clair Obscur: Expedition 33 nasce da un team francese ben strutturato: non una piccola produzione indipendente, ma un progetto ambizioso che sorprende per qualità. Si tratta di un RPG a turni, sebbene rinchiuderlo in quest’etichetta non renda giustizia alla complessità del titolo. Tra i suoi punti di forza c’è sicuramente l’ispirazione ai grandi classici del genere, sebbene il gioco proponga molte idee originali.
Alla guida del progetto troviamo Guillaume Broche, ex dipendente Ubisoft che, come ha raccontato in diverse interviste, si era ormai annoiato in quell’ambiente lavorativo, e ha scelto di rimettersi in gioco per dare vita a qualcosa di nuovo. Anche lo sceneggiatore ha un percorso insolito: scoperto su Reddit, rappresenta un perfetto esempio di come la passione per i videogiochi possa portare a risultati sorprendenti. È proprio questa dedizione a permeare ogni aspetto del gioco, nato non per obbligo, ma per pura volontà di ritagliarsi un posto nel mercato.
Trama e ambientazione di Clair Obscur: Expedition 33
Il titolo affascina sin dai primi istanti, grazie a un incipit narrativo che colpisce per intensità, proiettando il videogiocatore in un mondo vivido e suggestivo.
L’ambientazione unisce elementi della belle époque francese con un immaginario fantasy dalle tinte dark, dando vita a un universo unico. Ogni anno, una figura enigmatica conosciuta come “la Pittrice” si sveglia e dipinge un numero su un enorme monolite situato all’orizzonte della città di Lumière. Questa cifra rappresenta l’età delle persone che svaniranno nel nulla e diminuisce progressivamente ogni anno. Per sfuggire a questo destino, vengono organizzate le Spedizioni. Si tratta di gruppi, spesso composti da persone prossime alla sparizione, che si avventurano nel continente vicino alla ricerca di un modo per interrompere il ciclo. Tuttavia, nessuna spedizione è mai riuscita a tornare indietro.
Il mondo di gioco è incredibilmente vasto ed esplorabile con varie zone curate in ogni dettaglio, al punto da invogliare il videogiocatore a perdersi al loro interno. Non si tratta di un open world, ma piuttosto di un grande continente, con aree piene di segreti e numerose quest secondarie. Alcune di queste accessibili solo dopo specifici punti di trama.
Narrativa e tematiche di Clair Obscur: Expedition 33
L’aspetto narrativo del titolo rappresenta senza dubbio uno dei suoi migliori punti di forza. La narrazione colpisce per intensità ed emozione, grazie a un uso sapiente delle cutscene. Questo aspetto ricorda molto Final Fantasy X, dove le scene cinematiche sapevano esaltare i momenti più significativi senza mai risultare invadenti. In un genere che spesso preferisce i dialoghi testuali, questa scelta regala un ritmo narrativo più coinvolgente e cinematografico.
Clair Obscur: Expedition 33tratta inoltre con rara sensibilità temi attuali e universali: la perdita, la fragilità della vita davanti all’ineluttabilità della morte, il valore della famiglia, la ricerca di sé, l’arte e la musica come rifugio e salvezza. Una storia capace di scaldare anche i cuori più duri ci viene raccontata con una delicatezza e una forza che lasciano il segno.
I personaggi, intensi e splendidamente caratterizzati, entrano nel cuore e ci restano, trasformando l’avventura in un legame profondo difficile da sciogliere.
Al termine della storia principale il gioco offre un ricco postgame, con nuove aree da esplorare, boss opzionali e contenuti aggiuntivi. Ciò approfondisce ulteriormente la trama, fornendo al videogiocatore un incentivo importante per continuare anche dopo i titoli di coda. L’interfaccia di combattimento si ispira a Persona, riuscendo però a rielaborare i principaki elementi in una formula originale.
Colonna sonora di Clair Obscur: Expedition 33
Le OST di Expedition 33 meritano un plauso particolare. Le tracce sono armoniose e perfettamente integrate nell’esperienza di gioco, capaci di enfatizzare i momenti chiave di narrazione e combattimenti, oltre ad accompagnare l’esplorazione. La qualità dei brani è talmente elevata da spingere il giocatore a fermare il gameplay per ascoltarli con più attenzione. Curioso è il fatto che il compositore sia un artista scoperto su SoundCloud, un dettaglio che sottolinea ancora una volta lo spirito innovativo e aperto del progetto.
Gameplay e meccaniche
Dal punto di vista del gameplay, Expedition 33 offre un sistema solido e sfaccettato. A una classica struttura a turni si affianca un’ampia gamma di meccaniche che arricchiscono significativamente gli scontri.
Un grandissimo punto di forza del gioco è la sua capacità di combinare caratteristiche provenienti da generi diversi senza mai risultare dispersivo (in alcuni frangenti ci si scorda persino di star giocando a un titolo turn-based). È infatti presente un sistema di parry e schivate coadiuvate da un vasto numero di abilità attive e passive (i Picto e le Lumina), un albero delle abilità estremamente articolato e la distribuzione dei punti tipica dei GDR. Questa combinazione di elementi rende il titolo accessibile a un pubblico più ampio, uscendo dai confini del (J)RPG e strizzando l’occhio ai fan dei Souls-like e ai videogiocatori più casuali, prendendo ispirazione da numerosi videogiochi di successo.
Inoltre, i tre livelli di difficoltà garantiscono un’esperienza adatta a neofiti e veterani del genere.
Personalizzazione di gioco
Un altro aspetto di grande rilievo è la personalizzazione: il giocatore può modificare l’aspetto del personaggio attraverso cosmetici, vestiti e acconciature, ma anche personalizzare in profondità il gameplay grazie ai Picto e alle Lumina. Queste abilità passive permettono di creare build uniche, ad esempio aumentando i danni sotto una certa soglia di vita o potenziando la possibilità di colpi critici, adattandosi a diversi approcci e preferenze. Ogni personaggio può essere costruito a seconda dello stile di gioco del videogiocatore, senza limitazioni imposte da ruoli fissi come mago, guaritore o guerriero.
Un punto a sfavore è la relativa facilità con cui si può “rompere il gioco”, specialmente nel post-game. I giocatori più esperti possono infatti facilmente creare build in grado di eliminare con un solo colpo anche i boss più impegnativi del post game. Fortunatamente, il team di bilanciamento rilascia regolarmente patch mirate a correggere questi squilibri.
Un prezzo competitivo
Dal punto di vista economico, il titolo viene proposto a 49,99 € al lancio, un valore decisamente competitivo rispetto agli standard attuali del mercato. Inoltre, grazie a promozioni e sconti, è possibile reperirlo a cifre ancora più basse. Ciò lo rende molto appetibile sul fronte qualità/prezzo.
Per concludere, Clair Obscur: Expedition 33 è un titolo che è stato capace di emozionare profondamente e di creare una solida community di appassionati che condividono l’amore per questo gioco. Nonostante alcune pecche, la qualità elevatissima sotto quasi ogni aspetto lo rende il punto di partenza ideale per un mercato videoludico che aspiri a tornare a produzioni di grande valore, fondate sulla passione e sulla cura di ogni dettaglio. L’anno è ancora lungo, ma una cosa è certa: Expedition 33 si candida con forza come uno dei favoriti assoluti per il titolo di GOTY 2025.
9.5
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5, Microsoft Windows, Xbox Series X/S
Negli ultimi anni, il mondo dei videogiochi ha assistito a un fenomeno sempre più evidente: la riscoperta del passato. Ne sono testimonianza gli innumerevoli siti, riviste online e non, emulatori…il vintage attira.
Retro Classic, la nuova raccolta di giochi vintage su Xbox Game Pass, non è solo un omaggio ai grandi titoli degli anni ‘80 e ‘90, ma una vera e propria dichiarazione d’amore per una generazione di giocatori cresciuta tra pixel meravigliosi e colonne sonore in formato MIDI indimenticabili e che per l’epoca sembravano un sogno.
Un portale verso il passato
Immagina di accendere la tua console e ritrovarti catapultato in un’epoca in cui le sale giochi ruggivano di vita, i joystick cigolavano sotto la pressione delle dita e ogni pixel rappresentava una sfida epica. Retro Classic fa esattamente questo: spalanca le porte del passato e permette a nuove generazioni di scoprire tesori dimenticati, e ai veterani di tornare ai giorni gloriosi delle loro prime avventure digitali e da bar.
Tra i titoli disponibili ci sono leggende che hanno definito il gaming. Platform frenetici, sparatutto strategici e rompicapo che mettevano alla prova la tua astuzia: ogni gioco è una capsula del tempo che racconta una storia unica, fatta di innovazione, sfide e, soprattutto, divertimento puro. Divertimento che, ahimè, non sempre è scontato nelle opere odierne, anche se si definiscono tripla A. Ma titoli come Robin Hood, Commando, Pitfall e Pitfall II, Mechwarrior e Mechwarrior 2 tra l’altro per diverse piattaforme: DOS, Amiga, Atari, SNES sono una sicurezza sul divertimento che la raccolta propone.
Videogiochi: un’eredità da custodire
Parlare di retrogaming oggi significa anche affrontare un tema molto importante: la preservazione del patrimonio videoludico. Se il cinema ha la sua cineteca e la letteratura i suoi archivi, i videogiochi si trovano spesso a lottare contro l’incedere del tempo. Vecchi hardware che smettono di funzionare, formati ormai desueti, licenze dimenticate: senza iniziative come Retro Classic, molte gemme digitali sarebbero destinate a scomparire.
Microsoft, con questa raccolta, si fa custode di un’eredità culturale che rischiava di svanire, dimostrando che il valore di un gioco non si misura solo in grafica fotorealistica o mondi aperti vastissimi, ma nella sua capacità di divertire, stupire e rimanere nel cuore dei giocatori.
Nintendo e Microsoft: due visioni differenti
Non si può parlare di retrogaming senza citare Nintendo con la quale mettiamo a confronto l’iniziativa Microsoft. Nintendo pioniera indiscussa della nostalgia videoludica. La sua raccolta di giochi classici su Nintendo Switch Online segue una filosofia diversa: meno titoli, selezionati con cura, ma fortemente legati alla storia della compagnia. Super Mario, Zelda, Metroid: l’approccio della grande N è più museale, quasi “sacrale”, mentre Microsoft punta sulla quantità e sull’accessibilità.
L’esperienza offerta da Retro Classic è più dinamica e aperta: achievement, sfide online, funzionalità moderne, mentre Nintendo preserva un’esperienza quanto più vicina all’originale. Entrambe le visioni hanno il loro fascino: una celebra il passato come qualcosa di immutabile, l’altra lo trasforma per adattarlo ai tempi moderni.
Ma in ogni caso l’obiettivo è quello, mantenere il ricordo di ciò che è stato per ricordarci da dove veniamo e capire meglio dove vogliamo andare.
Conclusioni: il futuro del passato
La vera domanda che emerge da tutto questo è: quanto vale il nostro passato videoludico? È solo nostalgia, o è un pezzo fondamentale della nostra cultura digitale? Retro Classic non è soltanto una raccolta di giochi, ma un manifesto che grida a gran voce che il passato conta. E non solo per chi c’era, ma anche per chi lo scopre per la prima volta.
In un’epoca in cui tutto evolve a ritmi forsennati, c’è qualcosa di incredibilmente potente nel tornare indietro e riscoprire le radici di ciò che oggi diamo per scontato. E se il futuro del gaming dipende dalla sua storia, Retro Classic è un ottimo modo per viaggiare nel tempo.
A pochi giorni dal lancio, Elden Ring: Nightreign continua a registrare numeri impressionanti. Bandai Namco e FromSoftware hanno comunicato che le vendite globali hanno superato le 3,5 milioni di copie, confermando il forte interesse del pubblico per questo spin-off cooperativo ambientato nell’universo di Elden Ring .
Il gioco, disponibile dal 30 maggio su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S, ha raggiunto un picco di oltre 300.000 giocatori simultanei su Steam, posizionandosi come il secondo miglior lancio nella storia di FromSoftware, subito dopo il titolo originale.
Modalità per due giocatori e nuovi contenuti in arrivo
In risposta alle richieste della community, FromSoftware ha annunciato l’introduzione di una modalità per due giocatori, che si affiancherà all’attuale cooperativa a tre. Questa novità mira a rendere l’esperienza più accessibile, soprattutto per chi preferisce giocare in coppia .
Oltre a questa modalità, sono previsti ulteriori aggiornamenti:
DLC: contenuti aggiuntivi che espanderanno la storia e le sfide del gioco.
Versioni potenziate dei “Re della Notte”: boss più difficili per mettere alla prova i giocatori più esperti.
Questi aggiornamenti indicano l’intenzione di FromSoftware di trasformare Nightreign in un’esperienza live service, con supporto continuo e contenuti regolari.
Nonostante il successo commerciale, il gioco ha ricevuto recensioni miste su Steam, con un punteggio del 64% di valutazioni positive. Le critiche principali riguardano la difficoltà elevata, soprattutto in modalità singolo giocatore, e l’assenza iniziale di una modalità per due.
FromSoftware ha riconosciuto queste problematiche e sta lavorando per migliorare l’esperienza complessiva, ascoltando il feedback dei giocatori.
E tu, cosa ne pensi dell’evoluzione di Elden Ring: Nightreign verso un modello live service? La nuova modalità per due giocatori cambierà il tuo approccio al gioco?
Elden Ring: Nightreign è uscito da pochi giorni, ma ha già infranto un primo traguardo importante di vendite: oltre 2 milioni di copie vendute in tutto il mondo. FromSoftware, in collaborazione con Bandai Namco, ha rilasciato un’esperienza stand-alone che punta in alto, con un’impronta decisa sul co-op PvE e un mondo che cambia forma a ogni run.
Ambientato a Plagaride, un nuovo territorio brutale, Nightreign porta i giocatori in una corsa contro il tempo. Il ciclo di tre giorni e tre notti struttura ogni sessione di gioco: esplorazione, combattimenti e decisioni strategiche vanno presi con attenzione, perché ogni errore può costare caro. I giocatori possono agire da soli o in squadre da tre, cercando risorse e potenziamenti per affrontare nemici e boss sempre più letali.
L’anima di Elden Ring si sente tutta: atmosfera cupa, difficoltà elevata e nemici dal design inquietante, alcuni dei quali richiamano volti familiari del titolo originale. Ma qui c’è anche qualcosa di nuovo: otto classi giocabili, chiamate Crepuscolari, ciascuna con abilità e armi uniche, pronte a intrecciarsi in battaglie serrate dove il lavoro di squadra può fare la differenza.
Mappa dinamica, morte permanente e boss spietati
Nightreign è pensato per essere rigiocabile all’infinito. La mappa cambia forma, biomi e nemici a ogni ciclo. Il pericolo arriva da ogni angolo e l’avanzare della “Marea della Notte” rende l’atmosfera ancora più opprimente. Chi sopravvive alla terza notte dovrà affrontare un Signore della Notte, boss inediti pensati per mettere in crisi anche i veterani di FromSoftware.
La morte non è però la fine. I fallimenti lasciano tracce: reliquie utilizzabili per potenziare il proprio personaggio. Ogni run diventa un tassello per adattare il proprio stile di gioco, sperimentare nuove build e scoprire dettagli narrativi nascosti su questo nuovo universo parallelo.
Disponibile ora su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC via Steam, Elden Ring: Nightreign si presenta come una nuova colonna portante del franchise, capace di attrarre sia i fan hardcore sia chi cerca un’esperienza cooperativa intensa e appagante.
E tu? Hai già affrontato il ciclo delle tre notti o stai ancora aspettando il momento giusto per entrare a Plagaride?
Metaphor: ReFantazio è stato certamente uno dei migliori giochi dello scorso anno, nonché uno dei principali successi di Atlus. Sembra davvero che i JRPG stiano vivendo una seconda giovinezza, come dimostra il successo di giochi come Persona 5 e dello stesso Metaphor.
Recentemente anche Clair Obscure: Expedition 33, basato su un classico sistema di combattimento a turni e su meccaniche tipiche dei giochi di ruolo giapponesi, ha ottenuto una serie di consensi davvero strepitosa. Alla faccia di chi riteneva che i JRPG tradizionali fossero ormai un genere vecchio e poco appetibile per il pubblico (vero Square Enix?)!
Cavalcando questo rinnovato interesse per il genere, vi proponiamo la nostra recensione approfondita di Metaphor, sperando che possa invogliare chi si è perso questa autentica perla a rimediare al più presto alla sua lacuna. Pronti ad immergervi con noi nella fantasia del re?
Trama e ambientazione
La storia di Metaphor è ambientata nel regno unito di Euchronia. Si tratta, apparentemente, di un enorme mondo fantasy abitato da numerose razze diverse. Tra esse spiccano i Cleimar, dotati di corna, i Roussainte, molto simili agli elfi e gli ishkia, dotati di ali simili a quelle degli angeli.
Il mondo di Euchronia è stracolmo di razzismo e gli abitanti di ogni razza tendono ad essere chiusi e diffidenti verso il diverso. Questa chiusura mentale è ulteriormente aggravata dalla chiesa Santista, la principale organizzazione religiosa del mondo, costruita intorno al pregiudizio e al pensiero unico.
Su Euchronia magia e tecnologia coesistono, ma sono pochissime le persone in grado di utilizzare la forza magica, chiamata magla, in modo naturale. La maggior parte delle persone ricorre a particolari dispositivi chiamati inneschi, che imbrigliano il potere del magla e lo utilizzano per varie funzioni. Infine, il mondo è popolato da mostruose e grottesche creature chiamate umani, che seminano terrore e distruzione al loro passaggio
La storia del gioco ha inizio con l’assassinio del sovrano ad opera del generale Louis, che si rivelerà il principale antagonista del gioco. Questo evento darà il via ad una catena di avvenimenti che porteranno ad una competizione per la scelta del successore del sovrano, voluta dallo spirito dello stesso re tramite un potente incantesimo.
Il giocatore veste i panni di un elda, la razza più disprezzata ed apparentemente più debole presente su Euchronia. Sebbene il protagonista possa essere rinominato a piacere, il suo nome ufficiale è Victor. Accompagnato dalla fatina Gallica, Victor ha inizialmente il compito di aiutare i membri della Resistenza nell’orchestrare l’omicidio di Louis. Victor infatti scopre che, ancor prima di uccidere il re, Louis aveva attentato anche alla vita del principe, che ora giace in uno stato comatoso in seguito agli effetti di una maledizione. Eliminare Louis sembra l’unico modo per salvare il legittimo erede al trono.
Questo tentato omicidio darà il via ad una serie di eventi che porterà il nostro protagonista a competere per il posto di nuovo sovrano, in un viaggio che lo condurrà ad esplorare tutti i principali regni di Euchronia e a scoprire incredibili verità non solo su se stesso ma sull’intero mondo in cui vive.
La trama di Metaphor è molto ben scritta e narrataottimamente. L’intreccio è estremamente lungo e complesso, i personaggi sono ben diversificati e la gestione dei colpi di scena è davvero ottima. Soprattutto la fase finale vi terrà davvero col fiato sospeso. Certo, non si tratta di una storia originalissima. Quando i misteri hanno iniziato a diradarsi, ci siamo accorti che avevamo intuito molte delle svolte narrative principali. Anche il cattivo, Louis, sebbene per tutto il gioco appaia molto carismatico ed intrigante, una volta svelate le sue vere motivazioni, ci ha lasciati abbastanza delusi. Nel complesso, comunque, trama, ambientazione e personaggi di Metaphor sono promossi a pieni voti.
Alleati e archetipi
Durante il viaggio Victor conosce numerosi personaggi appartenenti a svariate razze, che finiscono col diventare i membri del nostro party. Sia Victor che i suoi amici scoprono di avere il potere di evocare gli archetipi. Si tratta di potenti spiriti ispirati a grandi eroi del passato. Ognuno di questi archetipi dona al personaggio che lo evoca abilità specifiche, che lo aiutano durante gli scontri.
Proseguendo nel gioco vengono sbloccati numerosi nuovi archetipi, sia livellando i nostri personaggi sia migliorando i nostri legami con loro (su questo aspetto torneremo). A differenza della serie Persona dove, ad eccezione del protagonista, i personaggi ricorrevano ad un solo spirito, in Metaphor ogni personaggio può utilizzare l’archetipo che preferisce, a patto di averlo sbloccato.
Merita subito una menzione il misterioso More. Si tratta di una figura in abiti neri che comincia ad apparire a Victor fin dalla prime fasi della storia e che lo accompagna per tutta l’avventura. Sarà proprio More a donare a Victor un misterioso libro che descrive un mondo utopico ricco di tecnologia e prosperità e in cui le differenze raziali non sembrano esserci. Un mondo che, tuttavia, ricorda molto pericolosamente il nostro…
Comparto tecnico
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Metaphor vanta una realizzazione davvero eccellente. Il sonoro del gioco è semplicemente sublime. Tutte le musiche posseggono delle tonalità molto alte e solenni e ricordano molto da vicino gli inni sacri. Oltre alla maestosità, la colonna sonora riesce sempre a trasmettere un tono di mistero e suspense.
Anche le musiche che caratterizzano le varie località che i protagonisti visitano nel corso dell’avventura ci sono parse sempre molto azzeccate e d’atmosfera. Ovviamente, le musiche che accompagnano le battaglie sono molto più ritmate e dinamiche, ma svolgono altrettanto bene il loro compito. Meritano una menzione speciale le musiche delle boss battle, soprattutto quelle contro alcuni umani, che sono davvero meravigliose.
Il comparto grafico non ci ha altrettanto ben impressionato. Intendiamoci, Metaphor presenta una grafica molto curata e ben realizzata, con vari rimandi agli anime e ai personaggi della tradizione fantasy medievali. Anche la direzione artistica generale è di ottima qualità.
Ci ha particolarmente colpiti quella sorta di alone luminoso che sembra accompagnare sempre sia i nostri personaggi che alcuni elementi degli sfondi. Sembra un particolare da nulla, ma accresce ancor di più l’atmosfera onirica e misteriosa del gioco. Molto bello anche il fatto che queste luminosità si manifestino in maniera ancora più forte quando i protagonisti fanno ricorso agli archetipi e in occasione dei rafforzamenti dei legami.
Anche le battaglie sono molto dinamiche e spettacolari e mostrano animazioni ed effetti speciali di altissimo livello, soprattutto quando riusciremo a realizzare le tecniche più devastanti, che sono accompagnate da animazioni lunghe, dettagliate e davvero mozzafiato.
Tuttavia, la grafica di Metaphor non ci è parsa del tutto adeguata alla potenza delle attuali console. Abbiamo avuto l’impressione che la cura generale dei modelli dei personaggi e delle ambientazioni avrebbe potuto essere anche migliore, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione degli sfondi. Dunque, un comparto tecnico di fattura sicuramente pregevole, ma che probabilmente avrebbe potuto essere anche migliore.
Il gameplay di Metaphor
Tutti coloro che hanno giocato alla saga di Persona si troveranno immediatamente a casa con Metaphor. Il titolo Atlus, infatti, ricalca molto da vicino gli ultimi episodi della fortunata saga, in particolare Persona 5. Per chi invece non fosse avvezzo a questa saga, ecco qualche delucidazione.
L’avventura si sviluppa attraverso una serie di avvenimenti principali. Ognuno di questi eventi culmina con la visita ed il superamento di un dungeon (un po’ come accadeva coi palazzi di Persona). Tutto lo svolgimento dell’avventura è scandito da un calendario, che segna lo scorrere delle varie giornate. Nel corso di ogni giornata il giocatore è lasciato sostanzialmente libero di agire, a meno che la giornata in questione non sia già occupata da eventi di trama.
Il non superamento del dungeon entro la data stabilita segna inevitabilmente il game over. Nel corso delle giornate “libere”, il giocatore ha diverse possibilità. Può dedicarsi all’esplorazione e alla ricerca di missioni secondarie, potenziare le sue virtù regali (coraggio, saggezza, tolleranza, immaginazione ed eloquenza) oppure migliorare il rapporto coi nostri seguaci. Ognuna di queste azioni causerà il trascorrere del tempo e quindi il passaggio al giorno successivo.
Parlando dei seguaci, essi hanno lo stesso ruolo dei confidant. In pratica, durante l’avventura avremo la possibilità di approfondire la relazione coi principali personaggi che incontreremo. Una volta scelto con chi trascorrere il tempo, assisteremo ad una serie di eventi che porteranno ad una crescita del rapporto e, di conseguenza, al potenziamento delle nostre abilità. Da notare che, come già accennato, potenziare queste relazioni è fondamentale per avere accesso agli archetipi più potenti.
Rispetto a Persona, abbiamo trovato il meccanismo molto più accessibile in Metaphor. Le finestre temporali sono, in generale molto larghe e una buona gestione del tempo permette di avanzare in modo regolare su tutti i fronti. Già nella prima run abbiamo potenziato al massimo tutte le virtù (fondamentali per accedere agli eventi più avanzati legati ai seguaci) e siamo riusciti a massimizzare il rapporto con quasi tutti i seguaci, svolgendo allo stesso tempo un gran numero di missioni secondarie.
La gestione del tempo è resa ancora più semplice dalla presenza di Gallica. La nostra fatina infatti potrà ricordarci in qualsiasi momento quali sono le attività principali presenti nel corso della giornata (che in ogni caso risultano visibili anche dalla mappa) e anche quali seguaci sono disponibili per interagire. Consigliamo però di fare attenzione alle missioni di esplorazione principale. Spesso i dungeon, o comunque gli eventi legati alla trama, sono lunghi e complessi, quindi è sconsigliabile affrontarli con pochi giorni a disposizione.
Esplorazione e battaglie
Le fasi di esplorazione in Metaphor sono sempre vincolate alle mappe delle varie aree che esploreremo. Sebbene alcune città ed alcune aree di missione siano molto vaste e presentino numerose aree, non si può parlare di vera e propria esplorazione libera. La scelta, tuttavia, ci è parsa azzeccata, perché rende l’esperienza meno frustrante e dispersiva. Dal punto di vista esplorativo, la parte migliore sono senz’altro i Dungeon, che appaiono quasi sempre ben strutturati ed intriganti.
Oltre a quelle legate alla trama principale Metaphor propone anche molte aree secondarie, che potranno essere affrontate solamente una volta sbloccata la missione ad esse legata, che si tratti di una caccia o di un altro evento. Anche queste aree, spesso ambientate in foreste o grotte ci sono parse ben realizzate. Unico neo sono alcuni villaggi, che non sono esplorabili direttamente ma che si riducono ad immagini fisse. Sebbene si tratti solo di luoghi utilizzati per l’acquisto di materiale, ci sarebbe piaciuto poter esplorare anche quelli.
Durante l’esplorazione i nemici sono sempre ben visibili. Il giocatore ha la possibilità di evitarli oppure di cercare di attaccarli. Se gli attacchi azzereranno la barra della stamina del nemico, il giocatore avrà diritto ad un attacco preventivo. Se invece il nemico riesce a colpire il giocatore, sarà lui ad avere la priorità. Nel caso si incontrino nemici di livello molto inferiore, è possibile eliminarli direttamente con un solo attacco, senza nemmeno passare alla schermata di battaglia. Una vera manna dal cielo per il farming.
Per quanto concerne il battle system, esso appare molto tradizionale. Le battaglie si svolgono secondo un rigoroso sistema a turni. Nel corso del proprio turno, il giocatore può scegliere di attaccare, difendere, ricorrere alle abilità degli archetipi o spostare il personaggio in attacco o in difesa. Il passaggio di un personaggio dalla prima alla seconda linea non comporta la perdita del turno, a differenza della sostituzione del nostro personaggio (che è accessibile da subito, una volta che il party avrà superato i 4 membri).
Come nella serie Persona, ogni nemico avrà uno o più punti deboli che, se colpiti, garantiranno turni extra. Lo stesso però vale per i nostri personaggi, in base all’equipaggiamento e agli archetipi. Occorre quindi valutare con attenzione il nostro setup, anche a seconda delle abilità nemiche. Sono presenti poi particolari abilità, denominate sintesi. Esse permettono ai nostri personaggi di combinare le loro forze per scatenare potentissimi attacchi o abilità difensive particolarmente forti, che consumano però due intere icone turno.
Per una buona riuscita degli scontri, la parte più importante è sicuramente la pianificazione. La scelta degli archetipi e degli equipaggiamenti risulta infatti fondamentale. Gli archetipi ricordano i classici sistemi di classe presenti in altri giochi e permettono l’utilizzo di svariate abilità. Alcuni sono specializzati negli attacchi fisici, altri nelle magie, altri ancora nella cura o in abilità di supporto. Per affrontare i dungeon è necessario un gruppo con archetipi ben assortiti e che sappiano allo stesso tempo colpire le debolezze nemiche e metterci al sicuro dalle loro abilità. Non è infatti possibile cambiare archetipo nel corpo della battaglia.
Anche in questo caso, tuttavia, il gioco è molto generoso. Ogni città infatti ospita alcuni informatori, che svelano informazioni sui nemici presenti nei vari dungeon, boss compresi. Questo semplifica di molto la scelta degli archetipi più efficaci. Il discorso cambia radicalmente quando si parla dei boss nascosti, che presentano sfide davvero ostiche, anche a causa di alcune meccaniche nascoste che regolano il loro agire e che, in alcuni casi, possono costare una sconfitta immediata.
Longevità ed elementi strategici
Dal punto di vista strategico e gestionale, Metaphor risulta abbastanza profondo, senza allo stesso tempo essere eccessivamente complicato. Le parti più importanti sono la scelta dell’equipaggiamento e la gestione degli archetipi. Per quanto riguarda l’equipaggiamento, ogni personaggio potrà selezionare un’arma legata all’archetipo con cui è equipaggiato. L’archetipo va anche ad influenzare le armature e gli altri elementi dell’equipaggiamento. Sono anche presenti numerosi accessori, ognuno dotato di bonus e abilità particolari.
Gestire gli archetipi risulta più profondo ed interessante. Livellando i vari archetipi, come già scritto in precedenza, diventa possibile sbloccarne di più potenti ed elaborati. Il giocatore, sacrificando una certa quantità di MAG, può anche “salvare” determinate abilità, in modo da poterne assegnare un numero limitato anche ad archetipi diversi da quello a cui l’abilità è associata in origine. Questo elemento aggiunge un ulteriore tocco di strategia e rende ancora più semplice assegnare i “ruoli” ai nostri personaggi, individuando quelli votati all’attacco e coloro che invece dovranno concentrarsi sulla cura o sulle abilità di supporto.
Dal punto di vista della longevità, Metaphor certamente non delude. Completare l’avventura non richiederà meno di sessanta ore. Tuttavia, come già detto, per completare tutte le missioni e le attività secondarie saranno necessarie almeno due run, se non persino una terza.
Metaphor ReFantazio è un JRPG davvero solido, lungo, ricco e divertente. Vanta un sonoro eccellente, un’ottima trama ed un sistema di controllo magari non originalissimo ma sicuramente profondo e divertente. Gli archetipi ed il loro utilizzo donano profondità e originalità al gioco, le battaglie sono molto tatiche e divertenti e anche l’esplorazione è ben strutturata, soprattutto per quanto riguarda i dungeon. Unico neodel gioco sono alcuni aspetti della trama, non proprio originalissimi e il comparto grafico, di ottimo livello ma che non pare sfruttare appieno le potenzialità dei moderni sistemi di gioco. Da provare assolutamente, soprattutto se amate le avventure.
Mi chiamo… beh, non importa. Tanto tra poco non ci sarò più. Non è una frase da film noir, è proprio così che comincia Clair Obscur: Expedition 33. Ti svegli in una Parigi che non è Parigi, guardi in alto, e il monolite ti sussurra un numero: 33. Ed è lì che capisci. Il tuo tempo è finito. Un anno. Poi il Gommage – quella macabra magia dipinta dalla Pittrice – cancellerà te e chiunque altro abbia osato compiere quell’età.
E allora che fai? Ti unisci a una spedizione impossibile. Una manciata di anime segnate che decidono di sfidare l’inevitabile. Perché se proprio devo sparire, almeno provo a farlo lasciando un segno. Magari non nel mondo… ma su di me.
Un mondo pittorico che ti vuole morto (ma con eleganza)
Lumière. Sì, il nome è ironico. Perché questo mondo, per quanto splendido, è tutto fuorché luminoso. È un mosaico in chiaroscuro, fatto di rovine art nouveau, cieli viola e vicoli affrescati con la disperazione. Sandfall Interactive non ha creato un’ambientazione: ha preso un’enciclopedia artistica, ci ha versato sopra un po’ di Lovecraft, l’ha shakerata con un pizzico di Jrpg classico e ha servito il tutto su una tela sporca di sangue e ricordi.
Ogni zona che attraversi – dalle Biblioteche Scolpite al Giardino delle Ceneri – è un’opera d’arte da scoprire. O da temere. Perché qui ogni bellezza ha un prezzo, e spesso lo paghi in HP.
Arte, morte e Belle Époque: un mondo che ti guarda negli occhi
Il primo impatto con Expedition 33 è visivo. Ed è potente. Ambientato in un mondo ispirato alla Belle Époque francese – un’estetica raffinata, decadente, lussuosamente malinconica – Clair Obscur è un’opera che non ha paura di essere elegante, anche quando parla di annientamento.
Architetture scolpite, colori soffusi, ambienti carichi di simbolismo. È un Rpg che non scimmiotta la realtà: la reinventa con la grazia di un quadro impressionista e l’angoscia di un incubo romantico.
Ogni ambientazione, ogni dettaglio, è fatto per comunicare qualcosa. E anche se nulla è spiegato “a voce alta”, tutto – dai palazzi alle statue rotte – ti parla di un mondo al tramonto.
Il sistema di combattimento: balletto e proiettili
Chi ha detto che i turni sono noiosi non ha mai provato questo gioco. Sì, tecnicamente è un Rpg a turni. Ma nel mezzo del turno, devi premere al momento giusto, devi schivare, devi parare. Devi ballare. Ogni nemico è una coreografia diversa, e se sbagli passo, sei fuori. Letteralmente.
Chi pensa che “combattimento a turni” significhi passività non ha ancora provato a parare con tempismo una raffica di colpi mentre la musica accelera e il nemico muta forma davanti a te.
Clair Obscur adotta un sistema ibrido tra turni e azione, dove il tempismo è fondamentale. Ogni attacco può essere schivato, ogni parata ben eseguita può diventare un contrattacco. Il gameplay è un’alchimia di strategia e istinto, più simile a un ballo che a una scacchiera.
Ci sono meccaniche profonde:
Le Posture, che cambiano stile e abilità dei personaggi
I Pictos, potenziamenti passivi per costruire build uniche
Le Luminas, magie e poteri attivi da usare con intelligenza
E poi ci sono gli Attacchi Sfumati, che evolvono in base al contesto e al team
Ogni personaggio ha una funzione e una voce chiara in battaglia, senza cadere nel cliché del “tank, healer, dps”. Qui non si fa teoria dei ruoli, si crea sinergia
Più che narrativa, atmosfera
La trama di Expedition 33 non ti viene lanciata in faccia. Non ci sono lunghi monologhi o forzature. Il gioco ti accompagna in un mondo dove la morte non è un evento, ma una regola. Dove ogni personaggio è consapevole che il suo tempo è contato.
Eppure, non è mai pesante. Non è “dark” per il gusto di esserlo. È elegante. Lucido. Triste, ma mai cinico.
Ci sono dialoghi scritti con attenzione, missioni che ti raccontano più attraverso l’ambiente che con le parole, e una direzione artistica che ti fa sentire esattamente nel mezzo tra un sogno e un quadro.
Una storia scritta con inchiostro e sangue
Non aspettarti il classico “salva il mondo”. Qui si salva il senso stesso dell’esistenza. La narrazione ti prende per mano e poi ti lascia in un abisso esistenziale. Ti chiede cos’è che rende la vita degna di essere vissuta, se è davvero la longevità… o l’intensità.
Il tuo gruppo non è fatto di eroi. Sono condannati. Ognuno con la propria ferita, ognuno col proprio modo di affrontare la fine. Gustave, il comandante, sembra fatto di pietra ma nasconde cicatrici profonde. Maelle non parla mai più del necessario – e il suo silenzio pesa come una spada ancora nella guaina. Lune? Sembra fragile, ma ha la determinazione di chi ha visto troppo per la sua età. E Sciel… è puro istinto, ma anche puro cuore.
In mezzo a loro ci sei tu, che cerchi di tenere insieme il tutto mentre ogni missione ti porta più vicino alla fine.
Difetti? Sì. Ma a noi piacciono anche quelli
Diciamolo: Clair Obscur non è perfetto.
Le animazioni nei momenti meno importanti sono a volte legnose. I caricamenti non sono sempre rapidi. E su PC, l’ottimizzazione va a giornate alterne, soprattutto con configurazioni meno recenti.
Ma poi c’è la colonna sonora: suadente, drammatica, sospesa. Le musiche non accompagnano: guidano. Ti portano dentro lo stato d’animo dei personaggi, fanno da ponte tra il gioco e chi gioca. A volte, ti sorprendono con un crescendo che ti strappa il respiro.
Il doppiaggio (disponibile in francese e inglese) è ben recitato: ti fanno sentire davvero in un altro mondo.
Perché giocarci, anche se non è per tutti
Clair Obscur: Expedition 33 è un gioco che chiede qualcosa in cambio. Vuole che tu ascolti. Che tu rallenti. Che tu osservi, anche dove altri giochi ti direbbero di correre.
Non è per chi cerca solo adrenalina. Ma se ami gli Rpg che raccontano senza spiegare, che emozionano senza urlare, che osano con l’arte e con il gameplay… allora questo è un viaggio che devi fare.
E sì, magari a volte inciampa. Ma è come una poesia letta con un accento imperfetto: resta bellissima lo stesso.
Combattere non per vincere, ma per esserci
Ti resta un anno. Poco tempo. Eppure combatti. Non per sconfiggere la morte, ma per meritarla.
In un panorama videoludico dove spesso si combatte per ottenere qualcosa, Expedition 33 ti fa combattere per lasciare qualcosa. Un’eco. Un’impressione. Un segno.
Ed è raro, oggi, trovare un gioco che ti chieda di essere non solo un giocatore… ma una persona.