Belial è tornato. Dopo più di cinquant’anni di silenzio narrativo, il Signore della Menzogna si riprende la scena nella nuova stagione di Diablo, intitolata “Il Ritorno di Belial”, in arrivo il 29 aprile. Astuto, manipolatore e ossessionato dal controllo, Belial è pronto a riportare il caos su Sanctuarium.
Tra i Grandi Mali degli Inferi Fiammeggianti, Belial è sempre stato quello più subdolo. Non ha bisogno di forza bruta: la sua arma è l’inganno. Nei giochi precedenti, lo abbiamo visto travestirsi da imperatore per infiltrarsi nell’Impero di Kehjistan. Ora, con Lilith sconfitta e Mephisto sotto mentite spoglie, trova di nuovo terreno fertile per i suoi piani.
Una stagione carica di complotti e manipolazioni
“Il Ritorno di Belial” promette una campagna oscura e carica di tensione. Il Reame delle Menzogne si insinua nella realtà, distorcendo l’ambiente, i personaggi e perfino le missioni secondarie. Le scelte del giocatore saranno centrali: ogni decisione potrà avere conseguenze imprevedibili.
La nuova stagione introduce anche meccaniche inedite legate alla falsificazione della realtà. Nemici illusori, alleanze ingannevoli, zone in continuo mutamento: nulla sarà come sembra. Blizzard punta su un approccio narrativo più dinamico, spingendo i giocatori a mettere in dubbio ogni alleato e ogni missione.
Secondo le anticipazioni ufficiali, torneranno anche alcune vecchie conoscenze, ma non è chiaro se saranno reali o solo creazioni di Belial. L’intera ambientazione di Sanctuarium verrà contaminata dalla logica distorta del Reame delle Menzogne, con dungeon che cambiano struttura e contenuti in base al comportamento del giocatore.
Il ritorno di Belial si inserisce perfettamente nella narrativa più ampia di Diablo, proiettando la serie verso una fase più ambiziosa e psicologicamente complessa. Con Mephisto nell’ombra e la Pietra Nera delle Anime distrutta, la lotta tra Inferno, Paradiso e umanità è tutt’altro che conclusa.
Siete pronti a mettere in discussione tutto ciò che vedete? Vi intriga un nemico che colpisce con l’inganno più che con la forza?
Electronic Arts ha ufficialmente annunciatoStar Wars Zero Company, un nuovo gioco tattico a turni per giocatore singolo. Il titolo è stato svelato durante la Star Wars Celebration in Giappone e nasce dalla collaborazione tra Bit Reactor, Respawn Entertainment e Lucasfilm Games. L’uscita è prevista nel 2026 su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Il protagonista è Hawks, un ex ufficiale della Repubblica che guida una squadra d’élite nota come Zero Company. La storia è ambientata alla fine delle Guerre dei Cloni, in una galassia sull’orlo del caos. I membri della squadra provengono da ogni angolo dell’universo e dovranno imparare a collaborare per affrontare missioni complesse, scelte morali e una nuova minaccia galattica.
Un gameplay tattico tra personalizzazione e narrazione
Il team di sviluppo promette un’esperienza intensa, costruita su una combinazione di combattimenti a turni e narrazione cinematografica. Il CEO di Bit Reactor, Greg Foertsch, ha dichiarato che l’obiettivo è quello di offrire un gameplay profondo che premi la strategia e le scelte del giocatore.
La componente di personalizzazione sarà centrale. I giocatori potranno modificare aspetto, classe, equipaggiamento e abilità dei propri compagni. I personaggi reclutabili includono cloni, droidi, Jedi e altre specie originali dell’universo Star Wars. Sul campo di battaglia, la sinergia tra i membri del team sarà fondamentale: i legami tra i personaggi sbloccheranno abilità combinate capaci di cambiare le sorti degli scontri.
Le missioni non si limiteranno al combattimento. Il gioco includerà fasi di investigazione, sviluppo della base e gestione di una rete di informatori per anticipare i nemici. Ogni decisione potrà influenzare gli eventi futuri, spingendo i giocatori a pianificare con attenzione.
Douglas Reilly di Lucasfilm Games ha sottolineato l’importanza delle scelte strategiche, affermando che solo una squadra capace come Bit Reactor poteva realizzare un titolo del genere.
Star Wars Zero Company si preannuncia quindi come un progetto ambizioso, pensato per gli appassionati di strategia e per i fan della saga in cerca di una nuova prospettiva sulle Guerre dei Cloni.
Che ne pensi di questa nuova direzione tattica per un gioco di Star Wars? Sei curioso di provare un’esperienza più strategica nell’universo galattico?
Nella giornata di ieri, ho avuto l’onore di provare in anteprima la nuova console della casa di Kyoto. Ho messo le mani per quattro ore sulla Nintendo Switch 2, provando la maggior parte dei videogiochi che sono stati annunciati durante l’ultimo Direct. Se siete dei fan della prima console e state cercando una console più potente, dove poter godere dei titoli Nintendo e anche dei third-party più esosi, Switch 2 è quello che state cercando. La mia prova però è andata più in profondità, cercando di capire anche quanto le novità introdotte dalla console, come il nuovo mouse, siano innovative ed efficaci.
Switch 2: più potente, più ambiziosa
Le prove fatte in questo periodo da esperti del settore come Digital Foundry, e i diversi leak recuperati dalla rete, mi avevano già fatto intuire quanto Nintendo si sia concentrata sul rendere la nuova console in grado di far girare i videogiochi third-party che arriveranno nel prossimo futuro. Del resto, siamo in un momento storico diverso rispetto alla prima Nintendo Switch. Oggi Nintendo Switch 2 deve confrontarsi con dei competitor seri: Valve con Steam Deck e Asus con Rog Ally mostrano i muscoli e forse nemmeno Nintendo sa se può permettersi di perdere questa fetta di mercato.
Nel dubbio, Nintendo Switch 2 è stata costruita con l’idea di primeggiare anche nel settore portable e i risultati sono evidenti anche nei giochi in cui ci si aspetta di meno. Nella prova di ieri, il system-on-a-chip di Nvidia si è espresso egregiamente sia sulle IP proprietarie di Nintendo che sulle terze parti. Mario Kart World gira a 120 fps ed è bellissimo da vedere. Certo, già Mario Kart 8 Deluxe ci ha abituato bene, ma sulla TV, MK World ha una nitidezza e una vivacità nei colori che mi ha fatto esclamare un vero e proprio: “Wow!”.
La qualità aumenta ulteriormente quando passiamo su Donkey Kong Bananza. Per la prima volta su una console Nintendo, sono rimasto sbalordito per la qualità dell’acqua e dei suoi effetti. In DK Bananza, l’acqua è spaventosamente realistica così come lo è la pelliccia dello scimmione. Oltre all’ottimo restyling d’immagine che ha ricevuto Donkey Kong di cui parleremo in articoli dedicati, DK ha una pelliccia estremamente credibile che è frutto di texture e dettagli impensabili nella prima Nintendo Switch. Basta notare la lingua di Donkey Kong, piena di quei dettagli (spaccature, bolle, chiamatele come preferite) che fanno gridare al miracolo.
La sorpresa maggiore però l’ho avuta con Metroid Prime 4. Nella demo di 15 minuti, ho affrontato diverse sessioni da vero e proprio first person shooter senza alcun rallentamento, 120 fps e una grafica da next-gen. In particolare, su Nintendo Switch 2 possiamo apprezzare delle texture di altissima qualità. Per farvi un esempio, quando Samus entra in un cunicolo con la morfosfera, la sua armatura brilla e riflette la luce come mai visto in un capitolo di Metroid.
Portabilità con qualche grammo in più
La Nintendo Switch 2 Experience di Milano mi ha permesso di giocare in portabilità solamente Mario Kart World. E le sensazioni positive che vi ho dato fino ad ora, sono assolutamente confermate anche in portable. Mario Kart World rimane fluido e bello anche con la console tra le mani. In particolare, mi ha stupito lo schermo. Come sostenutio da svariate persone con cui ho parlato durante la kermesse: “Se non mi avessero detto che fosse LCD, avrei assolutamente pensato che lo schermo è un OLED”. In effetti, la brillantezza dei colori e la sua luminosità lo rendono uno schermo di altissima fattura e diverse spanne sopra rispetto a Nintendo Switch. Non è stato ovviamente possibile testarlo alla luce del sole, ma le sensazioni sono estramemente positive.
Dall’altro canto, il SoC di Nintendo Switch 2 ha causato una maggior pesantezza nella console. Dati alla mano, parliamo di 136 grammi rispetto al suo predecessore, che si sentono tutti. In mano, la console risulta effettivamente pesante, nonostante il peso sia ben distribuito. Infatti, il senso di pesantezza è equamente diviso nell’esatto punto in cui si agganciano i due joy-con. Un peso sicuamente maggiore, ma che è comunque inferiore rispetto a Steam Deck ed Asus Rog Ally. Quindi, sfida ampiamente vinta, almeno fino a Steam Deck 2.
Il mouse di Switch 2: preciso ma da perfezionare
Il più grande motivo per cui volevo provare con mano Nintendo Switch 2 è per il suo mouse. L’idea mi affascina perché da amante dei gestionali, l’idea di poter giocare con un mouse, su console, a qualsiasi gioco (a differenza di Xbox Series X), è un sogno. In particolare, ho avuto modo di provare il mouse su diversi titoli: Nintendo Switch 2 Welcome Tour, Drag x Drive, Metroid Prime 4 e sopratutto Civilization 7.
Il risultato è stato sorprendente. La precisione del mouse è sopra qualsiasi mia aspettativa. Nintendo Switch 2 Welcome Tour offre un mini-gioco in cui devi semplicemente evitare degli ostacoli in una sorta di sparatutto a scorrimento verticale (difficile quanto Ikaruga tra l’altro). Ho provato il mouse sia su un tappetino predisposto che sui miei jeans. Il risultato finale è uguale e ugualmente impressionante: Nintendo Switch 2 può veramente essere la console su cui giocare i miei amati gestionali. E non solo. Infatti, lo switch tra modalità “normale” e “mouse” è immediata. Questo significa che negli FPS, come provato su Metroid Prime 4, si può passare dall’auto-lock alla modalità precisione con mouse senza avvertire alcun delay. Innovativo? Assolutamente sì!
Tutto perfetto allora? Purtroppo ci sono anche dei lati negativi. Il primo l’ho riscontrato solamente su Civilization 7. Quando impugniamo il joy-con in modalità mouse, i dorsali sono il nostro tasto sinistro e destro. Su Civilization 7 ho notato che non sempre accettava la risposta. Un problema di per sé importante, ma a mio avviso facilmente risolvibile. Si tratta pur sempre di una demo di un videogioco third-party uscito da relativamente poco sulle altre console. Sono fiducioso che andrà tutto bene, anche perché non ho notato questo problema su Drag x Drive dove i dorsali servono a passare la palla e han funzionato egregiamente.
Il secondo e più importante problema della console invece è la scomodità del mouse. Chiunque sia appassionato di PC Gaming sa benissimo quanto le aziende specializzate dedichino tempo al design del proprio mouse. Lo sa ancora meglio chi con il computer ci lavoro otto ore al giorno ed è stato costretto dalla tendinite a passare a un mouse verticale. Io sono tra quelli che una lieve forma di tendinite (e si spera rimanga tale), che continua a usare il mouse orizzontale, ma che ha cominciato ad avvertire fastidi dopo due ore di mouse di Nintendo Switch 2. Nello specifico, il joy-con è semplicemente troppo sottile. Questo costringe il videogiocatore ad avere un’impugnatura stretta e scomoda, che può essere mantenuta solo per brevi sessioni. Un accessorio per i giochi più statici (Civilization, Football Manager per dare due esempi) è obbligatorio, ma che soluzione troverà Nintendo per i titoli dove è gradito passare dalla modalità joy-con a quella mouse continuamente?
Conclusione
Nintendo Switch 2 ha superato ampiamente il suo beta test prima del lancio. La console è esteticamente più bella e seria della precedente e probabilmente continuerà a essere estremamente gradita dai fan Nintendo, poiché una versione next-gen del suo predecessore. Se siete fan Nintendo, non vedo alcun dubbio: è un must buy. Allo stesso tempo, lo scontro con Steam Deck, e non solo, è una sfida che Nintendo ha accettato e può seriamente vincere. Nintendo Switch 2 è meno pesante di Steam Deck e Rog Ally, ha uno schermo fantastico e una qualità invidiabile tanto nell’hardware quanto nel porting dei videogiochi (almeno quelli provati). La modalità mouse è un plus non da poco nella nicchia e la decisione si potrebbe limitare al risparmio della libreria Steam contro l’esclusività delle IP Nintendo. E sappiamo tutti quanto i giochi Nintendo facciano gola a tanti videogiocatori.
C’è qualcosa di magico e speciale nei videogiochi che non hanno fretta. Until Then non corre, non urla: ti invita semplicemente a vivere, a ricordare, a sentire. In un mondo sempre più frenetico governato dal bombardamento visivo e dalla logica consumistica, quest’opera ci offre un rifugio, un angolo sospeso nel nulla in cui fermarsi a meditare.
Si tratta di un titolo che tesse i fili dell’adolescenza, dove ogni gesto è carico di significato e ogni silenzio è pesante.
La produzione di Until Then
Lo sviluppo, a cura di Polychroma Games, è iniziato durante la pandemia di COVID-19 nel 2020, con un team di circa dieci persone, guidato da Mickole Klein Nulud.
In Until Then, avventura narrativa ambientata nelle Filippine del 2014, vestiamo i panni di Mark Borja, uno studente delle superiori che vive da solo nella città immaginaria di Liamson. In apparenza, è solo un ragazzo qualunque. Ma il suo mondo, segnato da un cataclisma globale e da sparizioni inspiegabili, ci avvolge lentamente, fino a diventare il nostro.
Il videogioco combina il classico impianto da visual novel con vari elementi di avventura grafica. La narrazione è espressa principalmente attraverso il discorso diretto e forti sequenze dialogiche, supportate da flussi di coscienza che guidano l’interazione tra i vari personaggi. Il tutto poggia su uno stile grafico unico e inimitabile: una pixel art estremamente dettagliata su sfondi tridimensionali.
Le tematiche
L’opera esamina una varietà di temi profondi: l’importanza delle relazioni umane nella nostra quotidianità, l’attenzione ai dettagli, le cose non dette. Riflette inoltre con lucidità su come la comunicazione – o la sua assenza – possa diventare costruttiva o distruttiva nei rapporti umani. La perdita e il trauma si insinuano nella vita di tutti i giorni e il titolo esplora con delicatezza la difficoltà nell’affrontarli, superarli o, più banalmente, di accettarne l’esistenza.
Il gioco ci mostra quanto spesso tendiamo a rifugiarci in una dimensione alternativa, aggrappandoci ai ricordi o a una realtà che ci sembra più sopportabile. La bellezza di Until Then sta proprio nel modo in cui riesce a far emergere queste emozioni attraverso una narrazione semplice, per quanto incredibilmente potente.
La sospensione del gameplay in Until Then
Sul piano del gameplay, le azioni a nostra disposizione non sono numerose, ma questo aspetto passa presto in secondo piano. L’esperienza che ci viene offerta è qualcosa che va oltre l’interazione: il coinvolgimento emotivo prende il sopravvento e siamo chiamati ad abbandonare il controllo, per vivere davvero la storia.
È un’esperienza sospesa che siamo chiamati a goderci in una realtà atemporale, in cui le storie dei protagonisti scorrono davanti a noi con un taglio cinematografico che rende ogni momento vivido e tangibile. Le inquadrature, i giochi di luce, le illustrazioni, le animazioni: ogni elemento è organizzato con cura per regalarci un’esperienza che supera i confini stessi del medium videoludico.
I minigiochi presenti sono per lo più un espediente per amplificare il coinvolgimento e l’immersività.
La cornice filippina e la colonna sonora
Di fondamentale importanza per la comprensione del videogioco è la sua cornice filippina. Il gioco riesce a mostrarci uno spaccato culturale unico e ci offre gli strumenti per immergerci nella realtà filippina, con le sue peculiarità: la struttura delle strade, le scuole, la diaspora delle famiglie, i fenomeni sismici e l’importanza della comunità. Tutto ciò contribuisce a farci esplorare una città vivente, che fa della sua ispirazione a Metro Manila il suo punto di forza.
A causa delle restrizioni di viaggio e dell’impossibilità di effettuare dei sopralluoghi, gli artisti si sono affidati a Google Earth per riprodurre fedelmente le ambientazioni ispirate alla capitale filippina.
Per quanto riguarda specificatamente la colonna sonora e la musica in generale, essa è fulcro fondamentale dell’esperienza di gioco e della trama stessa. Il pianoforte è strettamente collegato alle vicende narrative, e il suo utilizzo si fonde in una nuova dimensione che rafforza la sua presenza, sia a livello narrativo che nella realtà esterna del videogioco, in cui la ritroviamo sotto forma di OST.
La quotidianità e il sentimento di anemoia
Until Then è anche nostalgia. L’opera rievoca infatti un concetto molto particolare, ovvero l’anemoia, una forma di malinconia per un tempo che non si è mai vissuto. I protagonisti stessi percepiscono questo e noi siamo chiamati a condividerlo con loro, a sentire le cose come familiari e vicine, pur non avendole mai provate.
I piccoli momenti di interazione quotidiana, come il controllo del telefono o il rispondere a un messaggio, sembrano banali, ma sono ricchi di un’intimità che risuona personalmente. Questi frammenti, apparentemente insignificanti, diventano emblemi di un tempo sfuggente e inarrestabile e contribuiscono a rendere reale ciò che vediamo.
Per concludere, Until Then non è solo un videogioco, ma un viaggio che ci costringe a fermarci un’istante, a riflettere e a vivere ogni momento con consapevolezza. Ci invita ad ascoltare con attenzione e, nel farlo, ci regala quella che può essere considerata una delle avventure più emozionanti che il medium videoludico possa offrire.
11 bit studios ha annunciato che The Alters uscirà il 13 giugno 2025 su PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S e sarà disponibile dal day one su Xbox Game Pass e PC Game Pass. Il titolo è stato presentato nell’ambito dell’iniziativa Triple-I 2025, puntando i riflettori su un concetto originale e carico di tensione: sopravvivere confrontandosi con versioni alternative di sé stessi.
Il protagonista è Jan Dolski, un uomo bloccato su un pianeta ostile, costretto a creare cloni alternativi – detti “alters” – generati da scelte di vita mai intraprese. Ogni alter rappresenta un “e se…” esistenziale: il Jan che ha messo su famiglia, quello che ha inseguito una relazione finita male, o quello che ha rinunciato ai suoi sogni.
La chiave del gameplay ruota intorno alla gestione della propria base mobile, al coordinamento con gli alters e alla sopravvivenza in un ambiente sempre più pericoloso. Ogni alter porta con sé abilità uniche, ma anche conflitti, ricordi e fragilità emotive. Non si tratta solo di coordinare risorse e tempistiche: bisogna fare i conti con il lato umano della squadra, anche quando quel lato sei tu.
Le esplorazioni del pianeta diventano rapidamente dei puzzle ad alto rischio. Tra anomalie gravitazionali, distorsioni della realtà e radioattività letale, ogni uscita può diventare l’ultima. La notte, in particolare, è quasi sempre letale. Senza protezioni adeguate, si rischia morte istantanea, lesioni permanenti o l’annientamento del tempo stesso.
Il trailer svela anche una varietà di biomi ostili, ciascuno con regole e minacce differenti. L’approccio richiesto non è solo tecnico ma anche psicologico: è necessario valutare chi mandare in missione, come agire e a quale prezzo.
Con elementi di survival, costruzione, gestione del tempo e narrazione profonda, The Alters promette un’esperienza intima, dove ogni scelta passata e presente ha un peso.
E voi, sareste pronti ad affrontare le versioni di voi stessi che avete lasciato indietro? Quale alter vorreste incontrare?
Il team di Sloclap, già noto per Sifu, lancia la sua sfida al mondo dei giochi sportivi con Rematch, un multiplayer online dedicato al calcio, in uscita il 19 giugno su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Il prezzo parte da 24,99 euro per l’edizione standard, mentre sono già aperti i preordini e le registrazioni alla beta pubblica, prevista per il 18 e 19 aprile su PC/Steam.
Rematch non vuole replicare il calcio reale, ma offrirne una versione intensa, dinamica e senza interruzioni. In campo si gioca 5v5 o 4v4, senza falli, fuorigioco o VAR. L’unica cosa che conta è la tecnica individuale, la strategia collettiva e la capacità di adattarsi ai ritmi della partita.
Arcade, competitivo, spettacolare
Il gameplay punta su rapidità, azioni spettacolari e decisioni istantanee. Ogni giocatore controlla un solo calciatore, il che rende la cooperazione fondamentale. Non esistono ruoli fissi: tutto dipende da come si muove la squadra. Gli ambienti di gioco variano da gabbie urbane a stadi futuristici, sempre con un tocco stilizzato che richiama l’estetica di Sloclap.
Chi preordina può scegliere tra tre versioni:
Standard Edition (24,99 €) – Include il gioco base e un cappellino digitale esclusivo per gli early adopter.
Pro Edition (34,99 €) – Aggiunge accesso anticipato di 72 ore, Battle Pass potenziato, oggetti estetici esclusivi come tank top e sfondi giocatore personalizzati.
Elite Edition (44,99 €) – Tutto il contenuto della Pro Edition più ulteriori upgrade estetici, come le Glitcher trainers e la Blazon AR Cage, per un’esperienza ancora più immersiva.
Le iscrizioni alla Open Beta sono attive su playrematch.com, con possibilità di provare l’intero sistema di gioco competitivo in anteprima.
Sloclap scommette su un pubblico giovane, veloce e competitivo. Rematch ha l’ambizione di diventare un titolo di riferimento per chi cerca un’alternativa ai tradizionali giochi sportivi.
Cosa ne pensate di un calcio senza falli, ruoli fissi o rigide simulazioni? Rematch può davvero ritagliarsi uno spazio tra FIFA ed eFootball?
FromSoftware ha rilasciato un nuovo trailer dedicato a Duchess, uno degli otto personaggi giocabili in Elden Ring: Nightreign, lo spin-off cooperativo ambientato in un universo parallelo rispetto a quello di Elden Ring. Il video mette in evidenza le abilità di questa guerriera elegante e letale, capace di danzare con la sua spada e infliggere danni devastanti ai nemici.
Magnifico portamento, che gli permette di attaccare e schivare.
Ripristino, che danneggia i nemici vicini.
Finale, nasconde se stessa e gli alleati circostanti dai nemici.
Nightreign si distingue per un gameplay che enfatizza la cooperazione tra giocatori. Fino a tre utenti possono unirsi per affrontare sfide in un mondo oscuro e labirintico, dominato da architetture contorte e creature nate dagli incubi. Il gioco introduce nuove meccaniche, come un sistema di combattimento più rapido e dinamico, e la possibilità di influenzare l’ambiente circostante attraverso le proprie azioni.
Elden Ring: Nightreign sarà disponibile dal 30 maggio 2025 su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S. Il gioco promette di offrire un’esperienza coinvolgente per i fan della serie e per i nuovi giocatori alla ricerca di sfide cooperative in un mondo oscuro e affascinante.
E voi, siete pronti a esplorare le tenebre di Nightreign insieme a Duchess? Quali aspetti del gioco vi incuriosiscono di più?
FromSoftware ha rilasciato un nuovo trailer per Elden Ring: Nightreign, presentando Ironeye, un personaggio giocabile inedito. Specializzato nell’uso dell’arco, Ironeye offre un approccio al combattimento basato sull’agilità e sulla precisione.
Un ranger acrobatico per un gameplay rinnovato
Nel trailer, Ironeye dimostra abilità uniche: colpi caricati che attraversano più nemici e attacchi aerei eseguiti dopo corse sui muri, suggerendo elementi di parkour nel gameplay. Queste caratteristiche lo distinguono dai personaggi più tradizionali della serie, introducendo una nuova dinamica di gioco.
Elden Ring: Nightreign si discosta dal titolo originale, proponendo un’esperienza cooperativa per un massimo di tre giocatori. Ambientato in un universo parallelo chiamato Limveld, il gioco presenta una mappa dinamica che si restringe nel tempo, aumentando la tensione e la necessità di strategie di squadra.
Ironeye è uno degli otto personaggi giocabili, ciascuno con abilità e stili di combattimento distinti. Questa varietà permette ai giocatori di scegliere il personaggio più adatto al proprio stile di gioco, incentivando la rigiocabilità e la sperimentazione.
Il gioco sarà disponibile su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S a partire dal 30 maggio 2025. Una beta è prevista per febbraio, offrendo ai giocatori l’opportunità di testare le nuove meccaniche e i personaggi prima del lancio ufficiale.
Atomfall, il survival-action sviluppato da Rebellion Developments, ha raggiunto e superato i 2 milioni di giocatori. Un traguardo importante per uno studio indipendente, che dimostra come l’ambientazione alternativa e le meccaniche non convenzionali abbiano colpito nel segno.
Rebellion ha inoltre condiviso alcuni dati curiosi: oltre 5,9 milioni di NPC sono stati eliminati con una mazza da cricket, più di mezzo milione di tazze di tè sono state consumate, e sono state scoperte 12,7 milioni di casse piene di bottino.
Il gioco, ambientato in una Gran Bretagna immaginaria degli anni ’60, cinque anni dopo un disastro nucleare ispirato a quello reale di Windscale, ha saputo distinguersi nel panorama videoludico. La scelta di eliminare le missioni tradizionali in favore di un approccio investigativo libero ha offerto ai giocatori un’esperienza unica, dove l’intuito e le decisioni personali guidano l’avventura.
Rebellion ha puntato su un design “sperimentale”, dove ogni azione può avere conseguenze imprevedibili. I giocatori possono influenzare o distruggere interi gruppi o fazioni, con eventi che si innescano o vengono ignorati, influenzando significativamente la popolazione nemica e l’evoluzione del mondo di gioco.
Atomfall è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC, e al day one su Game Pass.
E voi, avete già esplorato l’Inghilterra post-nucleare di Atomfall? Quali sono state le vostre scelte più audaci nel gioco?
Dopo il successo su Xbox Series X|S e PC, Indiana Jones e l’Antico Cerchio si prepara a sbarcare su PlayStation 5 il 17 aprile. La versione per la console Sony introduce ottimizzazioni tecniche, funzionalità esclusive per il DualSense e supporto avanzato per PS5 Pro.
Il controller DualSense offrirà un’esperienza immersiva: la luce LED cambia colore in base alle azioni di gioco—giallo durante i combattimenti, rosso quando la salute è bassa e verde durante la guarigione. Inoltre, il feedback aptico e i trigger adattivi reagiscono dinamicamente alle interazioni, aumentando il coinvolgimento del giocatore.
Su PS5 Pro, il titolo sfrutta la potenza extra per garantire una risoluzione 4K nativa con ray tracing, un frame rate più stabile e caricamenti rapidi grazie all’ottimizzazione dell’SSD. L’installazione selettiva consente di scaricare solo le lingue desiderate, risparmiando spazio su disco.
Infine, sembra che la versione fisica per PS5 contenga solo circa 20 GB di dati sul disco; il resto del gioco, che pesa complessivamente circa 135 GB, dovrà essere scaricato.