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Dragonball Sparking Zero: partenza col botto

Ufficialmente, Dragonball Sparking Zero sarà disponibile solo da venerdì 11 ottobre. Numerosi fan hanno però acquistato il gioco nelle edizioni deluxe ed Ultimate. Queste particolari versioni del gioco consentono ai giocatori un early access, regalando la possibilità di provare il gioco con alcuni giorni di anticipo.

Nonostante solo una certa percentuale di utenti abbia libero accesso al gioco, Dragonball Sparking Zero sta già facendo segnare una serie di numeri impressionanti. Secondo la piattaforma SteamDB, infatti, la nuova fatica di Bandai Namco avrebbe fatto segnare un picco di ben 91000 giocatori collegati in contemporanea. Per far meglio comprendere l’entità di questi numeri, basti sapere che Street Fighter 6 si è fermato a 70.573 utenti, mentre Tekken 8 e Mortal Kombat 1 hanno raggiunto 49.977 e 38.129 giocatori.

Un risultato davvero notevole, dunque. Tutto sembra lasciar presagire che, con la release ufficiale del gioco, questi numeri andranno ulteriormente ad incrementarsi. In attesa della nostra recensione, non possiamo che augurarci che Sparking Zero riesca davvero a mantenere tutte le promesse e ad essere a tutti gli effetti un successo mondiale.

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Marvel VS Capcom Fighting Collection Arcade Classics – Recensione

Negli scorsi mesi, in maniera quasi del tutto inattesa, Capcom ha annunciato l’uscita di una collection dedicata alla saga Marvel vs Capcom. Questa collection è stata accolta in modo molto positivo dai fan.

Dopo la delusione di Marvel VS Capcom Infinite, questa raccolta, per molti fan, rappresentava la possibilità di ritrovare al massimo del suo splendore una saga che, nei primi anni duemila, godeva di grande popolarità, soprattutto tra i fan del genere picchiaduro.

Questa raccolta, come vedremo, raccoglie di fatto tutto il meglio della serie, compreso un gradevole extra. Questi vecchi classici avranno però l’appeal necessario per giustificare l’acquisto del gioco?

Un’offerta molto ricca

L’offerta che Capcom propone con questa collection è certamente molto ricca e completa. Arcade classics contiene l’intera serie VS, composta da X-Men Vs Street Fighter, Marvel Super Heroes Vs Street Fighter, Marvel Vs Capcom e Marvel Vs Capcom 2. Capcom ha saggiamente deciso di includere anche X-Men Children of the Atom e Marvel Super Heroes, di fatto i capostipiti della saga.

Come ciliegina sulla torta, è stato inserito nella raccolta anche The Punisher, divertente picchiaduro a scorrimento 2d dedicata al tetro giustiziere Marvel. Si tratta di un vero e proprio concentrato di azione da sala giochi anni 90 che, sebbene un po’ fuori luogo, risulta davvero divertente e piacevole da giocare ancora oggi.

Tutti i titoli sono presenti nelle loro versione Arcade, con la possibilità di effettuare alcune personalizzazioni. Il giocatore può infatti scegliere quale versione del gioco caricare (giapponese o inglese), il livello di difficoltà, i filtri grafici da inserire (se si desidera farlo) e persino se inserire delle cornici per personalizzare lo schermo.

Durante il gioco è possibile effettuare un salvataggio in qualsiasi momento della partita e consultare il set di mosse dei nostri personaggi. Ogni gioco è poi impreziosito dalle immagini dei cabinati originali, che mostrano tramite illustrazioni i comandi principali di ogni gioco. Un vero e proprio tocco di classe per i nostalgici!

Completa l’offerta l’inserimento di una modalità allenamento. Quest’ultima, purtroppo, risulta appena abbozzata. Se infatti sono presenti sia le hit box dei personaggi che le indicazioni dei frames delle mosse, manca totalmente un tutorial per le combo principali dei personaggi, che in questi giochi sono spesso lunghe e complesse. Davvero un peccato, anche se apprezziamo lo sforzo fatto da Capcom nel cercare di venire incontro alle esigenze dei giocatori più smaliziati.

La collection messa insieme da Capcom è dunque certamente molto ricca e variegata. Vediamo ora se i giochi all’interno sono altrettanto validi.

Mazzate mutanti

Marvel VS Capcom

Diciamo la verità: tra tutti i giochi della Collection X-Men: Children of the Atom è certamente quello invecchiato peggio. Le collisioni tra i personaggi sono spesso casuali, i danni inferti dagli attacchi sono incoerenti e spesso sproporzionati e il sistema di combo è troppo poco rifinito, permettendo ai più esperti di eseguire sequenze di attacchi praticamente infinite.

Come se non bastasse, l’intelligenza artificiale della CPU risulta incoerente, con avversari che sembrano spesso leggere in anticipo i nostri comandi per anticiparci, salvo poi cascare in “trabocchetti” banali come attacchi a distanza scagliati a mezzaria eseguiti a ripetizione. Tuttavia, X-Men COTA mantiene un fascino ed un carisma davvero enormi. Gli sprites enormi e definiti, lo stile grafico fumettoso, la frenesia del gameplay e l’enorme numero di mosse e abilità a disposizione rendono l’esperienza ancora gradevole, nonostante i numerosi difetti.

Le principali innovazioni portate da X-Men consistono nella possibilità di effettuare enormi salti durante lo scontro e nella possibilità di sfruttare i differenti livelli della barra special per ricorrere ad attacchi ed abilità speciali. Oltre alle devastanti Hyper X, infatti, ogni personaggio dispone di particolari X-abilities. Queste ultime spesso non consistono in veri e propri attacchi, bensì in poteri speciali, come la capacità di volare, un temporaneo potenziamento dei nostri attacchi e persino la capacità di recuperare la nostra energia.

Nel complesso, X-men COTA resta un buon picchiaduro, che avrà sicuramente un grande valore nostalgico per chi, come me, lo ha giocato all’uscita in versione arcade nel 1994 e, non disponendo di un Sega Saturn, non ha mai potuto godere di una conversione all’altezza. Una menzione speciale merita Magneto, boss finale del gioco. Ancora oggi fatico a trovare avversari finali più ostici e difficili del signore del magnetismo.

Eroi marvel in azione

Uscito per la prima volta nel 1995 come sequel diretto di X-men COTA, Marvel Super Heroes migliora il predecessore sotto ogni aspetto. MSH presenta animazioni più pulite, un sistema di combo e combo aeree più preciso e divertente ed un roster che comprende eroi provenienti dall’intero mondo Marvel. La barra dell’energia spirituale può ora essere riempita fino a tre livelli differenti e viene utilizzata dai nostri eroi per effettuare i loro attacchi speciali, che vanno a consumare un livello di barra ciascuno.

Il gioco si ispira alla famosissima saga del Guanto dell’Infinito (dalla quale ha preso spunto anche l’MCU) e presenta il titano Thanos come antagonista principale. Nel corso dei vari scontri, gli eroi sbloccano l’accesso a tutte e sei le gemme dell’infinito. Il giocatore può usare le gemme a sua disposizione in ogni momento della battaglia. Ogni gemma dona particolari capacità, che vanno dalla velocizzazione dei movimenti al dono di una super corazza. Un’idea davvero niente male, che dona agli scontri ancora più incertezza e varietà.

Unico vero neo del gioco è il suo roster. Sebbene contenga molti dei principali eroi e villain dell’universo Marvel, l’assenza di mostri sacri come Thor, i fantastici 4 o Silver Surfer si fa sentire. Soprattutto se al loro posto troviamo personaggi come Blackheart (il figlio di Mefisto) e Shuma Gorath, assolutamente sconosciuti ai più.

Che il crossover abbia inizio!

Marvel VS Capcom

Coi due giochi successivi, ovvero X-Men vs Street Fighter e Marvel Super Heroes vs Street Fighters, rispettivamente del 1995 e 1996, la serie assume quelle che diventeranno le sue caratteristiche più peculiari. Entrambi questi giochi infatti propongono battaglie a coppie, in cui il giocatore può selezionare i suoi personaggi scegliendo tra gli eroi della marvel e i combattenti della strada di Capcom.

Durante la sfida i lottatori possono essere scambiati in ogni momento, mentre il match termina nel momento in cui entrambi i lottatori di una squadra vengono sconfitti (senza alcun secondo round). I lottatori hanno anche la possibilità di collaborare per scatenare tremende e spettacolari super combinate, che consumano ben due indicatori della barra special. Il partner può anche essere sfruttato per effettuare dei contrattacchi mentre nell’istante in cui si blocca un colpo nemico.

MSHvsSF introduce anche la possibilità di convocare in ogni momento il nostro partner per fargli effettuare un attacco “assist”, in grado sia di cogliere di sorpresa l’avversario che di estendere le nostre combo. Questi giochi introducono anche i famigerati Boss giganti, dal momento che il mastodontico Apocalisse occupa praticamente tutto lo schermo con la sua mole!

Se XMvsSF risulta tuttora un gioco davvero divertente e spettacolare, sebbene ancora piuttosto acerbo, MSHvsSF sembra molto meno ispirato. A penalizzare questo gioco è soprattutto il roster, davvero scialbo e poco azzeccato, con numerosi personaggi riciclati da MSH e X men COTA. Anche la resa generale risulta molto pressapochista, con musiche e sfondi ripresi dai giochi precedenti in maniera praticamente identica.

Marvel VS Capcom

Marvel vs Capcom

Con Marvel vs Capcom, del 1998, la formula dei giochi precedenti viene migliorata e perfezionata. Tornano gli scontri a coppie, arricchiti dalla presenza di un terzo personaggio, il cui utilizzo è legato unicamente agli attacchi di supporto. Questi personaggi sono richiamabili solo per un numero limitato di volte, dunque il loro uso deve essere dosato con attenzione.

Oltre alle devastanti super combinate, MVC consente anche di schierare per un tempo limitato entrambi i personaggi contemporaneamente (il secondo agisce in modo speculare al primo), permettendo al giocatore di scatenare terribili combo personalizzate.

Anche il comparto tecnico del gioco risulta davvero di buon livello, con grafica e sonoro ritoccate, una serie di nuovi stages e un roster all’altezza della situazione. Certo, come nei titoli precedenti, i personaggi non sono bilanciatissimi e l’azione risulta fin troppo caotica per esaltare la tecnica, ma MVC resta un picchiaduro divertente e vario.

Marvel VS Capcom 2: Il capolavoro

Marvel vs Capcom 2: New Age of Heroes, uscito nel 2000 in versione arcade e, successivamente, su Sega Dreamcast, è certamente il titolo migliore della collectione. Forte di un roster di ben 56 personaggi, di un rinnovato motore grafico e di un sistema di controllo finalmente limato e perfezionato, MVC2 migliora e perfeziona praticamente ogni elemento della saga.

Il gioco propone scontri 3 vs 3, mantenendo la possibilità di effettuare mosse combinate e di “convocare” i personaggi non in gioco per effettuare attacchi assist. Questo sistema, unito all’enorme numero di personaggi selezionabili, potenzia la giocabilità in modo incredibile. L’enorme numero di lottatori e mosse a disposizione permette infatti ai giocatori di assemblare la propria squadra in maniera strategica.

Si può ad esempio mettere insieme squadre in cui i personaggi compensino a vicenda i propri punti deboli. É anche possibile, per i giocatori più esperti, creare vere e proprie tattiche personalizzate, che combinino gli attacchi e le caratteristiche di ogni personaggio per creare veri e propri schemi di attacco fra loro coerenti.

Anche sotto il comparto tecnico, MVC 2 non delude, proponendo personaggi e sfondi molto più definiti rispetto ai primi giochi. Tuttavia, il miglioramento più sensibile riguarda le animazioni e la fluidità di gioco. L’azione e gli attacchi sono molto più precisi e coerenti e l’azione è sempre fluida e scorrevole, anche nelle fasi più concitate. MVC 2 riesce finalmente a realizzare quell’equilibrio tra velocità d’azione e abilità tecnica, che fino ad allora era sfuggito alla serie Capcom.

Non a caso, questo gioco è stato uno dei protagonisti assoluti di numerose edizione dell’EVO ed è tutt’oggi richiesto e supportato da molti giocatori professionisti. Grazie a Capcom, finalmente MVC 2 è a disposizione di ogni giocatore, in una versione facilmente fruibile e che offre la miglior versione possibile di questo leggendario titolo. Non è esagerato affermare che la presenza di MVC2 giustifichi da sola l’acquisto della collection.

Conclusioni

Tirando le somme, Capcom ha realizzato davvero una collection ricca ed interessante. Ogni gioco è presente nella miglior versione possibile, con in più una buona dose di opzioni per personalizzare l’esperienza. Arricchiscono il pacchetto una modalità museo, che contiene molti degli artwork legati ai vari giochi e la modalità “medaglie”, con una serie di sfide da completare per ognuno dei titoli a disposizione.

Capcom ha inserito anche una modalità online, con tanto di sfide amichevoli, battaglie classificate e la possibilità di creare stanze personalizzate. Purtroppo, nonostante la presenza del rollback (vedi qui per approfondire), durante la nostra esperienza siamo incorsi in vari rallentamenti, anche piuttosto pesanti. Anche in questo caso, però, non ce la sentiamo di bocciare l’operato di Capcom. Stiamo comunque parlando di giochi e codici ormai molto vecchi e implementare tecnologie nuove in questo genere di prodotti è sempre piuttosto complicato.

Certo, se non siete amanti del genere e non avete giocato a questi giochi alla loro uscita, l’offerta perde sicuramente di appeal. Se però apprezzate questo genere di giochi e volete avere l’intera collezione dei picchiaduro Marvel targati Capcom a disposizione, Arcade Classic Collection è il gioco che fa per voi.

Conclusione

Marvel vs Capcom Fighting Collection: Arcade Classics è una raccolta estremamente ricca e ben assemblata. Tutti i giochi sono proprosti in versione Arcade Perfect, con varie possibilità di personalizzazione e diversi contenuti extra. L’acquisto è consigliatissimo per i nostalgici dei classici picchiaduro 2d. Ci sentiamo di consigliare il gioco anche a tutti gli amanti dei giochi di lotta. Questa collection potrebbe rivelarsi una piacevole e divertente scoperta.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, Switch, PC, PS4
  • Data uscita: 11/09/2024
  • Prezzo: 49,99 €

Ho testato il gioco a pochi giorni dall’uscita nella versione Switch.

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Astro Bot e Zelda: Echoes of the Wisdom dominano la rivista Edge

Altre ottime notizie per Astro Bot e Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. Sul nuovo numero di Edge, importante rivista britannica, entrambi i giochi hanno ricevuto punteggi altissimi, che testimoniano nuovamente l’ottimo livello dei due titoli.

Ecco l’elenco completo dei voti delle recensioni dell’ultimo numero della rivista:

  • Astro Bot – 10
  • The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom – 9
  • Frostpunk 2 – 9
  • Star Wars: Outlaws – 7
  • The Plucky Squire – 7
  • Deathsprint – 7
  • Warhammer 40.000: Space Marine 2 – 6
  • Shadows of Doubt – 6
  • Wild Bastards – 9
  • Baker – 6
  • Starstruck: Hands Of Time – 8
  • Caravan Sandwitch – 6
  • Selfloss – 6

Come si può leggere, Zelda si è aggiudicato un ottimo 9, mentre Astro Bot ha addirittura realizzato un perfect score. Nonostante la lunghezza non proprio eccelsa e la difficoltà tarata verso il basso, anche Edge ha voluto premiare l’originalità e la freschezza di gameplay del titolo Sony.

Echoes of Wisdom invece è stato premiato soprattutto per il suo design e per la genialità dell’utilizzo degli oggetti nella risoluzione degli enigmi. Da segnalare anche l’ottimo voto ricevuto da Frostpunk 2 (qui la nostra recensione), che si conferma uno strategico solido e coinvolgente.

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The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, ecco i primi voti

Solo una manciata di ore ci separano dall’uscita di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. In attesa della nostra recensione, ecco i voti della stampa internazionale.

  • Dexerto – 10
  • Digitally Downloaded – 10
  • Siliconera – 10
  • Shacknews – 10
  • My Nintendo News – 9,5
  • Multiplayer.it – 9
  • GAMINGbible – 9
  • God is a Geek – 9
  • Nintendo Life – 9
  • PCMag – 9
  • Power Unlimited – 9
  • Screen Rant – 9
  • Stevivor – 9
  • Wccftech – 9
  • Vooks – 9
  • GameSpot – 9
  • ComicBook – 9
  • IGN – 9
  • Washington Post – 8,8
  • XGN – 8,7
  • COGconnected – 8,5
  • CGMagazine – 8
  • Inverse – 8
  • TheGamer – 8
  • Video Chums – 8
  • TheSixthAxis – 8
  • Eurogamer – 8
  • VG247 – 8
  • Metro GameCentral – 8
  • GamesRadar+ – 8
  • PC Games – 8
  • GamesHub – 8
  • Digital Trends – 7
  • PlaySense – 7
  • VGC – 6
  • Guardian – 6

Come si può notare dall’elenco, le votazioni più ricorrenti oscillano tra l’8 e il 9, con addirittura alcuni 10 e nessuna insufficienza. Tutto sembra dunque far pensare che Echoes of Wisdom sia l’ennesima perla nella preziosissima collana costitutita da questa leggendaria saga di Nintendo.

A breve tutti noi potremo scoprirlo insieme! Per ingannare l’attesa, vi riproponiamo il nostro articolo sui migliori capitoli in due dimensioni della saga di Link e Zelda!

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Astro Bot – Recensione

Sono passati ormai 4 anni dall’uscita di Astro’s Playroom, platform 3d con protagonista il simpatico robottino Astro. Nella sua semplicità, Playroom riuscì a conquistare i cuori dei videogiocatori grazie all’enorme divertimento che sapeva offrire e all’amore mostrato dagli sviluppatori per Playstation. Dopo un divertente spin-of in VR, a quattro anni dall’uscita del primo titolo su PS5, ecco finalmente arrivare Astro Bot.

Se Playroom voleva essere più che altro una dimostrazione delle capacità di PS5, Astro Bot si è presentato fin dai primi trailer come un vero e proprio titolo tripla A, in grado di rivaleggiare con tutti i più importanti giochi del parco titolo di PS5.

Dopo aver provato a fondo il gioco, siamo pronti a condividere con voi le nostre impressioni sul nuovo platform Sony. Si tratta davvero di un capolavoro annunciato? Scopriamolo in questa recensione di Astro Bot in esclusiva per PlayStation 5.

Incidenti spaziali

Le premesse di Astro Bot non potrebbero essere più semplici. Durante un tour spaziale l’astronave che ospita astro e i suoi amici bot (una PS5 gigantesca) si scontra per errore con un gigantesco alieno. L’impatto causa lo schianto della nave su un pianeta deserto e la dispersione dei piccoli amici di Astro.

Fortunatamente, il nostro robottino riesce a rimettere in funzione il Dual Speeder, una piccola navetta spaziale simile al Dual Sense. Grazie al nuovo mezzo di trasporto, Astro inizia ad esplorare i pianeti limitrofi, in cerca dei suoi amici sperduti e delle parti necessarie a riparare la sua astronave. Una trama davvero semplice ed essenziale dunque, che tuttavia funge da pretesto perfetto per l’incredibile viaggio che attende il nostro Astro.

Più grande, più bello

Astro Bot si snoda su ben 80 livelli. In ognuno di essi, compito del giocatore è recuperare i bot disseminati all’interno dello scenario. I livelli sono raggruppati in 6 galassie e 50 pianeti. Dunque, se la struttura di gioco ricorda da vicino Playroom, il numero di aree esplorabili è stato molto aumentato.

Oltre ai bot da scovare, ogni livello contiene alcuni pezzi di puzzle, utili a sbloccare le varie funzioni del pianeta su cui è arenata l’astronave. Tra di esse ricordiamo un deposito gacha per raccogliere oggetti e abbellimenti vari per i nostri bot e una sorta di officina per personalizzare il nostro speeder. Inoltre, ogni volta che torniamo al pianeta “base” troviamo ad attenderci tutti i bot liberati nel corso del gioco. Grazie al loro aiuto possono essere sbloccate ulteriori aree del pianeta, che nascondono al loro interno altri segreti.

Una delle sei galassie a cui accennavamo è in realtà un livello “bonus”. Per sbloccare i pianeti al suo interno è necessario scovare alcuni vortici dimensionali nascosti nei livelli. Si tratta di solito di nascondigli molto ben pensati, dunque i giocatori devono prestare davvero grande attenzione se desiderano scovarli tutti.

Divertimento puro

Dopo aver esaminato trama e struttura di Astro Bot, andiamo ad analizzare il gameplay. Come già accennato, Astro Bot è sostanzialmente un platform 3d. Compito del giocatore è guidare Astro attraverso i vari livelli, evitando gli ostacoli e sconfiggendo i vari nemici.

Come accadeva in Playroom, i comandi di Astro sono davvero semplici. Il nostro robottino può infatti correre, saltare, prendere a pugni i nemici e levitare per brevi tratti grazie ai suoi jet. Mantenendo premuto il tasto quadrato, Astro si esibirà in un attacco rotante, utile sia a sconfiggere i nemici che a interagire con determinati elementi dello stage.

Nel corso ddei livelli, però, Astro ha la possibilità di sbloccare una serie di potenziamenti, nascosti in speciali forzieri. Questi bonus donano ad Astro una serie di abilità sempre nuove, che spesso sono pensate per sfruttare al meglio le possibilità offerte dal Dual Sense. Abbiamo, per esempio, un simpatico cane-bot, che permette ad Astro di scagliarsi con forza in avanti a mo’ di razzo, superando determinati ostacoli. Oppure una coppia di bracciali serpente, che regalano al nostro bot dei pugni allungabili, utili sia per abbattere i nemici che per aggrapparsi e dondolare su determinati ostacoli.

La varietà e l’originalità di questi potenziamenti è davvero incredibile e rende l’esperienza di Astro Bot sempre varia e coinvolgente, evitando la sensazione di monotonia che talvolta affligge giochi del genere. Ci sono potenziamenti in grado addirittura di rallentare lo scorrere del tempo o di variare le dimensioni di Astro. Meccaniche di questo tipo, come si intuisce, vanno ad influire sul design dei livelli stessi, regalando situazioni sempre originali e coinvolgenti.

Nel corso dell’avventura, la qualità dei controlli si mantiene sempre altissima. Astro risponde ai comandi in modo pressoché perfetto, senza alcun tipo di rallentamento o di mancata risposta agli input. Affrontare i livelli di Astro Bot è stata sempre un’esperienza piacevole e divertente e non ci è mai capitato di sentirci frustrati o annoiati dalle situazioni via via proposte.

Anche il livello di difficoltà è ben bilanciato. Se terminare l’avventura principale non si rivelerà uno sforzo troppo grande, il discorso cambia totalmente coi livelli segreti. In questi livelli, in particolare quelli contrassegnati dai quattro simboli di Playstation, la difficoltà si alza vertiginosamente, con sfide in grado di mettere alla prova anche i giocatori più esperti. A complicare le cose, c’è il fatto che questi stages vanno completati tutti d’un fiato, vista l’assenza di qualunque tipo di checkpoint. Dunque, anche sotto questo aspetto, Astro Bot è in grado di accontentare davvero tutti, dai bambini alle prime esperienze di gioco fino ai giocatori più hardcore.

Varietà e citazionismo

Astro Bot coglie ogni occasione per sfruttare al massimo tutte le caratteristiche del nostro joypad. All’inizio di ogni livello, ad esempio, vi sono piccole sessioni di volo a bordo dello speeder. In queste sequenze il gioco sfrutta il sensore di movimento per permettere al giocatore di sterzare semplicemente inclinando il Dual Sense. Non mancano poi all’interno dei livelli enigmi che richiedono l’utilizzo di ogni elemento del controller, dal microfono (utilizzato per soffiare) fino all’uso calibrato dei grilletti e touch pad.

Altra caratteristica regina del gioco è il citazionismo. Molti dei bot che salviamo, infatti, sono palesemente ispirati a famosi personaggi del mondo Playstation. Per fare qualche esempio, tra i giochi citati abbiamo Metal Gear Solid, The Last of Us, God of War, Ico e tantissimi altri. Ma Astro Bot va oltre.

Come già detto, ogni galassia è formata da una serie di pianeti, che costituiscono i livelli del gioco. Una volta superati e raccolto il necessario numero di Bot, viene sbloccato lo scontro con i giganteschi boss a capo di ogni galassia. Si tratta di battaglie davvero spassose e coinvolgenti, in cui il giocatore deve scoprire i punti deboli del nemico facendo al contempo attenzione alle sue offensive. Non si tratta di scontri particolarmente difficili, ma certamente si rivelano estremamente divertenti.

Sconfitto il Boss, ogni galassia regalerà un livello bonus, all’interno del quale Astro assumerà momentaneamente l’aspetto e le abilità di alcuni dei Bot salvati, a loro volta ispirati a famosi personaggi del mondo Playstation. Per esempio, nel livello dedicato a Nathan Drake, il nostro Astro riceverà in dotazione una pistola, grazie alla quale potrà effettuare sei rapidi attacchi a distanza prima di ricaricare. Nel livello di Ape Escape, invece, Astro verrà munito di rete e radar e dovrà dedicarsi alla caccia delle odiose scimmie-bot.

Questi livelli sono un vero e proprio fiore all’occhiello per ogni fan della cara vecchia Console Sony. Oltre a regalare ulteriore varietà e divertimento, infatti, per molti giocatori rappresentano un vero e proprio viaggio lungo il viale dei ricordi. Siamo certi che questi stages sapranno regalare emozioni molto forti, soprattutto ai fan di vecchia data.

Una piccola meraviglia

Astro Bot

Anche per quanto riguarda il comparto tecnico, Astro Bot è una piccola perla. La grafica del gioco è pulitissima, luminosa e spettacolare. Ogni livello è caratterizzato alla perfezione e presenta una fisica ed una struttura interna sempre profondamente coerenti. Ogni più piccola parte degli stages è ricchissima di dettagli, tutti estremamente chiari e ben definiti.

Il gioco inoltre mantiene costantemente i 60 fps, con una fluidità e scorrevolezza davvero invidiabili. Accompagnare Astro nel suo viaggio è un’esperienza visivamente davvero appagante, oltre che divertentissima. Anche il sonoro, pur senza presentare tracce troppo memorabili, è davvero piacevole ed azzeccato. Le varie musiche si abbinano sempre perfettamente ai livelli e fungono da perfetto accompagnamento.

Breve ma intenso

Astro Bot

Chiariamolo subito: Astro Bot non è un gioco particolarmente longevo. terminare l’avventura principale porta via tra le dodici e le quindici ore, mentre la raccolta di tutti i collezionabili aggiungerà solo una manciata di ore al tempo di gioco.

Tuttavia, questo non è necessariamente un difetto. L’esperienza di Astro Bot è stata pensata proprio per essere fruita in questa maniera, ovvero come un viaggio semplice, scanzonato e divertente, che può essere apprezzato da giocatori di ogni età. Di conseguenza, anche la sua longevità resta perfettamente coerente col tipo di esperienza proposta.

I livelli scorrono velocemente e solo una volta ci è capitato di dover tornare sui nostri passi per raggiungere il numero di bot necessario allo sblocco di un nuovo livello. Astro Bot anche in questo caso giunge in nostro aiuto, permettendo di sbloccare, all’interno dei livelli già visitati, una sorta di volatile robot che ci indirizza verso i segreti ancora nascosti nel livello.

Astro Bot dunque sembra un gioco pensato per un’esperienza breve ma molto divertente ed intensa. Tuttavia, Sony ha precisato da subito che l’universo del gioco sarà in costante espansione. In recenti interviste, infatti, è già stato annunciato l’arrivo di un nutrito numero di contenuti scaricabili (vedi qui per la news). Anche sotto questo aspetto, dunque, Astro Bot si rivela all’altezza delle aspettative.

Conclusione

Astro Bot è davvero un gioco meraviglioso. Un platform bello da vedere, divertente ed appagante da giocare e ricchissimo di segreti e chicche da scovare. Il sistema di controllo sfrutta perfettamente il Dual Sense e riesce sempre a proporre situazioni nuove e coinvolgenti. Impreziosiscono l’esperienza la splendida grafica, la strepitosa fluidità di gioco e la presenza di numerose citazioni alla storia della Playstation. La longevità del gioco non è elevatissima, ma ciò non va in nessun modo a penalizzare la bellezza dell’esperienza. Consigliatissimo a tutti i possessori di PS5.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5
  • Data uscita: 6/09/2024
  • Prezzo: 69,90 €

Ho giocato ad Astrobot dopo averlo acquistato pochi giorni dopo l’uscita.

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Dragon Ball Sparking! Zero rivela finalmente il roster completo

Nelle ultime ore Bandai Namco ha finalmente diffuso un trailer che svela l’intero roster di Dragon Ball: Sparking! Zero.

Come immaginabile, il roster si è rivelato semplicemente monumentale. Oltre ai personaggi ormai storici di Dragon BallZ, Zero ospiterà anche numerosi eroi tratti da Dragon Ball GT, Dragon Ball Super e persino dalla saga di Goku bambino. Come se non bastasse, sono stati svelati anche tutti i personaggi principali tratti dai lungometraggi della saga di Goku e compagni, come Janenba, Turles, Broly e tanti altri.

Il trailer ha anche svelato alcune succose novità sul gioco. Ad esempio, sarà possibile sbloccare una serie di battaglie personalizzate. In queste battaglie, a quanto sembra, i giocatori potranno modificare gli eventi della storia di Dragon Ball, creando una serie di battaglie completamente inedite.

Queste novità, accanto all’enorme roster che ormai supera i cento lottatori selezionabili, contribuiscono ad accrescere l’attesa per la release del gioco, fissata per l’undici ottobre. Non vediamo davvero l’ora di mettere le mani sul gioco e testare a fondo le sue potenzialità!

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Dragon Ball Sparking! Zero, niente cross-play al lancio

Ed eccoci nuovamente a parlare di Dragon Ball: Sparking! Zero. Questa volta, però, non si tratta di buone notizie. In una recente intervista per IGN Jun Furutani, produttore del gioco, ha infatti annunciato che, con tutta probabilità, Sparking Zero non supporterà la funzione cross-play al momento del lancio.

Per chi non lo sapesse, il termine cross-play indica la possibilità di poter giocare online allo stesso gioco anche se esso viene fatto girare da macchine diverse. Come intuibile, si tratta di una caratteristica di un certo peso in un genere come quello dei picchiaduro, dato che le partite online sono spesso il cuore dell’esperienza.

Furutani nell’intervista sostiene che questa funzione sia estremamente difficile da implementare nel gioco, soprattutto a causa delle profonde differenze tra i sistemi su cui il gioco girerà. Tuttavia, il producer assicura che il team si sta impegnando per riuscire ad aggiungere questa funzione all’interno di Sparking! Zero.

Dunque, se al momento del lancio è ormai quasi certo che il cross-play non sarà presente, nulla impedisce di sperare che possa essere implementato (magari anche in tempi brevi) grazie agli aggiornamenti futuri che il gioco certamente riceverà. Non resta che augurarsi che gli sviluppatori risolvano al più presto l’incomodo. Vista l’importanza del progetto, sarebbe davvero un peccato se questa importante funzione non fosse presente nel gioco.

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Mario & Luigi: Fraternauti alla carica svela gli attacchi combinati

A circa due mesi dalla sua uscita Mario & Luigi: Fraternauti alla carica torna a mostrarsi tramite un nuovo trailer. In questo spettacolare filmato, Nintendo rivela che Mario e Luigi, all’interno del nuovo RPG a loro dedicato, potranno fare affidamento su una serie di devastanti e spettacolari mosse combinate.

Gli attacchi mostrati nel trailer, oltre che molto potenti, sono spesso anche davvero spassosi, in piena sintonia con quelle che sono le atmosfere che hanno sempre contraddistinto la saga di Super Mario. Il filmato mostra Mario e Luigi scatenarsi con una serie di attacchi combinati a base di martello, lanciarsi vicendevolmente a mo’ di trampolino per potenziare i rispettivi attacchi in salto, utilizzare una sorta di pompa a mano per generare un devastante attacco elettrico ed infine passarsi il celeberrimo guscio di tartaruga a mo’ di pallone per poi scagliarlo contro i nemici con un super tiro degno dei migliori manga sportivi.

In base ai filmati e alle info finora diffuse, Mario & Luigi: Fraternauti alla carica sarà un gioco di ruolo, sulla falsariga della saga di Paper Mario o di Mario RPG. Il gioco mostra uno stile grafico davvero gradevole e originale, che mostra il suo meglio proprio durante i devastanti attacchi combinati dei due fratelli. Restate sintonizzati per avere presto altre notizie!

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Dragon Ball: Sparking! Zero: arriva anche Dragon Ball GT

Continua a far parlare di sé il nuovo Dragon Ball: Sparking! Zero. Da poche ore infatti Bandai Namco ha rilasciato un nuovo trailer che ha rivelato altri combattenti che vanno a ingrossare il già nutrito roster del gioco. Questa volta è stato confermato che Sparking Zero conterrà anche i principali protagonisti della serie Dragon Ball GT.

Dragon Ball GT non è certamente la serie più amata legata al mondo di Dragonball, tuttavia al suo interno vi sono personaggi e trasformazioni (primo tra tutti il super Saiyan 4) da sempre molto apprezzati dai fan.

Nel trailer possiamo vedere Goku GT, con le sue varie evoluzioni (SS1, SS3 e SS4), il malvagio Baby-Vegeta, anch’egli presente in tutte le sue incarnazioni, la piccola Pan, il potentissimo Super Ishinlon (o Omega Shenron in americano), Vegeta Super Saiyan 4, Ub (presente anche nella forma fusa con Majin Bu) e ovviamente Gogeta Super Saiyan 4. Non sembra invece esserci traccia di Trunks né di Super 17, il terzo antagonista storico della saga.

Vedremo se anche loro verranno aggiunti prima della release del gioco. Ogni personaggio nel trailer ha mostrato tutte le sue tecniche più caratteristiche, replicate alla perfezione anche nella nuova veste grafica. Dopo la saga di Buu e GT, il roster di Dragon Ball: Sparking! Zero sta diventando sempre più mastodontico, e non ci stupirebbe se finisse davvero con l’includere ogni combattente mai apparso nella saga. Vedremo se anche il gioco si rivelerà all’altezza di raccogliere l’eredità della saga Budokai Tenkaichi!

https://www.youtube.com/watch?v=xrzk0T91yd8
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Editoriali

I migliori Zelda 2D

Solo poche settimane ci separano dall’uscita di The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom. Come gli appassionati già sapranno, non si tratterà di un’avventura in 3d, sulla falsariga di Breath of The Wild o Tears of the Kingdom, bensì di un episodio a due dimensioni, che sembra fare più di un occhiolino a molti storici capitoli della saga. Quale occasione migliore per rispolverare alcuni dei migliori capitoli in 2d di questa ormai leggendaria epopea? In questo articolo andremo insieme alla riscoperta di quelli che, per chi scrive, sono stati i migliori giochi 2d della saga di Legend of Zelda.

Non si tratta dunque di una classifica, ma solo di un bellissimo viaggio nel viale dei ricordi, per prepararci al meglio a gustare la nuovissima avventura della nostra (e speriamo anche vostra) principessa preferita. Armiamoci dunque di spada e berretto verde ed incamminiamoci in questo fantastico viaggio!

The Legend of Zelda: The Minish Cap

E partiamo proprio da quella che, secondo la cronologia ufficiale della saga, è una delle primissime avventura in assoluto della coppia Link e Zelda. In questo episodio il nostro Link, con l’aiuto della nuova razza dei Picori, ha il compito di sconfiggere il malvagio stregone Vaati.

Con un comparto tecnico di tutto rispetto, Minish Cap spinge al massimo le capacità del GBA. Questa avventura offre una grafica coloratissima e particolareggiata, che ricorda molto un cartone animato.

A livello di gameplay, la novità più interessante del titolo è costituita dalla presenza di Egeyo, un minish che accompagna Link in forma di cappello. Grazie a lui, il nostro eroe ottiene la capacità di rimpicciolire. Questo offre moltissime interessanti possibilità di gioco, con la costante alternanza tra le ambientazioni “regolari” e quelle miniaturizzate.

Il design della mappa e dei dungeon è, come sempre, eccellente e regala moltissime ore di esplorazione, battaglie enigmi e soprattutto tanto, tanto divertimento. Un’avventura davvero bella e coinvolgente, in grado di appassionare e divertire ogni amante del genere.

The Legend of Zelda: A Link Between Worlds

Legend of Zelda

Seguito diretto di A Link to the Past, Link Between Worlds costringe il nostro Link a spostarsi costantemente tra i mondi di Hyrule e Lorule, sua versione speculare, nel tentativo di fermare le trame dello stregone Yuga e di scoprire la verità su Hilda, misteriosa principessa di Lorule che ricorda da vicino Zelda.

Grazie alle potenzialità del 3DS, Link Between worlds propone una grafica in simil 3d, pur restando fedele alla struttura 2d del predecessore. Nel gioco sono anche presenti vari effetti in 3d stroboscopico, soprattutto nelle occasioni in cui Link o i nemici saltano verso lo schermo.

La novità più significativa è certamente la capacità di Link di trasformarsi in un dipinto, potere che il nostro amato hylliano dovrà sfruttare sia per l’esplorazione che per la risoluzione degli enigmi. Il gioco offre anche una struttura piuttosto libera, dal momento che è possibile noleggiare i vari oggetti dal negozio, scegliendo di fatto l’ordine con cui affrontare i dungeon. Un’avventura davvero pregevole, artisticamente molto valida e con una trama accattivante ed innovativa. Forse non raggiunge l’epicità di A Link to the Past, ma LBW riesce tranquillamente a brillare di luce propria, ponendosi a buon diritto non solo come uno dei migliori giochi di Zelda in 2d, ma anche come uno dei più grandi videogiochi per Nintendo 3DS.

The Legend of Zelda

In un articolo dei migliori Zelda 2d non potevamo non citare il gioco che ha dato origine alla leggenda. Uscito nell’ormai lontano 1986, il primo Legend of Zelda conteneva già tutti gli elementi vincenti della saga. Una mappa vastissima e liberamente esplorabile, dungeon vasti ed intricati, un numero enorme di nemici e moltissimi oggetti e gadget da raccogliere ed utilizzare per venire a capo della nostra avventura.

Certo, la trama risulta appena abbozzata e grafica e sonoro, per quanto iconici, sono ormai decisamente datati. Eppure il primo Zelda conserva ancora un fascino incredibile, sia per la sua importanza storica che per l’ingegno mostrato dagli sviluppatori. Nintendo infatti seppe sfruttare i limitatissimi strumenti a disposizione per creare una vera avventura fantasy, in cui il giocatore poteva perdersi per ore non solo per tentare di finire il gioco, ma anche per il puro gusto dell’avventura e dell’esplorazione. Una vera pietra miliare nella storia dei videogiochi, che tutti dovrebbero provare almeno una volta.

The Legend of Zelda: A Link to the Past

E come non citare quello che, per molti giocatori, è lo Zelda più bello in assoluto? Fin dalla sua uscita, nel 1991 sul mitico SNES, il terzo episodio della serie ha saputo raccogliere una serie incredibile di consensi. A Link to the Past ripropone la medesima struttura del primo Legend of Zelda, ma la migliora sotto ogni aspetto.

Il gioco sfrutta appieno le possibilità dello SNES per offrire una veste grafica assolutamente sbalorditiva alla sua uscita, ma che non sfigura nemmeno ai giorni nostri. Il mondo di ALTTP è enorme, colorato, ricco di particolari e con molte aree diversissime tra loro. Anche la colonna sonora è semplicemente epica, con numerosi brani diventati ormai iconici e che risultano sempre molto d’atmosfera.

Come se tutto ciò non bastasse, A Link to the Past riesce ad andare oltre, proponendo addirittura due world map separate, una per il mondo della luce e una per quello delle tenebre. Per completare l’avventura, il giocatore è chiamato ad interagire con entrambe le mappe, a volte passando da una all’altra all’interno dello stesso Dungeon. Anche la trama è davvero interessante e ricca di elementi che getteranno le basi per giochi come Ocarina of Time. Un classico intramontabile che nessun giocatore degno di questo nome può permettersi di lasciarsi sfuggire.

The Legend of Zelda: Link’s Awakening

Sia il gioco originale, uscito nel 1993 per Gameboy, sia il suo remake del 2019 sono certamente degni di essere menzionate nel nostro viaggio. Dopo aver subito un naufragio, il nostro Link si ritrova intrappolato nel misterioso mondo di Koholint.

L’unica speranza di fuga sembra essere il misterioso Pesce Vento. Per raggiungere il gigantesco essere, Link ha bisogno di radunare alcuni strumenti magici. Questo il prestesto che guiderà il nostro eroe all’esplorazione di Koholint e dei suoi numerosi dungeon.

Link’s Awakening non mostra particolari innovazioni rispetto ad altri giochi della saga. L’unica reale novità è la presenza di alcune sezioni di gioco a scorrimento laterale 2d. Tuttavia, l’enorme qualità della struttura della mappa e dei dungeon e l’enorme numero di oggetti ed equipaggiamenti presenti rendono l’esperienza davvero divertente, appagante e sempre estremamente varia.

Link’s Awakening non è l’episodio più epico o innovativo della saga, ma è forse uno dei più divertenti in assoluto. E, come accennavamo, il remake uscito qualche anno fa per Switch rende assolutamente giustizia all’opera originale.

Zelda II: The Adventure of Link

Molti di voi saranno certamente sorpresi di trovare Zelda II in un articolo del migliori giochi 2d della saga. La seconda avventura di Link è da molti considerata la pecora nera della saga. Molti fan lo ritengono addirittura un brutto gioco. Nulla di più falso.

Le perplessità relative a Zelda II nascono quasi sempre dall’enorme differenza tra il suo gameplay e quello della maggioranza dei capitoli della serie. Se il primo Zelda proponeva un enorme mappa da esplorare con visuale dall’alto, Zelda II riserva questa struttura alla sola mappa del mondo. Le città, i dungeon e le aree di incontro coi nemici propongono invece una struttura action a scorrimento orizzontale. Zelda II, dunque, propone un approccio molto più improntato all’azione e ai combattimenti piuttosto che all’esplorazione e agli enigmi (che comunque non mancano).

Molti fan, soprattutto tra coloro che hanno recuperato il gioco a posteriori, sono rimasti spiazzati da questo stile di gioco e hanno finito col non apprezzare quest’avventura. Tuttavia, una volta superato lo spaesamento e l’elevata difficoltà del gioco, Zelda II regala un’esperienza lunga, profonda e davvero interessante. La mappa di gioco è enorme e i dungeon sono vasti, complessi e strapieni di nemici, che mettono davvero a dura prova le abilità del giocatore.

Consigliamo a tutti di non farsi influenzare dalla cattiva fama del gioco e di concedergli una possibilità. E poi, diciamolo, come si può ignorare l’episodio che contiene la prima apparizione in assoluto di Link Oscuro?

Conclusione

Ed eccoci alla fine della nostra rassegna. Sappiamo bene di aver omesso di parlare di molti capitoli davvero importanti della saga, come Four Sword o Phantom Hourglass, ma per in questo articolo sui migliori Zelda 2d ci siamo fatti guidare più dai ricordi e dai sentimenti che da criteri oggettivi. Ora non resta che attendere Echoes of Wisdom. saprà essere all’altezza dei suoi onorati ed illustri predecessori?