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Enotria The Last Song, svelata la data d’uscita del soulslike italiano

Enotria: The Last Song, un titolo che ha catturato l’attenzione degli amanti del genere dei souls-like per la sua promessa di un’esperienza di gioco epica ambientata in terra italiana ha una data d’uscita ufficiale. Il “Summer-Souls” di Jyamma Games arriverà il 21 giugno 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

L’annuncio è arrivato attraverso un nuovo trailer che promette di trasportare i giocatori in un viaggio emozionante attraverso un mondo di fantasia ricco di avventure, misteri e pericoli nel Bel Paese. Il gioco offre un’esperienza di gioco immersiva, caratterizzata da una trama avvincente, personaggi indimenticabili e un’ambientazione mozzafiato.

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Skull and Bones, l’opera piratesca di Ubisoft è finalmente disponibile

Nell’oceano tempestoso dei videogiochi di pirati, una nuova isola spicca tra le nebbie: Skull and Bones. Il nuovo titolo sviluppato da Ubisoft Singapore promette di portare i giocatori in un viaggio epico attraverso i mari infestati dai pirati, offrendo un’esperienza coinvolgente e ricca di azione su Ubisoft+, PlayStation 5, Xbox Series S/X e PC.

Sin dalla sua uscita è inoltre disponibile una prova gratuita che consentirà ai giocatori di sperimentare fino a otto ore di gioco che saranno poi mantenute nell’account al momento dell’acquisto del gioco.

Fin dai primi trailer, Skull and Bones ha catturato l’immaginazione dei giocatori con la sua promessa di avventure epiche sui sette mari. Il gioco si ispira all’Oceano Indiano in un’epoca di tesori nascosti, battaglie navali e alleanze oscure. I giocatori sono immersi in un mondo ricco di dettagli, dove possono esplorare isole remote, dare la caccia ai leggendari tesori e combattere contro navi nemiche in spettacolari scontri navali da soli oppure in ciurme fino a 3 pirati.

Una delle caratteristiche distintive di Skull and Bones è la sua enfasi sulla progressione. I giocatori partono da zero e aumentando la propria Infamia completando diverse attività scalano i ranghi della vita di mare ottenendo nuove navi, armi e arredi di vario tipo.

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Il futuro di Xbox

Già settimana scorsa, Phil Spencer aveva dichiarato che questa sera ci sarebbero stati annunci ufficiali in seguito ai numerosi rumors che suggerivanouno stravolgimento per quanto riguarda il futuro delle esclusive Xbox.

In realtà durante il podcast a cui abbiamo avuto modo di assistere questa sera, Phil ha dichiarato ufficialmente che saranno soltanto 4 giochi ancora non dichiarati ad abbandonare lo status di esclusività delle piattaforme Microsoft, dichiarando che attendono ancora altri 20 anni nel futuro di Xbox

Un futuro molto meno catastrofico di ciò che tanti si erano già prefigurati. Immaginandosi addirittura la chiusura della divisione gaming stessa, ipotesi completamente scartata dal CEO, dichiarando che attendono ancora altri 20 anni nel futuro di Xbox. Hanno anche insistito ripetitivamente sul fatto che i first party Microsoft arriveranno al day-one sul servizio in abbonamento di cui sopra.

Si tratta comunque di un evento storicamente rilevante, in quanto è il primo segnale di “vera” apertura multi-piattaforma tra console concorrenti,soprattutto alla luce delle recenti parole di Hiroki Totoki, attuale CEO di Playstation, che ha dichiarato che nel futuro Sony si aprirà maggiormente alla concorrenza.

Microsoft ha rinnovato il suo interesse nel continuare a supportare il Game Pass annunciando il primo risultato dell’acquisizione Activision avvenuta dopo non poche difficoltà l’anno scorso: Diablo 4 arriverà nel servizio in abbonamento Xbox il 28 Marzo di quest’anno.

Nonostante i dichiarati 34 milioni sono gli abbonati attualmente iscritti al servizio, Microsoft si dichiara consapevole del Gap di utenti attivi nelle rispettive console, ribandendo la propria intenzione nel differenziarsi alla concorrenza grazie all’ormai centrale servizio offerto dalla casa di Redomnd.

È stato anche dichiarato che è in arrivo dell’hardware non meglio specificato su cui hanno grandi aspettative.

In definitiva un intervento più di conferma, che di stravolgimento, pensato per riassicurare fan e azionisti della buona salute della compagnia, annunciando inoltre che Xbox arriveranno sulla console concorrente, il che può facilmente lasciare presupporre che in futuro ne possano arrivare altri.

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Monkey Island, pubblicato su YouTube un lungo documentario

L’utente YouTube NoClip ha pubblicato un documentario dedicato alla storica serie di The Secret of Monkey Island. “Returning to Monkey Island”, questo il nome dell’opera, dura la bellezza di un’ora e mezza racconta la serie in modo approfondito, dagli albori fino ad all’ultimo capitolo, Return to Monkey Island.

Sono tante le domande che attanagliano ogni fan: come nacque il primo Monkey Island? Qual’è l’evoluzione? Perche Ron Gilbert l’ha ripresa dopo 30 anni? Qual’è il segreto di Monkey Island? (no a questo il documentario non risponde). In ogni caso, in questo documentario di Monkey Island troveremo risposte a queste e molte altre domande.

Visto che parliamo di pirati, diamo giusto qualche coordinata (di una qualche bussola sgangherata conoscendo Guybrush Threepwood). Il documentario comprende interviste a sviluppatori e personaggi che hanno contribuito alla serie e un’intervista allo stesso Ron Gilbert, creatore del titolo che consiglio di non perdere.

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Dragon’s Dogma 2, il nuovo trailer si concentra sul gameplay

Durante l’ultimo State of Play, Capcom ha mostrato un trailer gameplay di Dragon’s Dogma 2. Il video si è concentrato sulle fasi di combattimento con le più disparate creature e ci ha fatto conoscere la Vocazione dell’Eroe Leggendario, che può essere utilizzata esclusivamente dagli Arisen.

Il trailer non è entrato nei dettagli della trama, ma ci ha permesso di vedere i combattimenti in tempo reale che saranno il punto centrale della nuova avventura di Capcom.

Dragon’s Dogma 2 arriverà il 22 marzo 2024 su PlayStation 5, Xbox Series S/X e PC.

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Age of Empires, annunciato un evento ricco di novità

Dopo l’impressionante ritorno della saga con il quarto capitolo nel 2021, Xbox e il team di Age of Empires annunciano un evento live per parlare della serie maggiormente legata al nome Microsoft. New Year, New Age è il live stream che potremo seguire il 23 febbraio a partire dalle ore 19.00 (italiane) e durante il quale saranno svelati diversi aggiornamenti.

Xbox ha già confermato che durante lo show sarà possibile dare un primo sguardo ad Age of Empires Mobile, il nuovo videogioco per iOS e Android, che si mostra la grande pubblico un anno e mezzo dopo il primo teaser trailer. Inoltre, avremo novità su Age of Mythology: Retold, la versione remastered dello spin-off del 2002 ambientato nella mitologia greca.

Infine, il team di Age of Empires introdurrà una serie di aggiornamenti di aggiornamenti per il titolo principale che saranno poi man mano svelati durante quest’anno.

La diretta, presentata dallo youtuber Welyn, sarà disponibile sul suo canale e ovviamente sui canali Twitch e Youtube di Xbox e Age of Empires.

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Tekken 8 – Recensione

Finalmente ci siamo. Dopo estenuanti mesi di attesa, Tekken 8, l’ultimo capitolo della leggendaria saga Bandai Namco, è finalmente arrivato. A quasi sei mesi di distanza dall’uscita della demo giocabile, Tekken 8 si mostra ora in tutta la sua interezza. Riuscirà questo nuovo capitolo a rivelarsi degno dell’eredità che porta? O finirà schiacciato dalla durissima concorrenza di titoli come Street Fighter 6 e Mortal Kombat 1? Dopo un esame approfondito siamo pronti a condividere con voi le nostre riflessioni in questa recensione di Tekken 8.

Tanta carne al fuoco

Il primo aspetto a balzare all’occhio caricando per la prima volta Tekken 8 è il gran numero di modalità che mette a disposizione. Prendendo esempio dall’ottimo lavoro fatto da Capcom con Street Fighter 6, anche Bandai Namco propone un’offerta davvero vasta e completa, anche per il single player. Non si tratta del Tekken con l’offerta migliore in assoluto, ma le possibilità restano numerose e varie.

Oltre all’ormai immancabile modalità storia, Tekken 8 propone infatti la battaglia arcade, il ritorno del Tekken Ball e una nuovissima modalità denominata Arcade Quest. Andiamo ad analizzarle nel dettaglio.

Il risveglio dell’oscurità

La trama principale di Tekken 8 è narrata nella modalità denominata: “Il Risveglio dell’oscurità”. In modo analogo a quanto visto in Tekken 7, questa modalità alterna una serie di battaglie a filmati che vanno via via a mostrare l’evolversi della vicenda. Per chi si fosse perso parte della storia, il gioco mette a disposizione anche una galleria, con una serie di filmati recap sugli episodi passati della serie. Ad essi vanno ad aggiungersi i filmati che il giocatore sblocca procedendo nel gioco.

La storia di Tekken 8, pur senza far gridare al miracolo, resta abbastanza godibile e in linea con la serie. La vicenda vede fondamentalmente un gruppo dei combattenti protagonisti, con Jin Kazama in testa, cercare di opporsi allo strapotere di Kazuya Mishima. Dopo essersi finalmente liberato del padre Heiachi al termine di Tekken 7, il malvagio leader della G corporation, forte dei poteri del Devil Gene, tenta infatti di plasmare il mondo intero a sua immagine. E quale modo di farlo se non attraverso un bell’Iron Fist Tournament aperto a tutto il globo?

L’aspetto che più colpisce di questa modalità è il suo essere volutamente molto sopra le righe e a tratti abbastanza tamarra. Tra furibonde battaglie campali a suon di mitra e motociclette futuristiche, scontri in grado di sbriciolare intere città ed entità demoniache che si affrontano sospese sulle asteroidi, Il Risveglio dell’oscurità riesce ad intrattenere piuttosto bene senza mai annoiare.

Ci hanno colpito soprattutto un paio di colpi di scena nel finale. Siamo certi che le rivelazioni qui presentate saranno alla base degli sviluppi della storia di Tekken nei prossimi episodi. Unica pecca è la mancanza di approfondimento di molti dei personaggi. Tuttavia, la saga di Tekken si è da sempre focalizzata su pochi eletti. Inoltre risulta davvero arduo dare il giusto spazio a ognuno con un roster così vasto.

Interessante anche la presenza di una serie di scontri che vedono il nostro personaggio affrontare orde intere di nemici. Queste sezioni di gioco ci hanno riportato alla mente la vecchia (e dimenticabile) modalità Tekken Force e sono una sorta di musou coi comandi di Tekken. Nel complesso, anche se non lunghissima, la modalità storia resta piacevole e intrigante al punto giusto.

Ad ognuno il suo

Accanto alla storia principale Tekken 8 offre anche gli Episodi Personaggio. Si tratta di una serie di cinque scontri dedicati ad ognuno dei protagonisti, al termine dei quali si sbloccherà un filmato conclusivo. Non si tratta di storie ufficiali, ma di una sorta di What if?. Questi episodi infatti mostrano scenari focalizzati sul personaggio, a volte in contrasto con quanto mostrato nella storia principale. Si tratta spesso di finali volutamente ironici e leggeri, che strizzano l’occhio ai filmati dei primi episodi della saga.

Battaglia Arcade invece è la classica serie di scontri, culminante nella battaglia con un boss finale. Questa modalità risulta utile solo per qualche partita veloce o per permettere di accumulare in tempi rapidi crediti da spendere per personalizzare il nostro personaggio.

Tekken Ball infine è una bizzarra modalità a metà strada tra una scazzottata e una partita di beach volley. Apparsa per la prima volta in Tekken 3, questo strano mini-gioco ritorna pressoché invariato in questo ottavo capitolo. Per ottenere la vittoria dovremo azzerare la vita dell’avversario, ma potremo farlo solo colpendolo col pallone, dopo aver caricato quest’ultimo coi nostri colpi. In alternativa, è anche possibile danneggiare l’avversario facendo toccare al pallone il terreno nella sua metà campo. Si tratta di una modalità leggera e divertente, che conferisce a Tekken 8 ulteriore varietà. Nulla di troppo profondo, si intende, ma nel complesso abbattere l’avversario a pallonate resta ancora spassoso.

Alla conquista del mondo arcade!

Tra le nuove modalità, quella che ci ha colpito più positivamente è certamente l’Arcade Quest. Una volta avviata l’avventura, dovremo anzitutto crearci un avatar, che potremo personalizzare in tutta libertà.

Tekken 8, sia per quanto riguarda il nostro avatar che per i vari lottatori selezionabili, offre davvero moltissimo spazio alla personalizzazione. In un’apposito menù sarà infatti possibile sia variare l’abbigliamento dei nostri personaggi, sia acquistare nuovi costumi, oggetti e pettinature varie. Tutti questi elementi sono acquistabili tramite la moneta di gioco, accumulabile con le varie modalità single player. Vedremo se anche Tekken 8 subirà l’ormai consueta invasione di skin e abiti a pagamento.

Tornando ad Arcade Quest, terminata la creazione dell’avatar il giocatore deve intraprendere un viaggio alla conquista delle principali sale-giochi dedicate a Tekken. Sotto la guida di Max, il nostro mentore, dovremo superare una serie di sfide per progredire con la trama e sbloccare via via nuove sale arcade.

Queste sfide consistono solitamente nel raggiungere un determinato rango all’interno della sala. Per farlo, è sufficiente sfidare e battere i vari giocatori presenti. Per ottenere ricompense bonus, però, occorre anche soddisfare una serie di requisiti, come, ad esempio, eseguire almeno due prese in un round o ricorrere a determinate mosse.

La modalità Arcade Quest funge anche da tutorial, dal momento che, nel nostro viaggio, Max ci illustra gradualmente tutte le principali meccaniche di Tekken 8, compresi alcuni concetti avanzati come le combo aeree o l’abilità nel punire gli attacchi avversari.

Abbiamo trovato davvero interessante questa nuova modalità. Sebbene non troppo longeva, l’Arcade Quest regala diverse ore di gioco agli amanti del single player e propone qualcosa di inedito all’interno della saga di Tekken. Da fan della saga, non ho potuto non notare la somiglianza con la modalità Quest di Virtua Fighter 4 Evolution. Del resto, quando un’idea è valida, perché non riproporla?

In particolare, ci ha colpito la caratterizzazione delle varie sali giochi. Ognuna infatti presenta un ambiente unico e ben definito. Si parte dalle atmosfere periferiche e scanzonate del Gong, la sala iniziale, fino alla lussuosa sede del sovraffollato ed ultracompetitivo Tekken World Tour.

Anche i personaggi in cui ci siamo imbattuti nel corso dell’avventura sono parsi nel complesso avere un proprio carisma. Pur ricalcando diversi stereotipi legati ai frequentatori delle sale giochi, i vari avatar incontrati riescono a non essere ripetitivi e a risultare piuttosto simpatici. Procedendo in questa modalità il giocatore ha la possibilità di sbloccare la super battaglia fantasma, su cui torneremo tra un attimo.

La pratica rende vincenti

Non manca naturalmente la classica modalità allenamento, che si presenta davvero ricca e completa. Sono davvero tantissime le opzioni a disposizione del giocatore, che potrà scegliere se concentrare il suo allenamento sull’attacco, sulla difesa o sulle combo. É di nuovo possibile anche registrare intere stringhe di attacchi del personaggio avversario e farle riprodurre dalla cpu in ogni momento, in modo da studiare le risposte migliori ad ogni situazione.

Tekken 8 però riesce a mostrare il meglio di se nella gestione dei replay. Non solo infatti è possibile visionare sia i propri replay che quelli degli altri giocatori nei minimi dettagli, ma viene addirittura data la possibilità di interagire con essi. Durante la riproduzione, infatti, la cpu evidenzia alcuni momenti chiave dello scontro. In questi frangenti, è possibile riprendere il controllo del nostro personaggio per provare a reagire in maniera differente e verificare i risultati.

Bandai Namco merita davvero un plauso per queste scelte, che non solo spingono il giocatore a cercare di migliorarsi ed imparare dagli errori, ma gli forniscono tutti gli strumenti per farlo. Un attento studio delle proprie partite infatti permette ad ogni giocatore di comprendere in fretta gli errori più ricorrenti e suggerisce anche modi per evitarli.

Tekken 8 e la rete

Tekken 8

Veniamo ora ad analizzare le varie modalità online. Anche in questo caso, Bandai Namco mostra di aver imparato dalla concorrenza. Oltre alle consuete sfide amichevoli o classificate Tekken 8, in modo simile a quanto fatto da Street Fighter 6, propone una lounge di combattimento. Si tratta di una vera e propria sala giochi virtuale, in cui il nostro avatar è libero di interagire con gli altri giocatori presenti nel server.

La lounge è divisa in tre sezioni: l’ingresso, la sala di combattimento, il dojo (dedicato all’allenamento), la spiaggia, dove è possibile sfidare gli amici a Tekken Ball e il negozio, dedicato all’acquisto di oggetti ed accessori sia per il nostro avatar che per i vari personaggi del gioco.

All’interno della lounge, oltre a poter sfidare gli avatar dei giocatori in partite veloci o classificate, potremo chiedere l’oro l’amicizia, seguire i giocatori che più ci colpiscono e persino scaricare e sfidare i loro fantasmi. Cogliamo quindi l’occasione per parlare di un’altra novità, ovvero la già citata Super Battaglia Fantasma.

Peggiori nemici di noi stessi

Nel corso della storia dell’Arcade Quest, ad un certo punto il giocatore viene trasportato in un misterioso spazio chiamato sfida finale. Qui il nostro mentore Max ci proporrà di sfidare il nostro fantasma.

I fantasmi non sono altro che copie virtuali dei giocatori, guidati da un’intelligenza artificiale. Affrontandolo, il fantasma migliora progressivamente, registrando i dati delle nostre battaglie e imparando a riprodurre il nostro stile e le nostre tecniche ricorrenti. Anche in questo caso, si tratta di un’idea davvero interessante e stimolante, che offre un ulteriore strumento di crescita e miglioramento per ogni giocatore.

A rendere il tutto ancora più interessante, Tekken 8 offre anche la possibilità di scaricare i fantasmi dei giocatori incontrati nella lounge di combattimento. Questo permette l’opportunità di impratichirsi contro stili di gioco particolarmente ostici. Possiamo incontrare i fantasmi anche all’interno della Battaglia Arcade e dell’Arcade Quest. In questo caso, tuttavia, si tratta di semplici riproduzioni basati sui dati di vari giocatori.

I fantasmi, oltre a rendere le partite più varie ed interessanti, sono la dimostrazione più tangibili dei progressi compiuti da Tekken nell’ambito dell’intelligenza artificiale della CPU. Intendiamoci, i fantasmi che abbiamo visto in azione sono tutt’altro che perfette riproduzioni del giocatore e spesso imitano in modo approssimativo lo stile da cui sono plasmati. Vedremo se col tempo anche l’intelligenza di queste copie digitali andrà migliorando.

Problemi di stabilità

Per concludere la nostra disamina delle modalità online, non possiamo purtroppo non parlare di alcuni problemi riscontrati nella stabilità della connessione.

Sebbene infatti Tekken 8 utilizzi il rollback nectode, questa meccanica non è stata implementata in maniera completamente ottimale. Purtroppo, risulta difficile adattare il rollback ai picchiaduro 3D a causa dell’altissimo numero di possibilità che questo tipo di giochi prevede.

Intendiamoci, rispetto al settimo capitolo la situazione è molto migliorata. Nella maggior parte dei casi, le partite si svolgono in maniera fluida e con pochi problemi. Tuttavia, ci siamo imbattuti in vari rallentamenti e salti di frame, anche in partite con qualità della connessione di intensità medio-alta. Un peccato davvero. Abbiamo in parte ovviato il problema ritoccando le opzioni e privilegiando la fluidità, ma questo ha portato talvolta a letture errate dei nostri input. Speriamo che bandai Namco abbia la possibilità di migliorare la situazione già coi prossimi aggiornamenti.

Un grande miglioramento

Tekken 8

Dopo aver esaminato le numerose modalità di Tekken 8, veniamo finalmente a parlare del gioco vero e proprio. Con nostra somma gioia, Bandai Namco sembra aver preso seriamente i numerosi feedback ricevuti dalla community sulla versione alpha del gioco, ed è riuscita a migliorare letteralmente ogni aspetto dell’esperienza.

Lotte pirotecniche

A livello grafico, Tekken 8 è una vera meraviglia. I combattenti sono dettagliatissimi e mostrano un numero enorme di differenti espressioni facciali. Anche le animazioni sono fluide, veloci ed estremamente dinamiche. Come sempre, il gioco da’ il meglio di sé con gli spettacolari effetti legati agli attacchi, soprattutto quelli speciali, che vanno a generare un vero arcobaleno di luci, colori ed esplosioni.

Gli scenari, che nella demo non ci avevano convinto troppo, ora appaiono molto più caratterizzati, puliti e ricchi di dettagli e animazioni. I vari sfondi mostrano anche un’ottima varietà e spaziano da santuari nascosti nel cuore del bosco ad asteroidi sospese in cielo.

Anche il comparto sonoro appare molto più curato e coinvolgente. Le tracce del gioco spaziano da brani a base rock o techno a musiche più dolci e spirituali. Diversi brani hanno anche una base cantata, che li rende ancor più coinvolgenti e orecchiabili. Numerose tracce, soprattutto nella modalità storia, vanno palesemente ad omaggiare le colonne sonore dei primi capitoli della saga, rendendole allo stesso tempo più moderne e appetibili.

Tra tradizione ed innovazione

Veniamo finalmente a parlare del gameplay, elemento cardine del gioco. Se ricordate, la nostra prova sul campo della demo ci aveva lasciati con qualche perplessità. Destavano preoccupazione soprattutto l’eccessiva frenesia del ritmo del gioco e le novità legate all’heat system, che appareva piuttosto sbilanciato. Fortunatamente, gli sviluppatori sono riusciti a fugare ogni nostro dubbio.

Intendiamoci, Tekken 8 conferma molte delle nostre impressioni. Si tratta di un titolo estremamente frenetico e veloce, con incontri dal ritmo davvero forsennato. Tuttavia, l’anima di Tekken c’è e si fa sentire. La conoscenza del moveset dei lottatori, il tempismo, l’attenzione agli spazi e soprattutto la capacità di saper prevedere e punire gli attacchi avversari restano la base per il successo, soprattutto nella modalità online.

Abbiamo ritrovato in Tekken 8 quella stessa formula vincente, fatta di un perfetto equilibrio tra accessibilità e profondità, che ha sempre contraddistinto questa serie, permettendole di essere, di fatto, l’unica saga di picchiaduro 3d ancora sulla cresta dell’onda.

Risulta però innegabile che Tekken 8 strizzi marcatamente l’occhio ai neofiti. In generale, tutti i personaggi, con pochissime eccezioni, appaiono decisamente accessibili, almeno per quanto riguarda le basi. Certo, è ancora troppo presto per parlare di bilanciamenti ed equilibri. L’impressione generale però è che si sia cercato il livellamento potenziando praticamente ogni membro del roster. Non ci è mai capitato di provare un personaggio e di trovarlo pessimo o significativamente più debole degli altri. Saranno i primi tornei a darci un quadro più preciso.

Parlando del roster, Tekken 8 mette a disposizione ben 32 combattenti. Si tratta in quasi tutti i casi di volti già noti, rimasti fedeli allo stile di lotta che li ha sempre contraddistinti. Tra le esclusioni importanti ricordiamo Julia, Eddie/Christie e Lei. Come new entry abbiamo Victor Chevalier, uno dei capi della resistenza, Reina, giovane lottatrice con un misterioso legame con la famiglia Mishima e Azucena Ortiz, strampalata lottatrice amante del caffè ed esperta di MMA. Proprio quest’ultima appare il personaggio meno azzeccato, non tanto per il suo gameplay, basato sulla velocità e sull’uso di prese e striking, quanto per il suo essere davvero troppo strana e sopra le righe.

Tornando al discorso accessibilità, Tekken 8 propone anche dei controlli semplificati, chiamati comandi speciali. essi possono essere attivati in ogni momento dello scontro tramite la pressione del tasto L1. Intendiamoci, non si tratta assolutamente di un significativo cambio nello stile, come avviene coi comandi moderni di Street Fighter 6, che risultano efficaci anche in ambito competitivo. I comandi speciali sono semplicemente un aiuto per l’esecuzione di comandi o sequenze che potrebbero risultare difficili. Li consigliamo soprattutto per impratichirsi con le prime combo.

Potere del calore

Come ben sa chi ha provato la demo, la novità principale del combat system di Tekken 8 è costituito dal sistema Heat. In pratica, sotto la barra dell’energia si trova ora anche un’altra barra, denominata heat. Una volta attivata, il nostro personaggio entra in uno stato di potenziamento. In questa condizione i suoi attacchi risultano più dannosi e provocano danno anche in parata. La barra andrà consumandosi nel tempo finchè, una volta esaurita, porrà fine allo stato di heat. La barra non può essere ricaricata in alcun modo, ma si riempie completamente tra un round e l’altro.

tekken 8

Durante lo stato di Heat è anche possibile eseguire l’Heat Smash, potentissimo attacco in combo che causa danni ingenti azzerando immediatamente la barra heat. Si tratta, insieme alla Rage Art (super mossa eseguibile solo quando l’energia del lottatore sta per esaurirsi), della nostra risorsa più potente in assoluto.

Lo stato di Heat può essere attivato tramite l’Heat Burst, un attacco frontale che va ad innescare lo stato di Heat, oppure con gli Heat Engager, una serie di attacchi, diversi per ogni personaggio, che, se mandati a segno, attivano automaticamente l’heat. Premendo rapidamente due volte lo stick direzionale durante un engager è possibile attivare anche l’Heat Dash, rapidissimo scatto che, sacrificando parte della barra heat, funge da estensione per le combo, in modo simile al drive rush di Street Fighter 6.

Tutti questi potenziamenti ci avevano parecchio preoccupati. Temevamo che la loro eccessiva forza si trasformasse in un abuso di queste meccaniche da parte dei giocatori, a discapito di tutto il resto del meve set. Fortunatamente, questo non è avvenuto. Le meccaniche Heat, per quanto potenti, sono ben inserite nel contesto e non vanno a stravolgere in maniera eccessiva il gameplay. Intendiamoci, si tratta sicuramente di attacchi potenti e spesso risolutori, ma il loro utilizzo richiede molta pratica e una conoscenza delle situazioni più adeguate in cui utilizzarli. Eccedere nel loro utilizzo porta inevitabilmente a diventare prevedibile ed espone al rischio di pesanti punizioni da parte dell’avversario.

In ultimo, parliamo del recupero dell’energia. Una parte del danno che si subisce, in particolare quello derivato dalla parata degli attacchi e dalle combo aeree, rimane evidenziato in grigio. Il giocatore, mettendo a segno a sua volta una serie di attacchi, ha la possibilità di recuperare gradualmente quell’energia. Questa possibilità sfuma qualora l’attacco del giocatore vada completamente a vuoto.

Personalmente, abbiamo trovato questa meccanica molto più bilanciata rispetto alla demo, sebbene non siamo rimasti troppo entusiasti di essa. Un uso attento dell’Heat permette un recupero rapidissimo dell’energia persa e genera ribaltamenti davvero rocamboleschi. D’altro canto, è certamente una buona idea fornire una possibilità di recupero dai danni, spesso eccessivi, derivati dalle combo aeree.

Conclusione

Tekken 8 è senza dubbio il miglior picchiaduro 3D in circolazione e, assieme a Street Fighter 6, è probabilmente il miglior gioco di combattimento in assoluto. Un titolo moderno, con una grafica scintillante e un gameplay in grado sia di divertire i novellini sia di appassionare gli amanti del gioco competitivo ad alti livelli. L’enorme numero di contenuti, anche per il single player, rende l’esperienza longeva e in grado di intrattenere anche i non amanti dell’online.

Se siete fan della saga o del genere picchiaduro l’acquisto è praticamente obbligato, poiché Tekken 8 è un lavoro coi controfiocchi. Se invece non giocato a questo tipo di giochi da parecchio ma avete giocato a Tekken in passato, potrebbe essere davvero l’occasione buona per tornare a divertirvi con questa mitica serie.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S/X, PC
  • Data uscita: 26/01/2024
  • Prezzo: 69,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher.

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Editoriali

I videogiochi di Indiana Jones attraverso i decenni

Cari avventurieri digitali e appassionati di archeologia virtuale, preparatevi a calarvi nella storia dei videogame dedicati al leggendario Indiana Jones! Con l’entusiasmo alle stelle per l’imminente uscita del nuovo gioco previsto nel 2024, “Indiana Jones e l’Antico Cerchio“, diamo uno sguardo retrospettivo ai precedenti capitoli che ci hanno permesso di vivere le avventure di questo iconico personaggio manovrandolo famelici attraverso i nostri schermi.

Com’è probabile che già sappiate, Indiana Jones è stato protagonista di svariati titoli video ludici che ci hanno accompagnato per anni. Non tutti sanno, però, che il primo videogame, un vero e proprio capolavoro per l’epoca, fu “Raiders of the Lost Ark“. Sviluppato per Atari 2600, lasciò tutti a bocca aperta.

Raiders of the Lost Ark – 1982

Per chi non ha avuto (come me) la fortuna di sperimentare “Raiders of the Lost Ark” nel suo periodo d’oro, può risultare difficile cogliere appieno l’emozione e l’innovazione che questo gioco ha portato con sé. Rilasciato nel 1982, in un’era di limitate risorse grafiche e tecnologiche, il gioco ha sfidato i limiti della sua epoca. La sua trama segue le avventure di Indiana Jones, consentendo ai giocatori di esplorare il mondo e risolvere enigmi per recuperare l’Arca dell’Alleanza. La grafica pixelata potrebbe sembrare rudimentale oggi, ma all’epoca rappresentava uno dei massimi standard.

“Raiders of the Lost Ark” è stato un pioniere nel genere dei giochi d’avventura, offrendo una vasta mappa aperta e una trama non lineare, un’idea rivoluzionaria nel contesto dei primi anni ’80. Tuttavia, la sua difficoltà e complessità hanno reso il gioco un vero e proprio enigma per i giocatori, contribuendo alla sua fama.

In conclusione, “Raiders of the Lost Ark” per Atari 2600 è un capolavoro dell’era dei videogiochi classici, una pietra miliare che ha contribuito a plasmare il futuro del medium. Anche se alcuni aspetti potrebbero sembrare datati oggi, il gioco merita il rispetto e l’ammirazione per la sua audacia e la sua influenza nel panorama videoludico.

Indiana Jones in the Lost Kingdom – 1984

“Indiana Jones in the Lost Kingdom” è un videogioco del 1984 realizzato da Mindscape per Commodore 64. Ampiamente considerato trascurabile nel panorama dei giochi dell’epoca, presentava una sua grafica semplice e una meccanica di gioco limitata. Disgiunto dai film del nostro buon dott. Jones, non è riuscito a distinguersi in un mercato dominato da titoli più avvincenti. Le recensioni dell’epoca criticavano la mancanza di innovazione e la scarsa qualità complessiva del gioco. Nonostante il richiamo della popolarità di Indiana Jones, questo titolo non è riuscito a lasciare un’impronta significativa nella storia dei videogiochi, rimanendo un esempio di prodotto mediocre e facilmente dimenticabile.

Indiana Jones and the Temple of Doom – 1985

“Indiana Jones and the Temple of Doom” è un videogioco uscito nel 1985, basato sul film omonimo di Steven Spielberg. Sviluppato da Atari Games, il gioco è stato progettato per le sale giochi. La trama segue Indiana Jones nel suo viaggio per liberare i bambini schiavi dal malvagio Thuggee nel Tempio Maledetto. Il gameplay è diviso in tre fasi: guida di mine car, lotta con avversari e il confronto finale nel tempio. Nonostante l’entusiasmo iniziale dovuto al successo del film, il gioco ha ricevuto critiche miste, con lamentele sulla sua difficoltà e ripetitività. Pur essendo un prodotto dell’epoca, il gioco non ha raggiunto lo stesso status di culto di altri videogiochi, ma rimane un ricordo nostalgico per i fan di Indiana Jones. Grazie ai vari emulatori usciti anni dopo, posso dire fieramente di averci giocato parecchio. A differenza della critica del tempo, e so che non vi interessa minimamente, a me piacque molto e mi fece divertire.

Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure – 1989

Questo gioiellino è un’icona intramontabile nel panorama dei giochi d’avventura punta e clicca. Lanciato nel lontano 1989 dalla Lucasfilm Games, il titolo si distinse per la sua fedeltà al film e il coinvolgente stile grafico.

Il gioco segue la trama del film “L’Ultima Crociata” permettendo ai giocatori di rivivere le epiche avventure dell’archeologo e del suo mitico papà. L’attenzione ai dettagli è straordinaria, con scene iconiche ricreate con cura e un cast di personaggi memorabili che danno vita al mondo virtuale di Indiana Jones.

La vera genialità del gioco risiede nella sua capacità di bilanciare azione, enigmi e narrazione. Il giocatore si trova a dover risolvere intricati rompicapi e affrontare situazioni pericolose, proprio come il nostro amato archeologo sul grande schermo. Le scelte del giocatore influenzano il corso della storia offrendo varietà in game e diversi finali. La critica non esitò a elogiare il gioco per la sua trama avvincente, i dialoghi spiritosi e la colonna sonora coinvolgente. Le recensioni furono unanimi nel riconoscere la fedeltà al materiale di origine e la capacità del gioco di trasportare i giocatori in un’avventura epica.

“Indiana Jones and the Last Crusade: The Graphic Adventure” è ancora oggi considerato uno dei capisaldi del genere e un esempio di come un buon adattamento videoludico possa catturare l’essenza di un’iconica saga cinematografica. Un’autentica gemma per i fan di Indiana Jones e gli amanti dei videogiochi d’avventura. E, tra parentesi, il mio gioco su Indy preferito.

Indiana Jones and The last Crusade – The Action Game – 1989

“Indiana Jones e l’Ultima Crociata – The Action Game,” lanciato nel 1989, è un punto di riferimento nei giochi d’azione ispirati al famoso archeologo e uscì insieme al gioco punta e clicca poc’anzi descritto. Prodotto da Lucasfilm Games, il titolo si proponeva di portare l’esperienza cinematografica de “L’Ultima Crociata” direttamente sullo schermo dei giocatori ma con un taglio molto più action. Questo gioco, disponibile su varie piattaforme dell’epoca, incluse Amiga e Atari ST, offriva una grafica all’avanguardia, considerata eccezionale per il periodo. I giocatori potevano rivivere i momenti salienti del film, dalla fuga dai nazisti al confronto con il Cavaliere, tutto condito da azione frenetica e sequenze di piattaforme coinvolgenti.

La varietà di ambientazioni, tra templi misteriosi e castelli sinistri, faceva sì che ogni livello fosse un’immersione nella narrativa dell’Ultima Crociata. La meccanica di gioco, sebbene semplice, richiedeva abilità e riflessi per superare gli ostacoli e sconfiggere i nemici, mantenendo l’energia e l’atmosfera del film.

Le recensioni dell’epoca lodarono il gioco per la sua fedeltà alla fonte di ispirazione, la qualità visiva avanzata e la capacità di catturare l’essenza avventurosa di Indiana Jones. Nonostante il passare del tempo, “Indiana Jones e l’Ultima Crociata – The Action Game” rimane un classico amato dai fan dell’archeologo e un tassello importante nella storia dei videogiochi ispirati al cinema. Anche io lo giocai al tempo e ne conservo un piacevolissimo ricordo.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis – 1992

Videogiochi Indiana Jones and the Fate of Atlantis

“Indiana Jones and the Fate of Atlantis,” rilasciato nel 1992, è un’opera maestra tra i giochi d’avventura punta e clicca. Creato anche questo dalla mitica LucasArts, il titolo sfida gli appassionati di Indiana Jones a un’entusiasmante ricerca dell’antica città perduta di Atlantide.

Il gioco si distinse al tempo per la sua trama avvincente e la profondità dei personaggi. I giocatori vestono i panni di Indy e affrontano una serie di enigmi complessi, interagendo con personaggi indimenticabili. Un elemento chiave, di grande innovazione per l’epoca, è la possibilità di scegliere tra diverse vie di gioco, determinando così la direzione della storia e offrendo una rara rigiocabilità.

Graficamente avanzato per il suo tempo, il gioco presenta una varietà di location mozzafiato, da antichi templi a laboratori nazisti. La colonna sonora coinvolgente contribuisce a creare un’atmosfera avvincente, arricchendo l’esperienza di gioco. Il titolo è rimasto un’icona nel genere dei giochi d’avventura, lasciando un’impronta indelebile nella memoria dei giocatori e consolidando la sua reputazione come uno dei migliori adattamenti videoludici di un’iconica serie cinematografica. Ancora oggi, è un tuffo nostalgico nell’universo avventuroso di Indiana Jones.

Indiana Jones and the Fate of Atlantis: The Action Game – 1992

“Indiana Jones and the Fate of Atlantis: The Action Game” è un videogioco d’avventura uscito nel 1992, sviluppato da LucasArts. Anche in questo caso, come nel caso di “The Last Crusade”, la Lucas fece uscire anche una versione action del gioco oltre all’avventura grafica. Il giocatore assume il ruolo di Indiana Jones, affrontando avversari e risolvendo enigmi in vari ambienti esotici. Le sequenze d’azione sono accompagnate da una colonna sonora coinvolgente, mentre il gameplay punta sull’esplorazione e la risoluzione di puzzle. Nonostante la sua natura orientata all’azione, il gioco mantiene il fascino dell’universo di Indiana Jones, offrendo un’esperienza coinvolgente per i fan del personaggio e della serie. Devo essere sincero: questo, oltre alle versioni Lego che non amo particolarmente e che citerò soltanto per dovere di cronaca, è l’unico gioco su Indiana Jones che non ho mai provato in prima persona quindi resto radicato alle cronache e alle impressioni della rete.

Indiana Jones’ Greatest Adventures – 1994

“Indiana Jones’ Greatest Adventures,” lanciato nel 1994 per Super Nintendo, è una celebrazione interattiva delle epiche avventure dell’archeologo più famoso del mondo. Sviluppato da Factor 5 e pubblicato da JVC Musical Industries, il gioco si presenta come un avvincente platform a scorrimento laterale che cattura l’essenza dei primi tre film della saga. Con una grafica dettagliata e fedele ai film, il gioco permette ai giocatori di rivivere momenti iconici come la fuga dal tempio maledetto, la ricerca del Sacro Graal e la lotta contro i nazisti. L’abilità di esplorare questi scenari familiari in uno stile di gioco coinvolgente ha reso “Greatest Adventures” un titolo adatto sia ai fan di lunga data che ai neofiti della saga di Indiana Jones.

Una delle caratteristiche distintive del gioco è la sua fedeltà alla trama originale, mantenendo il ritmo avvincente e gli incontri memorabili. La colonna sonora coinvolgente e i controlli intuitivi hanno contribuito a rendere l’esperienza di gioco avvincente e immersiva.

Le recensioni dell’epoca hanno applaudito il titolo per la sua riuscita amalgama di azione, esplorazione e fedeltà alla fonte di ispirazione. “Indiana Jones’ Greatest Adventures” rimane un omaggio virtuale ai momenti salienti della saga cinematografica, trasportando i giocatori in un viaggio emozionante attraverso le avventure leggendarie di Indiana Jones. Un must per i fan della serie e un capitolo iconico nella storia dei giochi a tema cinematografico.

Indiana Jones and the Infernal Machine – 1999

“Indiana Jones and the Infernal Machine” è un videogioco d’avventura pubblicato nel 1999 per PC e successivamente per Nintendo 64. Sviluppato anche questo da LucasArts, il gioco segue le avventure di Indiana Jones alla ricerca di un artefatto misterioso, l’Infernal Machine, durante la Guerra Fredda. Il gameplay combina elementi di esplorazione, puzzle-solving e azione, offrendo una varietà di ambientazioni internazionali. Il gioco ha ricevuto recensioni generalmente positive per la sua trama coinvolgente, la fedeltà all’atmosfera dei film e la varietà delle sfide proposte. Tuttavia, alcuni critici hanno notato la grafica datata e alcuni problemi tecnici. Nonostante ciò, “Indiana Jones and the Infernal Machine” è considerato un titolo apprezzabile per i fan dell’archeologo avventuriero. Personalmente ho giocato soltanto la versione per GameBoy Color ma, sono sincero, non mi face impazzire o gridare al miracolo. Resta comunque un titolo che possiamo definire discreto.

Indiana Jones and the Emperor’s Tomb – 2003

Videogiochi Indiana Jones and the Emperor's Tomb

“Indiana Jones and the Emperor’s Tomb” è un videogioco d’azione e avventura uscito nel 2003 per diverse piattaforme, tra cui PlayStation 2, Xbox e PC. Sviluppato da The Collective, il gioco segue le avventure di Indiana Jones alla ricerca di un antico artefatto in Cina. Appena iniziai a giocarci, ricordo, non capii esattamente cosa fare. Mi trovai un po’ stranito. Non so spiegare bene il motivo ma, alla fine, ci giocai con piacere. Con una prospettiva in terza persona, il gameplay offre una combinazione di esplorazione, combattimenti e risoluzione di enigmi. Il gioco è stato ben accolto per la sua trama avvincente, i combattimenti ben realizzati e la fedeltà al personaggio di Indiana Jones. Tuttavia, alcune critiche sono state rivolte alla telecamera e ai controlli in alcune situazioni. (confermo, erano legnosi) Nonostante ciò, è considerato uno dei migliori videogiochi ispirati alle avventure di Indiana Jones.

Indiana Jones and the Staff of Kings – 2009

Videogiochi Indiana Jones and the Staff of Kings

“Indiana Jones and the Staff of Kings” è un videogioco d’azione e avventura uscito nel 2009 per diverse piattaforme, incluso PlayStation 2, PlayStation Portable, Wii e Nintendo DS. Ricordo che lo acquistai con tantissime aspettative ma rimasi assai deluso. Il gioco, sviluppato da LucasArts, segue le avventure di Indiana Jones nella sua ricerca di un antico artefatto. Offre una varietà di ambientazioni esotiche, sequenze d’azione e enigmi, cercando di catturare l’essenza dell’universo di Indiana Jones. Tuttavia, il gioco ha ricevuto recensioni tendenzialmente negative che hanno sottolineato negativamente i controlli non sempre precisi e a una trama che non raggiunge le vette dei film. Io non lo apprezzai quasi per nulla e rapidamente andò ad impolverarsi sullo scaffale accanto alla console. Nonostante ciò, per i fan incalliti del famoso archeologo, può comunque offrire un’esperienza di gioco divertente.

L’attesa nel mondo moderno

L’annuncio del prossimo videogioco “Indiana Jones e l’Antico Cerchio” ha scatenato una ondata di entusiasmo tra i fan di lunga data. La community online è pervasa da una fervente attesa, con i giocatori che condividono la loro gioia e anticipazione per ciò che sembra essere un nuovo e coinvolgente capitolo nell’universo di Indiana Jones.

I social media sono diventati un luogo di discussione vivace, con i fan che condividono aspettative e speranze per questo nuovo titolo. Le immagini teaser e i brevi teaser trailer hanno alimentato positivamente la curiosità, rivelando scorci affascinanti e catturando l’attenzione dei giocatori con richiami visivi alle avventure cinematiche di Indiana Jones.

Le notizie non ufficiali circolanti online hanno aggiunto un tocco di mistero, contribuendo a generare un’atmosfera di anticipazione. La comunità è pronta a esplorare nuovi scenari, risolvere enigmi avvincenti e vivere nuove avventure insieme al carismatico archeologo. In questo contesto, l’atmosfera è intrisa di ottimismo, con i giocatori che non vedono l’ora di tuffarsi in un nuovo capitolo ricco di emozioni e avventura. L’entusiasmo cresce giorno dopo giorno, alimentato dalla speranza di vedere realizzate le aspettative e di vivere un’esperienza di gioco indimenticabile con Indiana Jones e l’Antico Cerchio.

Conclusione

La saga di Indiana Jones nei videogame ci ha offerto un affascinante percorso attraverso diverse epoche di tecnologia e gameplay. Dall’8-bit al 3D, la storia dell’archeologo del nostro cuore ci ha ispirato a esplorare mondi virtuali pieni di misteri e avventure. Non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserva il futuro con il nuovo gioco del 2024. Pronti a imbracciare la frusta e a vivere fantastiche avventure?

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Dragon Ball Sparking Zero, un trailer mostra le trasformazioni di Goku e Vegeta

L’atteso nuovo capitolo della serie Budokai Tenkaichi ritorna finalmente a mostrarsi con un nuovo trailer. Il nuovo video di Dragon Ball: Sparking Zero ci proietta nell’eterna sfida tra Goku e Vegeta. Per l’occasione, Bandai Namco ha confermato quello che tutti ci aspettevamo: tutte le trasformazioni di Goku e Vegeta saranno giocabili, incluse le relativamente nuove versioni nate con Dragon Ball Super. Assenti invece i Super Sayan di 4° livello nate con il non più canonico Dragon Ball GT.

In totale, sono 24 i personaggi presentati in questo trailer, tutte versioni distinte di Goku e Vegeta:

  • Goku (Z – Early)
  • Goku (Z – Mid)
  • Goku (Z – Mid), Super Saiyan
  • Goku (Z – End)
  • Goku (Z – End), Super Saiyan
  • Goku (Z – End), Super Saiyan 2
  • Goku (Z – End), Super Saiyan 3
  • Goku (Super)
  • Goku (Super), Super Saiyan
  • Goku (Super), Super Saiyan God
  • Goku (Super), Super Saiyan God Super Saiyan
  • Vegeta (Z – Scouter)
  • Great Ape Vegeta
  • Vegeta (Z – Early)
  • Vegeta (Z – Early), Super Saiyan
  • Super Vegeta
  • Vegeta (Z – End)
  • Vegeta (Z – End), Super Saiyan
  • Vegeta (Z – End), Super Saiyan 2
  • Majin Vegeta
  • Vegeta (Super)
  • Vegeta (Super), Super Saiyan
  • Vegeta (Super), Super Saiyan God
  • Vegeta (Super), Super Saiyan God Super Saiyan

Bandai Namco ha rivelato per la prima volta Dragon Ball: Sparking Zero durante i The Game Awards 2023 di dicembre, dove è stato confermato che, nonostante il titolo del gioco sia diverso, il prossimo picchiaduro è comunque parte integrante della serie Budokai Tenkaichi della celebre serie. Ad oggi sappiamo ancora poco del nuovo videogioco di Dragon Ball tranne che arriverà PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.

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The Last of Us Parte II Remastered – Recensione

A tre anni e mezzo dall’uscita del sequel di The Last of Us, Naughty Dog ha deciso di realizzare una versione Remastered per PS5 di The Last of Us Parte II. Questa scelta è dovuta probabilmente sia alla buona accoglienza ricevuta da The Last of Us Parte I su PS5, sia al grande successo riscosso dalla serie TV HBO dedicata alle avventure di Ellie e Joel.

Fortunatamente, non siamo di fronte ad una bieca operazione commerciale. Come andremo a scoprire, The Last of Us Parte 2: Remastered è un titolo davvero ben confezionato e con numerosi punti di forza. Vediamo insieme perché.

Una pesante eredità

Ellie  in The Last of Us Parte 2: Remastered

Come molti ricorderanno, The Last of Us Parte II è stato un titolo molto chiacchierato. Da un lato, il gioco è stato accolto molto favorevolmente dalla critica e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio di gioco dell’anno ai Game Awards 2020.

Tuttavia, pur avendo realizzato delle ottime vendite, questo sequel non è riuscito a convincere il pubblico all’unanimità. La maggior parte delle critiche ricevute erano inerenti alla trama del gioco. Naughty Dog, infatti, con una scelta molto coraggiosa, ha deciso di spiazzare totalmente i fan con una serie di sviluppi totalmente inattesi, che hanno lasciato molti giocatori totalmente interdetti (pensiamo che la trama di The Last of Us renda il videogioco da provare assolutamente).

Personalmente, pur condividendo diverse delle perplessità dei fan, ho apprezzato la trama di The Last of Us Parte II. Si tratta di una vicenda cruda, violenta e potente, a tratti quasi macabra. Una di quelle storie davvero in grado di far riflettere il giocatore su tematiche profonde come la violenza, la sete di vendetta, la morte, la disperazione e il senso stesso della vita. Anche se so già di attirarmi molte antipatie, ammetto di aver amato molto anche il personaggio di Abby, che ho trovato davvero affascinante e ben caratterizzato.

Ben poco da aggiungere invece per quanto riguarda il gameplay, che ripropone il fortunato mix del primo capitolo di meccaniche stealth ed action, mescolandolo con le dinamiche di gestione delle risorse tipiche dei survival horror. La seconda parte di The Last of Us riesce però a potenziare e migliorare ognuno di questi aspetti. Le aree esplorabili sono molto più vaste e ricche di dettagli rispetto al primo capitolo e i numerosissimi combattimenti offrono un numero davvero elevato di scelte tattiche e possono essere affrontati in maniera totalmente diversa a seconda delle caratteristiche del giocatore.

Insomma, per quanto riguarda il materiale di partenza, The Last of Us Parte 2: Remastered poggia su basi davvero solide. Vediamo ora quali novità propone questa edizione.

Adattamenti tecnici

Tramonto in The Last of Us Parte 2: Remastered

I primi miglioramenti messi in campo da Naughty Dog sono legati, come prevedibile, al comparto tecnico del gioco. The Last of Us Parte II Remastered sfoggia una grafica a 60 fps, adattata alle moderne risoluzioni in 4k. Il giocatore ha anche la possibilità di selezionare una modalità grafica denominata “Fedeltà”, che mantiene i 4K nativi ma setta il gioco sui 30 FPS.

Questi aggiornamenti rendono l’avventura di Ellie ed Abby più piacevole e spettacolare da vedere, soprattutto per quanto concerne l’illuminazione e gli effetti delle ombre. Non si tratta, tuttavia, di un vero e proprio remake. I modelli dei personaggi e degli scenari non sono stati modificati in alcun modo, ma solo adattati alla nuova risoluzione. Rispetto alla versione PS4, in definitiva, non si avverte un salto di qualità così evidente.

Molto più significativi i cambiamenti apportati ai tempi di caricamento, che risultano quasi inesistenti, soprattutto se si affronterà l’avventura ricorrendo solo ai salvataggi automatici. Questo rende la fruizione dell’avventura molto più scorrevole ed incalzante.

Un gioco più accessibile

Questa edizione Remastered sfrutta molto bene anche il Dualsense, grazie ad un uso sapiente del feedback aptico e dei grilletti adattivi. Quasi ogni azione, sia nei filmati sia nel corso dell’avventura, trasmette una vibrazione di differente intensità, mentre i grilletti offrono una resistenza differente a seconda dell’arma utilizzata. Tutti miglioramenti magari non trascendentali, ma che contribuiscono a migliorare l’esperienza di gioco rendendola più coinvolgente.

Una nota di merito va dedicata anche al comparto accessibilità, soprattutto grazie all’inserimento dell’audiodescrizione e dell’utilizzo della vibrazione per scandire i dialoghi e la parlata dei personaggi. Sono stati inseriti anche una serie di aiuti e suggerimenti, che permettono di sbrogliare più facilmente gli enigmi più frustranti ed evitare al giocatore di sprecare troppo tempo chiedendosi dove andare.

Nulla è cambiato invece per quanto concerne il gameplay, ma sono state inserite numerose e gradite aggiunte. Andiamo ad esaminarle nel dettaglio.

Tante novità

All’interno di questa remaster, come accennato, sono stati inseriti tutta una serie di novità e contenuti extra. Non tutti questi contenuti sono disponibili da subito, ma vanno a sbloccarsi avanzando nel corso del gioco.

Progredendo nell’avventura, sono messe a disposizione tutta una serie di modelli e immagini dei personaggi. Una volta completato il gioco si sbloccano tutta una serie di modificatori. Essi consistono in nuove skin e filtri, che possono essere utilizzate anche nella storia e nella modalità senza ritorno (di cui parleremo a breve). Anche la modalità foto appare ritoccata ed ampliata, con tutta una nuova serie di filtri ed effetti visivi aggiuntivi.

Sempre una volta terminato il gioco, viene sbloccata una modalità denominata “dietro le quinte”. All’ interno di essa è possibile ascoltare alcuni podcast degli sviluppatori e visualizzare vari bozzetti e altro materiale preparatorio. L’aggiunta più interessante è la possibilità di giocare alle versioni preliminari di alcune sezioni di gioco che sono state scartate o modificati nella versione finale. Queste sezioni sono impreziosite da una serie di commenti degli sviluppatori. Sebbene si tratti di sequenze molto brevi e in uno stato di pre-alpha, abbiamo comunque trovato interessante questa aggiunta.

Completare la storia sblocca anche una modalità speedrun, che permetterà di salvare e postare i propri record. Sarà anche possibile affrontare separatamente le varie sezione di gioco dedicate ad Ellie o Abby e stabilire vari record per ognuna di queste sezioni.

Abbiamo poi una modalità interamente dedicata alla chitarra. Essa permette al giocatore di cimentarsi in qualsiasi momento col minigioco musicale presente in alcune sezioni dell’avventura. Divengono via via disponibili anche numerosi elementi di personalizzazione. Oltre al personaggio, è anche possibile modificare il nostro strumento, lo sfondo ed anche inserire tutta una serie di filtri grafici e varie alterazioni del suono. Insomma, gli amanti della musica avranno di che divertirsi.

Senza Ritorno

Tra tutte le novità di The Last of Us Parte 2: Remastered, quella che più ci ha colpito è certamente questa nuova modalità. L’idea di Senza Ritorno è unire il gameplay e le ambientazioni di The Last of Us alle meccaniche tipiche di un Roguelike.

Per chi non lo sapesse, si definiscono Roguelike tutti quei giochi in cui il giocatore deve superare una serie di stanze o scenari uno di seguito all’altro. Il nome viene da un vecchio gioco arcade del 1980. In questo genere di giochi, la morte porta inevitabilmente a ricominciare il percorso dal principio.

La formula di Senza Ritorno segue proprio questo schema. Dopo aver scelto il nostro protagonista (inizialmente solo Ellie o Abby), inizieremo il percorso dal quartier generale. Qui, dopo una rapida occhiata all’inventario, dovremo scegliere il nostro percorso. Come in molti giochi del genere, infatti, ci sono a disposizione diversi bivi, che ci danno la possibilità di provare ad ottimizzare le nostre risorse adattandole alle missioni scelte.

Tantissime possibilità

Gli scenari di questa modalità ricalcano ambientazioni e momenti particolari della storia. Inizialmente, le missioni saranno solamente di due tipologie, ovvero assalto e caccia. Nella prima il nostro compito è semplicemente uccidere un dato numero di nemici, siano essi infetti o umani. Nella seconda invece dovremo resistere fino allo scadere del tempo contro un numero di nemici in costante aumento.

In seguito è possibile affrontare la categoria resistenza, in cui non solo dovremo resistere a vere e proprie orde di nemici, ma anche badare ad un alleato controllato dall’ IA. L’ultimo scenario del nostro percorso prevede sempre lo scontro con un Boss. Tra uno scenario e l’altro ci viene sempre concessa la possibilità di ripassare dal nostro rifugio per acquistare nuovi equipaggiamenti e migliorare quelli in nostro possesso. Attraverso un sistema di consegne è anche possibile, in alcune missioni, ottenere premi particolarmente ghiotti portando alcuni oggetti specifici in determinati punti di consegna presenti nel livello.

Procedendo con le missioni sbloccheremo numerosi personaggi, la maggior parte dei quali giocabili per la prima volta proprio in questa modalità. Oltre alle partite standard, è possibile giocare anche a partite personalizzate, in cui è il giocatore stesso a scegliere i modificatori, i nemici e il set di scenari. Infine, è presente anche la partita giornaliera, l’unica a permettere ai giocatori di competere nelle classifiche.

Abbiamo davvero apprezzato questa modalità, che rappresenta un tentativo serio di offrire ai giocatori già navigati nuovi contenuti e allo stesso tempo di proporre qualcosa di nuovo e fresco, che giustifichi l’acquisto del prodotto anche da parte di chi ha già giocato al titolo originale.

Un’occasione per tutti

Gunplay in The Last of Us Parte 2: Remastered

In definitiva, siamo rimasti davvero soddisfatti del lavoro svolto da Naughty Dog. Questa nuova versione di The Last of Us Parte 2 infatti può accontentare davvero tutti. Da un lato, chi non ha mai giocato all’originale potrà gustarlo in una versione molto più ricca, completa e bella da vedere, il tutto ad un prezzo contenuto.

Anche coloro che conoscono ormai a menadito The Last of Us Parte 2 potranno sicuramente apprezzare questa remastered, soprattutto in virtù della modalità Senza Ritorno e dei tanti contenuti extra. Naughty Dog ha anche deciso di permettere ai possessori del gioco originale per PS4 di effettuare l’update a questa versione rimasterizzata a soli 10 euro. Secondo noi è davvero una bella occasione!

Conclusione

The Last of Us Parte 2 è un prodotto davvero ricco e ben realizzato. Coloro che non hanno mai giocato l’avventura originale hanno ora la possibilità di fruirla in una versione più bella da vedere, ricca e completa, ad un prezzo estremamente competitivo. I giocatori che hanno giocato già in tutte le salse The Last of Us Parte II potranno invece divertirsi con le nuove modalità e i tanti extra che questa versione propone. Il prezzo davvero ridotto dell’update può essere un ulteriore incentivo a dare una possibilità a questa Remastered.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5
  • Data uscita: 19/01/2024
  • Prezzo: 49,99 €

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5 grazie a un codice fornito dal publisher.