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Nintendo Switch 2 annunciato ufficialmente con un video anteprima


Nintendo ha finalmente svelato Nintendo Switch 2 con un video ufficiale pubblicato sui propri canali. Il trailer, atteso da mesi, mostra il design della console, alcune novità tecnologiche e conferma la retrocompatibilità con i giochi del modello precedente. La presentazione completa è fissata per il 2 aprile 2025, data in cui verranno svelati ulteriori dettagli.

Il video si apre con una transizione tra l’attuale Nintendo Switch e la sua nuova versione. La console guadagna uno schermo più grande e introduce i tanto discussi Joy-Con magnetici, che sembrino indicare maggiore stabilità e precisione. Anche il dock subisce un restyling, con angoli più arrotondati, mentre lo stand si dimostra più robusto e funzionale. In una sequenza del trailer, viene mostrato Mario Kart in azione, ma Nintendo non ha confermato se si tratti di un nuovo capitolo o di una versione aggiornata.

Data di uscita: 2025

Il video di annuncio di Nintendo Switch 2 non include una data di uscita precisa. L’unico riferimento temporale è un generico “2025”.

Tra le novità più interessanti, Nintendo ha annunciato la “Nintendo Switch 2 Experience”, un tour mondiale che permetterà ai fan di provare la console in anteprima. Questa strategia riprende l’approccio adottato per il primo Switch, rivelatosi efficace nel creare entusiasmo tra il pubblico.

Nintendo Switch 2 con Dock Station
Nintendo Switch 2 con Dock Station

La retrocompatibilità è stata esplicitamente confermata con un testo alla fine del video. Gli utenti potranno quindi continuare a giocare ai loro titoli preferiti, mantenendo la libreria esistente.

Il video ha quindi confermato molte delle indiscrezioni emerse negli ultimi mesi. Il design, le funzionalità e persino i tempi di annuncio si allineano perfettamente ai leak, generando aspettative altissime per questa nuova generazione di console. Nintendo Switch 2 promette di essere un altro successo per la casa giapponese, consolidando il suo ruolo di leader nell’industria del gaming.

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Editoriali

L’esplorazione come narrazione: da Stray a Flow

Cosa significa esplorare? Conoscere l’ignoto o scoprire meglio sé stessi? Nel cinema e nei videogiochi l’esplorazione può assumere diverse forme come il viaggio interiore di un personaggio o la scoperta di un nuovo mondo. Stray (2021) e Flow (2024) rappresentano due prospettive complementari sullo stesso tema, invitando a riflettere su come l’ambiente e la narrazione visiva possano trasformarsi in un potente strumento di connessione emotiva.

Stray, celebre videogioco indie di BlueTwelve Studio e Annapurna Interactive, è ambientato in una città futuristica in declino, dalle tinte cyberpunk, popolata da robot senzienti. Il giocatore assume il ruolo di un gatto randagio che intraprende un viaggio per ritrovare la strada di casa. Lungo il suo percorso svilupperà un’amicizia insolita con un’IA chiamato B12, scoprendo pian piano frammenti di un mondo un tempo esistente e attualmente privo di esseri umani.

Flow, film d’animazione di Gints Zilbalodis narra le avventure di un micio solitario alle prese con un diluvio universale. La ricerca di un modo per sopravvivere lo porterà ad intraprendere un viaggio in compagnia di altri animali attraverso paesaggi onirici e surreali.

La narrazione visiva in videogiochi e film

La narrazione visiva differisce profondamente tra medium videoludico e cinematografico.

Nel sistema di coinvolgimento ludico una caratteristica essenziale è l’interattività: la richiesta di un comando da parte del giocatore che non si limita all’osservazione della scena che gli si pone davanti. Sono presenti rarissimi casi cinematografici in cui questo è possibile, come Bandersnatch (2018)o Erica (2019), ma si tratta principalmente di film in cui è possibile imboccare diverse biforcazioni narrative. Quello a cui mi riferisco è in particolar modo la possibilità di esplorare il mondo che ci circonda scegliendo noi cosa, come e a quale ritmo vederlo.

Stray utilizza la narrazione visiva in modo profondamente interattivo. La città con i vicoli illuminati da neon e le atmosfere decadenti diventa un espediente narrativo a sé stante che racconta la storia di un mondo in cui l’elemento antropico è svanito ormai da tempo, lasciando spazio alle macchine. Il giocatore scopre gradualmente l’ambiente esplorandolo, scoprendo via via pezzi di un puzzle più grande. Il racconto si evolve dinamicamente adattandosi alle nostre azioni, proprio come un viaggio esplorativo che diventa metafora del nostro coinvolgimento.

La narrazione cinematografica, al contrario, si concentra sulla capacità di guidare lo spettatore attraverso un percorso emotivo e visivo senza l’intervento diretto. In Flow questo processo è affidato principalmente all’animazione, all’estetica minimalista e al movimento del protagonista.

Pur essendo un film, privo dunque di un naturale elemento interattivo, la regia riesce ad offrire l’illusione di un’esplorazione attiva. La curiosità del micio guida la narrazione visiva, stimolando l’immaginazione dello spettatore su ciò che potrebbe nascondersi oltre i limiti visibili dell’ambiente che lo circonda.

L’importanza dell’elemento ambientale

Stray: luce

Ad arricchire l’esperienza narrativa, l’ambiente non rappresenta solo lo scenario in cui si svolgono gli eventi, ma interagisce direttamente con il protagonista favorendo la connessione tra i due.

In Stray, l’interazione con l’ambiente conferma il ruolo attivo degli scenari. Ciò è evidente sin dalle prime ore di gioco con i neon che lampeggiano in risposta al miagolio del gatto. La presenza di ostacoli che si frappongono tra lo spostamento da un’area all’altra contribuisce alla resa di un mondo vivo e reattivo. Inoltre, la meccanica del parkour, lo spostamento di oggetti e la presenza di puzzle ambientali, pur nella loro semplicità, stimolano la curiosità del giocatore suggerendogli di soffermarsi di più sui vari luoghi che si trova davanti e restituendo l’idea di un ambiente non solo vissuto, ma anche oggetto di modifiche da parte del protagonista.

In Flow i paesaggi evocativi rappresentano stati emozionali e cambiamenti interiori del protagonista. L’esplorazione di spazi differenti delinea un ritmo dinamico in cui ogni frammento dell’avventura diventa essenziale per la costruzione di un disegno più grande, generando una dinamica implicitamente simbolica.

Tematiche e simbolismo

A livello tematico le due opere contengono alcuni spunti simili pur mantenendo la loro unicità e le loro differenze.

Una delle tematiche più importanti, se non la principale, apparentemente antitetica rispetto all’assenza degli esseri umani è proprio la riflessione sul concetto di umanità. Entrambe le opere si pongono un interrogativo fondamentale: “È indispensabile essere umani per possedere umanità?” Questo viene esplorato attraverso personaggi che, in situazioni ardue manifestano qualità tipicamente umane quali l’altruismo e l’empatia.

Stray: gioco


In Stray, l’assenza degli esseri umani è una diretta conseguenza della progressione tecnologica incontrollata. In questo mondo, privo ormai di esseri umani, i robot senzienti hanno sviluppato valori e legami che richiamano caratteristiche tipicamente umane. Il gatto, unico essere vivente presente, attraversa il mondo devastato e, grazie alle sue interazioni, si pone come catalizzatore di riflessioni sul significato di umanità, suggerendo che le caratteristiche che crediamo ci appartengano possono emergere anche oltre i confini dell’umanità biologica.

In Flow, il viaggio è narrato attraverso un cast di soli animali. Le loro rappresentazioni allegoriche ci mostrano come l’armonia, basata su compromessi e somiglianze più che differenze sia essenziale per affrontare un pericolo comune.

L’elemento acquatico si rivela centrale, passando da forza distruttiva a presenza costante che modella il percorso del protagonista. Più di un semplice disastro naturale, assume un significato simbolico, diventando spazio di esplorazione e adattamento. Il gatto, attraversando e riaffrontando l’acqua in più occasioni, trasforma la sensazione di minaccia in un’opportunità di crescita.

La ragione della scomparsa umana è indefinita, anche se si lascia intendere che la causa sia una malagestione delle risorse naturali.

Stray: passeggiata

Esperire le due opere

In definitiva, Stray, si affida all’interattività come aspetto basilare per veicolare il coinvolgimento emotivo. I luoghi evocativi raccontano il mondo distopico in cui ci muoviamo, mentre i legami che sviluppiamo con i personaggi, principali e secondari, arricchiscono l’esperienza del giocatore.

Un tratto significativo del gioco è la capacità di farci sentire davvero nei panni di un gatto: funzioni che a prima vista sembrano semplici espedienti ludici come la possibilità di miagolare, farsi le unghie o accoccolarsi su una superficie morbida restituiscono invece una sensazione ben più profonda. Questi momenti, apparentemente giocosi, contribuiscono a costruire un’intesa affettiva con il protagonista, amplificando l’immersione e offrendo al giocatore una nuova dimensione sensoriale coinvolgente.

Stray: riposo

Flow punta ad offrire un’opportunità meditativa, in cui l’assenza di dialogo diventa fondamentale per non disturbare la quiete del viaggio intrapreso dal protagonista. Lo spettatore si trova dunque in una posizione di contemplazione passivo-riflessiva.

Il ritmo del film segue una linea sinuosa, che si muove fluidamente, si trasforma, avanza e a tratti sembra tornare indietro in una danza che rispecchia lo stato emotivo del personaggio principale. La colonna sonora sposa perfettamente questo concetto, coinvolgendo lo spettatore a un livello profondo. I suoni, infatti, sembrano accompagnare ogni movimento del gatto, trasformandosi in un filo conduttore che ne guida l’attenzione e amplifica l’immedesimazione.

Conclusione

L’esplorazione, come tema centrale, viene trattata in modo unico sia nel contesto cinematografico che videoludico. Entrambe le esperienze ci offrono modi diversi di esplorare, ma al contempo ci accompagnano verso lo stesso fine: la scoperta di sé, del mondo intorno a noi e delle emozioni che lo definiscono.

L’analisi delle due opere, Stray e Flow, rende più ovvia la sfumatura tra i due media, con il cinema che si ispira all’interattività del videogioco e i videogiochi che adottano tecniche narrative cinematografiche.

Il medium videoludico, con la sua capacità di coinvolgere attivamente lo spettatore, si afferma come una forma d’arte a sé stante, che combina estetica, narrazione e interattività, arricchendo la percezione dell’arte contemporanea e offrendo nuove modalità di espressione e di fruizione culturale.

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Il prossimo Xbox Developer Direct sarà trasmesso questo mese

Il prossimo Xbox Developer Direct è ufficialmente in programma per giovedì 23 gennaio 2025. L’evento, trasmesso in diretta sui canali ufficiali Xbox, inizierà alle 19:00 ora italiana. Durante la presentazione, i creatori di alcuni dei titoli più attesi del momento sveleranno nuovi dettagli sui giochi in arrivo per Xbox Series X/S, PC e Xbox Game Pass.

Tra i protagonisti dell’evento ci saranno DOOM: The Dark Ages, South of Midnight e Clair Obscur: Expedition 33. La line-up offre uno sguardo esclusivo su progetti sviluppati da team di fama internazionale come id Software, Compulsion Games e Sandfall Interactive.

Un viaggio tra studi e anteprime esclusive

L’Xbox Developer Direct di gennaio 2025 porterà i fan in un tour virtuale attraverso gli studi che stanno lavorando a questi giochi. Da Montpellier, in Francia, Sandfall Interactive mostrerà il dietro le quinte di Clair Obscur: Expedition 33, un nuovo RPG ambientato in un mondo fantasy ricco di dettagli. Id Software, invece, presenterà DOOM: The Dark Ages, prequel della moderna saga di DOOM, ambientato in un’oscura epoca medievale. Infine, Compulsion Games offrirà un approfondimento su South of Midnight, un action-adventure che esplora il folklore del profondo sud degli Stati Uniti.

L’evento offrirà anche uno sguardo a un progetto ancora non annunciato, mantenendo alta l’attenzione per possibili sorprese.

Gli spettatori interessati possono seguire la trasmissione sui canali ufficiali Xbox per scoprire i dettagli esclusivi di queste produzioni. Con DOOM: The Dark Ages, South of Midnight e altre novità in arrivo, l’evento si preannuncia come un appuntamento imperdibile per i fan e i curiosi del mondo videoludico.

Non resta che attendere il 23 gennaio per scoprire cosa Xbox ha in serbo per tutti la sua community.

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Assassin’s Creed Shadows rinviato a marzo: Ubisoft spiega le ragioni

Assassin’s Creed Shadows è stato rinviato: Ubisoft ha ufficializzato lo spostamento della data di uscita al 20 marzo 2025. La decisione è stata motivata dalla necessità di implementare i feedback dei giocatori raccolti negli ultimi mesi e ottimizzare la qualità dell’esperienza fin dal lancio. Questo capitolo, descritto come uno dei più ambiziosi della saga, rappresenta un’importante sfida per lo studio, che punta a ridefinire gli standard del franchise.

Secondo il CEO Yves Guillemot, il rinvio permetterà agli sviluppatori di completare il lavoro con maggiore attenzione ai dettagli e alle aspettative della community. “Abbiamo deciso di fornire un mese aggiuntivo per garantire che Assassin’s Creed Shadows soddisfi appieno il suo potenziale”, ha spiegato Guillemot.

Ubisoft in fase di riorganizzazione

Il rinvio del gioco si inserisce in un quadro di trasformazione aziendale più ampio. Ubisoft sta rivedendo la propria struttura per migliorare l’efficienza operativa, con un obiettivo di riduzione dei costi pari a 200 milioni di euro entro l’anno fiscale 2025-26. Tra le misure intraprese, la chiusura di tre studi situati in aree ad alto costo e la cancellazione del progetto XDefiant.

Le difficoltà non si limitano allo sviluppo di Assassin’s Creed Shadows. Le vendite del periodo natalizio, tra cui quelle di Star Wars Outlaws, non hanno raggiunto le aspettative. Nonostante ciò, Ubisoft punta a chiudere l’anno fiscale con circa 1,9 miliardi di euro in prenotazioni nette, grazie a nuove partnership e alla monetizzazione dei diritti di streaming.

Con Assassin’s Creed Shadows rinviato, Ubisoft dimostra la volontà di dare priorità alla qualità rispetto alla velocità, cercando di consolidare il rapporto con i giocatori e rilanciare il franchise con uno dei capitoli più promettenti della serie.

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Ubisoft continuerà a ridurre i costi

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Ubisoft continuerà a ridurre i costi

Ubisoft ha annunciato una serie di misure strategiche, volte a ridurre i costi, per migliorare l’efficienza operativa e ottimizzare il valore delle sue proprietà intellettuali. Tra le novità più rilevanti, il lancio di Assassin’s Creed Shadows è stato posticipato al 20 marzo. Questa decisione è stata presa per integrare al meglio i feedback ricevuti dai giocatori negli ultimi tre mesi. Ubisoft punta a consegnare un titolo di qualità superiore e un’esperienza di gioco più coinvolgente fin dal Day-1.

L’annuncio rientra in un quadro più ampio di ristrutturazione aziendale. L’obiettivo di Ubisoft è ridurre i costi operativi di oltre 200 milioni di euro entro l’anno fiscale 2025-26, rispetto al 2022-23. Per raggiungere questo risultato, Ubisoft ha chiuso tre studi di produzione situati in aree ad alto costo e ha cancellato il progetto XDefiant. Inoltre, le vendite del periodo natalizio non hanno raggiunto le aspettative, con il recente Star Wars Outlaws che non ha performato come previsto.

Assassin’s Creed Shadows: la nuova strategia

Secondo Yves Guillemot, CEO e co-fondatore di Ubisoft, “Abbiamo preso decisioni cruciali per ristrutturare il gruppo e offrire esperienze di gioco di altissimo livello. Assassin’s Creed Shadows rappresenta uno degli sforzi più ambiziosi nella storia del franchise, e crediamo che il tempo extra di sviluppo ci consentirà di rispettare pienamente il potenziale del gioco.”

Ubisoft mira a chiudere l’anno fiscale con circa 1,9 miliardi di euro di prenotazioni nette, sfruttando nuove opportunità di partnership e la monetizzazione dei diritti di streaming. Tuttavia, il bilancio prevede un margine operativo che si avvicina al pareggio.

La ristrutturazione di Ubisoft è in atto e non ha da escludere la volontà del CEO di vendere la soceità. Con il rinvio di Assassin’s Creed Shadows, l’azienda spera di rafforzare, con una certa disperazione, il rapporto con la sua comunità e rilanciare il suo ruolo di leader nell’industria.

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Recensioni

Marvel Rivals – Recensione

Se c’è un gioco che, nelle ultime settimane, ha saputo far parlare di sé, questo è certamente Marvel Rivals. L’hero Shooter targato NetEase Games, nonostante appartenga ad un genere decisamente saturo, ha infatti saputo imporsi con forza sul mercato e coinvolgere un numero davvero importanti di giocatori. Dopo un lungo periodo di prova, siamo pronti a darvi le nostre impressioni su questo autentico fenomeno con la nostra recensione di Marvel Rivals. Pronti a vestire i panni del vostro eroe preferito?

Scontro tra campioni

Come già più volte ricordato, Marvel Rivals appartiene al genere degli hero shooter. Nello specifico, potremo considerarlo uno sparatutto a squadre in terza persona. Dopo aver scelto il proprio eroe, il giocatore viene inserito in un team di sei partecipanti con cui sfidare un team avversario. L’obiettivo della partita cambia in base alle regole. Può trattarsi di difendere una determinata zona, di scortare un carico fino alla fine del percorso o un mix delle due cose.

Naturalmente, la scelta del nostro personaggio gioca un ruolo fondamentale. Oltre ad essere divisi in tre macro categorie (che esploreremo in seguito), ogni eroe o supercattivo dispone di un set di abilità uniche (di solito cinque o sei) che lo rendono completamente differente da ogni altro personaggio. Sta al giocatore individuare lo stile di gioco ed il personaggio a lui più congeniale o più adatto ad adeguarsi alle scelte degli altri giocatori.

Se quanto letto finora vi appare familiare, non vi sbagliate. Marvel Rivals infatti non offre davvero nulla di realmente nuovo o di originale rispetto ad altri esponenti del genere. Anzi, le similitudini coi titoli più famosi, Overwatch su tutti, sono più che evidenti. Come giustificare allora l’enorme successo che il gioco sta ottenendo?

A giudizio di chi scrive, la risposta alla domanda sta proprio nel titolo. Marvel Rivals riesce infatti a valorizzare e rappresentare in modo davvero efficace e dirompente gli straordinari personaggi della Marvel. Ogni personaggio del gioco, quasi senza eccezioni, è infatti non solo molto fedele alla sua controparte cartacea, ma risulta estremamente carismatico e ben rappresentato.

Ecco le meraviglie!

Marvel Rivals

Sebbene molte delle ultime produzioni cinematografiche targate Marvel siano state deludenti, l’affetto e l’interesse che gli eroi della casa delle idee sanno generare resta altissimo. E il successo di prodotti come X-Men 97 e Deadpool & Wolverine ne è la prova concreta. Marvel Rivals riesce proprio dove prodotti come What If? o Secret Wars hanno fallito: esaltare la forza e la personalità di questi personaggi.

Dal punto di vista della resa grafica, il gioco non si limita a presentare delle copie carbone delle versioni a fumetti o di quelle cinematografiche degli eroi. Ogni personaggio è infatti rappresentato con un aspetto molto particolare, grazie ad un’estetica che unisce alcune caratteristiche dei manga con lo stile dei comics occidentali. Avremo dunque Thor e Magneto dotati di barba e di un look più “anziano” e maturo, Wolverine che si presenta una divisa a metà strada tra il suo classico costume e la sua tenuta da motociclista e Spiderman che sfoggia l’ennesima variante del suo classico pigiamo rosso e blu.

Ma non è solo una questione estetica. All’interno del gioco ogni eroe è dotato di una serie di movenze, attacchi e abilità davvero in linea col suo personaggio. Se Wolverine, Hulk o Venom preferiscono gettarsi nella mischia a suon di cazzotti e attacchi a corta distanza, gente come Iron Man o The Punisher darà la prevalenza agli attacchi a distanza, magari anche da altezze elevate. Ci hanno colpito in particolare i personaggi di supporto, come Rocket Raccoon o Cloack&Dagger, dotati di set di abilità molto diversificati e originali, che li rendono estremamente divertenti da utilizzare.

A tutto questo aggiungiamo il fatto che Marvel Rivals presenta un cast davvero vastissimo. Sono infatti ben 33 i personaggi selezionabili, che spaziano da vere e proprie icone come i già citati Spiderman, Wolverine e Iron Man a personaggi meno noti come Jeff the Land Shark, Namor o Magik. Tutti comunque risultano ben pensati e ottimamente inseriti nel gioco. E secondo le ultime indiscrezioni, ben presto il gioco riceverà ulteriori personaggi.

I personaggi sono divisi in tre ruoli principali, ovvero duellante (i personaggi più votati all’attacco), avanguardia (personaggi dotati di molti punti vita, utili per concentrare su di sé il fuoco nemico e proteggere i compagni) e stratega (dotati di varie abilità di cura e supporto). Anche all’interno di queste macro categorie, come già detto, gli eroi risultano profondamente differenziati tra loro. Tra le avanguardie, ad esempio, abbiamo sia personaggi maggiormente votati alla difesa come Doctor Strange o Magneto, sia personaggi più agili ed offensivi come Venom.

Esistono anche alcune particolari abilità che i nostri personaggi possono usare solo se si trovano in combinazione con altri. Ad esempio, se Hulk ed Iron Man sono nello stesso Team, il vendicatore in armatura potrà utilizzare l’energia gamma del gigante di giada per potenziare i suoi attacchi. Questo elemento aggiunge un ulteriore tassello alla strategia da seguire nella costruzione dei team e propone una serie di combinazioni e trovate davvero divertenti e particolari.

Il bilanciamento del gioco finora è apparso abbastanza buono, anche se alcuni personaggi, come Venom e Scarlet Witch, sono sembrati avere una marcia in più. A difesa degli sviluppatori, c’è da dire che non è per nulla facile bilanciare un cast di quelle proporzioni…

Guerra temporale

Per quanto riguarda la storia, Rivals, almeno nel corso della prima stagione, si concentra sul contrasto tra il Dottor Doom e la sua versione 2099. Lo scontro tra le due versioni dell’eccentrico villain causa un’anomalia spaziotemporale che porta varie realtà parallele a sovrapporsi, col rischio di una catastrofe universale. Toccherà ai vari eroi del gioco risolvere la situazione e sventare la minaccia.

Sebbene non troppo originale, la trama del gioco è sicuramente intrigante. Purtroppo, per conoscere gli sviluppi della storia, il giocatore è costretto a ricorrere ad altri media. All’interno del gioco infatti sono presenti solo brevi accenni alla trama, sbloccabili attraverso una serie di illustrazioni e descrizioni. Il sistema più veloce per conoscerre la trama nei dettagli è attraverso il webcomic Marvel Rivals Infinity, disponibile sulla piattaforma Marvel Unlimited.

Un peccato davvero, a nostro giudizio. Sebbene il gioco sia totalmente rivolto al pvp, sarebbe stato bello offrire ai giocatori la possibilità di conoscere lo svolgimento della trama attraverso la loro progressione nel gioco. Pazienza.

Situazioni familiari

Le modalità di gioco, all’interno di Marvel Rivals, non sono moltissime. Il gioco propone anzitutto una modalità allenamento, abbastanza completa anche se dedicata solo ad un numero limitato di eroi. Viene anche fornita la possibilità di partecipare a partite di allenamento contro la CPU, utili per padroneggiare i vari personaggi.

Il cuore dell’esperienza è ovviamente rappresentato dalla modalità online. Marvel Rivals propone anzitutto la modalità Conquista arcade. All’interno di essa le due squadre di giocatori non fanno altro che randellarsi a vicenda. Nel momento in cui un giocatore viene eliminato, lascia una serie di gemme di energia. Vince la squadra che per prima riesce a raggiungere le 50 unità. Una modalità semplice, ma divertente e scanzonata, utile per familiarizzare coi vari personaggi in un contesto competitivo.

Partita veloce invece propone partite a round singolo basate sulle quattro modalità principali del gioco, ovvero, convergenza, scorta e dominio. Nella modalità dominio entrambe le squadre dovranno puntare a conquistare una determinata zona della mappa. Una volta ottenuto il controllo su essa, per vincere occorre difenderla fino al riempimento di una barra dedicata. Una volta che una delle due squadre riesce a portarla al 100%, si garantisce la vittoria.

Nelle modalità scorta e convergenza le due squadre vengono assegnate casualmente all’attacco o alla difesa. In scorta la squadra attaccante deve raggiungere un particolare oggetto presente nella mappa e accompagnarlo fino alla fine della mappa. Scopo della difesa sarà naturalmente impedire il raggiungimento dell’obiettivo. Convergenza infine è una sorta di mix delle due modalità precedenti. La squadra attaccante deve raggiungere e conquistare tre differenti checkpoints presenti nella mappa, mentre i difensori devono impedire la conquista difendendo i vari traguardi.

Quando il gioco si fa duro

Ogni partita regala al giocatore una certa quantità di punti esperienza, che lo portano progressivamente a salire di livello. Una volta raggiunto il livello 10, viene sbloccata la modalità competitiva. All’interno di queste partite vengono riproposte le modalità già viste in partita veloce. In questo caso, però, ogni partita si svolge al meglio dei tre round. Di conseguenza, Le squadre giocano a turno sia in attacco che in difesa.

Ancora una volta, nulla di particolarmente innovativo da segnalare. Tutte queste modalità seguono in maniera chiara gli standard di ogni hero shooter. Di conseguenza, appariranno molto familiari a chi è pratico di questo genere di giochi. In generale, comunque, ogni partita risulta sempre abbastanza interessante e divertente, premiando molto più il gioco di squadra e la capacità di adattarsi ai propri compagni piuttosto che le abilità individuali.

Anche gli scenari sono, nel complesso, ispirati e ben realizzati. Le mappe sono in tutto nove, divise su cinque ambientazioni principali, ovvero Yggsgard, Tokyo 2099, l’impero intergalattico del Wakanda, Klyntar (pianeta dei simbionti) e la base Hydra di Charteris. Ogni stage appare ben strutturato ed esteticamente piacevole. Per ottenere buoni risultati è necessario conoscere bene la mappa e sapere come muoversi all’interno di essa. Risulta importante soprattutto memorizzare correttamente la posizione dei vari punti di cura presenti nella mappa.

Analisi tecnica

Marvel Rivals

Dal punto di vista tecnico, Marvel Rivals è certamente un buon prodotto. La grafica è estremamente pulita e colorata, rendendo sempre chiaro quello che sta accadendo ed evitando situazioni troppo confuse. Anche le animazioni e la fluidità di gioco appaiono ottime e rendono l’esperienza piacevole ed appagante.

Il comparto sonoro, pur senza far gridare al miracolo, propone musiche orecchiabili e coinvolgenti. Meritano una menzione le voci scelte per i vari personaggi, tutte davvero molto azzeccate. Anche la giocabilità risulta buona, con controlli semplici ed intuitivi. Il matchmaking è di solito molto veloce ed offre tempi di attesa davvero brevi per le varie partite. Il gioco online non ha mostrato particolari rallentamenti o problemi di lag, anche nelle partite crossplay. Una piccola nota di biasimo va invece negli accoppiamenti dei vari team, che in diverse partite sono risultati davvero sbilanciati.

Veniamo ora alla questione ricompense e oggetti acquistabili, da sempre croce e delizia di questo tipo di produzioni. Vincendo le varie partite e salendo di livello si ottengono alcuni cristalli colorati, utili per riscattare alcune ricompense. Si tratta però, nella stragrande maggioranza dei casi, di semplici immagini o titoli. La stragrande maggioranza dei contenuti va sbloccata tramite l’uso di una particolare valuta ottenibile solo scambiandola con denaro vero.

Trattandosi di un prodotto free to play, strategie di questo tipo sono quasi inevitabili. A difesa del gioco, dobbiamo specificare che finora tutto il materiale acquistabile è puramente estetico. Dunque, vittoria o sconfitta dipendono unicamente dalle abilità dei giocatori. Vedremo come evolverà la situazione con l’arrivo delle prossime stagioni.

Tirando le somme

In conclusione, Marvel Rivals è sicuramente un buon prodotto. Pur non portando nessuna reale innovazione di gameplay e contenuti che lo elevi, lo sparatutto NetEase riesce ad emergere grazie al carisma dei suoi personaggi e alla sua ottima realizzazione.

Inoltre, gli sviluppatori hanno finora mostrato di tenere molto al progetto e stanno realizzando costanti aggiornamenti. Per la stagione invernale , per esempio, è stata aggiunta una nuova modalità dedicata a Jeff the Landshark ed ispirata a Splatoon.

Sarà davvero interessante vedere come si evolverà la situazione del gioco e se NetEase sarà abile nel mantenere sempre alta l’attenzione dei giocatori verso il suo prodotto. Finora il gioco è stato premiato, ottenendo giudizi generalmente favorevoli e soprattutto raggiungendo numeri molto alti per quanto riguarda il numero di giocatori online. Il successo, per quanto ci riguarda, è stato finora meritato e speriamo che Marvel Rivals sappia migliorarsi e rinnovarsi costantemente nel corso delle prossime stagioni.

Conclusione

Marvel Rivals è un hero shooter divertente, frenetico e coinvolgente. Certo, il gioco non offre alcuna reale innovazione, ma l’ottima realizzazione tecnica, l’incredibile carisma dei suoi protagonisti e la loro eccellente resa grafica donano a Marvel Rivals una marcia in più. Inoltre la grande attenzione posta dagli sviluppatori sul gioco e sui suoi aggiornamenti fanno pensare ad una continua evoluzione positiva. Da provare assolutamente, soprattutto se amate i supereroi.

Dettagli e Modus Operandi
  • Piattaforme: PS5, Xbox Series S|X, PC
  • Data uscita: 6/12/2024
  • Prezzo: Free to play

Ho provato il gioco a partire dal day one su PlayStation 5.

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Sega svela il progetto per il nuovo Virtua Fighter

Nelle scorse ore Sega ha deciso di rivelare un nuovo video relativo a quello che sembrerebbe essere il nuovo capitolo della saga di Virtua Fighter. Il video, nominato Virtua Fighter Project, è stato realizzato dai ragazzi del Ryu Ga Gotoku Studio e mostra uno scambio di colpi tra due versioni di Akira, storico protagonista della serie.

Un video dedicato al nuovo Virtua Fighter era già stato mostrato durante i Game Awards. Di conseguenza, il video uscito oggi sembra essere la conferma definitiva che qualcosa sta davvero bollendo in pentola. Per chi non lo sapesse, Virtua Fighter è una serie di picchiaduro 3d nata a fine anni 90 e per anni si è conteso con Tekken il titolo di miglior gioco nel suo genere. Caratteristica di questa serie è sempre stata la sua estrema compelssità, oltre ad un gameplay molto tecnico e preciso.

Il trailer mostrato è estremamente breve e gli sviluppatori stessi precisano che si tratta solo di un in-engine footage. Tuttavia, il trailer rivela diversi elementi davvero interessanti. Il gioco mostra infatti una serie velocissima di attacchi, parate e contrattacchi, più simili ad una sequenza di un film di arti marziali che ad un picchiaduro. Da fan della saga, ammetto che questo breve filmato ha saputo catturare il mio interesse e la mia attenzione. Speriamo davvero che Sega porti avanti il progetto e che questo possa concretizzarsi in un gioco all’altezza della sua eredità!

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Zelda: Echoes of Wisdom inizialmente era un sequel di Link to the Past

Zelda Echoes of Wisdom, il nuovo capitolo dell’amata saga, nasconde un’origine sorprendente: inizialmente era stato concepito come un sequel diretto di Link to the Past. Durante un’intervista, il team di sviluppo, Grezzo, ha rivelato che l’opera ha subito importanti cambiamenti per diventare il gioco che conosciamo oggi.

La connessione con Link to the Past non è però andata perduta. La mappa di Zelda Echoes of Wisdom presenta chiari richiami al classico del 1991, con strutture e ambientazioni familiari che hanno subito una rivisitazione. Anche alcune razze storiche, come i River Zora e i Deku Scrubs, fanno il loro ritorno, integrandosi perfettamente nel mondo di gioco. “Abbiamo scelto le razze in base alle aree tematiche,” ha spiegato Sano, “ad esempio, i River Zora abitano zone acquatiche, mentre i Deku Scrubs vivono nei boschi”.

Un’evoluzione narrativa e di gameplay

Inizialmente, la trama di Zelda Echoes of Wisdom era pensata per seguire direttamente le vicende di Link to the Past. Tuttavia, il team ha deciso di spostare l’attenzione sulla principessa Zelda, rendendola il fulcro della narrazione e introducendo nuove meccaniche di gioco legate a “echi” temporali. “Le fratture che si diffondono in Hyrule sono come una malattia,” ha aggiunto il team, paragonando questo elemento alle influenze narrative di mondi paralleli già visti nella saga.

Un altro elemento chiave è il Mondo del Nulla, una dimensione alternativa che richiama i mondi di giochi precedenti, come Link to the Past e Twilight Princess. Questa dimensione aggiunge profondità alla trama e nuovi enigmi da risolvere, mantenendo viva la tradizione della serie.

Con Zelda Echoes of Wisdom, Nintendo si propone di onorare il passato della saga offrendo allo stesso tempo un’esperienza innovativa. Il legame con Link to the Past si intreccia a una visione moderna, promettendo un’avventura che conquisterà tanto i fan storici quanto i nuovi giocatori.

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Judas, Ken Levine vuole superare i confini del racconto interattivo

Ken Levine, celebre creatore della saga BioShock, ha offerto uno sguardo approfondito su Judas, il primo gioco sviluppato dal suo studio, Ghost Story Games. Durante una recente intervista, Levine ha discusso delle ambizioni narrative e delle difficoltà tecniche che stanno plasmando il progetto. Con Judas, Ken Levine punta a superare i confini del racconto interattivo, cercando di rendere le decisioni del giocatore centrali e profondamente influenti.

Nel descrivere il gioco, Levine ha spiegato che l’obiettivo è creare un’esperienza dove i personaggi reagiscono dinamicamente alle azioni del giocatore. “Osservare il giocatore e scrivere dialoghi che rispondano in modo organico alle sue scelte è un lavoro immenso,” ha dichiarato. Questa filosofia rappresenta un netto distacco dai titoli di Bioshock, descritti da lui stesso come “lunghi corridoi con punti di attivazione narrativa”.

Un nuovo approccio alla narrativa

Levine ha sottolineato come Judas cerchi di superare i limiti tradizionali dei videogiochi. Nonostante l’industria abbia ormai superato i cinquant’anni di età, sostiene che le potenzialità del medium sono ancora in gran parte inesplorate. “Non credo ci sia un modo unico di fare giochi, ma la sfida principale con Judas è creare una storia che sia davvero responsiva alle scelte dei giocatori” ha spiegato.

Uno degli aspetti più interessanti di Judas è l’equilibrio tra libertà e narrativa. Secondo Levine, è fondamentale mantenere i drammi narrativi intensi senza far sentire il giocatore costretto. “Non vogliamo che i giocatori si sentano pressati, ma piuttosto liberi di esplorare ogni angolo del mondo.”

La scelta di un approccio più complesso, tuttavia, ha rallentato lo sviluppo del gioco. “Il controllo che dai al giocatore rende il lavoro più duro per lo sviluppatore, ma è il compromesso che abbiamo scelto per offrire qualcosa di nuovo,” ha concluso.

Con Judas, Ken Levine mira a ridefinire il modo in cui i videogiochi raccontano storie, promettendo un’esperienza unica e altamente immersiva.

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Black Myth: Wukong rinviato su Xbox a causa di Series S

Il game director di Black Myth: Wukong ha spiegato perché Black Myth: Wukong è stato rinviato su Xbox Series S/X. La causa? I limiti tecnici della Xbox Series S, che starebbero rallentando l’ottimizzazione del gioco per l’intera piattaforma Microsoft. L’annuncio è arrivato tramite un post su Weibo, il popolare social network cinese, e ha rapidamente acceso discussioni online.

Nel messaggio, il game director ha sottolineato come la console più economica della lineup Xbox rappresenti una sfida tecnica significativa. Con appena 10 GB di memoria condivisa e una potenza di elaborazione inferiore rispetto alla Series X, la Series S richiede uno sforzo di ottimizzazione che il team non è ancora riuscito a completare. “Non abbiamo anni di esperienza per ottimizzare così tanta memoria limitata,” ha scritto il director, aggiungendo una nota di frustrazione ma anche di determinazione nel voler mantenere alti gli standard qualitativi del gioco.

Nonostante le difficoltà, il team di sviluppo ha rassicurato i giocatori: la priorità resta offrire un’esperienza immersiva e tecnicamente impeccabile. “Ci stiamo impegnando al massimo,” ha concluso il game director. Resta da vedere come Microsoft, che aveva smentito queste voci, risponderà a questa sfida tecnica. Il rinvio di Black Myth: Wukong rappresenta, ancora una volta, il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e accessibilità nel mondo dei videogiochi.

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