Il confine tra videogiochi e giochi da tavolo è spesso labile. Concettualmente si tratta della stessa idea ma applicata con una tecnologia diversa, e di conseguenza pubblico differente. Molto spesso però giocatore e videogiocatore collimano sulla stessa persona. E lo stesso può avvenire con giochi. Drop Duchy, il nuovo gestionale e strategico annunciato di Sleepy Mill Studio e The Arcade Crew, sembra essere l’anello di congiunzione tra i due mondi.
Esattamente come un gioco da tavolo alla tedesca (a noi ricorda Carcassonne), Drop Duchy promette di essere un videogioco intuitivo e veloce, ma allo stesso tempo ricco di strategia roguelite e gestione delle risorse. Nel trailer pubblicato su YouTube, il titolo si mostra come un deck builder in cui bisognerà posizionare le proprie tessere, raccogliere risorse e scontrarsi con agguerrite forze nemiche.
Drop Duchy è stato annunciato per l’autunno 2024 attualmente solo su PC, ma una demo sarà pubblicata su Steam nelle prossime settimane.
Nella prima decade degli anni 2000, gli appassionati di manga e anime hanno vissuto una nuova età dell’oro grazie all’avvento dei Big Three: One Piece, Naruto e Bleach. A distanza di tredici anni da Soul Resurrección per PlayStation 3, l’opera di Tite Kubo ritorna a essere un videogioco di cui sappiamo ancora spaventosamente poco, ma di cui abbiamo almeno un titolo, Bleach: Rebirth of Souls.
Bandai Namco ha pubblicato un trailer abbastanza criptico cui sono mostrati alcuni dei più celebri personaggi del manga e dell’anime come Ichigo Kurosaki, Rukia Kuchiki, Uryu Ishida e Yasutora Sado. Ulteriori dettagli sul gameplay non sono stati svelati, ma sappiamo che a comporre le musiche ci sarà Takeharu Ishimoto (Final Fantasy X, Kingdom Hearts II). Bleach: Rebirth of Souls è in sviluppo presso Tamsoft Corporation, specializzata soprattutto in picchiaduro e hack and slash, ma anche alcuni exploit come il loro ultimo gioco, tratto proprio da un manga: Captain Tsubasa: Rise of New Champions.
Il videogioco sarà disponibile, con data ancora da annunciare, su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S e PC.
La dodicesima edizione degli Italian Video Game Awards ha incoronato il miglior gioco italiano del 2024. La statuina del Best Italian Game è andata a Mediterranea Inferno di Eyeguys e Santa Ragione. La kermesse, organizzata da IIDEA a Firenze, presso il Cinema La Compagnia, ha consegnato sei statuine in totale tra cui anche il Best Italian Debut Game finita tra le mani di Michele Pirovano per dotAGE.
Qui tutti i vincitori degli Italian Video Game Awards 2024:
Best Italian Game: Mediterranea Inferno – Eyeguys/Santa Ragione
Best Italian Debut Game: dotAGE – Michele Pirovano
Outstanding Art: Universe for Sale – Tmesis Studio
Outstanding Individual Contribution: Elisa Farinetti – Broken Arms Games
Il miglior gioco italiano, Mediterranea Inferno, è una visual novel il cui gameplay consiste nell’immergersi nella trama ricca di testo e prendere delle scelte all’interno di dialoghi a scelta multipla. I protagonisti sono tre amici omosessuali a cui verrà offerto un frutto che sembra causare delle allucinazioni estremamente realistiche. Spetterà al giocatore decidere a chi dare il frutto e seguirne gli avvenimenti.
Il miglior debutto del 2024, dotAGE, è city builder a turni in cui bisognerà curarsi dell’evoluzione e del benessere dei propri concittadini, ricordandosi di dare sempre ascolto all’anziano del villaggio che ci avvertirà dei bisogni primari della popolazione, oltre che a rendere tutto estramemente complicato con i suoi messaggi di sventura.
Infine, il premio come migliore direzione artistica spetta a Universe for Sale, una visual novelfantascientifica interamente disegnata a mano. Ambientata su Giove, Universe for Sale basa il suo gameplay sulla possibilità di creare universi mischiando vari ingredienti e su una trama complessa e intrigante fino alla fine.
Il termine Hack and Slash fa normalmente riferimento a quelle categorie di gioco incentrati su forsennati combattimenti, di solito mediante l’uso di armi. A differenza di molti altri generi, tuttavia, le caratteristiche degli Hack and Slash tendono ad essere estremamente variabili. Di conseguenza, vengono inseriti in questa categoria anche giochi estremamente differenti tra loro. Scopo di questo articolo è effettuare una panoramica sugli hack and slash presentando allo stesso tempo alcuni degli esponenti più famosi interessanti di questa categoria.
Le origini degli Hack and Slash
Sebbene possa sembrare strano, la sigla Hack & Slash (letteralmente taglia e affetta) non nasce nel mondo videoludico. Questa espressione trova infatti le sue origini all’inizio degli anni 80 nel mondo dei giochi di ruolo cartacei, di cui Dungeons and Dragons è l’esponente più famoso. Nella fattispecie, i giocatori ricorrevano a questo termine per indicare quelle campagne quasi totalmente incentrate su azione e combattimento, nelle quali i misteri da risolvere e le varie trame dei personaggi passano in secondo piano.
Per quanto riguarda nello specifico il mondo dei videogiochi, il termine hack & slash è stato usato per la prima volta nel corso degli anni 80. Esso indicava tutti quei titoli action nei quali il protagonista poteva sfruttare una o più armi. Questa definizione tuttavia era estremamente generica. Potevano essere messi sotto questa etichetta sia giochi come Rastan, Shinobi e Captain Silver, caratterizzati da un semplice scrolling orizzontale, sia veri e propri beat them up a scorrimento in cui i protagonisti erano dotati di armi.
Proprio quest’ultima categoria finì col diventare sinonimo di Hack & Slash fino a circa metà degli anni 90. Durante questo periodo giochi come Golden Axe, King of Dragons o Guardian Heroes divennero vere e proprie pietre miliari del genere. Oltre al già citato uso delle armi, a caratterizzare questi giochi era l’ambientazione fantasy, con la presenza di creature provenienti dall’immaginario di questo genere, come draghi, grifoni e creature mitologiche, e l’uso della magia, di cui gli eroi protagonisti sono profondi conoscitori.
Nella terza dimensione (o quasi)
Nella seconda metà degli anni 90, dominata dalle console a 32 e 64 bit, il genere Hack & Slash non trovò grande spazio. Come sappiamo, in quel periodo storico il mercato era dominato principalmente dai giochi 3D. Di conseguenza, i classici beat them up a due dimensioni persero gran parte del loro appeal.Anche per quanto riguarda le avventure tridimensionali, il genere Hack & slash trovò ben poco spazio. Le avventure 3D del tempo infatti preferirono concentrarsi su trama ed esplorazione piuttosto che sul falciare orde di nemici a suon di spadate.
Nonostante questo, possiamo affermare che il massimo periodo di splendore del genere è proprio la seconda metà degli anni 90. Il merito è dovuto a quello che viene spesso definito come il capostipite del genere nell’immaginario comune: Diablo. Sebbene il titolo Blizzard presenti al suo interno numerosi elementi strategici e gestionali tipici dei giochi di ruolo, le sanguinose ed eccentriche fase di combattimento hanno permesso a Diablo di farsi conoscere come la massima espressione degli hack and slash, tanto da inaugurare dalla sua uscita nel 1996, un vero e proprio periodo di diablolike assimilabili al generedegli hack and slash isometrici. Tra i più famosi, possiamo citare Sacred, Titan Quest, Path of Exile e Torchlight.
Verso il nuovo millennio
Con l’inizio del nuovo millennio le cose cambiarono drasticamente. Sono stati davvero molti in questo periodo i titoli che hanno riproposto le atmosfere e i concept degli hack & slash tradizionali mescolandoli con le meccaniche e le possibilità offerte dalla terza dimensione e dalla potenza dei nuovi sistemi di gioco. Giochi come Onimusha: warlords e Devil May Cry affiancavano l’esplorazione e la risoluzione degli enigmi a tonnellate di sequenze action e combattimenti, a corta e lunga distanza, che richiamavano il divertimento e la giocabilità dei vecchi titoli anni 90.
Questi primi esperimenti furono ben presto seguiti da molti altri giochi, le cui saghe proseguono fino ai giorni nostri. Basti pensare ad esempio ai primi due capitoli di God of War, o alla versione del 2004 di Ninja Gaiden, uscito originariamente sulla prima Xbox.
Era chiaro come questa formula avesse dato nuova linfa vitale agli Hack & Slash, passati dall’essere semplici giochi di azione e combattimento a vere e proprie avventure tridimensionali. Naturalmente, il combattimento restava preponderante, ma poteva essere declinato in gameplay profondamente diversi, basati ora sulla velocità e la frenesia, ora sulla tattica e sull’ uso attento delle risorse.
Un genere nel genere
Sebbeno molti li definiscano con il termine nipponico Mosou,riteniamo che saghe come Dinasty Warriors rientrino nell’ampio spetto degli hack and slash. Nata originariamente come un semplice picchiaduro a incontri, la serie Koeu (poi Koei Techmo) si è evoluta in uno strano genere ibrido. All’interno di questa serie, al comando di uno o più eroi, il giocatore si trova catapultato in un campo di battaglia. Suo obiettivo sarà completare una serie di missioni per portare la vittoria al suo esercito. Anche in questo caso, gran parte del gameplay consiste nello sbaragliare le orde di soldati semplici che ci troveremo di fronte fino ad arrivare alle battaglie coi boss, molto più lunghe e logoranti.
É interessante notare come questa saga, inizialmente ambientata nel giappone feudale, abbia generato numerosi spin-off dedicati a molte altre saghe videoludiche. Basti citare Hyrule Warriors, Fire Emblem Three Hopes e Dinasty Warriors: Gundam.
Gli Hack & Slash oggi
Osservando il panorama videoludico contemporaneo, non si può non accorgersi di come il genere Hack & Slash risulti ormai diffusissimo. Numerosi giochi di successo appartengono proprio a questo filone o comunque condividono numerosi elementi con esso.
Col passare degli anni, saghe come God of War e Devil May Cry hanno ormai consolidato il loro successo, mentre giochi come Bayonetta si sono imposti sul mercato divenendo veri e propri must. Ci sono stati anche esperimenti meno riusciti, come Metal Gear Rising Revengeance, tentativo di trasportare la saga di Metal Gear Solid in un contesto action.
In altri casi, si è scelto di affiancare ai combattimenti frenetici un comparto narrativo di primissimo piano. É il caso, ad esempio, del celebre Nier Automata, che unisce un gameplay Hack & Slash di altissimo livello ad una storia profondissima e davvero complicata. Anche il recentissimo Stellar Blade si pone proprio su questa linea (pur non avvicinandosi minimamente alla bellezza delle trama del titolo Square-Enix).
Anche l’ormai famosissimo genere dei soulslike ha più di un elemento in comune con gli hack and slash. Titoli come Bloodborne, Elden Ring, Nioh e lo stesso Dark Souls, pur spostando l’attenzione dalla frenesia degli scontri alla sopravvivenza tramite lo studio attento del nemico, sono fondamentalmente avventure tridimensionali in cui si combatte per mezzo delle armi. Persino alcuni esponenti del genere rougelike, come ad esempio il recente Hades, propongono un gameplay che molto ha a spartire con le nostre avventure all’arma bianca.
Infine, dobbiamo ricordare come anche diverse saghe rpg abbiano scelto di virare verso l’action e l’azione. La saga di Final Fantasy, ad esempio, presenta sia nel sedicesimo capitolo che nei due remake dedicati a Final Fantasy VII numerose meccaniche che la avvicinano in parte a giochi come Devil May Cry.
Per tirare le fila, è evidente come il genere Hack & Slash, che negli anni 90 sembrava avviato verso l’oblio abbia vissuto una vera e propria seconda giovinezza. Vedremo ora come evolverà il genere. Saprà adattarsi ai tempi e ai gusti dei videogiocatori? O vivrà un nuovo tramonto? Solo il tempo potrà rispondere.
Ci aspettiamo che più di qualcuno di voi sentirà questo nome per la prima volta, ma ci sarà sicuramente una nicchia interessata a sapere che i primi tre capitoli di Desentsu No Starfysono ora disponibili su Nintendo Switch Online. Si tratta di una serie è composta da cinque episodi, usciti dal 2002 al 2009 su Game Boy Advance e Nintendo DS, con protagonista Starfy, una stella marina (e nel terzo episodio Starly, sua sorella) intenta ad attraversare diversi mondi sottomarini e a incontrare numerosi amici (e nemici) acquatici. Sviluppati dalla TOSE, si tratta di platform bidimensionali con uno stile e gameplay che ricordano molto Kirby.
Non sappiamo bene i motivi per cui l’azienda di Kyoto abbia deciso di portare solo adesso questi titoli anche in Europa dato che solamente l’ultimo capitolo per Nintendo DS e Game Boy Advance, con il nome di The Legendary Starfy, era riuscito a superare il confine nipponico nel 2009. Gli altri quattro, usciti tutti per Game Boy Advance, sono rimasti fino ad ora in Sol Levante (e il quarto sembra che momentaneamente ci rimarrà).
L’arrivo su Nintendo Switch Online, il servizio a pagamento di Nintendo che offre anche un vasto catalogo di titoli del passato, non ha portato alcun cambiamento al gioco, inclusa la lingua. Desentsu No Starfy 1, 2, 3 sono disponibili solo in lingua giapponese.
Era il 2006. Un’eternità per il mondo videoludico, ma anche per le scelte di marketing. Capcom aveva appena lanciato un gioco in esclusiva per Xbox 360. L’ambientazione era quella di Resident Evil, ma lo stile decisamente diverso. Arrivava nel mercato dei videogiochi Dead Rising. Diciotto anni dopo e svariate rimasterizzazioni nel mezzo, Capcom ha annunciato una data d’uscita per Dead Rising Deluxe Remaster.
Il giorno per tornare a impersonare il futuro Premio Pulitzer, Frank West, è il 19 settembre 2024 su Xbox Series X/S, PlayStation 5 e PC. Dead Rising Deluxe Remaster vuole essere la rimasterizzazione definitiva del primo capitolo e per farlo sfrutterà il RE ENGINE di Capcom.
Oltre alla tonnellata di gore già presente nell’opera originale, al Capcom Next l’azienda nipponica ha promesso che il gioco presenterà nuove caratteristiche e miglioramenti del gameplay. Il RE Engine permetterà un grafica fino a 4K, un frame rate di 60 FPS e modelli dei personaggi aggiornati, tra cui lo stesso Frank. Gli sviluppatori hanno anche promesso numerose feature per migliorare la quality of life tra cui il salvataggio automatico, la cui mancanza ha tanto fatto soffrire i fan del titolo originale.
Dopo tre film, A Quiet Place diventa anche un videogioco. Inutile dire che il nostro interesse è aumentato nel momento che in cui A Quiet Place: The Road Ahead sia stato annunciato come pubblicato da Saber Interactive e sviluppato dal team italiano Stormind Games noto per l’ottimo lavoro svolto con Remothered: Tormented Fathers.
Il primo trailer dedicato alla trama ci narra della protagonista di questa storia, una giovane studentessa universitaria che soffre di asma e che lotta per sopravvivere alla fine del mondo insieme al suo ragazzo, Martin. Purtroppo le creature da incubo che si aggirano per la terra non sono l’unica minaccia con cui dovrà confrontarsi mentre viaggia tra le rovine della civiltà alla ricerca di un rifugio sicuro per sé e la sua famiglia.
Il videogioco A Quiet Place: The Road Ahead arriverà su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S nel 2024.
Gli appassionati di giochi stealth e tattici in tempo reale hanno avuto modo di rimanere incuriositi da un annuncio indie: Sumerian Six, uno stealth tattico in tempo reale pieno di carisma che ci ha ricordato la serie Commandos. Artificier e Devolver Digital hanno pubblicato un video trailer in cui abbiamo scoperto un gioco con grafica in cel-shading (ricorda molto XIII) in cui una squadra di scienziati militari dovrà ribaltare le sorti della Seconda Guerra Mondiale, combattendo i nazisti a colpi di tecnologia e poteri arcani.
L’annuncio di Sumerian Six ha mostrato dei personaggi unici con una proprià personalit: la chimica in esilio Rosa Reznick, Wojtek l’orso mannaro e lo psicanalista esoterico Siegfried von Adelsberg. Ovviamente a ogni biografica corrisponde anche uno stile di combattimento e delel abilità uniche utili per sconfiggere i nazisti.
Chi è interessato al gioco può già provare i primi due capitoli iniziali scaricando la demo su Steam già disponibile.
Bisognerà attendere ancora qualche mese per vedere il city-bulding survival di 11 Bit Studios. Frostpunk 2 è stato rinviato e sarà pubblicato il 20 settembre 2024. Le motivazioni sembrano ricadere sulla volontà degli sviluppatori di prendersi ancora un po’ di tempo per implementare delle nuove feature già al lancio del gioco invece che renderle disponibili solamente attraverso delle patch post-day one.
La decisione è stata annunciata attraverso dei post su Steam design director Jakub Stokalski e dell’artist director Lukasz Juszczyk:
In base ai sondaggi che abbiamo ricevuto dopo aver giocato alla Beta, il voto medio che ci avete ci ha dato 8 su 10. Ve ne siamo molto grati! Allo stesso tempo, si trattava solo di una piccola fetta di un gioco in fase di sviluppo e di crescita. gioco. Sebbene il nostro backlog sia abbondante, è stata un’opportunità per noi di ascoltare ciò che vi è piaciuto e ciò che non è ancora arrivato.
Questo ci ha permesso di stabilire meglio le priorità e di portare in primo piano le caratteristiche e le e modifiche su cui stavamo già lavorando. Ma ci siamo anche resi conto che per garantire la migliore esperienza possibile al momento del lancio, abbiamo bisogno di più tempo tempo per completare lo sviluppo di Frostpunk 2. Ecco perché abbiamo preso la difficile decisione di rinviare l’uscita di Frostpunk 2 al 20 settembre 2024.
Jakub Stokalski e Lukasz Juszczyk
Oltre a migliorie relative all’interfaccia grafica e un cambio delle meccaniche di gameplay tra cui il ribilanciamento di alcuni hub e modifiche relative alla temperatura, 11 Bit Studios vorrebbe introdurre già al day one una nuova feature della città denominata: “Zoom Stories”, cioè la possibilità di zoomare in alcuni parti specifiche della città per osservare la vita di tutti i giorni dei nostri concittadini.
Mancano solo tre mesi all’uscita di Dragon Ball Sparking! ZERO, prevista per l’11 ottobre 2024, e come immaginabile Bandai Namco sta presentando tanti nuovi personaggi che saranno disponibili nel roster finale. Ad oggi sono ancora tanti i personaggi giocabili da mostrare e questa volta l’azienda giapponese si è concentrata sulla sfida “Spada vs Pugni”. Con un trailer dedicato, sono stati mostrati personaggi importanti, e meno importanti, provenienti da tutte le saghe di Dragon Ball.
Tra i personaggi di Sparking! ZERO che usano le spade, o che abbiano poteri molto vicino a quella che sembra essere un’arma da taglio, sono stati presentati, tra gli altri, anche: Darbula, Super Vegeku, Goku Black e Super Saiyan Rosé. Gli amanti dell’arma bianca invece potranno usare: Spopovich, Goku (Super), Goku Ultra Instinct, Ribrianne, Rozie o Anilaza.
Dragon Ball Sparking! ZERO è il sequel diretto di Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3. Arriverà questo autunno su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC.