Jurassic Park: Survival ha catturato la nostra attenzione ed è sicuramente uno dei videogiochi più attesi dagli amanti del franchise. Il titolo non sarà presente alla gamescom 2025, ma gli sviluppatori hanno pubblicato un dietro le quinte che offre un primo sguardo approfondito sul progetto in sviluppo per PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
Ambientato un giorno dopo gli eventi del film originale Jurassic Park del 1993, il gioco catapulta i giocatori su Isla Nublar, ricreata con una fedeltà senza precedenti. L’obiettivo è offrire l’esperienza definitiva: esplorare le aree iconiche del parco e scoprire luoghi inediti, pieni di misteri e pericoli.
Gameplay e caratteristiche principali di Jurassic Park: Survival
In Jurassic Park: Survival, il giocatore interpreta la dottoressa Maya Joshi (Payal Mistry), scienziata InGen rimasta intrappolata sull’isola. L’esperienza di gioco combina stealth in prima persona, azione e momenti ad alta tensione contro dinosauri progettati per riprodurre fedelmente movimenti e comportamenti visti sul grande schermo.
Tra le caratteristiche confermate:
Esplorazione libera di Isla Nublar: dalle porte monumentali del parco al Visitor Center, fino a nuove aree mai viste prima.
Sopravvivenza contro dinosauri iconici: velociraptor, tirannosauri e altre creature letali richiederanno astuzia e strategia per essere evitate o affrontate.
Gestione delle risorse e ambienti dinamici: il giocatore dovrà sfruttare ogni oggetto e ogni copertura per sopravvivere.
Con la promessa di unire fedele ricostruzione cinematografica e innovazione nel gameplay, questo nuovo capitolo potrebbe diventare un punto di riferimento per i giochi ispirati a Jurassic Park.
Hangar 13 ha pubblicato un nuovo gameplay di Mafia: Terra Madre, il capitolo ambientato in Sicilia agli inizi del ’900, in arrivo l’8 agosto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Il video, disponibile sul canale YouTube di IGN, mostra una missione completa tratta dal Capitolo 5, intitolata semplicemente Villa.
Nel filmato, il protagonista Enzo riceve ordini da Don Torrisi, che gli affida il compito di infiltrarsi nella villa del rivale Ludovici e “mandare un messaggio”. Un’azione che, secondo le parole del Don, deve dimostrare che sa “occuparsi sia della famiglia che degli affari”.
Furtività, fuoco e libertà d’azione
Il video offre uno sguardo concreto sulle meccaniche stealth e sulla libertà di approccio che il titolo concede. Prima dell’infiltrazione, Enzo sceglie il suo equipaggiamento: revolver, shotgun, fucile da caccia e granate. Si sposta a bordo di un’auto d’epoca, novità assoluta per l’epoca in cui il gioco è ambientato.
Una volta nei pressi della villa, il giocatore può decidere come procedere. Il video mostra un approccio furtivo, con eliminazioni silenziose tra le ombre. Quando l’allerta scatta, la scena si trasforma in un conflitto armato diretto, tra spari, coperture e esplosivi. Il passaggio tra le due modalità è fluido, senza stacchi o caricamenti.
Il setting siciliano dà al tutto una personalità forte. Luci calde, silenzi pesanti, e dettagli architettonici ben curati creano un’atmosfera densa. A impreziosire l’esperienza ci sono dialoghi credibili, accenti locali, e suoni ambientali studiati.
Myrkur Games, in collaborazione con Deep Silver, ha annunciato che Echoes of the End debutterà il 12 agosto su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Il titolo, primo progetto del giovane studio islandese, punta tutto su una formula narrativa ad alto impatto, con ambientazioni curate, magie potenti e personaggi centrali per l’evoluzione della storia.
Per accompagnare l’annuncio, il team ha pubblicato un gameplay esteso di 17 minuti, visibile su YouTube, che mostra sequenze inedite e offre uno sguardo più profondo sul mondo di gioco. Il video presenta combattimenti, meccaniche esplorative e i primi snodi narrativi della campagna.
Magia, guerra e decisioni difficili
Echoes of the End segue la storia di Ryn, una guerriera dotata di un potere antico e instabile, capace di manipolare la realtà con la magia. In apertura di gioco, Ryn si trova in missione con il fratello Cor lungo un confine apparentemente tranquillo. L’equilibrio però si rompe quando un attacco improvviso del regno di Reigendal li costringe a separarsi.
Tra gli assalitori compare Zara, un’altra vestige come Ryn. Le due si scontrano in un combattimento ravvicinato, che termina senza un vincitore grazie all’intervento di Abram Finlay, esploratore e studioso. Da quel momento, Ryn e Abram uniscono le forze per ritrovare Cor e scoprire cosa si cela dietro l’invasione di Reigendal.
Il gioco si sviluppa in dieci capitoli, tutti realizzati a mano, con un forte accento su scelte morali, costruzione del mondo e sviluppo emotivo dei personaggi. Le dinamiche di gameplay si basano su un mix di combattimento magico, esplorazione ambientale e interazioni narrative che influenzano il corso degli eventi.
Il prezzo al lancio sarà di 39,99 euro. Echoes of the End.
Bandai Namco ha lanciato oggi SHADOW LABYRINTH, un nuovo platform d’azione 2D che rilegge l’universo di PAC-MAN in chiave dark sci-fi. Il gioco è disponibile da subito su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC via Steam, Nintendo Switch e Nintendo Switch 2. Chi possiede già la versione Switch può accedere gratuitamente all’upgrade per Switch 2.
SHADOW LABYRINTH non vuole essere un semplice spin-off. Il team ha preso le meccaniche storiche dell’originale e le ha immerse in un mondo oscuro e alieno. Si gioca nei panni dello Spadaccino n. 8, un misterioso guerriero risvegliatosi su un pianeta ostile. Ad accompagnarlo c’è PACC, una creatura guida familiare ma enigmatica, chiaro omaggio al classico protagonista giallo.
Caccia, evoluzione e citazioni cult
Il cuore del gameplay ruota attorno alla caccia, all’assimilazione dei poteri nemici e all’evoluzione del protagonista. Uccidere le creature sparse nei labirinti non serve solo a sopravvivere, ma permette di acquisire abilità sempre più complesse, comprese trasformazioni temporanee in forme potenti come il mech GAIA.
SHADOW LABYRINTH unisce platforming tradizionale e esplorazione ambientale con un ritmo più cupo e maturo. Il design dei livelli è fitto e verticale, pieno di bivi, enigmi e trappole. I combattimenti sono rapidi, con boss impegnativi che reinterpretano nemici storici come i GHOST, ora noti come G-HOST.
Il gioco non si limita a PAC-MAN. Chi ha memoria dei titoli storici Bandai Namco noterà omaggi evidenti a DIG DUG, SPLATTERHOUSE, GALAGA, BOSCONIAN e altri ancora. Ogni riferimento è integrato nel mondo e serve a espandere la lore di questo universo mutante e minaccioso.
Le edizioni disponibili includono la Standard fisica, la Digital Standard e la Digital Deluxe Edition, che aggiunge artbook digitale, colonna sonora e oggetti bonus in-game. Per un periodo limitato, tutte le versioni danno accesso al PAC-MAN Arcade Sound FX Pack, un set audio nostalgico che richiama l’esperienza arcade originale.
E voi, siete pronti a vedere PAC-MAN sotto una nuova luce? Fateci sapere se SHADOW LABYRINTH ha centrato il bersaglio o se avreste preferito un approccio più fedele al classico.
In un mercato ricolmo di sequel fotocopia e produzioni senz’anima, trovare un gioco che trasmetta passione vera è diventato un’impresa. Clair Obscur: Expedition 33 è un raro gioiello che ogni videogiocatore aspettava da anni: un titolo capace di emozionare, stupire e, alla fine, far venire voglia di alzarsi in piedi e applaudire. È un atto d’amore verso i videogiochi, un’esperienza che unisce stile, cuore e dedizione in ogni sua scelta.
Sandfall Interactive: studio indipendente o team solido?
Sviluppato da Sandfall Interactive, pubblicato da Kepler Studio e distribuito da Bandai Namco, Clair Obscur: Expedition 33 nasce da un team francese ben strutturato: non una piccola produzione indipendente, ma un progetto ambizioso che sorprende per qualità. Si tratta di un RPG a turni, sebbene rinchiuderlo in quest’etichetta non renda giustizia alla complessità del titolo. Tra i suoi punti di forza c’è sicuramente l’ispirazione ai grandi classici del genere, sebbene il gioco proponga molte idee originali.
Alla guida del progetto troviamo Guillaume Broche, ex dipendente Ubisoft che, come ha raccontato in diverse interviste, si era ormai annoiato in quell’ambiente lavorativo, e ha scelto di rimettersi in gioco per dare vita a qualcosa di nuovo. Anche lo sceneggiatore ha un percorso insolito: scoperto su Reddit, rappresenta un perfetto esempio di come la passione per i videogiochi possa portare a risultati sorprendenti. È proprio questa dedizione a permeare ogni aspetto del gioco, nato non per obbligo, ma per pura volontà di ritagliarsi un posto nel mercato.
Trama e ambientazione di Clair Obscur: Expedition 33
Il titolo affascina sin dai primi istanti, grazie a un incipit narrativo che colpisce per intensità, proiettando il videogiocatore in un mondo vivido e suggestivo.
L’ambientazione unisce elementi della belle époque francese con un immaginario fantasy dalle tinte dark, dando vita a un universo unico. Ogni anno, una figura enigmatica conosciuta come “la Pittrice” si sveglia e dipinge un numero su un enorme monolite situato all’orizzonte della città di Lumière. Questa cifra rappresenta l’età delle persone che svaniranno nel nulla e diminuisce progressivamente ogni anno. Per sfuggire a questo destino, vengono organizzate le Spedizioni. Si tratta di gruppi, spesso composti da persone prossime alla sparizione, che si avventurano nel continente vicino alla ricerca di un modo per interrompere il ciclo. Tuttavia, nessuna spedizione è mai riuscita a tornare indietro.
Il mondo di gioco è incredibilmente vasto ed esplorabile con varie zone curate in ogni dettaglio, al punto da invogliare il videogiocatore a perdersi al loro interno. Non si tratta di un open world, ma piuttosto di un grande continente, con aree piene di segreti e numerose quest secondarie. Alcune di queste accessibili solo dopo specifici punti di trama.
Narrativa e tematiche di Clair Obscur: Expedition 33
L’aspetto narrativo del titolo rappresenta senza dubbio uno dei suoi migliori punti di forza. La narrazione colpisce per intensità ed emozione, grazie a un uso sapiente delle cutscene. Questo aspetto ricorda molto Final Fantasy X, dove le scene cinematiche sapevano esaltare i momenti più significativi senza mai risultare invadenti. In un genere che spesso preferisce i dialoghi testuali, questa scelta regala un ritmo narrativo più coinvolgente e cinematografico.
Clair Obscur: Expedition 33tratta inoltre con rara sensibilità temi attuali e universali: la perdita, la fragilità della vita davanti all’ineluttabilità della morte, il valore della famiglia, la ricerca di sé, l’arte e la musica come rifugio e salvezza. Una storia capace di scaldare anche i cuori più duri ci viene raccontata con una delicatezza e una forza che lasciano il segno.
I personaggi, intensi e splendidamente caratterizzati, entrano nel cuore e ci restano, trasformando l’avventura in un legame profondo difficile da sciogliere.
Al termine della storia principale il gioco offre un ricco postgame, con nuove aree da esplorare, boss opzionali e contenuti aggiuntivi. Ciò approfondisce ulteriormente la trama, fornendo al videogiocatore un incentivo importante per continuare anche dopo i titoli di coda. L’interfaccia di combattimento si ispira a Persona, riuscendo però a rielaborare i principaki elementi in una formula originale.
Colonna sonora di Clair Obscur: Expedition 33
Le OST di Expedition 33 meritano un plauso particolare. Le tracce sono armoniose e perfettamente integrate nell’esperienza di gioco, capaci di enfatizzare i momenti chiave di narrazione e combattimenti, oltre ad accompagnare l’esplorazione. La qualità dei brani è talmente elevata da spingere il giocatore a fermare il gameplay per ascoltarli con più attenzione. Curioso è il fatto che il compositore sia un artista scoperto su SoundCloud, un dettaglio che sottolinea ancora una volta lo spirito innovativo e aperto del progetto.
Gameplay e meccaniche
Dal punto di vista del gameplay, Expedition 33 offre un sistema solido e sfaccettato. A una classica struttura a turni si affianca un’ampia gamma di meccaniche che arricchiscono significativamente gli scontri.
Un grandissimo punto di forza del gioco è la sua capacità di combinare caratteristiche provenienti da generi diversi senza mai risultare dispersivo (in alcuni frangenti ci si scorda persino di star giocando a un titolo turn-based). È infatti presente un sistema di parry e schivate coadiuvate da un vasto numero di abilità attive e passive (i Picto e le Lumina), un albero delle abilità estremamente articolato e la distribuzione dei punti tipica dei GDR. Questa combinazione di elementi rende il titolo accessibile a un pubblico più ampio, uscendo dai confini del (J)RPG e strizzando l’occhio ai fan dei Souls-like e ai videogiocatori più casuali, prendendo ispirazione da numerosi videogiochi di successo.
Inoltre, i tre livelli di difficoltà garantiscono un’esperienza adatta a neofiti e veterani del genere.
Personalizzazione di gioco
Un altro aspetto di grande rilievo è la personalizzazione: il giocatore può modificare l’aspetto del personaggio attraverso cosmetici, vestiti e acconciature, ma anche personalizzare in profondità il gameplay grazie ai Picto e alle Lumina. Queste abilità passive permettono di creare build uniche, ad esempio aumentando i danni sotto una certa soglia di vita o potenziando la possibilità di colpi critici, adattandosi a diversi approcci e preferenze. Ogni personaggio può essere costruito a seconda dello stile di gioco del videogiocatore, senza limitazioni imposte da ruoli fissi come mago, guaritore o guerriero.
Un punto a sfavore è la relativa facilità con cui si può “rompere il gioco”, specialmente nel post-game. I giocatori più esperti possono infatti facilmente creare build in grado di eliminare con un solo colpo anche i boss più impegnativi del post game. Fortunatamente, il team di bilanciamento rilascia regolarmente patch mirate a correggere questi squilibri.
Un prezzo competitivo
Dal punto di vista economico, il titolo viene proposto a 49,99 € al lancio, un valore decisamente competitivo rispetto agli standard attuali del mercato. Inoltre, grazie a promozioni e sconti, è possibile reperirlo a cifre ancora più basse. Ciò lo rende molto appetibile sul fronte qualità/prezzo.
Per concludere, Clair Obscur: Expedition 33 è un titolo che è stato capace di emozionare profondamente e di creare una solida community di appassionati che condividono l’amore per questo gioco. Nonostante alcune pecche, la qualità elevatissima sotto quasi ogni aspetto lo rende il punto di partenza ideale per un mercato videoludico che aspiri a tornare a produzioni di grande valore, fondate sulla passione e sulla cura di ogni dettaglio. L’anno è ancora lungo, ma una cosa è certa: Expedition 33 si candida con forza come uno dei favoriti assoluti per il titolo di GOTY 2025.
9.5
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: PS5, Microsoft Windows, Xbox Series X/S
11 anni fa, 11 bit studios ha scosso il mondo dei videogiochi con This War of Mine, un’opera così potente da entrare nel programma scolastico polacco. Raccontava l’assedio di Sarajevo, ma soprattutto la guerra come fonte di crudeltà e lancinante dolore. Quattro anni dopo, nel 2018, la software house polacca riceve gli onori del pubblico e della critica con Frostpunk, un gestionale survival ricco di pathos narrativo e minuzioso gameplay.
Nel 2025, 11 bit studios chiude il cerchio – letteralmente come vedremo più avanti – con The Alters, un videogioco di sopravvivenza e gestione 3D che punta a unire This War of Mine e Frostpunk sotto un’unica etichetta. Il team polacco sarà riuscito nel suo intento o ha creato un mero clone del proprio passato? Scopriamolo in questa recensione di The Alters.
Un tragico incidente
Jan Dolski è un uomo che ha dovuto affrontare delle difficoltà nella vita. In particolare, ha subito un padre violento che poco si curava della volontà di Jan di continuare gli studi. Gli stessi gli hanno permesso di fuggire dalla sua famiglia e trovare un lavoro ben remunerato, e una donna che lo rendesse felice. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, però la sorte lo ha condotto nuovamente nel baratro. Jan Dolski perde il lavoro e anche l’amore. Tutto questo lo porta in una nuova azienda, Ally Corp, un’enorme multinazionale che ha un unico scopo: organizzare spedizioni nello spazio alla ricerca di un misterioso materiale dalle proprietà straordinarie, il Rapidium.
Jan parte per la spedizione, ma un tragico incidente sconvolge nuovamente la sua esistenza. Durante un viaggio verso un pianeta irradiato da tre soli, tutto l’equipaggio muore, tranne lui. Dolski si ritrova quindi solo, in un ambiente ostile, con l’unico obiettivo di uscirne vivo e tornare sulla Terra. Per farlo deve gestire una base mobile, che avrà la necessità di spostarsi ogniqualvolta un sole sarà troppo vicino alla sua base. Sopravvivere in queste condizioni richiede organizzazione, risorse e strumenti. E ben presto Jan si renderà conto che non riuscirà mai a sopravvivere con solamente le proprie forze, forse.
Esplorando la fantascienza
Solo in un pianeta ostile e privo di vita. Qui parte la nostra missione composta inizialmente dall’esplorazione e l’upgrade della nostra base, un’enorme ruota in cui al suo interno vi è una base componibile pari pari a quanto già visto in Fallout Shelter. Tra un nuovo modulo e una scampagnata in un ambiente sci-fi e fantascientifico, Dolski si imbatte nel tanto ambito Rapidium. Solo a questo punto, l’Ally Corp farà il suo ingresso, contattandoci e spiegandoci come usarlo per sopravvivere, e per intimarci di raccoglierne il più possibile.
Il Rapidium è il carburante delle clonazioni e curiosamente il computer di bordo della base ha memorizzato l’intera vita del suo ospite, ma non solo; infatti, il terminale è in grado di staccare nuovi rami nella vita di Jan, cioè degli alter ego, che hanno vissuto una parte di vita come quella di Dolski. Almeno fino a quando non hanno preso scelte diverse.
Da questo incipit nasce The Alters, un ambizioso titolo che dirama su tre generi: gioco di ruolo narrativo, gestionale e survival. In realtà, questa divisione è puramente teorica, perché il gioco si amalgama perfettamente risultando alla fine un videogioco di sopravvivenza con una fortissima base narrativa. Tutto il resto è una conseguenza ben sviluppata.
Soli con sé stessi
Nonostante la dichiarata volontà di prendere spunto da This War of Mine e Frostpunk, 11 bit studios ha intrapreso anche delle scelte diverse dal passato, tali da rendere The Alters un’opera ben distinta rispetto ai suoi predecessori. Mi riferisco nella fattispecie alla totale mancanza di combattimenti del gioco. In The Alters, l’unico nemico da battere è il tempo, da affrontare su un luogo ostile. Per il resto, saremo soli con, letteralmente, noi stessi.
L’obiettivo dunque è ritornare sulla terra. Per farlo sarà prima di tutto capire come farlo e per comprenderlo serve tempo. Il nostro scopo sarà quindi quello di sopravvivere il più a lungo possibile. Per farlo, inizieremo con l’esplorare l’esterno alla ricerca di miniere di metalli e gas, fondamentali per fornirci i beni di prima necessità, come il cibo, e necessari per ampliare la nostra base.
Rapidium
Tra i materiali fondamentali c’è il Rapidium, che permette di azionare l’incubatrice dei nostri alter ego. Quando lo faremo, creeremo una versione di noi stessi, che ha condiviso una parte di vita, ma che nei momenti cruciali, ha fatto scelte diverse. Queste scelte hanno caratterizzato il proprio modo di vedere il mondo, sviluppando pregi e difetti. Caratteristiche con cui ci scontreremo noi stessi e gli altri alter ego. È qui che si svolge la partita narrativa. The Alters è colmo di dialoghi, non localizzati in italiano, da affrontare con il massimo della concentrazione.
I dialoghi che faremo con gli alter ego, e le loro diatribe su cui dovremo far delle scelte, sono parte integrante della sopravvivenza. Dar sempre contro a un’unica persona o rifiutare il confronto verbale può significare generare conseguenze disastrose, che possono condurre anche alla fine del gioco, sia perché la situazione diventa ingestibile sia perché alcune scelte possono portare alla morte dei nostri simili.
Micromanagement
La giornata di Jan Dolski è divisa in tre parti: lavoro, pubbliche relazioni e riposo. Potremo decidere di rinunciare a una cosa piuttosto che un’altra – con alcune limitazioni, bypassabili da particolari scelte come il crunch – ma ognuna di queste dovrà essere ponderata al fine di garantire un equilibrio tra benessere delle persone ed efficienza. Il tempo scorre e non sempre sarà possibile soffermarsi a parlare. Allo stesso tempo, ci saranno dei momenti sociali da gestire, pena perdere la bussola e la partita.
Il Jan Dolski principale è solo una parte della macchina, che può funzionare solo in relazione alla buona salute degli altri. Ma a differenza di altri prende le decisioni. In particolare, tutto quello che facciamo noi può essere svolto anche da un alter ego, con la sola eccezione dell’esplorazione. Sarà dunque fondamentale incaricare qualcuno che prepari il cibo, qualcuno che raccolga risorse, chi costruisce equipaggiamento, chi si riposa in infermeria, preferibilmente in base alle caratteristiche degli Alter, tutti unici anche nelle loro specializzazioni, 12 in tutto.
Una volta gestite le code, andremo a decidere come gestire la nostra giornata fuori dalla base. Qui potremmo costruire punti di estrazione ed esplorare la mappa grazie a una particolare tuta che ci aiuta nella sopravvivenza, ma che ci limita perché ha bisogno di essere ricaricata per determinate azioni (i salti per esempio).
Il gameplay è un’elegante danza delle priorità che parte dalla gestione delle persone di This War of Mine e finisce nella conto delle risorse e delle sfortune di Frostpunk. Come in ogni gioco di 11 bit studios infatti dovremmo affrontare delle calamità naturali o delle disgrazie sociali. Il loro impatto è tremendo e la preparazione a quest’ultimo sarà l’ago della bilancia tra la vita e la morte (game over ben gestito dai salvataggi automatici nei punti critici).
Ma quando riusciremo a sopravvivere a una tempesta elettromagnetica o all’avvicinarsi del sole, saremo in qualche modo premiati. A volte ci coccoleremo con una canzone o un beer pong insieme ai nostri Alter. Altre volte riceveremo una chiamata dall’Ally Corp o da persone importanti della nostra vita. Piccoli premi per la nostra sanità mentale che ci permetteranno di arrivare fino alla fine della trama. Una storia semplice, quasi banale, per gli appassionati della fantascienza sci-fi. Ma il viaggio invece è introspettivo e divertente sia nei dialoghi che nel gameplay che innalza il team polacco ra i grandi sviluppatori di quest’era videoludica.
The Alters è un videogioco fondamentale per quest’era videoludica, perché è il punto di arrivo di quello che sarà uno dei team di sviluppo più importanti dei prossimi 10 anni. Con The Alters, 11 bit studios ha chiuso il proprio cerchio e ora si può affacciare al settore videoludico come un team veterano, garante della qualità del medium. The Alters è un videogioco di sopravvivenza che sfrutta al meglio la potente narrativa e l’esperienza nei gestionali del team polacco. La trama è semplice, ma il viaggio è potente sia nelle interazioni sociali con gli altri alter ego che nel gameplay. La mancanza di tempo è stata la mia bussola per tutto il tempo, sensazioni che mi hanno fatto appassionare all’avventura dei Jan Dolski con interesse, emozioni e impegno nel giocarlo. Tutto quello che un videogioco dovrebbe avere per entrare di diritto tra i grandi della storia.
9
Dettagli e Modus Operandi
Piattaforme: Xbox Series X|S, PS5, PC
Data uscita: 13/06/2025
Prezzo: 34,99€ su Steam, disponibile su Xbox Game Pass al Day One.
Ho giocato a The Alters su Xbox Series X grazie a un codice gentilmente fornito dal publisher pochi giorni prima del day one.
The Alters è disponibile da ieri 13 giugno su Steam, GOG, PlayStation 5 e Xbox Series X|S. Lo studio polacco 11 bit studios (già noto per This War of Mine) propone un’avventura sci-fi fuori dagli schemi, in cui la sopravvivenza non dipende solo da risorse e rifugi, ma anche dal confronto diretto con sé stessi.
Il protagonista è Jan Dolski, unico sopravvissuto a una missione spaziale fallita. Intrappolato su un pianeta ostile, Jan non ha modo di cavarsela da solo. Così decide di sfruttare una tecnologia sperimentale: creare delle sue versioni alternative, ognuna generata da una scelta di vita diversa. Un Jan che ha fatto il militare. Uno che è diventato padre. Uno che ha rinunciato agli studi. Tutti sono reali. Tutti ricordano.
Ma The Alters non è un gestionale classico. Qui, costruire una base è solo parte dell’esperienza. Ogni Alter ha una personalità distinta, spesso in conflitto con quella del protagonista. I dialoghi mettono a nudo rimpianti, frustrazioni e identità irrisolte. C’è chi collabora. C’è chi si ribella. E ogni scelta ha un peso emotivo concreto.
Non solo sopravvivenza: identità, rimorsi e il valore dell’autonomia
Il gioco alterna fasi di survival e base-building a momenti narrativi forti, con bivi morali che interrogano direttamente il giocatore: stai usando i tuoi Alter come strumenti o stai riconoscendo la loro autonomia? La domanda è tutt’altro che teorica. Alcuni Alter inizieranno a mettere in discussione la tua leadership. Altri, semplicemente, non vorranno più collaborare.
The Alters colpisce anche per l’atmosfera: ambientazioni claustrofobiche, design minimale e colonna sonora inquieta costruiscono un mondo che sembra chiudersi addosso. Tecnicamente, il gioco gira solido sulle nuove console e su PC, con opzioni grafiche ben ottimizzate.
Dopo cinque anni di sviluppo e un team di appena 40 persone, 11 bit studios ha consegnato un titolo coraggioso, capace di parlare di identità, libertà e controllo senza retorica.
The Alters è una storia di fantascienza, ma anche una riflessione amara sulle vite che non viviamo.
E voi, se poteste incontrare una vostra versione alternativa… ci collaborereste o la temereste?
Capcom ha presentato un nuovo trailer di Onimusha: Way of the Sword durante il Summer Game Fest 2025. Il filmato, intitolato Formidable Foes Emerge, mostra sequenze inedite di gameplay che rivelano nuovi nemici, ambienti ultraterreni e dettagli sulle meccaniche di combattimento.
Il protagonista è Miyamoto Musashi, samurai iconico armato di un misterioso guanto Oni, pronto a fronteggiare creature demoniache in un Giappone deformato dal soprannaturale. Il trailer mette in evidenza lo scontro con un avversario storico: Sasaki Ganryu, maestro di spada e antagonista diretto di Musashi. Il duello tra i due si svolge nel suggestivo scenario del tempio di Kiyomizu-dera, ricostruito in chiave dark fantasy.
Un trailer denso di dettagli e combattimenti ad alto impatto
Tra le novità, spiccano i nuovi Genma, demoni con design imponenti e comportamenti letali. Il primo è Kubi Akari, in grado di rubare anime, seguito da Daidara, un colosso armato di una mazza gigantesca che distrugge tutto sul suo cammino. Il combattimento con Daidara si svolge in una nuova ambientazione onirica, fatta di rovine sospese nel cielo e sentieri che si formano magicamente.
Capcom mostra anche nuovi dettagli sul sistema di combattimento, che premia riflessi e precisione. Le tecniche “Issen”, già note ai fan, permettono di infliggere colpi critici devastanti se eseguite al momento giusto. Spunta anche un’arma inedita simile a martelli gemelli, capace di frantumare l’aria con la sua potenza.
Il trailer si chiude con un momento enigmatico: una figura femminile emerge dalla luce del guanto Oni. Chi è? Qual è il suo ruolo nella storia? Capcom non ha fornito dettagli, alimentando le speculazioni.
Onimusha: Way of the Sword arriverà nel 2026 su PS5, Xbox Series X|S e PC. Nel frattempo, chi vuole riscoprire la saga può giocare alle versioni rimasterizzate di Onimusha: Warlords e Onimusha 2: Samurai’s Destiny, disponibili su PS4, Xbox One, Switch e Steam.
Che ne pensate del ritorno di Onimusha con questo taglio più dark e mitologico? La rivalità Musashi-Ganryu vi convince o avreste preferito un’altra direzione narrativa?
Negli ultimi anni, il mondo dei videogiochi ha assistito a un fenomeno sempre più evidente: la riscoperta del passato. Ne sono testimonianza gli innumerevoli siti, riviste online e non, emulatori…il vintage attira.
Retro Classic, la nuova raccolta di giochi vintage su Xbox Game Pass, non è solo un omaggio ai grandi titoli degli anni ‘80 e ‘90, ma una vera e propria dichiarazione d’amore per una generazione di giocatori cresciuta tra pixel meravigliosi e colonne sonore in formato MIDI indimenticabili e che per l’epoca sembravano un sogno.
Un portale verso il passato
Immagina di accendere la tua console e ritrovarti catapultato in un’epoca in cui le sale giochi ruggivano di vita, i joystick cigolavano sotto la pressione delle dita e ogni pixel rappresentava una sfida epica. Retro Classic fa esattamente questo: spalanca le porte del passato e permette a nuove generazioni di scoprire tesori dimenticati, e ai veterani di tornare ai giorni gloriosi delle loro prime avventure digitali e da bar.
Tra i titoli disponibili ci sono leggende che hanno definito il gaming. Platform frenetici, sparatutto strategici e rompicapo che mettevano alla prova la tua astuzia: ogni gioco è una capsula del tempo che racconta una storia unica, fatta di innovazione, sfide e, soprattutto, divertimento puro. Divertimento che, ahimè, non sempre è scontato nelle opere odierne, anche se si definiscono tripla A. Ma titoli come Robin Hood, Commando, Pitfall e Pitfall II, Mechwarrior e Mechwarrior 2 tra l’altro per diverse piattaforme: DOS, Amiga, Atari, SNES sono una sicurezza sul divertimento che la raccolta propone.
Videogiochi: un’eredità da custodire
Parlare di retrogaming oggi significa anche affrontare un tema molto importante: la preservazione del patrimonio videoludico. Se il cinema ha la sua cineteca e la letteratura i suoi archivi, i videogiochi si trovano spesso a lottare contro l’incedere del tempo. Vecchi hardware che smettono di funzionare, formati ormai desueti, licenze dimenticate: senza iniziative come Retro Classic, molte gemme digitali sarebbero destinate a scomparire.
Microsoft, con questa raccolta, si fa custode di un’eredità culturale che rischiava di svanire, dimostrando che il valore di un gioco non si misura solo in grafica fotorealistica o mondi aperti vastissimi, ma nella sua capacità di divertire, stupire e rimanere nel cuore dei giocatori.
Nintendo e Microsoft: due visioni differenti
Non si può parlare di retrogaming senza citare Nintendo con la quale mettiamo a confronto l’iniziativa Microsoft. Nintendo pioniera indiscussa della nostalgia videoludica. La sua raccolta di giochi classici su Nintendo Switch Online segue una filosofia diversa: meno titoli, selezionati con cura, ma fortemente legati alla storia della compagnia. Super Mario, Zelda, Metroid: l’approccio della grande N è più museale, quasi “sacrale”, mentre Microsoft punta sulla quantità e sull’accessibilità.
L’esperienza offerta da Retro Classic è più dinamica e aperta: achievement, sfide online, funzionalità moderne, mentre Nintendo preserva un’esperienza quanto più vicina all’originale. Entrambe le visioni hanno il loro fascino: una celebra il passato come qualcosa di immutabile, l’altra lo trasforma per adattarlo ai tempi moderni.
Ma in ogni caso l’obiettivo è quello, mantenere il ricordo di ciò che è stato per ricordarci da dove veniamo e capire meglio dove vogliamo andare.
Conclusioni: il futuro del passato
La vera domanda che emerge da tutto questo è: quanto vale il nostro passato videoludico? È solo nostalgia, o è un pezzo fondamentale della nostra cultura digitale? Retro Classic non è soltanto una raccolta di giochi, ma un manifesto che grida a gran voce che il passato conta. E non solo per chi c’era, ma anche per chi lo scopre per la prima volta.
In un’epoca in cui tutto evolve a ritmi forsennati, c’è qualcosa di incredibilmente potente nel tornare indietro e riscoprire le radici di ciò che oggi diamo per scontato. E se il futuro del gaming dipende dalla sua storia, Retro Classic è un ottimo modo per viaggiare nel tempo.
Al Summer Game Fest 2025, Capcom ha aperto col botto: Resident Evil Requiem, nuovo capitolo principale della celebre saga survival horror, è stato presentato con un trailer intenso e visivamente impressionante. La data di uscita è fissata per il 27 febbraio 2026, su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC via Steam.
Il gioco segna un ritorno alle origini, riportando i giocatori a Raccoon City, il luogo simbolo dell’epidemia biologica che ha dato inizio all’incubo. Questa volta, però, l’obiettivo è chiaro: portare l’esperienza horror a un livello completamente nuovo, combinando azione ad alta tensione e orrore psicologico profondo.
Ritorno a Raccoon City, con un livello tecnico mai visto prima
Sviluppato con il motore proprietario RE ENGINE, Requiem sfrutta a pieno le capacità delle piattaforme attuali per offrire un realismo visivo inquietante. Dettagli come espressioni facciali, texture della pelle e persino gocce di sudore sono ricostruiti con una fedeltà maniacale, pensata per mantenere alta la tensione in ogni istante.
Il trailer mostra una Raccoon City più oscura che mai, con ambienti deformati, nuovi nemici e minacce sconosciute. L’atmosfera opprimente, unita a una narrazione più cupa, promette di far vivere ai giocatori una vera e propria discesa nell’angoscia. L’azione non mancherà, ma sarà integrata in un contesto più denso e disturbante, in linea con le radici horror della serie.
Resident Evil Requiem sarà doppiato e sottotitolato in oltre 15 lingue, rendendolo accessibile a un pubblico globale. La prima demo pubblica sarà giocabile alla Gamescom 2025, dando modo ai fan di toccare con mano il nuovo standard tecnico e narrativo del franchise.
Capcom ha già confermato che nel corso dell’anno arriveranno nuovi trailer e rivelazioni, a partire proprio dagli eventi Summer Game Fest Play Days.
Sei pronto a tornare dove tutto è cominciato? O questa volta Raccoon City finirà per inghiottirti del tutto?